"AMAR DE NUEVO"
Capitolo
1: Confessioni
Era una fredda e piovosa mattina di settembre.
TOC TOC TOC!!!!!!
Chi poteva bussare così alle sei del mattino?
Meiko era appena uscita per andare a lavorare.
Probabilmente aveva dimenticato qualcosa in casa e per
questo era ritornata. Namura si alzò dal letto e si
diresse verso la porta:
- Tranquilla, Meiko, non arriverai tardi al lavoro -
disse, mentre apriva. Però non era Meiko a bussare.
Namura si trovò davanti Ryoko. Era inzuppata, e con gli
occhi gonfi di chi aveva pianto.
- Ryoko! Che succede?
- Mi dispiace
non avevo nessun posto in cui andare
Akira
- non riuscì a dire altro, iniziò a piangere e si
aggrappò con forza al collo di Namura.
Entrarono in casa, e poco a poco Ryoko si tranquillizzò.
- Stai meglio? - domandò Namura.
Ryoko annuì ma continuò a tacere.
- Su, Ryoko, raccontami quello che ti è successo, siamo
amici, no?
- E' proprio questo il problema
- Che vuoi dire?
- Akira ed io abbiamo rotto, lui non sopportava l'idea
che da giovane io fossi stata innamorata di te. Era
geloso ogni volta che parlavo con te o quando ci vedevamo.
E per finire, l'altro giorno ha trovato questa - tirò
fuori qualcosa dalla sua borsa e lo mostrò a Namura. Era
una foto di loro due quando erano molto più giovani.
- Ma questa è una sciocchezza, prendersela così per una
foto che ha almeno dodici anni
- Non è stato solo per questo. Quando l'ha vista abbiamo
iniziato a discutere e io ho detto cose che non avrei mai
dovuto dire
gli ho detto che ti amavo ancora e che
non ero riuscita a dimenticarti nonostante tu fossi
sposato con Meiko
- Nei momenti di rabbia si dice qualsiasi cosa per far
male all'altro, devi solo spiegarglielo e
- Io non voglio spiegarglielo! Quello che ho detto è
vero
non ho mai smesso di amarti, Shinichi
- Shinichi
nessuno mi aveva più chiamato così
dall'università
su Ryoko, calmati, certamente
troveremo il modo di sistemare le cose.
Namura strinse forte Ryoko, e per qualche minuto rimasero
abbracciati in silenzio.
Capitolo 2: incontro nel treno
Tre mesi dopo.
- Tesoro, oggi sono uscita prima dal lavoro, che ne dici
se andiamo a comprare i regali di Natale? Ormai le feste
sono vicine e non abbiamo ancora niente - diceva Meiko
mentre entrava in casa.
Uscì ad accoglierla un nervoso Namura.
- Meiko
non ti aspettavo così presto
- Namura
cercava di far in modo che Meiko non superasse la porta
di ingresso.
- Che ti succede Nacchan? Chiunque direbbe che stai
nascondendo la tua amante
- disse Meiko sorridendo
e liberandosi di lui.
Ma il suo sorriso svanì quando aprì la porta della loro
camera e trovò Ryoko nel suo letto.
- Ryoko
- disse Meiko, senza riuscire a
capacitarsene. Ryoko abbassò lo sguardo.
- Meiko, c'è una ragione - disse Namura.
- Da quando, Namura? - non lo chiamava mai Namura.
- Da tre mesi.
Meiko non volle restare in quella casa un minuto di più.
Senza dire nulla si voltò e si diresse verso la porta.
- Avrai notizie dal mio avvocato - chiuse la porta e andò
via da quella casa che aveva smesso di considerare sua.
Il treno era troppo pieno e Miwa non trovava un posto in
cui sedersi. Ormai si era rassegnato a restare in piedi
accanto a qualche porta quando vide un sedile vuoto.
- Signorina, questo posto è occupato? - chiese alla
ragazza che era seduta sul sedile accanto.
- No, può sedersi - rispose lei senza guardarlo.
Come mai conosceva quella voce?
- Meiko?
Nel sentire il suo nome la ragazza si girò.
- Miwa
scusa, non ti avevo riconosciuto - disse,
cercando di mostrarsi normale - Da quanto tempo non ci
vediamo?
- Tre anni, dal matrimonio di Miki e Yuu.
- E' vero, troppo tempo
sei cambiato, hai i capelli
più corti.
- Si, li ho tagliati qualche tempo fa, ero stanco dei
capelli lunghi
tu non sei cambiata affatto, sei
ancora ugualmente bella
- Mi sono sbagliata, non sei cambiato, continui a dire
queste cose così tranquillamente!
- Sapevo che ti saresti arrabbiata
- Non sono arrabbiata - Meiko sorrise per la prima volta
- Che facevi a Hiroshima?
- Un progetto, non ho ancora terminato il corso ed ho già
una montagna di appuntamenti
- Sono contenta che le cose ti vadano così bene
- E a te? Come te la sei passata in tutto questo tempo?
So che sei una scrittrice molto richiesta
- Si, ora sto collaborando con una rivista, mentre
preparo il mio nuovo romanzo
- Un nuovo romanzo
be', se è bello la metà degli
altri ho già voglia di leggerlo.
- Non esagerare, Miwa - i due risero.
Miwa guardava l'orologio.
- Sei in ritardo o ti annoio? - chiese Meiko.
- Certo che non mi annoi, sono in ritardo ad un
appuntamento con una ragazza
- Sei fidanzato?
- Sì
no
be', più o meno, anche se non è la
mia ragazza
- non sapeva che rispondere e sviò la
conversazione - E
come sta Namura?
