UN'AMICIZIA
SENZA FINE
Capitolo
3
Yuu sedeva
accanto a Satoshi sulla panchina. Nessuno di loro parlava.
Non ve n'era più bisogno
ormai si erano detti tutto
quello che serviva.
Molte sensazioni si scontravano nell'animo
dell'imperturbabile ragazzo biondo, ma nessuna traspariva
in superficie.
Solo Satoshi poteva percepire l'enorme peso che gravava
sulle spalle di Yuu e si chiedeva quale sarebbe stata la
sua reazione
Cos'avrebbe deciso di fare? Cosa significava veramente
per lui quella notizia? Soltanto Yuu avrebbe potuto
spiegarlo
Ormai la luce del Sole stava sparendo all'orizzonte, ma
Arimi non si dava pace
aveva camminato per ore
ripensando senza sosta alla reazione di Ginta
Perché non le aveva almeno lasciato il tempo di spiegare
i suoi sentimenti? Perché se n'era andato via in quel
modo? Senza una parola, senza uno sguardo
Quello non era il suo Ginta!
La ragazza sospirò
com'era difficile
era
estremamente difficile spiegare quello che provava
Voleva realizzare i suoi sogni, ma questo non significava
affatto che il suo sentimento per Ginta fosse fasullo o
meno importante dei suoi studi
Arimi sentiva come una specie di peso sul cuore
Ginta
aveva dovuto accantonare i suoi sogni a causa
dell'incidente e lei l'aveva visto cadere in un tunnel di
disperazione. Ci erano voluti due anni affinché lui
tornare a somigliare al vecchio Ginta
Perché non capiva i suoi sentimenti? Anche lei voleva
realizzare i suoi sogni, voleva che lui fosse fiero di
lei
voleva conoscere il mondo per poi tornare da lui
e dedicargli la sua vita
Una leggera brezza soffiava per le vie della città
- Ginta
ma dove sei? - sussurrò la ragazza, ma le
sue parole furono portate via da quel venticello
Il ragazzo era seduto in silenzio in mezzo al campo. Il
campo da tennis del suo vecchio liceo
il liceo Toryo
il
luogo che aveva visto cresce la sua passione per quello
sport
Ormai tutti gli studenti se n'erano tornati a casa
ma
lui continuava a restare immobile.
Pensava, rifletteva
cercava di capire
Ormai era lì già da un bel po'
nella sua mente
continuavano a risuonare le parole di Arimi
Ma come poteva partire così? Lui non aveva mai
sospettato niente
Sospirò passandosi una mano sul viso.
Aveva sperato che dopo l'incidente avrebbe potuto
continuare a giocare a tennis, ma quando aveva saputo la
terribile verità
gli era crollato il mondo addosso.
Doveva ammetterlo
se non fosse stato per il costante
appoggio di Arimi lui non ce l'avrebbe mai fatta
non
avrebbe mai superato quel periodo difficile
E ora non poteva ingannare se stesso
lui CAPIVA
perché Arimi voleva andare fino a Parigi, ma non lo
accettava
Il ragazzo sapeva bene cosa si provava ad abbandonare un
sogno, non avrebbe mai voluto porre Arimi davanti ad una
scelta così difficile
Avrebbe dovuto essere felice per lei
ed in fondo al
suo cuore lo era
ma perché allora stava così male?
Preso dallo sconforto decise di tornare a casa
stare
seduto lì non avrebbe comunque risolto le cose!
Stava camminando tra gli alberi del giardino diretto
verso il cancello posteriore
una piccola entrata
nascosta che lui e Miki avevano scoperto durante l'ultimo
anno per puro caso.
Tra il silenzio che regnava l'unico rumore era il leggero
sibilare della brezza
Qualche uccellino svolazzava qua e là
proprio uno
di questi ultimi attrasse la sua attenzione volando
velocemente verso un albero proprio davanti a lui.
Ginta si fermò incuriosito sotto l'albero
su uno
dei rami c'era un nido. All'interno del nido vi erano tre
piccoli che aspettavano di essere nutriti dalla loro
mamma.
