Le vie della Vittoria

Capitolo 2°
Una giornata diversa


Keith era finalmente pronta. Esce dalla cabina e si avvia lungo il bordo della piscina verso gli ombrelloni. Camminava lentamente, indossando un costume in due pezzi azzurro portando in mano un paio di sandaletti da mare. Non sapeva se Rich si fosse già preparato e stesse già in acqua o ancora rinchiuso in quelle buie cabine allineate dall'altra parte della piscina. Si sentì coprire gli occhi con le mani e stringere.
-Chi sono?- le chiese una voce familiare alle sue spalle. Sicuramente apparteneva a chi le stava chiudendo gli occhi e la stava avvicinando sempre più a se. Mentre veniva stretta, gli occhi le vennero coperti da una mano sola mentre l'altra le scorreva lungo la vita e la stringeva al suo corpo. Era sicuramente un ragazzo, Keith se ne accorse dalle mani e, successivamente, anche dal contatto col corpo del ragazzo quando egli la avvicinò tanto da toccarsi. Quando sfiorò il petto del ragazzo con la schiena, le venne un leggero batticuore ed una strana sensazione, era come se stesse aspettando da tempo di essere stretta così proprio a quella persona, magari sapesse chi fosse quella persona!
-Dai, chi sono? Indovina, è facile!-
-Rich... sei tu?-
-E chi altri?-
-Non farmi più di questi scherzi, poi... come ti permetti di stringermi così?-
-Io... ecco... stavo scherzando...- non sapeva proprio cosa dire.
-Vuoi lasciarmi ora? Levami quel braccio intorno la vita!- erano rimasti ancora vicinissimi, anche se la mano dagli occhi era sparita, Rich non aveva lasciato allontanare il corpo della ragazza lasciandole il braccio ancora stretto.
-Certo... scusa!- veramente Rich era già da qualche minuto rosso in viso ed aveva abbassato lo sguardo nascondendolo a quello dalla ragazza che non si accorse di nulla.
Insieme andarono presso gli ombrelloni dove avevano lasciato le proprie borse ed asciugamani distendendosi al sole. Keith aveva convinto Rich a starsene un po' fermo dicendogli che l'acqua era fredda, la piscina vuota e che un calciatore abbronzato sarebbe stato più bello nel campo. Forse solo per le ultime parole infatti, Rich le diede ascolto.
Dopo un ventina di minuti, Rich non poteva trattenersi, ormai erano arrivate anche altre persone e la piscina cominciava a riempirsi. Si alzò.
-Ora andiamo? Va a finire che saranno occupati ogni centimetro cubo d'acqua e non potremo farci il bagno. Andiamo!-
-Aspetta... No, va bene. Vai pure, Rich, io rimango un altro po' e poi vengo-
-Come vuoi...-
Ma dopo pochi secondi anche Keith era in acqua. Sperava che Rich non se ne fosse accorto, ma lui non l'aveva lasciata nemmeno un secondo con lo sguardo, si nascose sott'acqua e le si avvicinò. Keith si sentì delle mani stringerle la vita e poi scivolare sul costume come se volessero sfilarglielo. Guardò immediatamente sott'acqua e non potè trattenersi dallo spingere ancora più in fondo la testa dell'amico. Rich, però, ebbe la meglio e si ritirò su.
-Ma che fai? Maniaco!-
-Ma dai! Era un piccolo scherzo. Mi hai detto tu di venire a divertirmi! E poi non voglio metterti in imbarazzo davanti a tutti, se ci fossimo stati solo tu, io e l'acqua...-
-Maniaco! Pervertito! E ringrazia che non ti ho dato un sonoro schiaffo! Te lo meriti! Stupido idiota!-
-Che ne dici di andare nella piscina con l'acqua più bassa? Lì ci si può schizzare e poi non c'è nessuno ancora! Occupiamola prima noi!-
-Bene, ma non fare più scherzi-
Andarono nella piscina. Keith non era sicura che Rich non le avrebbe riservato altri scherzetti, ma fece finta di fidarsi. Si schizzarono fino all'orario di chiusura della piscina, gettandosi nell'acqua e spruzzandosi addosso. Non mangiarono nemmeno. Si divertirono parecchio. Ma, purtroppo, la giornata è passata in fretta. Si avviarono verso le rispettive cabine e si diedero appuntamento fuori.
Erano le sei del pomeriggio. L'acqua della piscina aveva reso ad entrambi i capelli in un modo impresentabile e l'odore del cloro li avvolgeva completamente. Rich si offrì di riaccompagnare Keith a casa.
-Allora? Ti sei divertita? Ti ho dato fastidio?-
-Eh? Fastidio?-
-Con gli scherzetti?-
-Ehm... no, che dici? Erano scherzetti tra amici... non mi avresti veramente tolto il costume... vero?-
-Già... tra amici... no, non te lo avrei levato! Non ti avrei fatto fare una figura davanti a tutti!-
-Comunque... come vanno gli allenamenti? Migliori? Allora domani c'è il pic-nic?-
-Sì...-
Continuarono a parlare per tutto il tragitto. Arrivati, Rich si avvicinò a Keith come se volesse dirle qualcosa nell'orecchio. Le sue labbra si avvicinarono alla guancia di Keith, ma si fermò e si allontanò senza toccarla. La salutò e se ne andò dicendole di aspettarla l'indomani e che avrebbero parlato direttamente con più calma.



Fine 2° capitolo