- Molto bene, grazie, è a casa - la risposta di Meiko fu
tagliente e il suo viso si oscurò.
Miwa si rese conto di aver commesso una gaffe. I due
rimasero in silenzio per qualche minuto.
- Vai a trovare Miki? - disse finalmente Miwa.
- Sì, mi ha chiamato e vado a passare qualche giorno lì
- Meiko era nervosa, voleva raccontargli la verità ma
lui aveva la sua vita e non poteva coinvolgerlo nei suoi
problemi.
Miwa non sapeva cosa dire. Aveva notato che Meiko non era
a suo agio in quella conversazione, c'era qualcosa che
non voleva raccontargli, e per niente al mondo lui voleva
farle delle pressioni.
- Vedrai quanto è cresciuta la piccola Megumi - disse,
per uscire dal vicolo cieco.
- Sì, non la vedo da quando è nata e da allora sono già
passati sette mesi, non sono neanche potuta andare al
battesimo
non la riconoscerò.
- Aspetta, ho una sua foto - Miwa tirò fuori una foto
dal portafogli.
- E' bella, è uguale a Miki anche se ha gli occhi di Yuu
ed è bionda come lui
Per un bel po' di tempo parlarono della bambina,
ricordando i vecchi tempi del liceo, i compagni, fino a
quando il treno arrivò alla sua fermata.
- Siamo già arrivati? Mi è sembrato un viaggio molto
corto
- disse Miwa.
Scesero dal treno e andarono insieme fino all'ingresso
della stazione.
- Bene, Meiko, le nostre strade si dividono qui, spero
che non debbano passare altri tre anni per rincontrarci.
Meiko sorrise.
- Sono stata molto contenta di rivederti, non lascerò
che passino ancora tre anni, te lo prometto.
Si abbracciarono per congedarsi.
- Prendi un taxi, Meiko? - chiese Miwa mentre ne fermava
uno.
- No, ancora no, voglio comprare qualcosa a Megumi, non
ho avuto il tempo di farlo a Hiroshima
- D'accordo
allora
a presto - disse prima di
salire sul taxi.
- A presto
Meiko rimase a guardare il taxi che si allontanava, e
all'improvviso le venne voglia di piangere.
- Che faccio adesso? - pensò, rimasta sola alla stazione.
Capitolo
3: ritorno alla stazione.
Era un po' che il taxi di Miwa se n'era andato. Meiko era
ancora alla stazione, stava ritardando il più possibile
l'andare in albergo. Sapeva che non sarebbe riuscita a
dormire in ogni caso.
Passeggiò per i negozi. Il Natale si avvicinava e tutte
le vetrine erano decorate. Questo le fece pensare che
quella stessa sera avrebbe voluto andare a comprare i
regali con suo marito, dio, sembrava che fosse passato un
secolo da allora
pensare a lui la rese ancora più
triste. Si sedette su una panchina e iniziò a piangere.
Miwa aveva preso il taxi e aveva lasciato Meiko alla
stazione. Perché non era restato con lei? Non sapeva
quello che le era successo ma era chiaro che non stava
bene, e non avrebbe dovuto lasciarla sola.
- Fermi il taxi, per favore, svolti e torniamo alla
stazione.
L'autista obbedì. Erano passati dieci minuti da quando
aveva svoltato, per tornare ci sarebbero voluti altri
dieci o venti minuti
Meiko era ancora alla
stazione? Dove avrebbe potuto cercarla se non l'avesse
trovata? Era sicuro che non sarebbe andata a casa di Miki
Il quarto d'ora che impiegò il taxi per ritornare alla
stazione a Miwa sembrò eterno, ma ora era lì, e sperava
che Meiko non se ne fosse ancora andata.
La cercò per tutti i negozi della stazione, le
caffetterie, entrò anche nei bagni delle signore, ma
Meiko non c'era da nessuna parte. Se n'era già andata?
Pensava che non gli restavano più posti dove guardare
quando la vide. Era seduta su una panchina, e sembrava
che stesse piangendo
Miwa le si avvicinò.
- Meiko
- Miwa!! Sei tornato
E il tuo appuntamento? -
disse, cercando di trattenere le lacrime.
- Tu sei più importante di qualunque appuntamento
non
so cosa ti succede ma so che non stai bene e non posso
lasciarti così.
- Miwa io
grazie - Meiko non poteva più
trattenersi, abbracciò con forza il suo amico e smise di
dissimulare il suo pianto.
Miwa cercò di consolarla.
Capitolo
4: puoi restare con me
Miwa portò Meiko nel suo appartamento. Era sera e non
avevano mangiato niente, così preparò qualcosa da
mangiare. Meiko non gli aveva ancora raccontato niente,
aveva solo pianto e lui l'aveva lasciata sfogarsi. Ora
sembrava più tranquilla.
- Miwa, non dovevi disturbarti, non ho fame.
- Non ho preparato tutto questo per niente, no? Mangia
almeno un po'
Meiko mangiò. In realtà sì che aveva fame, ma aveva
anche un nodo nello stomaco.
- Mi porterai in un albergo quando avremo terminato di
cenare?
- No fino a quando non mi avrai raccontato quello che ti
succede
Gli occhi di Meiko tornarono a riempirsi di lacrime.
- Mio marito
Namura
questa sera l'ho trovato
trovato
- Forza Meiko, calmati e raccontamelo, così potrò
aiutarti - disse, mentre le passava la mano sulle spalle.
- Ho trovato Ryoko nel nostro letto! - quando lo disse,
Meiko restò più tranquilla.
- Ryoko, la professoressa del liceo?