Ginta sorrise a quella vista
poi qualcosa lo colpì
come un fulmine! Non era possibile
Ripensando al suo comportamento degli ultimi mesi capì
una cosa fondamentale. Essendosi appoggiato ad Arimi
durante la sua convalescenza e anche successivamente
aveva
praticamente smesso di considerare Arimi soltanto la sua
ragazza, ma ormai per lui era diventata come una chioccia
che si prendeva cura di lui! Era questo della partenza di
Arimi che lo spaventava tanto
non era la lontananza
non
era il suo rifiuto alla sua proposta di matrimonio
non
era nemmeno la paura di perderla
era puro e semplice
terrore di non farcela senza di lei!
Ginta era scioccato! Come aveva fatto a non accorgersene
prima? Adesso tutto gli diventava chiaro
Miki era rientrata molto tardi, ma di Yuu neanche l'ombra.
La ragazza era preoccupata. Non era abitudine del ragazzo
rientrare tardi e specialmente senza avvisarla.
Andò alla segreteria telefonica
soltanto un
messaggio era stato registrato
"Miki
sono Satoshi
purtroppo Yuu ci ha
sentito parlare al parco! Ora sa tutto
" - Miki
si portò una mano alla bocca dallo shock - "Mi ha
detto che voleva stare solo e se n'è andato
ti
prego avvertimi quando ritorna
sono in pensiero".
Miki si lasciò cadere sulla sedia accanto al telefono.
- Yuu
Erano già le nove e le luci dei lampioni cominciavano ad
accendersi
Un ragazzo solitario camminava nei pressi della spiaggia.
Si sedette vicino alla riva immerso nei suoi pensieri.
Era successo di nuovo
il mistero sull'identità di
suo padre stava diventando veramente un chiodo fisso per
lui. Per quanto cercasse di nasconderlo agli altri
lui
voleva sapere chi fosse suo padre! Voleva almeno vederlo!
Magari solo una volta
non poteva continuare a vivere
così!
Ormai era cresciuto
aveva la sua vita
Miki era
la sua famiglia
sapeva che doveva ritenersi molto
fortunato
"Yuu
noi siamo la tua famiglia
Jin e
Chiyako ti vogliono un bene dell'anima e anch'io
anche
se litighiamo spesso per me sei importante e ti aiuterò
sempre. Se avessi bisogno di aiuto io ci sarò Yuu!"
Il ragazzo ricordava bene le parole che Miki gli aveva
detto quel giorno
quel particolare giorno che
considerava come il più triste e il più bello della sua
vita. Quel giorno aveva veramente sofferto
e per la
prima volta si era appoggiato a qualcuno
si era
appoggiato a lei
alla sua Miki
Sapeva che in questo momento lei era estremamente
preoccupata per lui
Yuu sorrise
ma ora la situazione era diversa da
quella del passato
lui era cresciuto
lui aveva
imparato a non soffocare più i suoi sentimenti (o almeno
ci provava)
- Ormai il passato è passato
non voglio più
soffrire per questo
ma prima di lasciarmi tutto alle
spalle c'è una cosa che devo assolutamente fare!
Sconsolata Arimi rientrò in casa. Sua madre la salutò
allegramente, ma lei non la sentì neppure.
Scusandosi andò direttamente nella sua stanza. Gettò i
libri che aveva ancora con sé sulla scrivania, poi si
lasciò cadere lentamente sul letto. Un braccio posato
sul viso.
Nella stanza regnava il silenzio
l'unico rumore era
il tic-tac delle lancette della sveglia.
Poi un singulto uscì dalle sue labbra. La ragazza si
voltò velocemente e affondò il viso nel cuscino.
Nessuno
nessuno doveva sentire mentre sfogava il suo
dolore
Le lacrime continuavano a scendere senza sosta, mentre
tutti i ricordi della sua adolescenza le passavano come
un film nella mente
- Ginta
oh Ginta
Anche Ginta era rientrato a casa. Accese la luce e si
diresse nella sua stanza. Non aveva mangiato nulla e non
essendoci nessuno in casa doveva pensarci da solo
ma
era troppo distratto dai suoi problemi con Arimi per
pensare a questo, così non si rese neppure conto che
l'ora di cena era già passata da un pezzo.
