-parte terza-
Le onde si infrangevano in un punto infinito del nulla e
l'acqua si contorceva in un gorgo. All'interno di esso
c'era Alan, che veniva trascinato dalla corrente.
"Alan!" gridò mentre lo vedeva scomparire tra
i flutti "Resisti ti prego! Non lasciare che ti
inghiotta"
ma il giovane non riusciva a venirne fuori, la corrente
era troppo forte e la sua mano così lontana
"NOOOO!" gridò Charlie balzando a sedere sul
letto in un bagno di sudore. Quell'incubo era stato
davvero terribile e sentiva ancora il suo cuore battere
talmente forte che sembrava volesse scappare dal suo
petto.
D'un tratto la porta della sua stanza si aprì e
comparvero i ragazzi che erano stati richiamati dalle sue
grida.
"Che succede Charlie, stai bene?" disse Alan
preoccupato sedendole accanto con un'espressione agitata.
La ragazza lo guardò con occhi lucidi. <Dio ti
ringrazio, sei vivo > pensò lei
"Si non preoccuparti, era solo un brutto sogno"
"Chiamalo brutto sogno" intervenne Ed "doveva
essere un vero incubo visto come urlavi!"
"Scusate ragazzi non volevo svegliarvi" disse
lei abbassando lo sguardo
"Ma dai non preoccuparti" la rassicurò Paul
"Anzi siamo noi ad essere preoccupati, sei sicura
che vada tutto bene?". Lei annuì, ma mentiva
spudoratamente.
"Danny prenderesti un bicchiere d'acqua?"
domandò Alan guardando l'amico che annuì e scese di
corsa le scale.
"No
ma non ne ho bisogno
sto bene.."
obbiettò Charlie
"Ah si? E allora perché tremi come una foglia?".
Alan aveva ragione e lei non se ne era nemmeno accorta
presa com'era dall'agitazione. Che incubo dannato!
Poco dopo entrò Danny con un bicchiere colmo d'acqua e
lo porse a Charlize, la quale lo bevve tutto d'un sorso.
"Dai ragazzi davvero, adesso è tutto a posto"
insistette la giovane. I ragazzi si scambiarono delle
occhiate.
"D'accordo, allora noi torniamo a dormire
."
Concluse Mark "ma se hai bisogno non esitare a
chiamarci, ok?". Charlie annuì, sorridendo
forzatamente.
I ragazzi uscirono per tornare alle proprie stanze
tranne
Alan che non si mosse di un millimetro, continuandola a
guardare con un'espressione tesa.
"Dai Alan vai anche tu, sto bene ora. Vai a dormire"
" Non ci penso nemmeno!" esclamò fermo mentre
Charlize rimase a guardarlo con un'espressione di totale
sgomento
"Puoi darla a bere a chiunque ma non a me
.tu
non stai bene per niente! E non mentire"
la ragazza abbassò lo sguardo e si alzò avvicinandosi
ai vetri del balcone. La luna spendeva sul mare placido
facendolo brillare nel buio. Guardando la tavola blu le
sovvennero le immagini del sogno e chiuse gli occhi per
cacciarle via, mentre Alan continuava a restare seduto e
a guardarla preoccupato.
<Cosa c'è che non va Charlie? Non ti avevo mai vista
così spaventata. Cosa puoi aver sognato che ti ha
sconvolto così? > tanti pensieri gli assalirono la
mente mentre lei continuava a fissare il mare, come
ipnotizzata, si sentiva stranamente impotente di fronte a
quella figura agile e snella. E lui odiava quella
sensazione, ma in quel momento non poteva fare davvero
nulla.
"Dai vieni a dormire" le disse "io resterò
fino a che non ti sarai addormentata, e non accetto
obiezioni!" la sua voce era decisa come al solito e
Charlie rimase a guardarlo per un attimo.
<Se un giorno tu dovessi scomparire nel mare io
.>
si poggiò una mano sul cuore per sentire se stesse
ancora battendo o meno <ma che diavolo penso!> si
rimproverò serrando la mano sul cuore in un pugno e si
avvicinò verso il giovane.
"Mio Dio Charlie sei così pallida, sei davvero
sicura di stare bene? Cosa ti ha spaventata così?"
lei si sforzò di sorridere: Alan si era preoccupato
abbastanza e lei non voleva.
"Era solo un incubo
non lo ricordo neppure
"
e si sedette accanto a lui.
Fu un gesto istintivo, nemmeno se ne rese conto. Alan
avvolse Charlie in un caldo abbraccio e si poggiò contro
la spalliera del letto.