- Sì, si vedevano da tre mesi
con tutto quello che
ci è costato stare insieme
e il male che ho fatto a
te
- Be', questo è acqua passata
Meiko si appoggiò a Miwa. Parlarono per un bel po' fino
a quando Meiko si addormentò. Miwa si alzò con
attenzione, per non svegliarla. La prese tra le braccia,
la portò nel letto e la fece coricare.
- Questo è stato un giorno molto duro per te
-
sussurrò, e la baciò sulla fronte.
Lui andò a dormire sul divano.
Miwa stava preparando la colazione quando suonarono più
volte al campanello.
- Chi può essere a quest'ora? - pensò Miwa.
Appena aprì la porta entrò in casa una ragazza bruna
che pareva molto arrabbiata.
- Puoi entrare Ritsuko
- pensò Satoshi.
- Miwa! Come hai potuto darmi buca ieri?!
- Vedi Ritsuko
io
- non gli diede tempo di
continuare con la spiegazione perché gli si lanciò al
collo e lo portò trascinandolo sino al sofà.
- Tesoro
sai che non sono arrabbiata
io non
potrei arrabbiarmi con te
perché
In quel momento entrò Meiko. Era appena uscita dalla
doccia, aveva indossato una camicia di Miwa.
- Miwa, spero che non ti dispiaccia, ho preso in prestito
una camicia
- in quel momento vide Ritsuko e Miwa
sul divano - mi dispiace
con il rumore della doccia
non avevo sentito arrivare nessuno.
Ritsuko si alzò all'improvviso.
- Ah, allora era questa la ragione per cui non volevi
venire a letto con me
- Non sembrava troppo
arrabbiata - SEI UN MAIALE!!!!!!!!!!!!
Gli diede uno schiaffo che deve fargli male tuttora, e se
ne andò sbattendo la porta.
- Che forza la tipa, mi farà male per un mese - diceva
Miwa toccandosi il viso.
- Scusa, spero che potrete sistemare le cose
io non
volevo
- Tranquilla - la interruppe Miwa - non c'è nulla da
sistemare, ti ho già detto sul treno che non era la mia
fidanzata. Sicuramente
quella camicia sta meglio a
te che a me
- disse scherzosamente.
- Non incominciare o ti colpirò dall'altro lato!
Lasciarono l'argomento e fecero colazione.
Il telefono squillò a casa di Miki e Yuu.
- Rispondo io, Yuu. Mi dica
Meiko!! Sono contenta
di parlare con te
come dici?
A casa di Miwa?
Ma che fai lì?
.d'accordo, verrò questa sera
a
dopo.
- Che succede? - chiese Yuu, che era entrato nella stanza.
- Non lo so, Meiko era molto strana. Mi ha detto di
essere a casa di Miwa
- Da Satoshi?
- Sì, ma non mi ha voluto dire cosa succede, mi ha
chiesto solo di andare questa sera
- Verrò con te, porteremo anche Meg.
- Bene, Miwa, sono già pronta, dopo aver parlato con
Miki andrò in albergo
così non succederà di nuovo
quello che è accaduto stamattina
- Non c'è ragione che tu te ne vada
- Ma Miwa
- Su Meiko, stai passando un brutto momento, non dovresti
restare sola, lo so per esperienza
puoi restare con
me tutto il tempo che vuoi. Non ti preoccupare, dormirai
nel mio letto e io dormirò qui, per questo non ho nessun
problema.
- Ti ringrazio molto per tutto quello che hai fatto per
me ma restare a casa sua
sarebbe come tradire
- ma che stava dicendo?
- Meiko, non devi sentirti colpevole, è stato Namura a
tradire te
- Miwa si pentì di averlo detto, non
sapeva come avrebbe reagito Meiko.
Ma non reagì male, era la verità per quanto dura fosse.
Abbracciò Miwa spingendo con forza il viso contro il suo
petto e iniziò a piangere di nuovo.
- Non lascerò che te ne vada fino a quando non starai
bene
non importa quello che dirai
Meiko annuì.
- D'accordo
resterò con te
Capitolo
5: il segreto di Miwa.
Erano le sei del pomeriggio quando arrivarono Miki e Yuu.
- Meiko! - gridò Miki appena la vide, e le due amiche si
abbracciarono - non ti vedevo da quando è nata Megumi
- Ciao Miki - interruppe Miwa che si sentì ignorato.
- Scusa Miwa, è che era molto tempo che non vedevo Meiko
- Con te ci vediamo tutti i giorni, Satoshi - scherzò
Yuu.
- E chi c'è qui? Forza Megumi, vieni con lo zio Satoshi
- Miwa prese in braccio la figlia di Miki e Yuu.
- Appena vedi Meg se tu quello che ci ignora
-
disse Yuu.
- Non ti lamentare, Yuu. Sai bene che amo molto anche te
- Non cominciare, Satoshi
Entrarono nel salone e iniziarono a parlare. Meiko non
aveva raccontato ancora niente a Miki, non sapeva come
cominciare. Miwa e Yuu si resero conto che dovevano
lasciarle sole.
- Bene Yuu, che ne dici se portiamo Meg nella sua camera?
- Si, sembra che abbia sonno
- Megumi ha una stanza qui? - chiese Meiko, sorpresa.
- Certo, lo zio Miwa qualche volta deve fare il baby-sitter
- disse Yuu.
I due giovani uscirono dal salone lasciando sole le
amiche.
- Meiko
mi racconti quello che ti è successo?
Meiko annuì, ma le parole non venivano fuori.
- Stai bene?
