Questa fanfiction è stata scritta
da RYO (nick su Yahoo!: cityhunter1981). Chiunque la
voglia ospitare su di un proprio sito, la modifichi, etc.etc.
è pregato di farmelo sapere via mail (_xyz_@libero.it) (insomma,
basta che me lo dite! ^_^). Tutti i personaggi principali
utilizzati sono proprietà di Tsukasa Hojo, Shueisha,
Sunrise e gli aventi diritto. E adesso leggete e ditemi
se vi piace!!! Ryo
PS: questa storia è situata cronologicamente più o meno
a metà del manga. Sono fornite anche delle informazioni
generali sui personaggi e sulla storia per permettere
anche a chi non conosce "City Hunter" di
capirci qualche cosa e poter leggere così un racconto
come un altro
PS2: dato che siamo nel regno della censura, mi hanno
detto di scrivere: Rating: PG-16 (linguaggio e situazioni
non adatte a minori)
AMICI, FRATELLI, O
Dopo
una notte passata nei soliti localini, Ryo Saeba stava
rientrando a casa dal suo "aguzzino". Già, è
con tale termine che definiva la sua assistente Kaori,
succeduta al fratello Hideyuki nell'aiutare lo sweeper più
famoso della città. Sweeper: un lavoro un po'
particolare, per colpa del quale i nostri due "eroi"
avevano da tempo rinunciato ad avere una vita "normale".
Miki e Umibozu, i loro migliori amici, erano riusciti
dove loro avevano fallito: gestivano un locale
appartenuto a tre sorelle emigrate in America (a buon
intenditor
NdRyo) e, apparentemente, formavano
una tranquilla e serena famigliola, a cui mancava solo un
bambino per coronare un'intesa quasi perfetta. Un figlio:
l'idea non aveva mai sfiorato Ryo, anche perché non
sarebbe stato affatto facile crescerlo in quell'ambiente
un po' "particolare".
Questi i pensieri che ronzavano nella testa di City
Hunter mentre camminava stancamente per le strade di
Shinjuku, prima che un'esigenza più concreta ed urgente
arrivasse a monopolizzare la sua mente: come entrare in
casa alle 3 di notte senza che quella "donna mezza
uomo" di Kaori lo polverizzasse con un martello da
100t modello extralusso? "Porca vacca, se mi becca a
quest'ora, nel migliore dei casi mi uccide sul colpo, nel
peggiore divento davvero "Lady Hunter"! Vabbé,
correrò il rischio, non posso mica dormire fuori perché
A CASA MIA c'è una rompiballe!"
Ryo era davvero bravo ad ingannare la gente, al punto da
riuscirci con se stesso: la "rompiballe",
infatti, gli piaceva non poco, ma aveva sempre preferito
lasciar perdere, perché non se la sentiva di mettere a
repentaglio la vita di lei più di quanto non facesse
normalmente. Lui era conosciuto in molti ambienti della
mala: Kaori sarebbe diventata presto un bersaglio con cui
ricattarlo, o, peggio, una vittima eccellente per
vendicarsi di qualche "sgarro". Meglio
accontentarsi delle "pollastre" che frequentava
di solito, magari nella speranza di poter dare un giorno
una bottarella ad una delle sorelle Nogami
Al solo pensiero di ciò, il volto di Ryo cominciò a
distendersi e subito dopo (proprio sull'uscio di casa)
assunse la bestiale espressione di un camaleonte
sudamericano nel periodo di calore, mentre "il suo
migliore amico" dava potenti segni di vita. Ma
questo era il punto debole di Ryo: lui perdeva
completamente quel poco di razionalità che gli rimaneva (con
tutte le martellate che prende ogni santo giorno da
quando comincia il manga, è anche troppo
NdRyo) appena
sente l'odore di una donna o ne vede una caviglia
scoperta (ehm
mi ricorda qualcuno
;-p
NdRyo). Con un alzabandiera degno di un pornoattore,
Saeba fece la sua trionfale entrata in cas
"AAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!"
"oh,
grande Buddha, che DOLORE! MA CHE CAZ..". "Ryo,
cosa succede?" gridò una preoccupata e affannata
Kaori mentre accendeva la luce. "Ah, sei tu, Kaori.
Sono entrato a luci spente per non disturbarti, ma devo
aver urtato qualcosa con il mio amico
"; "Ryo,
non avrai urtato lo spigolo del mobile che teniamo
all'ingresso?". "Oh, certo che serviva proprio
un grande genio come te per farmelo capire. CERTO che ho
urtato lì vicino, Einstein!". "A parte il
fatto che sei uno stronzo e un maleducato, mi spieghi
COME CAVOLO HAI FATTO? Quello spigolo ti arriva a livello
della cintura". "Ah, eeh
sai com'è
"
cominciò a balbettare un febbricitante Saeba, mentre
rivoli di sudore gli scendevano lungo la schiena. "Devo
essermi messo a saltare, preso ancora nei fumi dell'alcol
ecco, deve essere andata in questa maniera
".
"
Ryo
" "sì, Kaori?"