"Nessuno ti farà del male, stai tranquilla" le
disse in un soffio. Charlize non riusciva a parlare: le
parole erano bloccate in gola. La sua stretta era così
rassicurante che tutto intorno perdeva consistenza
anche
l'incubo di prima era lontano
il suo caldo respiro
il
cuore le pulsava a mille
mentre quello di lui era
così armonico nel suo battere e si addormentò seguendo
il suo ritmo.
Perché lo aveva fatto? Non riusciva a darsi pace, era
stato più forte di lui. L'istinto: sentiva che doveva
proteggerla da qualcosa che non conosceva, doveva farlo
ed ora
era così bello sentire il calore del suo
corpo prigioniero del suo abbraccio.
Il dolce profumo dei suoi capelli che sapevano di mille
fiori e di mare. Stranamente non raggelò al pensiero di
quel suo eterno nemico, anzi, gli sembrava che tutto
fosse tornato indietro
<Cosa mi stai facendo Charlie?> si domandò
carezzandole dolcemente i capelli, il suo respiro era
regolare ormai. Dormiva tranquilla.
Sentì una strana sensazione di freddo sulla pelle, e il
suo petto era leggero.
Aprì gli occhi di scatto e si levò a sedere. Charlize
non c'era più. Si guardò intorno frenetico, poi si sentì
decisamente ridicolo, forse era andata a correre e non
aveva voluto svegliarlo.
Scosse la testa rimproverandosi <Che cazzo ti
preoccupi a fare? Sei proprio uno scemo!>
E scese lentamente le scale per non fare rumore. Si
diresse nel salone-cucina della villa.
Attraversando il corridoio l'occhio gli cadde
sull'orologio a muro, dovevano essere pressappoco le
cinque
VACCA BOIA LE 12 E 40!!
<Per Josafatte se è tardi!> pensò <Era da
tanto che non dormivo così!> d'improvviso venne
attirato da una strana musica proveniente dal salone.
Doveva esserci qualcuno, forse Maki o Danny o
CHARLIE!
Si fermò sulla porta senza accorgersene e rimase lì a
guardarla con un sorriso.
Lei stava preparando il pranzo e la cucina era un vero
inferno.
Si era alzata di ottimo umore quella mattina. Dormire
abbracciata ad Alan l'aveva fatta sentire così bene che
non se ne faceva capace.
Quando si era svegliata, lui stava ancora dormendo e le
sue braccia la cingevano dolcemente. Fece pianissimo per
non svegliarlo e, quando si fu sciolta dal suo abbraccio,
rimase per parecchi minuti lì, a guardarlo dormire:
sembrava un bambino, l'espressione del suo viso era
serena.
Alla fine si era risolta di dover ricambiare la dolcezza
con cui l'aveva rassicurata e così scese in cucina.
Erano le 10 e i ragazzi stavano per uscire e andare alla
spiaggia
"Ragazzi!" li chiamò Charlie "non tornate
troppo presto che ho intenzione di cucinare qualcosa di
speciale!!"
"Vuoi che ti aiuti?" le propose Maki
"No, no" le sorrise la rossa "vai pure con
Mark, me la caverò benissimo!" e le fece
l'occhiolino. Maki la guardò con cipiglio sospetto poi
le sorrise maliziosa, prese Mark sotto braccio e se lo
trascinò via. Charlize sorrise vedendoli andar via poi
rientrò svelta in casa.
"Mi sembra davvero incredibile" esclamò Danny
mentre scendevano il sentiero per la spiaggia "vedere
come oggi sia di buonumore quando poche ore fa stava
tremando dalla paura!"
"C'è chi sa fare i miracoli!" aggiunse con una
punta di malizia Maki. Gli altri la guardarono senza
capire, solo Paul aveva colto la sua frecciatina e
sorrise.
Ora che la casa era libera doveva darsi da fare! Avrebbe
preparato un pranzo davvero speciale, sapeva che era il
minimo per quello che aveva fatto Alan ma di certo non
avrebbe potuto saltargli addosso!!
In pochi minuti la cucina era divenuta irriconoscibile,
ma Charlie non se ne rese neanche conto: era troppo
impegnata ai fornelli per pensarci.
Gateau di patate, genovese, scaloppine al vino bianco con
contorno misto di verdure, fragole al vermut e tiramisù
con panna e caffè: questo era il menù che aveva in
mente e sapeva che doveva sbrigarsi o non ce l'avrebbe
mai fatta!
