Another Holy War

CAPITOLO VENTIDUESIMO
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Philia si svegliò quando un raggio di sole penetrò dalla serranda danneggiata dalla battaglia di qualche giorno prima.
Si trovava al centro del letto, tutte le coperte erano raggomitolate intorno a lei, sotto alla testa aveva il suo cuscino e con le braccia stringeva quello di Xel
-Uh?....
Philia sbattè un paio di volte gli occhi
-toh...ieri sera ho vinto....
Si lavò, si vestì e scese la scale che portavano ai saloni sottostanti.
Arrivata al giardino circolare, al centro del palazzo, si guardò intorno un paio di volte cercando Xel e gli altri, ma vide solo guardie intente a smistare la popolazione da poco svegliata e che tra non molto avrebbe cominciato i lavori di ricostruzione della città
Philia riconobbe una delle guardie di ieri sera e si avvicinò.
La guardia si voltò riconoscendo la vestale amica dei reali
Fece un leggero inchino
-Buongiorno signora
Sul "signora" il sopracciglio di Philia guizzò un poco ma nessuno se ne accorse
-Il re è al momento impegnato nella sala delle riunioni, insieme alla regina Xenia, ma suo marito l'ho visto dirigersi verso la sala da pranzo reale.
La guardia indicò un portone aperto , che dava su una lunga anticamera
-in fondo a destra, è la porta dorata
Philia represse l'istinto di afferrare la mazza chiodata, ma le sue mani si contorsero sulla seta della lunga gonna rosa
-Mio....marito....?
La guardia riportò lo sguardo sul drago
-Si, il fratello del re, Xelloss
La mano serrò la stoffa nella mano e la coda scattò fuori dalla gonna, dritta ad indicare il cielo sovrastante
-QUELL'ESSERE IGNOBILE NON E' CERTO MIO MARITO!!!!!!!!!
Tutti si voltarono, rimanendo il silenzio a fissare Philia
*gocciolone della guardia*
.....
-...m-mi dispiace signora....è che ...ecco, lei è giunta qui con una bambina e un ragazzo....ecco, io pensavo che fossero figli suoi e di Xelloss
La coda si arrotolò scomparendo sotto la gonna e sulle gote del drago si intravide per poco un velo di rosso, poi si voltò con le braccia incrociate e marciò per il corridoio prima indicatole
Per tutto il tragitto del lungo corridoio, Philia parlottò, rivolta a nessuno in particolare, parole poco lusinghiere riferite ad un certo demone dai capelli viola

Xelloss starnutì, e per poco non lavò Kei, che gli stava di fronte seduto a tavola, con il caffè che stava bevendo.

Zelas Metallium voltò il capo sul cuscino di seta nera, dall'altro lato
-Avanti, dimmi che è successo, sai che son curioso
Dynast le stava seduto al fianco opposto ove lei si era voltata, su di una sedia.
Ormai la dark lady aveva ripreso colore e sembrava stare meglio....almeno fisicamente.
Dynast incrociò le braccia, indispettito dal silenzio di lei dopo la sua domanda.
-Allora?
-Vai via
Disse lentamente la donna
Un sopracciglio guizzò un pò al dark lord
-Bel ringraziamento dopo che ti ho aiuato a riprenderti
-Ce la facevo benissimo da sola
Dynast si alzò e si diresse verso la porta
Prima di sucirne si voltò
-Non puoi voler veramente cacciare Xel
Poi attraversò la soglia.
Zelas rimase in silenzio nella camera per parecchi minuti
-Cosa conta ciò che io voglio?