"da quanto tempo ci conosciamo?" "oh, beh,
credo 4-5 anni ormai." "Allora, MI
CREDI DAVVERO COSI' IDIOTA? L'HO CAPITO CHE AVEVI IL TUO
COSO DRIZZATO E CI HAI SBATTUTO CONTRO IL MOBILE,
MALEDETTO PERVERTITO SCHIFOSO!"
"VIENI QUI, CAMPIONARIO DI SCONCEZZE, NON TENTARE DI
SCAPPARE DALLA GIUSTA PUNIZIONE!"
Ma, imprevedibilmente, Ryo terminò di colpo la fuga dal
martellone da 1000t che la Makimura brandiva con aria
funesta, mostrando di non pensare minimamente al
cataclisma che si sarebbe scatenato a danno delle sue
cellule cerebrali. Kaori fu presa alla sprovvista da un
tale atteggiamento remissivo, tanto che indugiò a
colpire, pur continuando a brandire la sua arma di offesa.
"Ascolta, Kaori. C'è una cosa che io e te dobbiamo
assolutamente chiarire. Sei disposta ad ascoltarmi?"
"Non cambiare discorso, maiale, non sarà questo che
ti salverà!" "SIGNORINA MAKIMURA, sto parlando
sul serio. Allora?" Molto di rado Ryo assumeva uno
sguardo così serio. Poi, quel "signorina Makimura"
"deve essere qualcosa di serio, non mi evita mai in
maniera così vigliacca" pensò Kaori. "D'accordo,
Ryo, parla pure, lo sai che sono sempre disposta ad
ascoltarti." "Ok. Dai, vieni a sederti."
La giovane assistente dello stallone di Shinjuku iniziò
a preoccuparsi seriamente: perché quel bambino cresciuto
era diventato di colpo così serio? I suoi dubbi furono
presto dissolti.
"Prima ho detto - cominciò Ryo - che io e te ci
conosciamo ormai da 4-5 anni, giusto?" "Sì,
hai detto così" "e sono 4-5 anni che tu mi
prendi a martellate se dico o faccio cose sconce oppure
se corro appresso ad una sottana. Voglio sapere perché."
Kaori si sentì come paralizzata. Lei conosceva bene il
motivo, ma a che pro far sapere a Ryo che lei lo amava?
Per sentire le sue risate o i suoi sfottò per un mese
almeno? No, non doveva assolutamente saperlo. "beh
vedi, mio fratello ti disse di prenderti cura di me
allora, io, per ricambiare
mi prendo cura di te!"
"e fracassarmi il cervello significa prenderti cura
di me?" "
ecco, vedi Ryo
il fatto è
che
insomma non so come spiegartelo
"
Kaori sapeva che nell'arrampicarsi sugli specchi era meno
che una dilettante, tanto più che il colore del suo viso
passò dall'abituale bianco latte, che la rendeva molto
graziosa, ad un acceso rosso vergogna. "è inutile
che io continui a mentire, e poi questa potrebbe essere
l'occasione giusta per capire cosa prova per me"
pensò la giovane. "senti, Ryo" cominciò
"la verità è che
" "ronf, ronf,
ronf
" questo era il sottofondo offerto da
Saeba: un eccellente concerto di russata in mi bemolle
con un vellutato aroma di alcolici predigeriti che
arrivavano direttamente da quella betoniera che lui si
ostinava a voler chiamare stomaco.
"MA ALLORA SEI PROPRIO UN DEFICIENTE! TIE'!"
L'ira della Makimura si abbatté funesta sul capo di Ryo
sotto forma di martello: lui invece, che un attimo prima
sognava di rincorrere Saeko con il suo reggiseno tra i
denti, vide un treno che si parava tra lui e l'oggetto
della sua passione. Quando il treno lo investì, il
martello di Kaori aveva colpito. La ragazza, seccata, salì
al piano superiore e si chiuse in camera per riprendere
sonno. City Hunter, invece, con un risveglio piacevole
come questo, non aveva più la forza di alzarsi e rimase
un altro poco sul divano, a toccarsi la zucca dolorante.
"Cavolo, non dovevo addormentarmi. Bah, meglio così,
questi discorsi finiscono sempre per diventare
imbarazzanti
"
Il mattino dopo, Ryo fu svegliato da un gradevole odore
di caffè. La sua aiutante glielo preparava tutte le
mattine, e quella volta non fu da meno, ovviamente.
"ciao, Kaori, come va? Aaaawwww
che
sonno
". La ragazza non rispose e continuò a
sciacquare la padella con cui aveva fritto le uova al suo
"socio". "ehi, Kaori, c'è qualcosa che
non va? Ti senti bene? Hai dormito male? Non è che hai
le tue cose?" "adesso BASTA!!!E' ORA DI
SMETTERLA! MI HAI STUFATO CON LE TUE PORCHERIE! SEI UN
LURIDO MAIALE! IO ME NE VADO!!!" sbottò la giovane
dopo aver fatto il calco della faccia di Saeba sulla
padella che aveva in mano. Ryo rimase interdetto da un
tale atteggiamento (più che dolorante per la padellata),
poi disse: "ma cofa fuccede? C'è quaccosa che non
va?" (provate voi a parlare con una padella in
faccia
NdRyo). "sei tu che non vai, cocco.