Mentre le patate stavano bollendo e il sugo rosolava sul
fuoco tranquillo accese la radio per darsi una maggiore
carica e cominciò a pulire la verdura.
Il suo corpo si muoveva sinuoso al ritmo delle canzoni
che la radio passava. Indossava un paio di pantaloncini
di jeans molto corti e un top aderente con le bretelline
intrecciate sulla schiena.
Appoggiato allo stipite della porta rimase lì in
silenzio. I suoi occhi studiavano ogni minimo particolare
di quella figura snella che ondeggiava sinuosamente i
suoi fianchi mentre cucinava.
Dire che era semplicemente deliziosa era davvero poco;
quei soffici capelli ricci che oscillavano leggeri a ogni
suo movimento
d'improvviso gliene sovvenne il
profumo e chiuse gli occhi inspirando profondamente come
se potesse sentirlo meglio.
D'improvviso la sua espressione si fece più seria e
cominciò a pensare
trovava strano il suo modo di
comportarsi e le sensazioni che gli si accavallavo nel
cuore tutte le volte che Charlie gli parlava o gli
sorrideva o lo trafiggeva con quei suoi occhi smeraldini.
Delle altre ragazze con cui era stato, a momenti non se
ne ricordava neanche il nome, invece con lei era tutto
decisamente diverso! Troppo diverso
<Non me ne starò innamorando davvero?> si disse
inarcando un sopracciglio.
D'un tratto venne distolto dai suoi pensieri perché
Charlie ballando ballando si stava girando verso di lui.
Incrociò le braccia sul petto e aspettò con un sorriso
che si accorgesse della sua presenza.<La musica era proprio ciò
che ci voleva!> si disse continuando a ballare. Roteò
su se stessa lentamente, tenendo gli occhi chiusi per
concentrarsi meglio sulla musica. Poi li riaprì
dolcemente e sbiancò: Alan era lì sulla porta che la
osservava con un sorrisino sulle labbra!
Si coprì faccia con le mani sentendo le sue guance
andare a fuoco. Poi aprì le dita per guardalo.
"No" disse lui sorridendo "continua, era
divertente"
"Ohh, cattivo!" disse lei guardandolo con
un'espressione imbronciata e tornando ai fornelli "non
si spia la gente lo sai?"
"Oh, ma io non ti stavo spiando" si difese lui
avvicinandosi e appoggiandosi contro il lavello vicino a
lei "solo non volevo disturbarti!"
"Stupido! Ho fatto la figura della scema!"
"No ma che dici" sorrise lui "ballavi
molto bene" le disse serio
"Grazie!" rispose con poca convinzione
"Dai, guarda che dicevo sul serio! Per quanto
riguarda questo campo puoi fidarti dei miei giudizi!"
"Ah davvero?" lo guardò ironica "e perché
signor Paganini?"
"Ah, ah, ah" rise lui ironico "guarda,
ciccia, che io sono un cubista!"
"Oh, ma davvero?" rispose lei con aria di falso-stupore
posandosi una mano sul petto e l'altra sul fianco "del
tipo: pantaloni molto stretch
"
"Di pelle!" la corresse lui
"Uhh, di pelle!" gli fece eco "del tipo:
canotte molto aderenti
"
"A volte anche senza!"
"Wow, you are so sexy!!" gli sorrise
riprendendo a pulire la verdura.
"Ehi, sfotti poco ragazza!" le disse con tono
ironico. Charlie scosse la testa continuando il suo
lavoro.
D'un tratto esclamò "Wow bella questa!" e
corse ad alzare il volume della radio: stavano
trasmettendo "Someboby to love" dei Jefferson
Airplane.
"When the truth is found to be leis
and all the joys within you dies
Don't you want somebody to love
Don't you need somebody to love
Wouldn't you love somebody to love
You better find somebody to love
"
Charlie cominciò a ballare lentamente e lanciò di
sottecchi un'occhiatina di sfida ad Alan, che aveva
cominciato a tenere il ritmo con il piede.
Si mosse dalla sua posizione e cominciò a camminarle
intorno con aria decisamente sospetta, che a Charlize
fece venire i brividi.
E si sentì dapprima gelare poi bruciare letteralmente
quando Alan cominciò a ballare dietro di lei, seguendo
ogni suo movimento, a distanza decisamente ravvicinata!!
"When the garden flowers baby are dead yes
and your mind is full of red
don't you want somebody to love
don't you need somebody to love
wouldn't you love somebody to love
you better find somebody to love"
sentiva nitido il calore del suo corpo, ma non poteva
tirarsi indietro e decise di lasciarsi trascinare
dall'onda con il suo cuore che ormai era fuori da ogni
controllo.
