Thin Line
Quell'estate aveva certamente
compreso qualcosa.
Non solo che si poteva sopravvivere essendosi ribellati al proprio padre e
all'Oscuro Signore.
Non solo che aveva un amico che, nonostante le sciocchezze che tanto spesso
faceva, era un fratello.
No, c'era stato proprio un frangente in cui un'altra realizzazione l'aveva
colpito in pieno, stordendolo.
Draco e Daphne erano stati la causa di quella realizzazione: vederli così
pieni solo di loro stessi... così vicini perché così simili, gli aveva fatto
capire qualcosa di importante.
Era quello che voleva anche lui?
Così aveva dato appuntamento a Lisa in un luogo, perché le doveva una spiegazione
dopo tutto quello che era stato detto. E perché voleva averne la conferma.
Aveva atteso in silenzio, seduto sul davanzale della finestra di fronte alla
porta, in attesa; quando la Ravenclaw aveva aperto la porta e gli aveva rivolto
quel suo tipico mezzo sorriso, aveva compreso.
L'aveva presa per mano e fatta sedere sul letto per parlarle. Le aveva raccontato
tutto quanto era accaduto da quando l'Hogwarts Express era arrivato a King's
Cross, perché sapeva di poterle dire qualsiasi cosa. E poi le aveva spiegato.
Spiegato perché non potevano stare assieme.
E lei aveva pianto, e sorriso, e l'aveva abbracciato.
Perché anche lei aveva capito.
Così ora lui sapeva che aveva un amico che era un fratello, la morte tatuata
in fronte, e un'amica che era la sua metà perfetta: e non perché fosse la
sua anima gemella, o qualche minchiata simile su mele divise alla nascita.
No, perché Lisa era esattamente come lui, e per questo era l'unica con cui
riuscisse a parlare davvero. Ad aprirsi, davvero.
E per questo ora si trovava nell'unico posto da cui sarebbe volentieri fuggito
di corsa, fino al giorno prima della realizzazione.
Camminava nervosamente avanti e indietro per la stanza in cui l'avevano fatto
entrare, adocchiando di continuo la porta.
Quando quella infine si aprì, il suo cuore fece quello che non aveva fatto
all'ingresso di Lisa: saltò un battito e poi iniziò a battere più forte.
- Theo! -
Un sorriso che valeva più di mille paure.
Un abbraccio per cui mesi di paranoie inutili potevano anche essere gettati
alle ortiche.
- Tracey - l'unica cosa che riuscì a dire: il suo nome.
Anche se non sarebbe mai riuscito a parlarle e lei avrebbe dovuto sempre cavargli
le parole di bocca... Ne valeva la pena.
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