-Signorina! è da venti minuti che ho ordinato! ci mettevo meno a cacciarlo , spennarlo e cucinarmelo da solo il pollo!
-E STA' ZITTO VECCHIO RINCITRULLITO! ANCHE IO HO DA FARE!! NON CI SEI MICA SOLO TU NELLA LOCANDA!!!!
Nessuno dei soliti clienti della locanda fece caso alla risposta della cameriera dal nome Luna Inverse, erano abituati, ma evidentemente quel cliente doveva essere uno straniero, e si offese un pò.
-Che cosa?? ma che modi sono di rivolgersi ad un cliente??? muovi quelle gambe sguattera!!!!
A queste parole i clienti fecero cadere tutti contemporanemanete le forchette (nonchè le mandibole) sul tavolo.....
Sulla tempia della ragazza, voltata dal lato opposto del cliente, comparve una vena pulsante.
La cameriera cominciò ad emanare una leggera aura dorata
Tutti i clienti si alzarono,lasciarono i soldi sul tavolo senza nemmeno contarli e si fiondarono fuori dal ristorante.
Anche le cameriere si rifugiarono in cucina, proteggendosi il capo con i loro vassoi.
-Cosa.....hai....detto.....?....
Il cliente si guardò intorno stupito dal vuoto improvviso nella sala da pranzo del locale.
Un'esplosione sconvolse Zephilia
Poco dopo , su un cumulo di macerie dove prima si trovava il ristorante , un'uomo anziano stava urlando contro la cameriera che aveva combinato quel disastro
-E' LA QUATTORDICESIMA VOLTA CHE DISTRUGGI TUTTO DANNAZIONE!!!!
Luna si grattava nervosamente la testa
-ah...ahe...scusi capo ^^;;;
-COSA SCUSI E SCUSI!!!!!???? NON POSSO RICOSTRUIRE TUTTO 170 VOLTE ALL'ANNO!!!!!!
Sotto i piedi di Luna il cliente di prima era in coma profondo, con gli occhi a forma di spirale
Luna fece battere indice conto indice, a capo leggermente chino
-Si...ma quello mi ha offeso capo......e lo sà che non sò usare incantesimi, ma che se mi arrabbio succedono cose simili......
L'uomo abbassò la testa di colpo sotto il peso di un gocciolone di dimensioni faraoniche, poi fece ondeggiare una mano verso la ragazza
-Vai.....tanto per oggi il locale è...ahem...chiuso.......
Luna riprese immediatamente un sorriso a 36 denti e fece un cenno di saluto con la mano all'uomo, poi si allontanò trotterellando felice per l'uscita anticipata dal lavoro.
A metà strada tra il ristorante e casa , dalla sua tasca si sprigionò una leggera luce violetta.
Luna si fermò e ne estrasse una sfera trasparente, al suo interno si rifletteva la figura della sua migliore amica....sembrava stanca....o meglio, Luna pensò che assomigliava più al viso di una persona depressa, ma che ne sapeva lei , un demone non si deprimeva..
Sfiorò con la mano destra la sfera e questa si illuminò di più, definendo meglio la figura riflessa all'interno.
-Zelas-chan?...che faccia da funerale!
La donna , dalla wolf pack island, fissò per qualche secondo in silenzio la sfera che rifletteva la figura del cavaliere di Chepied, poi parlò
-Vieni qui Luna-chan.
Luna strabuzzò gli occhi
-Venire li?? sulla wolf pack island? e come ci arrivo?? chiamo Spok??
Zelas interruppe la comunicazione.
Un gocciolone comparve sul capo di Luna.
Fissò la sfera vuota per un minuto con il gocciolone persistente sulla sua testa.
Poi se la infilò in tasca ed estrasse dall'altra tasca un'altra sfera, color oro, più piccola.

Milgatia, nella sua base sui monti Katart, era seduto dietro alla sua scrivania .
Stava scrivendo il solito rapporto mensile sugli eventi di quei luoghi.
La luce sprigionatasi dal cielo la notte scorsa non lo convinceva....
Cadde per terra non appena l'urlo del cavaliere Inverse echeggiò nel suo studio
Si rialzò a fatica , con molti capelli fuori posto, aiutandosi con la scrivania, poi aprì un cassetto ed estrasse una sfera tale e quale a quella che Luna possedeva
In questa, a differenza di quella che aveva anche Zelas Metallium, non si rifletteva la figura di chi chiamava ma ne si sentiva chiaramente la voce.
-C-...cavaliere Inverse........a cosa devo la sua urlat-....ahem...chiamata?
MIlgatia aveva un certo tic nervoso al sopracciglio destro.
-ho bisogno di un dragobus!
*gocciolone*
-un ...un drago-che?
-Un dragobus! un drago che mi porti alla Wolf Pack island!
Ripetè la voce femminile
-Ah...ahe....proprio alla wolf pack island?
-Eh bhè! se devo andare là!
Luna comandava, non chiedeva....
-Ahem....ok....vi manderò qualcuno...amesso che lo trovi qualcuno che voglia andare alla Wolf pack island
-OHHHHHH!!!!! ma che cagasotto che sono i draghi! suvvia Milgatia! se nessuno vuol venire vieni tu!
La comunicazione si interruppe
*gocciolone di Milgatia*
Così fu, nessuno aveva voluto recarsi proprio all'abitazione della greater beast , casa anche del dragon slayer.
Così Milgatia si presentò sotto forma di drago a Zephilia...

L'aria sferzava sul volto della ragazza mentre si reggeva salda alla lunga criniera del drago
-E-ehy, MIlgatia caro..^^;....rallenta un pò o mi devi recuperare nel mare dei demoni ^^;;;;
MIlgatia rallentò un poco, ma ormai la wolf pack island era all'orizzonte e Luna poteva già scorgere il castello di Zelas, inerpicato sul promontorio centrale dell'isola lussureggiante.
-Vorrei proprio sapere che cos'ha Zelas....non l'ho mai vista così....
Questi erano i pensieri del cavaliere di Chepied, poco prima di sbarcare sulla bianca spiaggia dell'isola tropicale.



FINE CAPITOLO VENTIDUESIMO