La sua pelle ebbe un leggero fremito quando l'avvolse con
un braccio posandogli una mano sul ventre scoperto
stringendola di più.
<Giuda, se continua così giuro che gli salto addosso
davvero!> pensò Charlie ormai prigioniera di quello
strano gioco.
D'un tratto lui, le prese la mano sinistra con l'altra
che aveva libera e la fece voltare di scatto verso di sé
per poi stringerla di nuovo: stavolta era in trappola,
occhi negli occhi.
"Your eyes, I say your eyes may look like his
but in your head baby I'm afraid you don't know where it
is
don't you want somebody to love
don't you need somebody to love
wouldn't you love somebody to love
you better find somebody to love"
l'intera stanza era diventata una pista da ballo. I loro
corpi si avvicinavano per poi allontanarsi di nuovo. Lui
le teneva una mano, un contatto così caldo, che
infondeva ad entrambi una sicurezza che non sapevano
spiegare.
"Tears are running ah running down your breast
and your friends baby they treat you like a guest
don't you want somebody to love
don't you need somebody to love
wouldn't you love somebody to love
you better find somebody to love"
quando la musica terminò le loro mani si separarono:
entrambi sentirono una strana sensazione di vuoto allo
sciogliersi di quel dolce contatto.
"Wow!" esclamò Charlie cercando di
riacquistare un certo autocontrollo "niente male!
Prometto che non ti prenderò più in giro."
Alan le sorrise facendo un inchino, poi le si avvicinò
prendendole una mano.
"Alla prossima volta, querida!" e gliela baciò,
trafiggendole lo sguardo con l'espressione più audace
che Charlie avesse mai ricevuto.
Poi la lasciò lì silenziosa. Lei rimase per un momento
a guardarsi la mano, con il volto decisamente in fiamme
<Controllati!!> si ordinò dandosi uno schiaffo
sulla mano, che non avrebbe lavato mai più (!!) e tornò
a cucinare.
I ragazzi tornarono dalla spiaggia proprio quando
Charlize aveva finito di cucinare.
Trovarono la tavola con i piatti fumanti.
"Si mangia!!" esclamò Ed tuffandosi nella sua
megaporzione di gateau.
"Sei sempre il solito!" lo rimproverò Mark
"Devo -Chomp- mantenermi GNAM sano e forte!!"
Gli altri risero.
"Hei Al che hai fatto oggi?" gli domandò Paul
"non ti vedo da ieri sera, e non sei neanche andato
a correre. Te la sei proprio presa di riposo!"
Alan sorrise, con l'aria di chi la sa lunga "Ho dato
lezioni di ballo!" disse e lanciò un'occhiata lesta
a Charlize che era improvvisamente avvampata e si era
calata praticamente con la testa nel piatto.
Maki colse l'improvviso imbarazzo dell'amica e sorrise:
doveva raccontarle tutti i particolari!
"Ah si?" rispose Paul sorpreso "e chi era
la tua allieva?"
"Mi spiace segreto professionale!" e bevve un
sorso di vino, mentre gli altri lo guardarono con
sospetto.
"Tutto ottimo!" esclamò Danny poggiandosi
contro lo schienale della sedia "e brava Charlie.
Beato chi ti sposa!"
Charlie sorrise togliendo i piatti "Dici? Prima però
dovrei trovare qualcuno che mi sposi"
"Ti sposo io posso?" disse Ed "se cucini
sempre così, ti sposo anche subito!"
"Alan e tu non dici niente?" domandò Maki
maliziosa. Alan fece la faccia di chi cade dalle nuvole
"Io? E che dovrei dire?"
"Oh lui non dice niente perché non ha bisogno di
una moglie" disse Charlie "ma di un'amante!"
"Uuuuuh!" ululò Paul "t'ha steso vecchio
mio"
Alan la guardò inarcando un sopracciglio e alzando le
mani disse "Touchè! Stavolta m'hai fatto ma stai
pronta che mi vendicherò!" Charlie gli fece un
sorriso che per poco non gli provocò un infarto secco
tanto era bello, e lui rimase lì a fissarla come
ipnotizzato.
"Alan, ehi Alan! Sei sveglio?" gli domandò
Paul passandogli una mano davanti alla faccia
"Eh
si
cosa?"
"Ehi ma t'eri incantato?"