- No Miki, vedi
ieri, quando sono tornata a casa dal
lavoro
ho trovato
Namura
- le lacrime
iniziarono a scorrere sul viso di Meiko - l'ho trovato
con la
professoressa Ryoko nel nostro letto
- Ma non è possibile
- Sì Miki, si vedevano di nascosto da tre mesi
Miki abbracciò l'amica che piangeva sconsolata. Non
sapeva cosa dire, non poteva immaginare il dolore che
sentiva Meiko, perché non poteva mettersi nei suoi panni.
Yuu non l'aveva mai tradita, e sapeva che non lo avrebbe
mai fatto. Dopo alcuni minuti di lungo silenzio
interrotto unicamente dai singhiozzi di Meiko, Miki
domandò:
- Che farai adesso?
Meiko sollevò il capo e guardò Miki:
- Resterò con Miwa.
- Con Miwa?? - si sorprese Miki.
- Sì, non voglio restare da sola in un albergo, tu e Yuu
siete molto occupati con Megumi, Miwa è uno dei miei
migliori amici
mi ha chiesto di restare con lui e mi
è sembrata una buona idea.
- Sei sicura? Sai già cosa è successo
- Il passato è il passato, Miki, io ormai non voglio più
relazioni con gli uomini e non m'innamorerò di nessuno -
disse Meiko, molto seria.
Le due ragazze continuarono a parlare per un bel po'.
- Davvero Namura ha tradito Meiko con la professoressa
Ryoko? Non riesco a crederlo
- Credici, avresti dovuto vedere Meiko ieri, era
distrutta
oggi sembra un po' più tranquilla, ma
credo che sia tutta apparenza.
- Ha passato la notte qui?
- Sì, mi ha chiesto di portarla in un albergo ma si è
addormentata e non ho voluto svegliarla
e, be'
resterà
qui per tutto il tempo di cui avrà bisogno
- Parli sul serio?
- Certo che parlo sul serio, perché dovrei mentirti? -
- Ok, ok
- disse Yuu sorridendo.
- Andiamo Yuu, cosa vuoi dire con questo?
- Niente, solo che
be'
non so se ricordi che
quando eravamo al liceo eri innamorato di lei
- Sai già che quello che c'è stato tra noi, se davvero
c'è stato qualcosa, è finito molto tempo fa - Miwa si
intristì enormemente.
- E' per Megumi?
Satoshi annuì ma non disse niente.
- Ma Satoshi, è già passato più di un anno. Devi
dimenticarla, anche se ti costa molto, e magari con Meiko
- Sta' zitto, Yuu! Forse non capisci che tutto l'amore
che tutto l'amore che potevo provare per una donna è
morto con lei?
Capitolo
6: pensieri notturni.
Meiko era rimasta già tre settimane a casa di Miwa, e le
cose erano andate abbastanza bene. Aver accanto i suoi
amici l'aveva aiutata molto: durante il giorno non
pensava quasi mai a Namura, soltanto la notte si
ricordava di lui e piangeva da sola nel letto.
Precisamente in una di quelle notti in cui non riusciva a
dormire vide una luce che filtrava sotto la porta. Pochi
minuti dopo lo spegnersi della luce qualcuno aprì la
porta della camera e si tuffò nel letto. Era Miwa
Meiko era già pronta a mollargli un ceffone, quando si
rese conto che dormiva, e che era arrivato nel letto
dormendo, come tante volte aveva sicuramente fatto prima
che lei si installasse lì. Per questo decise di
lasciarlo dormire, e rimase ad osservarlo per un po'.
- "Che faccia da buono ha quando dorme" -
pensava Meiko - "Avrebbe potuto essere così quando
eravamo al liceo
così, forse, non sarei tornata con
Namura
mi piaceva? Non lo so, forse stava iniziando
a piacermi, quando Namura entrò di nuovo nella mia vita
e
allora lo lasciai andare
Meiko! Si può sapere cosa
stai pensando? Stai divorziando, tuo marito, che amavi
tanto, ti ha lasciata per un'altra
e tu non hai
altro da fare che pensare a Miwa? Però è lui che adesso
è accanto a me
per anni non ha saputo niente di me
e invece
continuerà ad amarmi? Per questo mi ha
lasciato restare in casa sua? Per questo si sta prendendo
cura di me? Come sono presuntuosa, mi sta aiutando perché
è un buon amico, nient'altro
E se non fosse così,
m'importerebbe? Guardalo, è così bello
" -
gli passò la mano tra i capelli - "Ma che faccio?
Non so che cosa prova per me, il divorzio non è ancora
legale
mi piace? No, non mi piace
o sì?
"
- poco a poco il sonno la stava vincendo - "non lo
so
e non lo saprò mai
perché non sono
disposta a
soffrire
un'altra
volta
"
- Meiko si addormentò.
Erano le cinque del mattino, e Satoshi si svegliò.
- "Ma
che faccio nel letto, con Meiko
?
Suppongo di essermi alzato e di essere venuto qui senza
rendermene conto
spero che non si sia svegliata e
che mi abbia visto o domattina sarò un uomo morto
Me
ne vado, o resto ancora un po', anche se rischio di
morire
Quel divano è così scomodo, ma per Meiko
credo che dormirei anche in un materasso di chiodi
questo è amore? Ma che dico? Ormai non sono più
innamorato di Meiko
lei mi ha respinto, l'ho amata
come non avevo mai amato nessuna
solo Megumi
ma
Megumi è morta
Non m'importa! Non tornerò mai ad
amare un'altra donna. Solo Meiko. No, neanche Meiko
anche
se è intelligente, gentile, dolce
e la ragazza più
bella del mondo
No, non lo è, la più bella era
Megumi
anche se in qualche modo si assomigliano
forse
mi innamorai di lei perché mi ricordava Meiko
Meiko
non riesco a togliermela dalla testa, ma non
posso essere infedele a Megumi
è morta
no, per
me non lo è
non posso innamorarmi di un'altra, Meg
è morta per colpa mia
non voglio che succeda anche
a Meiko
Mi sto addormentando
devo andare sul
divano
" - ma non ebbe tempo di alzarsi, si
addormentò prima di riuscirci.