Sono STUFA di essere trattata da te come un'idiota. IO
SONO UNA PERSONA, LO VUOI CAPIRE?" "non ti ho
mai costretto a restare, sei tu che lo hai fatto di tua
spontanea volontà. Ormai sei grande e sai badare a te
stessa, quindi ho mantenuto la promessa fatta a tuo
fratello. Se vuoi andare via, la strada la conosci."
Era veramente troppo. Dopo essere rimasta impietrita da
tanta indifferenza nei suoi confronti, Kaori incassò il
colpo e rientrò nella sua camera. Senza battere ciglio,
riempì in fretta e furia le sue valigie con quanta più
roba poteva, quindi uscì silenziosamente di casa, così
come vi era entrata alcuni anni prima. Ryo nel frattempo
leggeva distrattamente il giornale sul suo divano
preferito, ma non potè fare a meno di affacciarsi alla
finestra per guardare la sua (ormai) ex-collega che si
incamminava verso la metropolitana. "và, cerca di
farti una vita con qualcuno che possa donarti davvero la
felicità. Addio, sorellina".
Quella reazione era quindi premeditata. Saeba aveva
riflettuto a lungo: "Voglio molto bene a Kaori, ma
se restasse con me, prima o poi le farebbero la pelle,
oppure passerebbe la vita a farmi da servetta: non è
giusto, deve trovare da sola la felicità che non riesco
a darle. E poi Maki mi stenderà con una maledizione se
lascio la sorella zitella a vita! D'altronde, io non me
la sento di impegnarmi: non sarei proprio uno di quelli
che rientra a casa dopo una giornata di lavoro in un
bell'ufficio. Inoltre, non si allevano dei figli con le
mani sporche di sangue
e a lei piacciono tanto i
bambini
sì, meglio che vada via. E si dimentichi
di questo testone!"
Dopo questo monologo interiore, Ryo si versò un
bicchiere di Porto, il suo vino preferito, e lo bevve
d'un fiato: sapeva che la cara e vecchia "sbronza"
è il rimedio migliore per dimenticare una donna (senza
esagerare, ovviamente, fa male alla salute
NdRyo),
solo che doverlo fare per Kaori
beh, non se lo
sarebbe mai aspettato.
La
giornata passò tranquilla e silenziosa, tra un sorso di
vino e qualche leggero esercizio di ginnastica fatto più
per staccare un po' l'attenzione dall'accaduto che per
mantenere in forma un fisico già statuario. Quella sera
non uscì neanche a "caccia" di individui
dell'altro sesso, non era dell'umore giusto. "Lo
stallone di Shinjuku ha una reputazione da difendere,
meglio lasciar perdere per stasera. Mi dispiace, amico
mio, stasera farai un po' di dieta!" esclamò
aprendo i boxer dall'alto e osservando con compassione il
suo membro, quasi si sentisse in colpa verso un vecchio
amico. "Sì, posso fare il coglione quanto voglio,
ma che divertimento c'è senza quella che mi scassa un
martello sulla testa? Bah, mi passerà
come tutto,
d'altronde. E basta con questi pensieri, va a finire che
divento troppo serio!" pensò Ryo mentre si
incamminava verso la cucina per cucinare una squallida
minestrina liofilizzata.
Fu veramente brutto per lui risvegliarsi l'indomani
mattina e trovarsi solo in quella casa: di colpo, gli era
sembrata così grande
e così vuota. Vuota come
l'abisso che lui sentiva dentro. "'fanculo, che
CAVOLO MI PRENDE? EH? Basta con questi pensieracci, la
vita va avanti!" Nervosamente, cominciò a vestirsi,
poi bevve due uova crude, ingoiò due croissoint alla
marmellata e condì il tutto con un litro di latte.
"certo che sono proprio un maiale, se non altro,
mangio come quel DELIZIOSO animale! Ahah!". Sì,
mangiare lo metteva di buon umore (quest'uomo mi
somiglia sempre di più. NdRyo). Sì avviò quindi
verso la porta, per incamminarsi verso la stazione.
Sulla lavagna c'era una richiesta e l'essere a corto di
denaro convinse Saeba ad informarsi subito su cosa
avrebbe dovuto fare per portare a casa qualche Yen. Si
recò quindi subito sul luogo dell'appuntamento, un parco
nelle vicinanze della stazione di Harajuku. "a-allora,
se ho capito bene, dovrei recuperare un
"
"sì, un adorabile cagnolino. La prego, accetti,
senza Lion non so più cosa fare!" disse scoppiando
in lacrime un'anziana signora. "Aehm, d'accordo,
signora, ha una sua foto?" "certo
sigh
eccola
vede com'è bello?
sigh" "c-certo,
è un bellissimo cane. Dov'è che lo ha visto l'ultima
volta?" "eravamo proprio in questo parco e,
come al solito, l'ho lasciato scorazzare per i prati. Di
solito torna dopo un'oretta al massimo, e invece
la
prego, MI AIUTI! BUAHHHHHH!!" e, in preda ad un
pianto dirotto, la signora si lanciò fra le braccia di
Ryo, che di tanto in tanto si guardava intorno nella
speranza che nessuno lo riconoscesse. "signora, non
si preoccupi, farò il possibile
anzi, mi attrezzerò
anche per l'impossibile, se necessario. Lion tornerà
dalla sua padrona, parola di City Hunter!" disse
Saeba sbattendosi un pugno contro il petto, prima di
allontanarsi dalla sua anziana cliente, non senza
salutarla da perfetto gentleman .