Continuava a darsi dell'idiota, a pensare a come spiegare
ad Arimi i suoi sentimenti e a come cercare si salvare la
situazione.
Sapeva bene che doveva lasciare partire Arimi
sapeva
che era giusto
lei doveva realizzare i suoi sogni
doveva
farlo anche per lui
lei non doveva soffrire come lui
Lui non aveva alcun dubbio sui suoi sentimenti per lei
sapeva
che sarebbe riuscito ad aspettarla, ma per Arimi valeva
lo stesso?
No
si disse Ginta
non poteva dubitare di lei
ancora! Era tutta colpa sua
era lui che aveva paura
di vivere senza di lei
doveva riuscire a dimostrare
a lei e a se stesso che poteva farcela da solo
e
questa era la sua occasione
Deciso prese il telefono e compose il numero rapidamente.
Il suo cellulare stava squillando
Arimi ne era cosciente, ma non riusciva a staccarsi dal
letto
Chi poteva essere? Forse era Ginta? Voleva dirle che non
voleva più vederla? Al pensiero una nuova crisi di
pianto sconvolse Arimi
Aveva già squillato venti volte, ma sembrava non volersi
fermare mai
La ragazza alla fine si fece coraggio e rispose.
- Pronto
- Arimi!
La ragazza si fece di ghiaccio
era proprio Ginta!
- Gi
Ginta
- balbettò la ragazza senza sapere
che altro dire
senza sapere cosa aspettarsi
- Ti prego
- disse lui con voce dolce - Vieni qui!
Abbiamo bisogno di parlare
ti prego
L'ultimo "ti prego" trafisse come una freccia
il cuore di Arimi. La ragazza strinse più forte il
telefono sussurrando:
- Ok
arrivo
Miki era molto agitata. Camminava avanti e indietro
davanti la porta di casa. Ormai non sapeva più che fare.
Erano già passate le 10 e di Yuu nemmeno l'ombra. Infine
provò a chiamare Satoshi.
Il ragazzo rispose al primo squillo.
- Yuu!
- No
sono Miki
- Allora?
- Non so più che fare Satoshi! Non è ancora tornato!
Anche il ragazzo era molto preoccupato ma disse
ugualmente:
- Stai tranquilla Miki! Sono sicuro che arriverà presto!
Yuu ha la testa sulle spalle
vedrai
non è il
tipo da farti preoccupare inutilmente
- Questo lo so, ma
- Niente ma
sono certo che starà per arrivare. E
quando arriva chiamami ok! Gli devo parlare.
- Certo! Ora vado e
scusami se ti ho disturbato!
Miki aveva appena posato la cornetta quando sentì la
chiave girare nella serratura. Si diresse velocemente
verso la porta.
Il ragazzo stava entrando silenziosamente. Chiuse la
porta lentamente poi la fissò.
Il suo sguardo era come al solito indecifrabile. Miki gli
si avvicinò titubante.
- Yuu
io
Il ragazzo l'abbracciò di scatto. Quando la ragazza si
riebbe dalla sorpresa lo abbracciò a sua volta.
- Ascolta Yuu
- No Miki! Aspetta
Il ragazzo la scostò un po' da se per guardarla negli
occhi.
- Miki
ti prego
ascoltami attentamente
io
ho
preso una decisione!
Arimi correva velocemente per le strade deserte verso la
casa di Ginta.
Non aveva idea di quello che si sarebbero detti, ma non
vedeva l'ora di arrivare da lui. Quella giornata era
stata un incubo per entrambi ed era arrivato il momento
di mettere le cose in chiaro.
Arrivata in vista della villetta si fermò di colpo.
Ad un tratto tutto il suo coraggio era svanito. Nella
casa tutte le luci erano spente. Sembrava non ci fosse
nessuno.
Lentamente, con le gambe che le tremavano, Arimi si
avvicinò al cancello. Stava per suonare il campanello,
quando si accorse che era aperto
Lo spinse ed entrò. Arrivata a pochi passi dalla porta
si bloccò nuovamente.
