I ciliegi erano in fiore. Lei stava
correndo. L'aveva appena spruzzato d'acqua alla fontana,
e lui la stava rincorrendo per "punirla".
Rideva. Tantissimo. Non si divertiva tanto da un sacco di
tempo. Poi si fermò- senza fiato- appoggiandosi ad un
ciliegio. Correva, dietro a sua sorella. - Elena! Le prese la mano, ed erano sul bordo di un canyon profondissimo. Lei le teneva la mano. - Dammi l'altra, Ellie!- - Noooooo- Patty si alzò sul letto, fradicia, come tutte le notti un mese prima e un mese dopo "quel" giorno. Piangeva. Non poteva fare altro, ormai.
CAPTAIN TSUBASA LOVE STORIES: I SEGRETI DI PATTY
- E così, domani tornano i ragazzi, sei
felice, ehi, Patty, mi stai acoltando? Evelyn parlava, e lei aveva di nuovo la strana sensazione che aveva spesso con Evelyn: che l'amica si stesse rivolgendo ad un'altra. Alla sua ex migliore amica. Ad Elena. L'aereoporto di Tokyo era affollatissimo:
tutti erano venuti a dare il benvenuto alle neo-star del
calcio giovanile mondiale. Bruce non faceva altro che buttarsi davanti alle macchine fotografiche per risultare sempre in primo piano: tentativo inutile: l'unico che interessava ai giornalisti era Holly. E l'uomo dietro di lui, Roberto Sedinho. Holly si guardava attorno ansioso, quasi infastidito dai flash dei fotografi che lo riempivano di domande. Da quando erano partiti quella mattina, anzi, da quando si era svegliato, una strana ansia lo stava attanagliando. - Chi stai aspettando?- gli chiese
Roberto, poggiandogli una mano sulla spalla. Gli Atton, madre, padre e figlio, erano stupiti. -Sei nervosa?- domandò la ragazza dai
capelli biondo-rossi accanto a lei. Emy non aveva sentito ragione, Patty aveva dovuto dormire a casa sua. Ed era stato molto piacevole, quasi divertente, a ricordare... Il passato. Fino a quando Emy non l'aveva costretta ad indossare quello stupido vestito. L'amica era bellissima ( e Julian un deficiente a non essersi ancora dichiarato apertamente): indossava un vestito con la spallina sottile e lungo fin sopra il ginocchio, con sopra una maglia leggera, stile twin set. Giallo chiaro. Un colore solare. Il preferito di Emily, fino a quando... Scacciò i pensieri scuotendo il capo. Lei vestiva invece un vestito a fiori rossi con lo sfondo color panna. La maglia leggera che portava era rossa. - Il colore che ti dona di più- aveva detto Emy. Ma non la sera prima. - Sei bellissima. Stai tranquilla. Le due amiche soirrisero, e giunsero, girato l'angolo, all'aereoporto. - Respiro profondo...- - Fratello? Roberto tu hai un fratello in
Giappone?- Holly era stupito. - Ma assomiglia moltissimo...- Entrambi i campioncini- Holly e Julian- erano rosso acceso. Holly pareva addirittura pietrificato. Appena aveva visto Patty, l'ansia era sparita. Emy diede una gomitata all'amica e le sorrise. Aveva subito notato l'espressione da pesce lesso di Holly (NdA tié Holly, così impari a guardare solo dove metti... la palla). - Ehi, ciao ragazze!- Come sempre, alle discussioni di Patty e Bruce, tutti scoppiarono a ridere. - A parte gli scherzi. Complimenti ragazzi!- Giratala infatti vi era dipinta tutta la
squadra com'era apparsa sulle foto dei giornali. - Wow, grazie...- Mentre se la scambiano, le loro mani si
sfiorarono. Ora anche Patty è color pomodoro. (fuori dall'aereoporto) - Patty... torni a casa in treno con noi? Tutti guardarono Emy stupiti dalla serietà con la quale aveva parlato. - Julian... Stai bene ora? La squadra si era ormai separata. Emy e Julian avevano appena salutato Mark davanti a casa sua. Era stato commovente vederlo con i fratellini. Il cielo oramai tendeva al rosa più che all'azzurro. Il tramonto era appena cominciato. - Devi fidarti di me. Erano ormai vicini a casa Plange (NdA la casa di Emy), e si trovavano al centro del parco vicinissimo alla casa della ragazza, dal quale passavano quasi tutti i giorni tornando da scuola. Julian si appoggiò alla ringhiera e guardò le acque calme del lago al centro del parco che pian piano prendevano i colori del tramonto. - Io mi fido di te. - ... Emy si poggiò sua volta alla ringhiera. - Oh Julian, è solo che io... Ho tanta