"ma tu guarda cosa mi tocca fare. Uno sweeper di
nome come me, lo stallone di Shinjuku
ridotto a
fare L'ACCALAPPIACANI! Bah
questo diavolo di cane
assomiglia proprio a quello laggiù, vicino a quel
chiosco. Aspetta un po'
non mi dire che
sì,
E' LUI! WWWWOOOOO!!!". Stranamente, la fortuna gli
aveva sorriso: la bestiola oggetto della sua ricerca era
proprio vicino ad un prefabbricato, dove un signore sulla
sessantina preparava delle magnifiche e profumate
salsicce, che ogni tanto elargiva a qualche animale
randagio che passava nelle vicinanze.
Il cane era lì da un paio di giorni, ma il proprietario
del chiosco disse di non aver notato la targhettina, dato
che vedeva molti randagi andare e venire da lì ad ogni
ora. Comunque, Ryo ringraziò il suo interlocutore e
corse ad incassare il suo premio. "Ah, se adesso mi
vedesse Kaori
" e un velo di tristezza era già
sceso sui suoi occhi. "Maledizione, ancora? Dovrei
essere contento di essermela tolta dai piedi, e invece
ma stasera si cambia: me ne faccio almeno un paio e, se
viene vestita sexy, dò anche una terza botta alla tipa
che ho conosciuto giovedì sera!". Effettivamente,
la sua espressione tornò ad essere quella di sempre:
faccia da allupato, occhi sgranati e bava che gli colava
dal labbro. "mamma mia, che schifo
"
mormorò una bella signora sulla trentina che portava un
bimbo per mano. "andiamo, caro, questo non è un
bello spettacolo per un bambino per bene come te!"
esclamò disgustata lanciando una sprezzante occhiata
verso Ryo, che, resosi conto dell'ennesima magra figura,
si dileguò alla svelta.
Era un mese che Kaori era andata via e, allo stesso
tempo, era un mese che Saeba non riceveva un incarico.
Calma piatta
non era esattamente l'ideale per uno
sweeper, tanto più che i soldi stavano di nuovo per
finire. "Porca miseria, qua finisce che Umibozu dovrà
assumere anche me al bar (oltre Kasumi, of course
NdRyo)! Ma tu guarda che fine indegna
".
In quel mentre, il campanello suonò. "Saeko, che
bella sorpresa
vuoi qualcosa da bere? Una
sigaretta? O magari VUOI PAGARE QUALCHE DEBITUCCIO
ARRETRATO? EH?". La faccia di Ryo aveva già assunto
un'espressione poco raccomandabile ed il suo coso era già
pericolosamente in erezione, quando giunse Reika Nogami a
sfracellargli la testa contro il muro. "BRUTTO
PERVERTITO, ANCHE CON MIA SORELLA? E tu, parente
degenere, ti avevo detto di non venire, no? Adesso FUORI!"
"D-d'accordo, Reika, vado via subito. C-ciao, Ryo!"disse
timidamente Saeko sgattaiolando verso la porta. "Ah,
c-cao, Faeko! (provate voi a parlare con la testa
spiaccicata contro un muro NdRyo)" "questa
qui è anche peggio di Kaori" pensò Saeba volgendo
lo sguardo verso Reika. "mah, è il prezzo di essere
così affascinanti
" aggiunse compiaciuto.
"Vieni qui, IMBECILLE!" disse Reika
trascinandolo per il collo della sua maglietta azzurra.
"A-arrivo, cara!" disse un intimorito Ryo.
"Allora,
a cosa devo la tua piacevole visita? Non è che ti
andrebbe di farti dare una bo
" la frase fu
troncata da un preciso jab sinistro della donna, che
convinse City Hunter a mostrare un minimo di serietà.
"vedi, Saeba, ho ricevuto un incarico un po'
particolare. Conosci Shin Takeushi, il famoso politico?"
"sì, e con questo? Non mi sembra di averlo votato"
disse Ryo tenendo il ghiaccio sul naso dolorante. "non
è questo il problema. E' venuto da me con una grande
ansia, dicendo che gli hanno rubato un prezioso vaso del
XII secolo
e mi ha chiesto di ritrovarlo e, se
possibile, beccare il ladro." "scusa, Reika, ma
io che c'entro?" "ascolta, Ryo. Takeushi ha
detto di avere un altro vaso simile a quello in un'altra
villa di sua proprietà e ha il terrore che possano
rubarglielo. Tu potresti aspettare il ladro che,
probabilmente, cercherà di fare il bis e beccarlo con le
mani nella marmellata!" "E' una buona idea,
Reika, ma ci sono alcune cose che non quadrano.