La mattina seguente Miwa aprì gli occhi. Era ancora nel
letto. Lanciò un'occhiata verso il lato in cui dormiva
Meiko, con un po' di fortuna magari non si era ancora
svegliata e non si era accorta di niente, ma Meiko era
seduta sul letto e lo stava guardando.
- Mi dispiace, Meiko; non me ne sono accorto e sono
venuto a dormire nel letto
- Lo so - interruppe Meiko - Ero sveglia quando sei
arrivato, non preoccuparti, in fin dei conti sei a casa
tua e il letto è abbastanza grande, no?
- Sì
ma
- Il fatto che abbiamo dormito nello stesso letto non
significa niente, e tu devi stare molto scomodo su quel
sofà.
- Hai ragione, grazie Meiko, sei il mio angelo custode
stavo
diventando un divano anch'io.
I due giovani rimasero seduti nel letto, ridendo.
Capitolo
7: Cambiamenti.
Tre giorni dopo.
Miwa entrò in casa:
- Meiko? Sei già qui?
- Sì, sono tornata un attimo fa - disse Meiko da qualche
parte all'interno della casa.
- Oggi dobbiamo andare alla cena di Natale di Miki e Yuu,
ricordi? - diceva mentre si toglieva il cappotto.
Meiko uscì a cercarlo.
- Come potevo dimenticarmi?
Satoshi sollevò lo sguardo.
- Meiko! Ti sei tagliata i capelli?!
- Sì, ti piacciono?
- Certo che mi piacciono, questa pettinatura ti sta molto
bene - disse Miwa con un gran sorriso.
- Ero stanca dei capelli lunghi, avevo la stessa
pettinatura dal liceo e
be', ho pensato che fosse
ora di cambiare
Miwa si accorse di una busta grande che c'era sul tavolo
del salone insieme ad una più piccola.
- Cos'è questa?
- La notifica del divorzio, me l'ha portato Namura,
insieme a
all'invito per il suo matrimonio con Ryoko.
- Si sposa?
- Non lo so, non so se mi ha portato questo invito solo
per farmi male o se è autentico
ma ho deciso che
non piangerò di nuovo per lui.
Meiko lo disse molto seriamente. Miwa non seppe che dire,
rimase soltanto a guardarla in silenzio.
- Bene, credo che sia ora che mi prepari o arriveremo
tardi
credi che a Miki piacerà il mio taglio di
capelli?
- Sono sicuro che le piacerà!
- Sai in che ristorante è, vero?
- Certo che lo so, forse credi che uscirei di casa senza
saperlo?
- Be'
- Che vuoi dire con questo? Io non capisco, nessuno si
fida di me
sono un incompreso
- Meiko, Miwa, finalmente siete arrivati
- disse
Yuu.
- Si, pare che Miwa abbia sbagliato ristorante, e abbiamo
passato mezz'ora a girare qui intorno.
- Be' Meiko, uno sbaglio può commetterlo chiunque
- I capelli
li hai tagliati. - disse Miki.
- Sì, ti piacciono?
- Ciao Meiko
- disse una voce che a Meiko era molto
familiare.
- Ginta! Come stai? Da quanto tempo non ci vediamo
e
Arimi?
- E' seduta dentro, è incinta di otto mesi
- Sì, Miki me l'aveva detto, congratulazioni ad entrambi!
- Grazie
- sorrise Ginta.
- Vado a trovarla, scusate
- Sì, entriamo anche noi - disse Yuu - a meno che non
vogliate che ci servano fuori
- Arimi!
- Ciao Meiko, era da tanto che non ti vedevo
sei
bellissima, porti i capelli più corti.
- Anche tu sei bellissima, e di otto mesi
non mi
sembra vero. E' maschio o femmina?
- Be', non abbiamo voluto saperlo, ma io credo che sarà
un maschio
e brutale come suo padre, perché mi tira
certi calci
- Io non sono così brutale
Tutti risero. Si divertirono molto alla cena, si vedeva
che Meiko era contenta, e non parlò di Namura neanche
una volta. Quando terminarono di cenare decisero di
andare a bere qualcosa. Ginta e Arimi tornarono a casa:
Arimi era stanca e d'altronde non avrebbe neanche potuto
bere. Così rimasero solo loro quattro.
- Possiamo andare in un locale che è qui vicino, il
posto è carino ed anche la musica - disse Miwa.
- Ma sei sicuro di sapere come arrivarci? - lo prese in
giro Yuu.
- Ma certo che lo so, prendiamo la mia macchina.
Arrivarono subito al locale. Miwa aveva ragione, il posto
era carino, e inoltre siccome lì lo conoscevano non
dovettero aspettare per avere un tavolo libero.
Lasciarono le ragazze al tavolo e andarono a prendere
qualcosa al bancone. Yuu ne approfittò per parlare con
Miwa senza che Meiko fosse presente.
- Satoshi
non hai tolto gli occhi di dosso a Meiko
per tutta la sera
- Ma che dici Yuu? Non l'ho guardata neanche un attimo.
- Sei sicuro?
- Al massimo l'ho guardata un po', ma è solo perché è
molto bella con questo nuovo taglio di capelli e
-
Miwa arrossì.