"Chi..io? no ,no"
Paul lo guardò con sospetto "Cosa stavi fissando?"
gli domandò
"Io?
niente" cercò di nascondere Alan, ma
l'amico lo conosceva troppo bene e gli si avvicinò per
vedere l'oggetto della sua attenzione. Poi disse "Certo
che ha delle belle gambe!"
"EHI!!!" esclamò Alan balzando in piedi "bada
un po' a dove metti gli occhi!!"
Paul lo guardò con falsa sorpresa "Cos'è questo un
attacco di gelosia?" gli disse prima di allontanarsi.
"COSA!? GELOSO?" poi si accorse di aver parlato
a voce troppo alta e si guardò intorno: gli altri lo
stavano fissando curiosi, compresa Charlie. Lui sorrise
imbarazzato e si dileguò "Eh..eh
"
sorrise agli altri poi rivolto a Paul "hei tu
aspetta che dobbiamo parlare"
I ragazzi si scambiarono delle occhiate perplesse e
uscirono lasciando sole Charlie e Maki.
"Allora come è andata la "lezione di ballo"?"
domandò la ragazza di Mark con maliziosa disinvoltura.
Charlie avvampò "Bhè
ecco
" poi
sotto lo sguardo indagatore di Maki cedette
"Ho evitato uno stupro!"
"COSA? Lui ha cercato di
."
"NO! Non lui: IO!! Non so come mi sia trattenuta dal
non saltargli addosso!"
Maki cominciò a ridere, tanto che alla fine le uscirono
le lacrime.
Charlie le raccontò tutto, fin nei minimi particolari
"Sei cotta!" esclamò dopo che lei ebbe finito
"Si, lo credo anch'io!" sospirò "Ma lui?
Che cosa prova Alan per me?" si sedette mogia su una
sedia
"Secondo me anche lui è cotto!" asserì Maki
ma Charlie la guardò poco convinta
"A volte sembra ad un centimetro da me e poi è come
se non fosse successo niente!" e scosse la testa.
Maki guardò la sua amica <Povera Charlie, Alan è
sfuggente come l'acqua!>
"Dai non arrenderti!" la incoraggiò "combatti
per conquistare il suo cuore!"
Charlie la guardò sorpresa poi le sorrise e si alzò.
Il pomeriggio stava passando tranquillo.
I ragazzi si stavano preparando per andare alla spiaggia,
erano circa le quattro.
Alan, seduto sul divano, stava leggendo una rivista
calcistica (e te pare!) quando arrivò Charlize
"Al!" lo chiamò comparendogli davanti. Il
giovane sentendosi chiamato in causa alzò lo sguardo
verso di lei "Si dimmi"
"Senti mica ti seccherebbe di accompagnarmi in città?
Vorrei ricordare a quell'idiota del meccanico che esiste
anche la mia macchina da riparare."
Alan sorrise e si alzò "Nessun problema"
"Bravi andate in città, così fate anche la spesa o
questa sera digiuno per tutti!" sentenziò Danny
dopo aver dato un'occhiata al frigorifero.
Anche Charlie vi diede una rapida occhiata "Bhè si,
in effetti dovremmo proprio farla un po' di spesa!"
in breve prese carta e penna e vi scarabocchiò la lista.
"Possiamo andare" disse dopo aver completato
l'elenco e trotterellò fuori seguita da Alan.
"Certo che abbiamo comprato roba per un reggimento!"
esclamò Charlize dando un'altra occhiata al sedile
posteriore della Jaguar di Alan: era stracolmo! "Essendo
che Ed ingerisce cibo in quantità industriale, io mi
domando se ci basterà per i prossimi due giorni!"
scherzò il giovane tenendo sotto stretto controllo la
strada.
"Allora, ti si sono sbolliti un po' i nervi?"
domandò poi alla sua compagna di viaggio
"Un po'" sentenziò con aria offesa Charlize
"idiota d'un meccanico! Perché diavolo mi hai
impedito di torcergli il collo?"
Alan sorrise "Perché se lo lasciavo alle tue cure,
sua moglie e i suoi figli non l'avrebbero più rivisto!"
Charlie sbuffò con le braccia conserte "Però
solo
un pugno glielo potevo dare!". Rimasero per un po'
in silenzio e la radio ripassò la canzone dei Jefferson
Airplane. I due si scambiarono una rapida occhiata, poi
Charlie distolse lo sguardo arrossendo violentemente:
tutte le sensazioni che aveva provato quella mattina le
si accalcarono sotto la pelle provocandole un brivido.
"Hai freddo?" le domandò Alan "Vuoi che
alzi la capotte?"
"No, no. Sto bene" e gli sorrise cercando di
controllarsi.