Innanzitutto, cosa ci guadagno io?" "potrei
darti il 15% della mia parcella, ok?" "per meno
del 40, il mio sedere rimarrà comodamente ancorato al
divano" "beh, se mi aiuterai, potrei anche
darti
un extra!" disse l'investigatrice
ammiccante e maliziosa. "Waaaooowwwww, questa è la
volta che me la faccio
un pezzo da novanta come
questa
grande Buddha, ti ringrazio!" pensò
Ryo sogghignando. "e
perché non mi dai un
anticipo, eh?" sussurrò Saeba mentre palpava la
coscia della sua interlocutrice. "ah-ah, m-ma si
diceva così, per dire
alla fine del lavoro ne
parliamo, ok?" balbettò Reika mentre Ryo cominciava
ad abbracciarla pericolosamente. "e su, dai, una
bottarella di incoraggiamento, non farti pregare
"
aggiunse un eccitatissimo stallone di Shinjuku, che si
dimostrava degno della sua fama mentre cominciava a
tastare il seno della ragazza. "UN PO' DI RISPETTO!
#SBRANG# " proruppe Saeko Nogami spappolando la
testa di Saeba con l'ennesimo martello. "appena in
tempo, sorellina, eh?" "Gia, con questo siamo
pari! Ryo, riparleremo di quella cosa al termine del
lavoro, capito? Ti lascio i dettagli sul tavolo, ok? Ciao
ciao!"
"se le donne ne sanno una più del diavolo, quelle
ne sanno due in più
maledizione, che batosta! Ok,
vediamo questo cavolo di piano, con la mancanza di soldi
che mi ritrovo non posso fare lo schizzinoso!". City
Hunter leggeva svogliatamente tutte le informazioni che
gli aveva portato la Nogami, soffermandosi in particolare
sulla piantina della casa. "una cosa non mi è
chiara: uno come Takeushi, che non è ricco, è molto di
più, aveva sicuramente degli oggetti più preziosi di
quel vaso in casa. E se il ladro è riuscito ad entrare
con dieci energumeni di guardia e cinque diversi sistemi
d'allarme, mi sembra inverosimile che si sia accontentato
solo di un misero pezzo di coccio. Si vede che si è
introdotto nella casa dell'onorevole con l'intenzione di
prendere proprio QUEL vaso
ma perché?".
Questo quello che Ryo disse a Reika la sera per telefono.
"ah, guarda, sei tu quello che vede intrighi
dappertutto, a me basta che il cliente paghi!"
"anche a me basterebbe che tu mi pagassi, dolcezza,
e nel modo che preferisco
Reika
ci sei
ancora? Caz
ha attaccato" "d'accordo,
facciamo i bambini ubbidienti per una volta!" sospirò
Saeba.
L'indomani sera Ryo cominciò il turno di guardia al vaso.
Il ladro avrebbe agito subito, cercando di concludere la
faccenda nel più breve tempo possibile: probabilmente,
aveva urgentemente bisogno di impossessarsi del vaso
niente di strano se il furto era stato commissionato da
un terzo. Le ore, intanto, passavano lente e inesorabili,
soprattutto perché c'era un silenzio quasi innaturale
nell'aria, rotto solo dall'episodico canto di qualche
animaletto notturno.
Si fecero le 5 del mattino. Per quanto fosse solo qualche
ora più tardi dell'abituale incontro di Saeba con il dio
Morfeo, il nostro sweeper era allo stremo delle forze.
Gli occhi si facevano sempre più pesanti e cominciava a
sentire dolore alle spalle ed alla schiena, data la
strana posizione che il suo nascondiglio (fra una pianta
ed il muro) gli imponeva ormai da parecchie ore. "Maledizione,
perché 'sto rompipalle non si fa vedere? Così lo becco
subito, senza tante storie, mi becco il mio 15% e
eheh, mi faccio Reika!!".
Proprio mentre il suo viso assumeva la SPP (special
pervert pose), il rumore di un grilletto richiamò la sua
attenzione. Proveniva dall'esterno e, a giudicare quello
che il suo fenomenale udito gli suggeriva, proprio dalla
stanza di fronte, un bagno in realtà, ma dal particolare
cigolìo
"Cacchio, è un lanciarazzi! Chi
diavolo è questo paz
". Non ebbe il tempo di
finire di pensare quella frase perché il muro che
divideva la stanza dal bagno si deflagrò in mille pezzi
come fosse stato di cartapesta.
"AAAAAAAAHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!" gridava Saeba
mentre veniva sbalzato via dall'onda d'urto
dell'eplosione. "Bastardo, TI AMMAZZO!!!" urlò
qualche istante dopo essersi ripreso dal colpo. Ma
sebbene fossero passati solo una ventina di secondi, il
ladro aveva fatto in tempo ad impossessarsi del vaso e a
fuggire dalla breccia da cui era entrato. "Maledizione,
la mia botta sta prendendo il volo! (ovviamente, la
"botta" è quella che lui avrebbe dato - nelle
sue più perverse intenzioni - a Reika NdRyo) (quanto lo
capisco! NdRyo ;-p)". "No, non finirà così!
WOOORRR! (aura alla Kenshiro NdRyo).
Raramente il volto di City Hunter assumeva
quell'espressione decisa, con tutto il corpo teso più di
una molla, ma pronto a balzare sulla preda come il più
feroce dei grandi felini della savana. Istantaneamente,
si gettò all'inseguimento, saltando come una gazzella
tra i pezzi di muro che erano disseminati sul pavimento,
impugnando con energia la sua fida Colt Python 357
Magnum, più deciso che mai a portare a termine la
missione.