- Ehi, Satoshi, stai dicendo che non la guardi?
- Che importanza ha? È normale guardare una bella
ragazza, no? In più con quei capelli mi ricorda
- Megumi? - questa volta Yuu si fece serio - Sì, l'ha
ricordata anche a me
- Come mai ti sei tagliata i capelli?
- Avevo bisogno di cambiare, ho deciso che è ora di
dimenticare Namura e ho iniziato con un cambio di
immagine
non permetterò che nessun uomo mi faccia
male di nuovo, sono stanca di piangere
- Ma non tutti devono farti male
che mi dici di
Satoshi?
- Miwa? Non ho mai pensato a lui come
be', forse sì
ma
no Miki, non voglio iniziare nessuna relazione.
Miwa è un bravo ragazzo e si è comportato bene con me,
ma è solo un buon amico
In quel momento tornarono i ragazzi con le bibite. I
quattro ballarono e parlarono fino alle prime ore
dell'alba. Giunse il momento di tornare a casa. Meiko
aveva bevuto qualche bicchiere di troppo e camminava
aggrappata al collo di Miwa. Quella avrebbe potuto essere
una lunga notte.
Capitolo
8: la separazione.
Meiko e Miwa arrivarono a casa, lei non lo aveva lasciato
andare per tutta la strada.
- Meiko, credo che sia ora di andare a dormire
- Ma se non ho ancora sonno
- diceva Meiko -
potremmo restare alzati tutta la notte
- In questo stato? - rideva Miwa - se non riesci a
tenerti in piedi da sola
- Che dici? Guarda come
- Meiko lasciò il braccio
di Satoshi e tentò di mantenersi in piedi, e, proprio
come aveva detto Miwa, non riuscì a mantenere
l'equilibrio e cadde tra le sue braccia.
- Te l'avevo detto - diceva Miwa, ridendo.
- Non capisco
- diceva Meiko, ridendo anche lei -
ma se hai bevuto quanto me
- Ma io ho più resistenza
- Non sai quello che dici - disse Meiko abbracciandolo
con forza - Andiamo a letto, Satoshi
Miwa si sorprese.
- Non mi chiami mai Satoshi
Meiko non rispose, iniziò a baciarlo sul collo. Anche
Miwa la baciò. In realtà aveva desiderato baciarla per
tutta la notte. La sollevò tra le braccia e la portò
sul letto.
Meiko si svegliò la mattina seguente, aveva mal di testa
a causa della sbornia. Quando si voltò Satoshi non
c'era, sicuramente si trovava in cucina. Cosa gli avrebbe
detto quando se lo sarebbe ritrovato davanti?
Meiko entrò in cucina e lì c'era Miwa che prendeva una
tazza di caffè.
- Ne vuoi? Dicono che sia molto buono per le sbornie
- Sì, ma io volevo parlarti di
- Meiko, quello che è successo stanotte è stato per
colpa mia, tu avevi bevuto e io ne ho approfittato
- Ma che dici? Sono stata io ad iniziare tutto, no? E
poi, anche tu avevi bevuto
- Ha significato qualcosa per te? - disse Miwa molto
serio e quasi senza guardarla.
- Ecco
non lo so
forse l'ho fatto solo perché
soffrivo per Namura
per
dimenticarlo
- Allora non ha significato niente - disse Miwa, sempre
più serio.
- Io non ho detto questo! Certo che ha significato
qualcosa ma non so quello
- Non c'è bisogno di inventare scuse, Meiko. Ad ogni
modo, per me non ha significato niente. Sono venuto a
letto con te perché mi ricordi una mia fidanzata che è
morta, nient'altro
ti ho amato per molto tempo ma
ormai non ti amo più
e non credo di potermi
innamorare di nuovo, né di te né di nessun'altra donna.
Non credere che ti abbia permesso di restare in casa mia
perché sono ancora innamorato di te. L'ho fatto solo
perché mi facevi pena
mi hai fatto pena perché non
hai saputo scegliere, sei rimasta con il professor Namura
e lui ti è stato infedele, cosa che io non ti avrei mai
fatto. Perché io non ti avrei mai ferita, Meiko
- L'hai appena fatto
- Meiko non disse nient'altro,
si voltò e se ne andò.
Poco dopo Miwa sentì la porta che si chiudeva, ma non si
alzò. Rimase in cucina a fissare il caffè che si era già
raffreddato da un po', spostò la tazza da un lato e
seppellì il capo nell'incavo delle braccia.
Quando alla fine riuscì a reagire, entrò nella stanza.
Meiko aveva portato via le sue cose, gli armadi erano di
nuovo come prima che lei arrivasse. La casa gli sembrò
enorme e vuota. Si tuffò nel letto e restò lì per
molto tempo.
Qualcuno bussava alla porta dei Matsura.
- Arrivo
- disse Miki dall'interno della casa -
Meiko
entra
hai ancora la sbornia? - disse Miki
sorridendo, ma dall'espressione dell'amica si rese conto
che non era il momento di scherzare - E' successo
qualcosa? Sei molto seria
- Me ne sono andata dalla casa di Miwa
Entrarono nel salone, dove c'era Yuu con Megumi. Miki e
Yuu si scambiarono uno sguardo.
- Meiko, sono felice di vederti, ma credo che Meg ed io
andremo nella sua stanza, sembra che abbia sonno.
- No, Yuu, resta, credo che questo riguardi anche te, in
fin dei conti tu e Miwa siete come fratelli
- Che succede con Satoshi? - Yuu sembrava molto
preoccupato.