Aveva mille dubbi
non sapeva più cosa fare, cosa
aspettarsi
- Oh Dio mio
- sussurrò la ragazza - Non riesco più
a muovermi di qui
sono troppo nervosa
L'aveva vista arrivare dalla finestra. Si era messo a
controllare la strada a luce spenta
Cos'avrebbe detto Arimi? L'avrebbe perdonato?
Si sentiva terribilmente teso e nervoso. Scese le scale
velocemente, ma una volta arrivato alla porta esitò con
la mano sulla serratura.
- Speriamo che capisca
ti prego
non posso
perderla ora
Con questa preghiera nella mente il ragazzo aprì
lentamente la porta.
Arimi era ferma proprio davanti alla porta. Il viso teso
e preoccupato rivolto verso il basso.
Quando si accorse di lui alzò di scatto la testa.
Si fissarono negli occhi, entrambi spaventati per quello
che potevano leggere in quelli dell'altro
Miki, sorpresa dalla dichiarazione di Yuu, si sciolse
completamente dal suo abbraccio.
- Che cosa vuoi dire Yuu?
Il ragazzo continuava a guardarla negli occhi e Miki si
sentiva incatenata sotto quello sguardo
non poteva
sottrarvisi.
- Vieni sediamoci in salotto.
I due si misero seduti sul divano, l'uno accanto
all'altra.
Per un attimo ci fu il silenzio, poi sospirando il
ragazzo tentò di spiegare a Miki la sua decisione.
- Sai
è stata una sorpresa per me oggi vederti
parlare con Satoshi
Miki si sentì subito in dovere di giustificarsi.
- Mi dispiace tanto Yuu
non era mia intenzione
mentirti, ma Satoshi aveva insistito per parlarmi a
quattrocchi senza che tu ne fossi al corrente
- poi
all'improvviso a Miki venne in mente una cosa - ma come
hai fatto a sapere dov'eravamo?
- Beh
- rispose lui - Veramente ero venuto a
prenderti al lavoro come al solito, ma ti ho visto
allontanarti con Satoshi e così vi ho seguito!
Miki si ricordò improvvisamente che la sera prima per
non far insospettire Yuu era andata a letto di corsa e si
era completamente dimenticata di avvisarlo che il giorno
dopo non sarebbe dovuto passare a prenderla!
- Comunque quello che ti volevo dire riguarda mio padre
Miki lo guardò trepidante. Yuu non sembrava così
sconvolto come aveva immaginato. Anzi sembrava aver preso
bene la notizia
però con lui non si poteva mai dire
- Dimmi
- Io ho deciso di andare in Inghilterra Miki!
- Cosa? - chiese scioccata la ragazza .
- Hai capito! Ho intenzione di andare da mio padre e
chiarire una volta per tutte la situazione! Solo allora
potrò dimenticare ogni cosa!
- Ma ne sei sicuro Yuu? - Miki era molto preoccupata.
- Si Miki! E non ho intenzione di cambiare idea!
- E cosa dirai a tua madre?
- Ho pensato anche a quello! Non preoccuparti!
Miki continuava a fissarlo a occhi sbarrati.
- Non dimenticare che la mia famiglia ha origini inglesi!
Mio nonno e mio zio vivono ancora là
dirò che vado
a trovarli!
Miki si alzò dal divano e di diresse verso la porta-finestra
che era proprio davanti a loro.
- Miki
- Yuu la seguiva con lo sguardo.
Si alzò a sua volta e si avvicinò a lei. Le mise le
mani sulle spalle.
- Non preoccuparti così per me! Stò bene! E sai perché?
Si guardarono negli occhi grazie al riflesso del vetro
della finestra.
- Perché questa volta ho te vicino a me! Miki
mi
accompagneresti in Inghilterra?
Il suo sguardo era sincero. Voleva che lei andasse con
lui
- Ne sei sicuro Yuu?
Lui annuì convinto
sì
non voleva separarsi da
Miki
specie in un momento come quello!
CONTINUA...
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