Il ragazzo le lanciò un'altra rapida occhiata. Anche lui
aveva rivissuto in un attimo tutte le sensazioni forti
che, dal primo giorno che l'aveva vista, Charlize gli
stava provocando. Poi si fece coraggio e le fece una
domanda che gli frullava in testa da quella mattina.
"Allora
" disse cercando di sembrare il più
disinvolto possibile "a Fukuoka ti aspetta qualche
fidanzato geloso?"
Charlie gli rivolse un'occhiata sorpresa, poi rispose
"No, sono libera come l'aria" e gli sorrise
"Ah
" si sentiva stranamente felice per
quella risposta "però scommetto che di
corteggiatori ne hai a milioni!"
Lei sorrise con quella luminosità che lo faceva
impazzire
"Si, quelli sono numerosi" disse "ma sono
uno più idiota dell'altro! Cercano sempre di mettermi le
mani addosso e in cambio ricevono un bel pugno alla bocca
dello stomaco!"
La risata di Alan si disperse nell'aria. Quando ad un
tratto
PTUN PTUN
.CLOCK
STOMP STOMP
.GRLLL
"Ma che diav
" mormorò Alan quando la
macchina cominciò a rallentare per poi fermarsi del
tutto
"andiamo piccola, che ti prende ora? Daidaidaidai!"
ma la Jaguar aveva deciso che si sarebbero fermati lì.
"Ma che hai!" protestò battendo le mani sul
volante, poi guardò meglio la plancia "Ouuuu"
si lamentò
"Che succede? Perché non parte?" domandò
Charlize, Alan le rivolse uno sguardo da cucciolo
bastonato "E' finita la benzina!" esclamò
cominciando a ridere
"Come?"
"Già, mi sono proprio dimenticato di fare il pieno!"
e si rilassò contro il sediolino ridendo come un pazzo
"quanto sono idiota!" continuò scuotendo il
capo.
Anche Charlie cominciò a ridere e le loro risate si
fusero in un allegro coro.
"Fammi avvertire i ragazzi, che ci vengano a
rimorchiare!" disse il portiere della New Team
prendendo il telefonino, poi fece mente locale "dunque
quello di Ed ha un guasto sulla linea da quando siamo
arrivati
proviamo con Mark" lo lasciò
squillare fino a che non cadde la linea, ma nessuno
rispose "merda! Ma dove cavolo lo tiene quel dannato
telefono?" protestò
"Forse è nello zaino e non lo ha sentito!"
"No, secondo me bene ha fatto che se l'è scordato a
casa!"
"Prova con Paul" propose lei
"Si è quello che stavo per fare" ma questa
volta l'operatore lo avvertì che era spento "Spento"
sentenziò chiudendo la chiamata "ma dico io che
cazzo ce l' hai a fare il telefonino se lo tieni spento?".
Charlize sorrise divertita e si rilassò anche lei contro
il sediolino e lo guardò negli occhi dicendo "Allora,
che si fa?"
Alan sospirò rassegnato "Credo ci tocchi aspettare
qui che 'lor signori ' ritornino a casa!" e posò il
telefono sul cruscotto.
Charlie scese dall'auto e si stirò le gambe. L'aria era
calda ma non afosa e il sole stava calando sul mare.
Erano circa le otto e mezza.
"Al, guarda che meraviglia!" esclamò la
ragazza indicando lo stupendo tramonto che tingeva il
mare di un meraviglioso arancione luccicante.
Alan vi diede una rapida occhiata, senza scendere dalla
macchina, ma vi distolse subito lo sguardo: non reggeva
la vista del suo nemico, lo faceva rabbrividire.
Charlize notò la sua espressione buia e gli si avvicinò
guardandolo con aria preoccupata. Cavolo si era proprio
dimenticata di quello strano attrito che c'era tra lui e
il mare. Avrebbe dovuto chiedergli cosa lo agitasse così
ma decise che non l'avrebbe fatto quella sera. Erano solo
loro due e voleva godersi quell'istante attimo per attimo
e poi
chissà se Alan le avrebbe confidato il suo
segreto.
Lui picchiettava nervoso le dita sul volante quando
un'ombra gli si parò davanti. Alzò lo sguardo e vide
Charlie che lo osservava preoccupata. Le rivolse un
sorriso poco spontaneo per cercare di mascherare il più
possibile il suo nervosismo, lei lo ricambiò e si
sedette sul cofano della Jaguar.