Il ladro si era calato da ciò che rimaneva del bagno
utilizzando un sottile (ma resistente) cavo di acciaio
rinforzato al molibdeno, un oggettino più da corpo
speciale dell'esercito o tutt'al più da terrorista,
piuttosto che da delinquente comune. Ryo si calò
velocemente e, arrivato a terra, esclamò: "AAAAAAAAHHHHHH!!!!!!!!!!!!
BRUCIA, BRUCIA!!!", mentre soffiava con energia
sulle mani roventi per l'attrito contro il metallo.
"Stronzo, pagherai anche questa! Quando ti prendo,
TI LEVO IL CULO!" urlò mentre riprendeva
l'inseguimento. City Hunter, infatti, vedeva un'ombra
nera che stava per scavalcare le mura di recinzione della
villa. "Arrivoooo!!!!!!" gridò, mentre si
accorgeva, girando lo sguardo, che tutti i membri della
sorveglianza erano a terra, come se fossero stati
tramortiti da qualcosa. "HA! Vengo a riprenderti,
bottarella!" esclamò Saeba superando il muro con
una vistosa erezione tra le gambe. "No, sta
scappando! Ok, prendi questo!" "Blam Blam":
due proiettili erano più che sufficienti per bucare le
gomme dell'auto del criminale, che stava quasi per uscire
dalla portata della Magnum. "TI PRENDO!!!" gridò
Saeba lanciandosi sul ladro, che aveva avuto qualche
attimo di smarrimento dopo aver preso in pieno un
lampione quando l'auto era stata colpita.
Era fatta. Anche questa volta, City Hunter aveva vinto la
sua battaglia. La sua reputazione di infallibile sweeper
era intatta, anzi avrebbe avuto rinnovata gloria da
questa nuova impresa. "Credevi di farmela, eh? Non
sapevi con chi avevi a che fa
";
improvvisamente, Ryo si rese conto che il ladro era una
donna. Le curve erano tutte al posto giusto e quelle che
teneva in mano non erano pettorali ben allenati, ma un
bel paio di tette, magari non troppo grandi, ma dalla
consistenza e dalla forma più che eccitanti. Il suo
tallone di Achille, chiaramente, fu nuovamente trafitto
da questa particolare lancia di Paride.
"
a che fa
a che fa
MOKKORIII!!!(in
giapponese, significa più o meno "arrapamento,
eccitazione" NdRyo)" esclamò Ryo, mentre
il suo membro sbatteva contro il sedere ben sodo della
donna. "AAAAAAAHHHHH!!!!!!!!!! MANIACO SCHIFOSO!
GENERALE IN CAPO DELL'ARMATA DEI PORCI! TI PUNIRO'!
IIIIIIAAAAAAAIIIIII!!!!!!!". Liberando tutta la sua
forza spirituale e approfittando di un momento di
disattenzione (chiamiamola così, dai
NdRyo)
dell'avversario, il ladro si divincolò dalla stretta e
colpì con un martello da 250t serie gold il capo del
malcapitato (ma eccitato) Saeba. "TIE', COSI' IMPARI!"
esclamò la donna mostrando il suo dito medio davanti
alla faccia dello sconfitto, che però continuava a
mantenere un'idiota ed inopportuna faccia da arrapato (quanto
lo capisco (2) NdRyo). "Addio, maiale!"
gridò il ladro scappando. "N-non finirà
così
"
disse Ryo con la testa maciullata, ma con ancora qualche
briciolo di forza. "Avanti, bella, facciamo vedere a
questa fallita chi siamo! Vai! Blam" sussurrò alla
sua Python il nostro eroe, sparando ad un cm dal piede
della donna. "F-ferma. Non voglio
ferirti, se
non mi ci costringi" disse ad alta voce, riemergendo
dalle macerie lasciate dalla martellata. "Avanti,
poggia a terra il vaso ed alza lentamente le mani. Non
farmi fare quello che non voglio, per favore" "Invece,
credo proprio che dovrai farlo. Ho capito chi sei. Il mio
avversario è City Hunter, non è vero? Solo lui possiede
questa enorme vitalità ed una tale abilità balistica
con la pistola!" disse la donna, che, a giudicare
dalla voce, doveva avere poco più di vent'anni. "Ti
ringrazio per i complimenti, ma insisto a pregarti di
farti prendere senza spargere del sangue. Ti prego, non
mi va di sparare ad una bella donna come te, il mio amico
qui sotto non me lo perdonerebbe mai." "No,
meglio questo che essere smascherata. Dovrai farlo, se
vuoi vedere il mio volto" "guarda che, se
insisti, possiamo fare l'amore anche bendati
per me
è lo stesso!" sussurrò Ryo nell'orecchio della
giovane, che spaventata fece un balzo in avanti girandosi
di scatto verso il suo nemico. "T-tu sei
completamente pazzo, come ti viene di pensarci in un
momento come questo?" "Perché, esiste forse un
momento in cui sia sbagliato pensare ad amare?"
"Ah, perché "quello" sarebbe "amare",
secondo te?" "Certo! Oltre all'aspetto
psicologico, anche quello pratico è importante, no? Dai,
su, andiamo in un alberghetto che conosco, ti faccio
provare un letto a gondola che è la fine del mondo
naturalmente, nel frattempo
(sbav sbav sbav
sbav)".
