The Shadow



IL SEGRETO DI EVE


La notte sarebbe calata di li a poche ore. Eve non sapeva cosa fare. Ripensò a quello che le era successo negli ultimi anni. Il fidanzamento…la nonna…la malattia…l'allenamento…la ricerca.
Non voleva pensarci, perché pensarci significava ricordare e ricordare significava soffrire e soffrire significava piangere. Aveva pianto troppo quella notte, così tanto da non aver mai più pianto, neanche quando si faceva male.
Si ricordava tutto come se fosse ieri. In quel periodo lei aveva solo 13 anni, mentre ora ne aveva 17. Quella sera era appena riuscita a prendere sonno quando si svegliò per il suono del campanello. Una visita alle 11 di sera. Uscì dalla camera e scese in cucina. Passando per l'ingresso, sentì i genitori discutere con un signore. Lo conosceva bene. Era stata molte volte a casa sua per via di alcuni affari del padre. Non potè fare a meno di ascoltare la conversazione e rimase sbalordita a quelle parole: lei e Jonny, il figlio di quel signore, erano fidanzati! Sapeva bene cosa significava, ma non ci volle credere lo stesso. Jonny doveva avere circa 18 anni. Era impossibile, era troppo grande per lei! Il giorno dopo ne parlò con i genitori. Subito si infuriarono al suo rifiuto, la accusavano di essere un'ingrata, che l'avevano cresciuta apposta per poter dare un futuro alla ditta Lantimer.
Eve non riuscì più a parlare dopo quelle parole. Lei che era sempre stata una ragazzina allegra e vivace, ora era spenta. Si sentiva in colpa, ma in cuor suo sapeva che i genitori avevano torto. Passo una notte intera chiusa in camera a piangere tutte le sue lacrime. Dopo un paio di mesi, ci fu il colpo di grazia: la nonna, la sua dolce nonna nonché fedele amica, si era sentita male. Il medico disse che si trattava di depressione. Rimase tutto il giorno con la nonna e, quando si fu addormentata, uscì dalla camera. Sopra un comò in soggiorno, vide un libro. Inizio a sfogliarlo e capì che quello doveva essere stato il diario della nonna. Quando quest'ultima si fu svegliata, Eve le chiese il motivo della sua depressione. La nonna le raccontò la sua storia di ragazza ingenua che, credendo alle menzogne di un uomo che si spacciava per un affarista, si concesse a lui, venendo derubata di un ciondolo appartenuto alla sua famiglia da anni e anni.
Eve voleva molto bene alla nonna. Era l'unica persona che non aveva chiesto nulla in cambio dell'affetto donatole. Era questo il motivo che aveva convinto la ragazza a dedicarsi con più passione alla ginnastica per poter diventare la migliore ginnasta di tutta l'Inghilterra. Sapeva che molti anni fa la nonna viveva a Fujisawa, in Giappone, per cui una volta diventata bravissima, sarebbe andata in quel paese e si sarebbe messa alla ricerca di quell'uomo. L'unica cosa che sapeva era il nome: Louis. Una volta là, avrebbe cercato casa per casa quel ciondolo. Sapeva che così facendo poteva venir scambiata per una ladra e finire in prigione se catturata, ma non le importava. La nonna era più importante, più del suo fidanzamento. I genitori non obiettarono, tre anni dopo, nella richiesta della ragazza di trasferirsi a Fujisawa, l'importante era il suo consenso al matrimonio e lo ottennero.
Per questo motivo si trovava lì. Era passato poco più di tre mesi dal suo arrivo. Non aveva cominciato subito per non destare sospetti. Solo dopo un mese dal suo arrivo, iniziò la ricerca. Fujisawa era abbastanza piccola come città. Appena sistemata nella sua nuova casa aveva controllato sull'elenco telefonico, tutti i Louis che abitavano in quella città e dintorni. Ne aveva trovati solo vent'otto. Ne visitava uno ogni tanto, anche perché doveva studiare e allenarsi per non provocare sospetti. Ormai non le mancava molto, ancora una settimana e avrebbe finito. Quella sera doveva visitare la grandissima villa al centro della città. Sapeva che vi abitava Benji, e sapeva anche che era impossibile trovare in quella casa il ciondolo. Dalla descrizione della nonna Louis doveva essere un uomo benestante, e di certo non si sarebbe potuto permettere quella villa. In quell'istante le sorse un dubbio: e se quell'uomo avesse venduto il ciondolo subito dopo averlo preso alla nonna? Che cosa avrebbe fatto?
Eve non lo sapeva, ma sperava che ciò non fosse successo. Ormai l'unica salvezza per la nonna era quel ciondolo!
Senza pensarci due volte, entrò nel giardino della villa Price. Si diresse decisa verso il terrazzo. Senza rumore, aprì la porta-finestra ed entrò nella stanza. Dall'arredamento capì che doveva essere la stanza dei genitori di Benji. Iniziò subito a cercare il ciondolo, ma non lo trovò. Non si diede per vinta e lo cercò per tutta la casa. Dopo dieci minuti stava scendendo al piano di sotto; si trovava sulle scale quando sentì aprire la porta. Qualcuno accese la luce e richiuse la porta: era Benji! Lui si era accorto della sua presenza ma non la riconobbe, nessuno ci sarebbe riuscito poiché era coperta da capo a piedi in una tuta nera aderente al corpo, dal quale non usciva fuori neanche un ciuffo di capelli. Che cosa avrebbe fatto adesso?

Fine 2° capitolo