Non perse tempo, e cominciò a punzecchiarla
"Guarda che mi ammacchi il cofano!" esclamò
con un sorriso
"Ah, ah che spiritoso! Ti avverto che io sono un
peso piuma
caro!!"
"Davvero? Io non ci giurerei!"
Lei lo guardò con cipiglio di sfida "Sei un vero
cafone lo sai?", lui le rispose con un sorrisetto
"ti farò sparire quel sorrisino da furbetto se mi
prendi di nuovo in giro!" lo minacciò sorridente.
Passarono un po' di tempo così, scherzando,
punzecchiandosi e raccontandosi dei vecchi tempi.
Poi Charlie sorrise.
"Che c'è? Perché sorridi?" le domandò Alan
con aria confusa. Lei scosse leggermente il capo
"Questa canzone
" disse riferita alle
prime note che arrivarono dalla radio. Alan andò ad
alzare il volume per sentire quale fosse.
"Stand by me di Ben E. King!" disse infine,
poggiandosi vicino a lei al cofano della Jaguar "ti
ricorda qualcosa di particolare?"
"Una delusione!" sospirò lei. Alan la guardò
silenzioso "Qualcosa di molto grave?" le domandò
con aria curiosa, ma sempre molto gentile.
"No, avevo 12 anni" e sorrise "Tu non
venivi al Covo già da un paio d'anni, quando è successo.
Te lo ricordi Robert Tepper?"
"Certo che si! Un povero idiota!"
"Ecco, io mi ero innamorata di Robert!" gli
disse guardandolo e sbattendo più volte le palpebre.
Alan assunse l'espressione di chi ha appena compiuto una
tremenda gaffe.
"Ah, ecco
"
"Lo so che era un deficiente, però lui era stato
molto gentile con me. Questo è successo il giorno della
festa di fine estate. Lui il giorno prima aveva detto di
volermi bene e che mi avrebbe invitata a ballare la sera
della festa, ma invitò Linda Blanchard. Quanto ci rimasi
male."
"Io lo sapevo che era un idiota!" sorrise Alan.
Lei si portò le ginocchia al petto "Quella sera
andai al Covo dell'Angelo, il nostro rifugio."
Il giovane la guardò silenzioso.
"Quella sera ho sperato tantissimo che tu
ritornassi, che fossi lì per consolarmi, come avevi
sempre fatto. Ma non c'eri, ed io ero rimasta da sola."
Charlie rimase silenziosa a fissare la strada davanti a sé.
Alan abbassò per un momento lo sguardo, poi lo rialzò
deciso. Si mise di fronte a Charlize che lo guardò per
un momento confusa, poi disse porgendole la mano "Mi
dispiace di averti lasciato da sola, però sappi che se
fossi stato lì ti avrei invitato io a ballare." Lei
rimase ferma sempre più confusa "Forse è un po'
tardi ma
vuole concedermi l'onore di questo ballo
madame?"
Charlize guardò prima la sua mano poi i suoi occhi,
profondi. Sorrise e leggermente posò la sua mano su
quella di Alan e si alzò.
Illuminati dai fari della Jaguar, con le stelle luminose
come miliardi di lucciole sospese nel cielo notturno,
cominciarono a ballare una musica dolce che sembrava
scritta apposta per loro.
"When the night as come
and the land is dark
and the moon is the only light we'll see
no, I won't be afraid,
no, I won't be afraid
just as long as you stand,
stand by me so, darling,
darling stand by me,
oh, stand by me,
oh, stand, stand by me, stand by me."
Le sue forti braccia la cingevano dolcemente, e le mani
scivolavano lungo la sua schiena come meravigliose
carezze.
Lei teneva la testa poggiata sul suo petto e le sue mani
erano posate delicatamente sulle sue spalle. Il
meraviglioso profumo dei suoi capelli gli era come
entrato in circolo per tutto il corpo dandogli una strana
energia che lo fece stare bene.