La salivazione dello stallone di Shinjuku stava
aumentando vertiginosamente. La giovane non era ancora
scappata, né si era arresa
forse questa riusciva a
farsela senza troppi problemi. "Senti, Saeba, ti
propongo uno scambio. Io vengo a letto con te, tu in
cambio mi lasci libera con il vaso" " E no,
piccola, troppo facile! Credi che un colpo basti a farti
uscire da questa situazione?" "^^;;;; (occhi
con i sudorini freddi alla Hojo NdRyo) ho capito,
tre bottarelle al giorno per una settimana vanno bene?"
"SE VANNO BENE? VANNO BENISSIMO! Allora, cherié,
andiamo?" "^^;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;; o-ok,
andiamo!". "Ma tu guarda cosa mi tocca fare per
salvare la faccia
va bene che il lavoro è lavoro,
però
purtroppo non ho alternativa
" pensò
la ragazza mentre seguiva un City Hunter al settimo cielo.
"Eccoci arrivati, l'albergo è questo!
^_____________________________________________^ (faccione
soddisfatto NdRyo)" disse Ryo con una voce
melliflua. "^^;;;; o-ok, andiamo? (brrrr)"
"cerrrrto, dolcezza, andiamo subito!" esclamò
Saeba facendo strada. "Ehi, Naoto, mi dai la solita
stanza, ok?" "Ehilà, Ryo! Vecchio stallone!
Certo, eccoti la chiave! Cerca di non sfondare il letto
come l'ultima volta!" "^^;;; Ahem, d'accordo,
ci starò attento. Ehm, vogliamo andare? ^^;;;;;;;;"
"^^;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;; v-va bene, Saeba, i
patti sono patti! A-andiamo!"
Le scale sembravano non finire mai. Per ogni scalino che
superava, la potenza sessuale, l'eccitazione e
soprattutto la salivazione di City Hunter aumentavano
esponenzialmente. La giovane, invece, sembrava colpita
dalla mosca tsè-tsè, a giudicare da quanto cresceva il
suo tremore ogni secondo che passava. "E-è questa
la s-stanza?" "Sì, è questa, entra pure!"
"D-d'accordo, io entro, però hai promesso di non
guardarmi il viso" "City Hunter mantiene sempre
le sue promesse! Contaci!" esclamò con solennità
Ryo, battendosi il pugno sul petto. "o-ok, vado.
Com'è grand
AAHH!!".
Qualche ora più tardi
"Ooouuhh,
che botta! Ma
dove sono? Qui è casa di Ryo, che ci
faccio nella mi vecchia stanza?" "Non credi di
essere tu a dovermi delle spiegazioni?" disse una
voce severa dalla penombra vicino alla finestra. "R-Ryo,
sei tu?" "E chi altri, se no? Allora?"
Inutile dire che la donna era proprio Kaori Makimura.
"P-posso spiegarti tutto
" "No. Tu
non puoi spiegare niente. Io e tuo fratello non ti
abbiamo cresciuta per questo. Forse è stata anche colpa
mia, avrei dovuto tenerti lontana da questo mondo di
merda in cui lavoro. Ma ciò non ti giustifica."
"Ti, prego, Ryo. Devo dirti delle cose import
"
"non mi va di ascoltare, capito? Adesso sta' zitta e
dormi!" "NO, MALEDIZIONE, ADESSO SEI TU CHE
STAI ZITTO AD ASCOLTARMI! Sono STUFA di essere trattata
come una bambina! Se ne vuoi una, adottatela!" gridò
Kaori, in uno dei soliti momenti d'ira che gli induceva
Ryo (beh, certe volte non ha tutti i torti
NdRyo). "E cosa me ne faccio? Ho già te tra le
palle, non mi serve una mocciosa!" "e-e allo-lora
LASCIAMI PERDERE! St-stupido!" singhiozzò Kaori
cominciando a piangere. "
sigh
cosa vuoi,
adesso? Vattene, non mi toccare!" esclamò quando
sentì il braccio di Saeba che le teneva le spalle.
"Scusa, Kaori, ho esagerato. Oltretutto, è anche
colpa mia. Mi dispiace, davvero. Se può farti sentire
meglio, stasera eri riuscita a farmelo diventare davvero
duro
sicura che eri tu e non una controfigura?"
"non ricominciamo subito" sentenziò la giovane
rifilando una martellata da 10t all'occhio destro del suo
ex-socio. "E comunque, tu non hai nessuna colpa. Se
vuoi saperlo
sono contenta di aver vissuto con te
dopo la morte di mio fratello. Sei riuscito subito a
riempire il vuoto che mi aveva lasciato nel cuore. Tu non
devi rimproverarti niente, a parte la tua sconcezza
mentale e la tua presunzione nei miei confronti. Io ti
ti voglio molto bene, Ryo, come
come ad un
fratello, ecco. Sono felice di averti conosciuta."