- Be', vedete, stamattina abbiamo litigato e io me ne
sono andata da casa sua. Ora sto nell'albergo accanto
alla stazione
- Ma perché avete litigato?
- Perché lui ed io
stanotte
abbiamo fatto
l'amore
e questa mattina mi ha detto una montagna di
cose che non mi aspettavo
come il fatto che gli
faccio pena
e me ne sono andata in albergo. L'ho
lasciato lì a guardare la sua tazza di caffè.
- Miki, vado a trovare Satoshi, non credo che stia molto
bene
Yuu prese le chiavi della macchina e andò velocemente a
casa di Miwa.
- Che cosa succede? - si sorprese Meiko.
- Meiko
tu non sai niente di Miwa. Non sai quanto è
stato male quest'ultimo anno
- A che ti riferisci?
- Guarda - Miki prese un album di fotografia dallo
scaffale, cercò la foto che voleva - vedi questa
ragazza? E', o meglio era, Megumi, la fidanzata di
Satoshi. Miwa ha pensato a te per tanto tempo, non
riusciva a dimenticarti anche se tu eri sposata con un
altro. Ma circa un anno dopo il nostro matrimonio conobbe
Meg ad una festa. S'innamorò follemente di lei, e lei di
lui, dovevano anche aver pensato di sposarsi. Satoshi
aveva preparato una cena in un lussuoso ristorante,
quella notte festeggiavano il loro primo anniversario
insieme e Miwa le avrebbe chiesto di sposarlo. Mentre
andavano al ristorante furono aggrediti con un'arma,
l'assalitore chiese loro di dargli il denaro e i
gioielli, trovò l'anello che Miwa aveva comprato a Meg e
cercò di portarglielo via, e siccome Miwa si rifiutò di
darglielo iniziarono a litigare. L'uomo sparò tre volte.
Ferì Miwa ad una gamba, ma la parte peggiore fu per Meg,
che prese gli altri due spari
Morì tra le braccia
di Miwa quasi subito senza che lui potesse fare nulla
- E' terribile
- disse Meiko.
- Satoshi è stato molto male, è rimasto per un mese
senza voler parlare con nessuno, solo Yuu riusciva ad
animarlo un po'.
- Per questo avete chiamato Megumi vostra figlia?
- Sì, quando Meg è morta io ero incinta di sei mesi.
Avevamo già scelto di chiamarla Rumi, ma dopo tutto
quello che era successo decidemmo di chiamarla Meg. A
Miwa fece molto piacere e così a poco a poco riuscimmo a
farlo uscire dal pozzo in cui si era messo
ma giurò
che non si sarebbe mai più innamorato di nessuna.
Le due amiche rimasero in silenzio. Meiko osservava la
foto di quella ragazza dai capelli ricci e corti, dagli
occhi verdi e dal grande sorriso.
- Era molto bella - disse.
- Sì, e inoltre era molto simpatica, ti sarebbe
sicuramente piaciuta molto
- Avrei voluto conoscerla.
Yuu era in casa di Miwa già da un po'. Aveva cercato di
parlare con lui, ma si rifiutava di uscire dalla camera.
Stanco, Yuu decise di entrare per conto suo, trovò Miwa
tuffato nel letto con gli occhi gonfi.
- Yuu, ti ho detto di non entrare nella mia stanza.
Lasciami solo, non ho voglia di parlare con nessuno
- Non ci penso proprio a lasciarti solo, non voglio che
succeda di nuovo quello che eri quasi riuscito a superare
- disse Yuu arrabbiato.
- Lo hai detto, quasi
bah, non puoi capirmi, nessuno
può capirmi
- disse, mentre nascondeva la testa
con il cuscino. Yuu gli tolse il cuscino di dosso e gli
gridò:
- Sei proprio un idiota! Hai una ragazza come Meiko al
tuo fianco, avresti potuto superare la storia con Megumi
ed essere felice con lei
ma no
hai dovuto dirle
quattro scemenze che certamente non pensavi perché se ne
andasse
si può sapere che ti succede, amico?!
- Non posso dimenticare Meg
e non voglio che nessuna
soffra per colpa mia
soprattutto se si tratta di
Meiko - Miwa strinse i pugni.
- Satoshi
tu la ami
- Ma lei non ama me
- Questo non puoi saperlo, dovresti parlarle.
- Sì lo so Yuu, lei è ancora innamorata di Namura e so
che non proverà mai niente per me.
- No, non lo sai
dammi retta, parla con lei
è
all'albergo della stazione
Capitolo
9: un'opportunità.
Meiko si svegliò. Guardò l'orologio, erano le tre del
mattino. Allungò il braccio verso Miwa
ma lì non
c'era nessuno. Accese la luce
era nella stanza
d'albergo. Si sentì molto sola.
Prese il telefono della camera e chiamò Miwa:
- Forza Satoshi, rispondi
- Questa è la segreteria telefonica
Meiko riattaccò il telefono.
- Dove diavolo sei andato? - sentì le lacrime scorrerle
sulle guance.
Qualcuno bussò alla porta, Meiko si alzò.
- Chi è?
- Servizio in camera.
- Alle tre del mattino?
- Se ti dico chi sono non vorrai aprirmi
- Miwa
- Meiko socchiuse la porta e vide Satoshi.
- Mi fai entrare? Devo parlarti
- Entra
- Hai pianto? - disse Miwa guardandola negli occhi.
- Sono le tre del mattino, mi hai svegliata, come ti
aspetti che abbia gli occhi? Forse ti fa pena il fatto
che mi svegli con gli occhi gonfi?
- Mi dispiace averti detto che mi facevi pena
non
era vero
- E perché l'hai detto se non era vero? - disse Meiko
senza guardarlo.