paura... Di perderti...- si accorse, con suo stupore,
solo dopo averle pronunciate, che quelle non erano parole
sue e che le aveva sentite, rivolte a lei, tanto tempo
prima... In quel momento, nelle menti dei due ragazzi, passarono una marea di ricordi. E poi, due vivi ma distinti li presero. Emy rivide Patty, la sera prima, che le
chiedeva: - Sei davvero innamorata di Julian?-
Lei era rimasta silenziosa per un istante. - Sì, lo
sai- le aveva risposto. Poi Patty aveva aggiunto -
Sai cosa intendo. Lo ami più di LUI?- - E tu, -
aveva ribadito Emy- ami Holly più di LUI?- Julian ricordò pochi giorni prima. Alla fine dei mondiali. Erano rimasti a Parigi qualche giorno in più e stavano visitando la città. Era il tramonto, e la Senna era bellissima. Erano lui, Holly, Bruce, Tom, Benji, Mark e Philip. E Bruce aveva detto: - Parigi è davvero la città degli innamorati. Philip, osservando il fiume, aveva detto qualcosa che li aveva colpiti tutti. Aveva parlato loro di Jenny. - Hai proprio ragione Bruce. E io vorrei tanto che Jenny fosse qui con me. Quando gioco a calcio, riesco a non pensarci quasi. Ma quando invece mi ritrovo senza niente da fare... Mi sento molto solo... Senza di lei... Non mi sono mai reso conto, sino alla fine, di quanto riempisse la mia vita... E ora è così lontana... Ho capito che il calcio per me non è la cosa più importante. E' lei.-
- .... Il calcio per me non è la cosa più importante. E' lei- le stesse parole a cui pensava Julian, rieccheggiavano nelle orecchie di Holly. Il sole stava tramontando mentre il paesaggio passava veloce alle loro spalle. Holly stava guardando fuori dal finestrino distrattamente. E non era il solo. Nonostante tutto (NdA ^_^) era riuscito ad accorgersi che Patty sembrava diversa dal solito. Se anche Bruce la stuzzicava, rispondeva più raramente, quasi non sentiva quello che le si diceva. (-Che cos'ha?)- si chiese Holly (NdA sta veramente migliorando il ragazzo ^_^) guardando l'amica che osservava intensamente il tramonto. Non sembrava più lei. - Ehi, Roberto- Con la sua domanda Benjy aveva attirato l'attenzione generale, anche dell'interessata. - Ad una donna che ho conosciuto molto
tempo fa- L'espressione del volto di Patty cambiò improvvisimente. Era quasi pietrificata. - Come si chiama?- Roberto sorrise al ricordo - Meimi Azuki. Era questo il suo nome da nubile. Siete parenti?- Patty annuì lentamente, e seria, disse- Certo. E' mia madre.- Tutti si voltarono verso di lei. - Tua madre? Ecco perché le assomigli
tanto! E posso sapere, se non ti spiace, chi è tuo
padre? L'espressione del volto di Roberto cambiò completamente. Pareva stupefatto, come colto all'improvviso alle spalle. - Lo conosci? Lo sguardo di Holly passava dall'amico a Patty...Cosa stava succedendo? - Bene, siamo arrivati. Vuoi che ti
portiamo a casa, Patty?- La sera stava scendendo lentamente. Passeggiare per le strade era piacevole. - Dove abiti?- Patty e Roberto si fermarono in mezzo ad una via. Non passava nessuno. Lei, insietro, si era fermata. Pochi metri avanti, si era fermato anche lui. Ma non si era voltato. - Non lo so. Ma sarebbe giusto. Lui sta
lasciando tutto per te. E tu gli stai mentendo. Roberto si voltò, e guardò negli occhi la ragazzina con lo sguardo pieno di odio. Uno sguardo rivolto anche a lui. - Hai ragione. Robert Hantilton sorrise. - Sei proprio la figlia di Meimi. Vogliamo
andare? Patty entrò in casa e salutò. I suoi genitori erano in cucina. - Bentornata, cara. continua... |