"Kaori
" "aspetta, devo ancora
spiegarti quello che è successo, no? Dopo essermene
andata da casa, ho lavorato per un po' al fast food
vicino casa di Nagisa, quella cliente che faceva la
cantante, ricordi? E' stata lei ad offrirsi di ospitarmi
e ad aiutarmi a trovare lavoro, dopo avermi vista
camminare sconsolata nei pressi di casa sua. Ero decisa
però a ricominciare a "lavorare" come ex-assistente
di City Hunter, quindi ho detto a Saeko che, se aveva
bisogno di qualcuno esterno alla polizia per qualche
lavoro, avrebbe potuto contattare me, naturalmente
pagandomi, non sono come te" "^^;;;;;;;;;"
"quindi mi ha detto che Takeushi, il proprietario
della villa, era sulla busta paga di uno yakuza, ma non
c'erano prove per incastrarlo. Sai, Ryo, la solita storia
"
"la conosco. Appalti illegali in cambio di
bustarelle, è sempre la stessa solfa." "purtroppo
sì. Saeko, però, tramite appostamenti, era venuta a
sapere che Takeushi, non fidandosi molto dello yakuza,
filmava i discorsi che avevano di persona e registrava le
loro telefonate
una specie di assicurazione,
insomma, per poter stare tranquilli nel caso il mafioso
avesse voluto fregarlo, incastrando solo lui con la
polizia." "fammi indovinare, socia: Saeko ti ha
chiesto di scoprire dove nascondeva i mini-disk e di
rubarli, giusto?" "esatto, Ryo. Ma
sbaglio o mi hai chiamato "socia"?" disse
un'ammiccante Makimura. "Lascia perdere, scema, va
avanti" esclamò freddo Saeba, fingendo distacco.
"Va bene, va bene
allora, dopo qualche
appostamento, ho scoperto che Takeushi nascondeva tutto
nei suoi "amati" vasi, sicuro che nessuno
avrebbe mai rubato quei pezzi di coccio" "beh,
non esagerare, guarda che sono dei vasi antichi
abbastanza preziosi" "sono dei falsi, Ryo. Li
ha messi proprio perché valgono a malapena quello che
costano, seppure siano delle buone imitazioni. Un vero
ladro se ne sarebbe accorto subito, un ladruncolo avrebbe
rubato qualcosa di più prezioso e più facilmente
trasportabile e vendibile, come dei gioielli."
"che stronzo
ha fregato anche me. Quindi, dopo
che tu gli hai fregato il primo vaso, Takeushi è andato
da Reika a chiederle di proteggere il secondo, e Reika ha
detto tutto a me, senza spiegare a Saeko di cosa si
trattasse" "Sì, così tutto quadra"
"ok, Kaori, lo sbattiamo dentro questo corrotto del
cavolo, non ti preoccupare!" "Certo, Ryo!"
Saeba
si alzò dal letto di Kaori, sul quale era seduto, e si
incamminò verso la porta della stanza. Ma d'un tratto si
fermò. "Kaori
scusa se ho dubitato di te
non so come scusarmi
è che
avevo paura che
fossi entrata in qualche giro sbagliato
anch'io ti
ti voglio molto bene, come ad una sorellina, e la
preoccupazione verso di te mi aveva fatto perdere la
calma. mi dispiace" "Ryo, non preoccuparti, va
bene così" "sicura? Mi perdoni anche per
essermelo fatto venire duro davanti ad un cessone come
te?" "Certo che ti perdo
FIGLIO DI
"
- crash - un martello da 150t era volato dall'altra parte
della stanza, ma questa volta City Hunter era stato
abbastanza svelto da evitarlo. "Che bello, si
ricomincia!" pensarono i due nello stesso istante,
anche se dal viso di Ryo traspariva terrore e da quello
della Makimura una rabbia tale da terrorizzare un cane
idrofobo. "Ahah, Kaori, prendi un po' questo!"
esclamò Saeba mostrando il suo didietro alla sua
collaboratrice. "deficiente
" sussurrò la
ragazza passandosi una mano sulla faccia. "smettila
di rompere, voglio dormire!" " e non mi dai
neanche una martellatina? Non mi leghi nel futon?(è
il letto giapponese NdRyo)" disse City Hunter
con una voce piena di finta e sfottente tristezza. "no,
sono troppo stanca. Vattene!" "Dai, lo sai che
sei tu la ragazza che voglio sposare." disse Ryo con
voce seria.
La temperatura corporea della giovane si innalzò di
parecchi gradi, mentre il colore del suo viso migrava
velocemente dal bianco cadavere al rosso Heidi. "R-Ryo,
c-cosa stai dicendo?" "Che ho intenzione di
sposarti. Quando ti saranno cresciute le tette." -
crash - "questa te la sei cercata, insensibile"
sentenziò la voce glaciale di Kaori dopo aver
spiaccicato Saeba sotto un martello da 750t.
"E ti pareva
che cattivo, però!" pensò
tristemente la ragazza stringendo le coperte a sé.
"v-vuoi qualcosa da mangiare, socia?" chiese un
dolorante ed impaurito City Hunter. "voglio solo che
esci dalla mia stanza". "D'accordo. Buonanotte."
sussurrò Ryo dandole un bacio sulla tempia e
carezzandole il capo. "ah-ah, bu-buonanotte, R-Ryo!"
balbettò Kaori salutando Saeba con la mano, mentre la
sua febbre tornava ad essere da ricovero ospedaliero.
-- FINE --
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