Sharing Love

Capitolo III


La giornata era bellissima, il sole era alto e nel cielo non si vedeva neanche una nuvola...soffiava un vento leggero che rendeva il caldo della afosa giornata di Agosto molto sopportabile.
Alla S Julianne , c'era molto fermento,anche se le lezioni sarebbero ricominciate tra più di un mese, tutti i membri dei vari club si stavano allenando in prossimità dei campionati estivi.
Solo il club di calcio non era fra questi, i suoi membri infatti avevano partecipato al torneo nel mese di Luglio e ora, si godevano il loro meritato riposo.
Tuttavia nella sede vuota, c'erano tre ragazze intente a parlare:
-Wow Sanae ma allora rivedrai il tuo primo amore???- chiese una ragazza bionda dai capelli lunghi e con due occhi castano-verdi pieni di curiosità.
-Si Chantal, rivedrò Tsubasa-kun, non immaginavo neanche che avrei mai potuto avere una possibilità del genere..-
Sanae aveva ancora lo sguardo sognante, la notte passata non era riuscita a chiudere occhio perché troppo emozionata al solo pensiero di rivedere Tsubasa, anche se, sapeva benissimo che non doveva aspettarsi nulla da lui dato che sicuramente era il solito tonto che pensava solo al pallone.
- Sanae, io capisco tutto questo, la tua emozione, il tuo batticuore ma...tu ora non sei la fidanzata del nostro capitano? Come la metterai con lui?-
Stavolta aveva preso la parola una ragazza dai capelli ricci e nerissimi.
Sanae trasalì.
-Ma che cosa dici Marie! Tra me e Taro non c'è quel tipo di rapporto che credete voi..-
Le due ragazze si misero a ridere ..
-Avanti Sanae non negarlo, lo sanno tutti a scuola che state insieme!- rispose Chantal tirando una piccola gomitata all'amica.
-Ragazze veramente..- ribatté Sanae - tra me e Taro c'è una forte amicizia , un legame importante sì, ma non quel tipo di legame che pensate !-
-Ma il capitano è innamorato di te, se ne sono accorti tutti in squadra! Non puoi negare questo! State sempre insieme, siete molto intimi!- Marie continuava ad insistere.
- Marie, credimi, Taro mi é molto affezionato, ci conosciamo da tanto, ma anche lui non innamorato di me!- Sanae si stava innervosendo, sapeva che giravano voci su una storia tra lei e Taro ma non pensava che ci avrebbero creduto anche le sue due migliori amiche.
-Ragazze, credetemi, anche se Taro é la persona più dolce del mondo, io non lo ho mai visto come un potenziale ragazzo..Taro é il mio migliore amico, tutto qui. -
Le due amiche la guardarono deluse.
All'improvviso la porta si aprì.
-Buongiorno a tutti!-
Un bel ragazzo in pantaloncini e maglietta, era appena entrato nella sede del club.
-Salve capitano!- Salutarono le due ragazze.
-Taro, ma, che ci fai qui oggi? Non c'è l'allenamento..- Sanae lo guardava stupita.
Il ragazzo sorrise:
-Sono venuto a fare una cosa qui a scuola, passavo da queste parti e ho fatto un salto per salutarvi. Vedo che avete finito presto oggi, Sanae che ne diresti se tornassimo a casa insieme?-
-Si per me va bene!-
Cercando di ignorare le risatine della sue due amiche, Sanae si avviò verso l'uscita seguita dal ragazzo, qualsiasi diceria girasse per la scuola infatti, non la preoccupava più di tanto, non aveva mai neanche pensato alla remota possibilità di mettersi con Taro, ed era più che certa che la stessa cosa valesse per lui.


Tsubasa si era svegliato molto presto quel giorno e, fortunatamente, tutti i suoi compagni di squadra erano ancora immersi nel mondo dei sogni a causa della stanchezza per il lungo viaggio; ma lui aveva passato la notte in bianco, non vedeva l'ora che arrivasse la mattina per uscire dall' hotel e andare a cercare Anego.
Di soppiatto si vestì e usci dalla sua camera, si avviò verso la reception del magnifico albergo dove alloggiavano e chiese al receptionist un elenco telefonico.
Il giorno prima aveva chiesto al signor Katagiri il nome della scuola di Taro, sperava di scoprire dove fosse. (wow si sta facendo intelligente il ragazzo ndA)Dopo vari tentativi e aiutato infine addirittura dal receptionist stesso, riuscì ad avere questo indirizzo e prese un taxi.
Il suo cuore batteva all'impazzata, non vedeva l'ora di arrivare, si immaginava già la faccia stupita di Misaki-kun e Anego...beh..forse ora avrebbe potuto chiamarla Sanae-chan, in fondo non erano più dei ragazzini..le guance d'improvviso diventarono di un rosso paonazzo e le mani cominciarono a sudare mentre al contrario, la gola era diventata secca; decise, dato che voleva fare ai suoi due amici una sorpresa, di farsi lasciare dal tassista poco prima del cancello d'ingresso, ma, colpito dalla bellezza della Senna, volle fermarsi lì; mancavano oramai poche centinaia di metri alla scuola, e voleva farli a piedi cercando di calmarsi un po'.. così scese dal taxi e si avviò all'istituto costeggiando il fiume.