- Suppongo che volevo farti male in qualche modo, perché
ti allontanassi da me
- Satoshi abbassò il capo -
Avevo paura che t'innamorassi di me e che non avrei
potuto corrisponderti
- E' per Megumi? Miki me lo ha raccontato
Miwa annuì.
- La nostra storia è terminata quasi prima di cominciare
ed
è finita in quel modo
è stata tutta colpa mia, se
avessi dato a quel bastardo quello che chiedeva
ora
lei sarebbe viva. Per questo io non merito di essere
felice, ho tolto a Megumi la possibilità di esserlo
E' morta tra le mie braccia
- Miwa iniziò a
piangere. Meiko non l'aveva mai visto così, e si sedette
al suo fianco per cercare di consolarlo.
- Ma Satoshi
non è stata colpa tua
anche tu
avresti potuto morire ma hai avuto la fortuna di vivere
- Fortuna? La chiami fortuna, vivere la vita che
appartiene ad un'altra persona
ero io quello che
sarebbe dovuto morire, non lei, sarebbe stato meglio per
tutti.
Meiko lo abbracciò.
- Non per tutti Satoshi
non per me
- disse
mentre gli accarezzava i capelli.
- Meiko
- Non ti permetterò di pensare queste cose, sei troppo
importante
per me
- E Namura
- Namura? Ormai non m'importa più
- Hai detto che sei venuta a letto con me perché
soffrivi per lui
- So quello che ti ho detto, ma
mi sono svegliata
prima che tu arrivassi
quando ho visto che non eri
accanto a me mi sono sentita molto triste
volevo che
fossi con me perché io
- Non dirlo Meiko, per favore
non può essere, va
bene? Non posso fare questo a Megumi
se lei ormai
non può più godere della vita e dell'amore, nemmeno io
- Ma lei non avrebbe voluto così
- No
- disse Miwa - ma
- Allora
perché non puoi accettarlo?
- Perché ho paura
ho paura di far male ad un'altra
persona, soprattutto se quella persona sei tu - per la
prima volta dopo molto tempo Miwa alzò il capo e guardò
Meiko negli occhi - pensavo che non sarei mai più stato
capace di amare un'altra persona, fino a quando non sei
comparsa di nuovo nella mia vita. Tutti i giorni
desideravo tornare a casa solo per poterti vedere e per
poter stare con te
a volte la notte mi svegliavo e
restavo a guardarti mentre dormivi, eri così bella
molte
volte mi sono sorpreso a guardarti quando tu non te ne
accorgevi. Sapevo che continuavi ad amare Namura, che non
ti saresti interessata a me
per questo ero
tranquillo. Ma quando abbiamo fatto l'amore
mi sono
svegliato, ti ho visto lì al mio fianco
come ogni
mattina, ma qualcosa è cambiato. Non ero andato a letto
con nessuna ragazza dalla morte di Megumi
mi sentivo
un mostro, dopo quella mattina ho pensato che avresti
potuto interessarti a me e decisi che dovevo allontanarti
per non farti male
Meiko sorrise e passò la mano tra i capelli di Miwa.
- E non hai pensato che avrei potuto interessarmi a te
prima? Ma avevo paura, come te
non volevo che un
uomo mi ferisse di nuovo. Anche se so che tu non lo farai
e
nemmeno io voglio farti del male, credo che tu abbia già
sofferto abbastanza
Capisco che hai bisogno di
tempo
ed io te ne darò quanto te ne servirà, se mi
accetti
perché non ci diamo un'opportunità?
- Meiko
dovrai avere molta pazienza con me
- Non m'importa, lo sai che sono molto paziente
- In questo caso
- Miwa sorrise - d'accordo
-
strinse forte Meiko.
- Satoshi
- disse Meiko - posso baciarti?
- No.
- No?
- No, perché sono io quello che sta per baciarti
Satoshi le diede un lungo bacio che fu interrotto dal
suono del telefono.
Meiko rispose preoccupata, una chiamata a quell'ora
preoccupa sempre. Parlò per qualche minuto e riagganciò
molto contenta:
- Arimi sta per partorire! Andiamo all'ospedale.
Era un maschio, e sia la madre che il piccolo stavano
molto bene. Quando lasciarono entrare i visitatori
andarono tutti a trovarli. Ginta era già da un po' nella
camera quando tutti entrarono, gli si leggeva la felicità
in viso.
- Avete visto Atsumu? Vero che è un bambino bellissimo?
- Certo Ginta, è normale, assomiglia a sua madre
-
scherzò Arimi.
- Si, Arimi, hai avuto la fortuna che assomigli a te
- disse Yuu.
Tutti erano molto contenti, Miki e Yuu avevano portato
Megumi con sé e scherzavano chiedendosi se da grande
sarebbe stata la ragazza di Atsu.
Yuu prese Miwa da parte.
- Come sei stato informato se non eri in casa? - chiese
Yuu con un gran sorriso.
- Andiamo Yuu
sai già con chi ero
abbiamo
deciso di provare, anche se tutti e due siamo un po'
spaventati
forse questo è l'inizio di una bella
storia
- Sono felice per te.
- Ragazzi
ma che fate lì da soli? Su, venite con
noi - disse Miki - Miwa, Meiko mi ha detto tutto,
congratulazioni
e adesso vai con lei e lasciami Yuu.
Satoshi abbracciò Meiko.
- Hai visto come sono felici, tutti? - disse Meiko con un
gran sorriso.
- Saremo così felici anche noi, dobbiamo solo lasciar
passare un po' di tempo
Fine
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