Era tutto come la sera prima
<Alan, stai anche tu provando le forti sensazioni che
sto sentendo io in questo momento? Sei sempre stato
l'unico che mi abbia mai capito, fin da quando eravamo
piccoli, tu sapevi sempre quello di cui avevo bisogno. Da
quando sei andato via dal Covo, mi sono sempre sentita
non
so
come incompleta ma non capivo perché, ora
invece
>
"If the sea that we look upon
should tumble and fall,
or the mountain should crumble in the sea
I won't cry, I won't cry
No I won't shed a tear
Just as long as you stand
Stand by me, so darling,
Darling stand by me
Oh stand by me
Oh stand by me, stand by me"
<Non vorrei sciogliere quest'abbraccio per nulla al
mondo!> pensò Alan <mi sento bene, come mai prima
d'ora. So che sei tu la causa di questo mio benessere ma
forse ho paura di ammetterlo a me stesso perché non mi
sono mai sentito così legato a qualcuno.> senza
accorgersene la strinse di più a se <tutte le ragazze
che ho avuto sono state poco meno di un passatempo, tu
Charlie, perché sei diversa? Non sei la mia ragazza
eppure sento un filo indissolubile che ci unisce
invisibilmente
e per la prima volta sono felice di
sentirmi legato, proprio io che odio le costrizioni!>
"When the night has come
and the land is dark,
and the moon is the only light we'll see
no I won't be afraid
no I won't be afraid
just as long as you stand
stand by me, so darling,
darling stand by me
oh stand by me
oh stand stand by me, stand by me"
lentamente si dispersero le ultime note della canzone
quando Alan si fermò e dolcemente le sollevò il viso
per guardarla e perdersi in quei meravigliosi occhi
smeraldini.
Charlie si sentì d'improvviso il cuore chiudersi in una
morsa, il suo viso era così vicino
Al avvicinò lentamente le sue labbra a quelle di lei
quando
DRIIIIIIIIIIIN!
D'improvviso come svegliati da un sogno entrambi si
bloccarono e si resero conto di quello che stavano per
fare, i loro sguardi erano come spaventati dalla
situazione. Alan balbettò "Il
cellulare"
e si fiondò verso la macchina, mentre il telefonino
continuava a strepitare sul cruscotto della Jaguar.
Il giovane si tuffò a rotta di collo all'interno
dell'abitacolo smadonnando l'intero calendario dopo che
il freno a mano gli si fu conficcato nello stomaco
"PUTTANAMISERIAVACCABOIA!" gridò e agguantò
frenetico il cellulare
"ERA ORA!" esclamò in tono di rimprovero la
voce di Mark dall'altra parte "è da più di cinque
minuti che sto provando a rintracciarti! Ma dove cacchio
state? Sono le 9 e 30 passate!!"
il portiere della New team sclerò
"IO??? DOVE CAZZO STAVATE VOI! Mai una volta che vi
portaste dietro quei fottuti telefonini! Noi qua siamo
rimasti a secco di benza, quindi muovete il culo e
veniteci a rimorchiare prima che i miei maroni comincino
a ballare la samba!!"
Mark allontanò la cornetta dall'orecchio e la guardò
con fare sorpreso "Ti sento un tantino irritato! È
successo qualcosa?"
"NON E' SUCCESSO UNA MINKIA E MUOVETE IL CULO!!"
e dicendo terminò la comunicazione.
"Era furente!" mormorò la Tigre della Toho
guardando gli altri preoccupato con ancora la cornetta in
mano che continuava a ripetere "tutututututututututututu".
Charlize era rimasta come immobile e, anche se lui non
c'era più, ne vedeva ancora l'immagine davanti a se. Un
lungo brivido la percorse scotendola.
<Dio, ci siamo andati dannatamente vicini però
>
e si portò due dita alle labbra <perché si è
spaventato così? Non gli sono indifferente ma qualcosa
lo ha bloccato!!>
Alan aveva chiuso la comunicazione ed era rimasto fermo a
fissare il telefonino che aveva tra le mani come fosse un
oggetto alieno. <L'ho spaventata! È sicuro,
altrimenti non mi avrebbe guardato così terrorizzata.>
pensò tra sé <ma cosa ho fatto per farla agitare così?
Forse non avrei dovuto cercare di
> e si passò
una mano tra i capelli. Alzò lentamente lo sguardo e la
vide ancora lì davanti alla Jaguar illuminata dalla luce
dei fari <e ora come mi comporto?>
Danny e Paul arrivarono in pochi minuti con una tanica di
benzina. Mark, per la sua sicurezza, era rimasto alla
villa.
"Scusateci ragazzi!" esclamò Paul "scommetto
che avrete provato a chiamare anche sul mio di telefono e
lo tenevo spento. Perdono!!!"
"Non preoccuparti" lo confortò Charlie
sorridendogli. Paul si accorse subito di qualcosa di
diverso, il sorriso di Charlize era più spento.
"Qualcosa non va?" le mormorò piano per non
farsi sentire da Alan, convinto che lui c'entrasse
qualcosa.
Lei gli rivolse uno sguardo stupito che tacitamente
diceva "come hai fatto a capirlo?"
"No, non è successo nulla. Perché?"
menzogna spudorata!
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