Sanae e Taro stavano accingendosi a tornare a casa, lei aveva il solito sguardo sognante che oramai la accompagnava da quando aveva saputo dell'arrivo di Tsubasa.
-Taro..manca poco oramai, ah come sono felice rivedrò Tsubasa-kun.-
Gli occhi le brillavano di una luce che Taro non aveva mai visto, si capiva benissimo che non stava più nella pelle; il vento le muoveva i lunghi capelli; accidenti, doveva ammetterlo: in tre anni Sanae era sbocciata, non era più quel maschiaccio urlante che aveva conosciuto in Giappone, ma una ragazza molto bella e inconsapevole di ciò che scatenava nella gente che la guardava.
Già...Sanae era una della più ammirate ragazze di tutto l'istituto, e proprio quella sua ingenuità e quella sua freschezza senza nessun accorgimento particolare, la rendevano unica..speciale..soprattutto per lui.
No, anche se Tsubasa era il suo migliore amico, non poteva perderla così, gli rimaneva ancora poco tempo, decise di non indugiare oltre.
Oramai erano sulla via che costeggiava la Senna, anche di giorno la vista che si aveva del fiume toglieva il fiato.
D'un tratto Taro si fermò, la guardò serio e cominciò:
- Sanae…ecco vedi io.. c'è una cosa che vorrei dirti da molto, molto tempo..-
La ragazza si voltò improvvisamente, molto incuriosita dalle parole di Taro, i suoi occhi vivaci lo mettevano in agitazione più del dovuto.
-Io… io...da molto oramai ..mi sono innamorato di te!
Il battello stava passando in quel momento, il suo fischio rimbombava nelle orecchie di Sanae ma..le parole di Taro, sebbene pronunciate a voce bassa, superavano il rumore del battello nella sua testa... lunghi istanti passarono nel silenzio più totale.
Poi d'un tratto, la sua espressione cambio; scoppiò a ridere.
- Aahahaha Taro dai, smettila per poco non ci credevo, senti, é un po' tardi per il pesce d'Aprile, su andiamo a casa o i nostri genitori si preoccuperanno.
La ragazza fece per muoversi,quando si sentì prendere per il braccio e si ritrovo a due centimetri dalla faccia di Taro.
- Sanae, io non sto scherzando- disse in tono serissimo- ci conosciamo da molto, abbiamo passato tanti momenti insieme, ci siamo aiutati, sorretti, io..non volevo rovinare la nostra amicizia rivelandoti i miei sentimenti ma, ora sta arrivando Tsubasa-kun, e io...io, non ti voglio lasciare a lui sebbene sia il mio migliore amico!Io ti amo Sanae!
La ragazza era sconvolta, tra le braccia di Taro..sentiva il cuore di lui battere all'impazzata, il suo fiato sfiorarle le labbra, era immobilizzata, non sapeva come reagire, non sapeva cosa fare..
Taro, dal canto suo, la teneva stretta continuando a guardarla negli occhi e imprimendosi nella mente ogni particolare del suo stupendo viso, gli occhi dal colore caldo e avvolgente, il naso, la sua bocca, le sue labbra.
Sapeva che era un errore, sapeva che non se lo sarebbe mai perdonato, ma sapeva anche che quella era la sua unica possibilità. Prese il coraggio a quattro mani e la baciò d'impulso, con passione, con forza, come se fosse l'ultima cosa che faceva al mondo, come se per lui non ci fosse più null'altro che contasse, come se temesse di vederla scomparire da un momento all'altro.
Sanae aveva gli occhi sbarrati, le labbra di Taro, questo bacio, lui non si era mai comportato così e questo la coglieva impreparata; nella sua mente rimbombavano ancora le sue parole.."Ti amo Sanae"
Da lontano, una figura li guardava, era rimasta immobile ed aveva visto tutta la scena, non aveva sentito cosa si dicevano ma non gli importava.
Tsubasa provava un fortissimo dolore al cuore, come se qualcuno gli avesse dato una pugnalata e continuasse a tenere il coltello infilato nella ferita. Sentiva il fiato mancargli, aveva riconosciuto subito Misaki, e aveva sentito, quando lui aveva alzato un po' la voce, che quella bellissima ragazza con lui si chiamava Sanae; in quel momento aveva collegato tutto.
Lui la aveva chiamata per nome, ora si stavano baciando, gli occhi di Tsubasa erano spenti, vuoti, senza pensarci due volte corse via dal quel luogo, nella sua mente i ricordi dei momenti passati con Sanae ritornavano tutti insieme, perché..perché non si era accorto di quello che provava quando lei era ancora in Giappone?
Sentiva una voglia immensa di urlare, di calciare il pallone così forte da sfondare qualsiasi cosa, e sentiva la rabbia crescergli dentro, non si accorse neanche che la sua gamba, reduce da un infortunio, aveva ricominciato a fargli male..

Né Taro, né Sanae si erano accorti della sua presenza, poco dopo Taro lasciò libera la ragazza dal suo abbraccio e si staccò da lei:
-Perdonami - disse- ma era l'unico modo che avevo per farti capire..a domani..-
Detto questo corse via, non lasciando alla povera Sanae neanche il tempo di rispondere.
Il suo cuore era in subbuglio, la mente annebbiata, non realizzava ancora che cosa era successo eppure..Taro la aveva baciata, era stato il suo primo bacio, quello che lei aveva sempre sognato di dare a Tsubasa-kun..Tsubasa-kun..tra poco meno di una settimana lo avrebbe rivisto, e ora..che sarebbe successo??

Intanto all'albergo dove alloggiava la nazionale giapponese era arrivato un irriconoscibile Tsubasa: teso, rabbioso e nel contempo depresso.
"Eccoti qui Tsubasa, sei un imbecille! Tu, sempre a pensare al calcio e mai ad altro, hai avuto un anno per capire che cosa provavi per lei e lo hai realizzato solo quando lei se ne è andata, non le hai mai scritto, né una telefonata, aveva il diritto di farsi una vita, di avere qualcun altro, di dimenticarsi di te che sei stato così stupido da lasciarla andare via senza dirle nulla.. Bravo Tsubasa, sei grande, a che ti serve il calcio se poi, non hai nessuno di speciale con cui condividere una vittoria e che ti stia vicino quando subisci una sconfitta?"

-Ehi Tsubasa ma dove eri andato? Sono ore che ti cerchiamo..ma..cosa ti è successo?- Hishizaki e gli altri ragazzi della nazionale erano tutti nella hall dell'albergo, aspettando Tsubasa , pronti per andare a fare una gita turistica per Parigi.
Tsubasa era stanco morto, aveva corso tantissimo prima di prendere il taxi e la gamba cominciava a fargli veramente molto male, ma non poteva dire nulla di tutto ciò che gli era capitato..non avrebbero capito.
- Tsubasa, stiamo andando a fare un giro per Parigi, allora vieni anche tu vero?- Matsuyama stavolta aveva preso la parola, e anche lui guardava Tsubasa con il volto preoccupato.
-No ragazzi scusatemi, sono ancora stanco per il fuso orario e il viaggio, credo che andrò in camera a riposare..-
- Sempai rimango io con te se vuoi!!!- Kumi si era affrettata ad occupare l'ormai solito posticino stretta al braccio di Tsubasa, ma il ragazzo non se ne accorse minimamente.
Si allontanò dai suoi compagni ignorandola e si diresse verso l'ascensore cercando di non far notare che zoppicava, anche se oramai non gli importava più niente di niente.
Arrivato in camera sua, si distese sul letto e cominciò a pensare: per la prima volta invita sua realizzò che, a parte il pallone, lui non aveva nient'altro.
Perché si svegliava la mattina? Per andare ad allenarsi. Perché si allenava? Perché voleva migliorare ed andare in Brasile da Roberto. Perché voleva andare in Brasile? Per diventare il miglior giocatore del mondo e vincere i mondiali. Perché in tutto ciò che immaginava per il suo futuro appariva solo Roberto come unico altro essere umano? Oltretutto Roberto se ne era andato senza di lui..
Il calcio era stato tutta la sua vita. Grazie ad esso aveva conosciuto tutti i suoi amici , grazie ad esso aveva conosciuto lei..e ora..ora che la aveva persa..non sapeva che fare; neanche i suoi sogni avevano più senso, perché si accorse che, anche in quelli, in realtà si ritrovava solo come un cane.
"Tonto cretino che non sei altro! Tu non la hai persa..non si può perdere ciò che non si è mai avuto.."
Assorto in questi pensieri, si addormentò, la tensione per l'incontro con Sanae e Taro, il viaggio, il fuso orario, si abbatterono su di lui e in un istante sprofondò in un lungo sonno.


Sanae era ritornata a casa sua, a stento in realtà, la sua mente non riusciva a connettere, non era capace di far uscire dalla sua gola neanche un suono, se ne stava lì, distesa sulla moquette della sua camera con gli occhi persi nel vuoto quando sentì il telefono squillare.
Si alzò di scatto voltandosi verso l'apparecchio..e se fosse stato Taro?
Che cosa gli avrebbe detto? Come avrebbe dovuto parlargli?
Ci vollero ben dieci squilli per convincerla a rispondere:
-Pronto, qui parla Nakazawa-
-Buonasera sto cercando la signorina Sanae, è in casa?-
La ragazza riconobbe in quella voce, Monsieru De Clavert e si ricompose in un istante.
-Signor preside, sono io mi dica, in che cosa posso essere utile?-
-Ah buonasera signorina Nakazawa, volevo avvertirla che mi ha telefonato il signor Katagiri della federazione calcio giovanile giapponese; mi ha messo al corrente che la rappresentativa è arrivata ieri, e che hanno bisogno sia di lei che di Misaki, quindi domani mattina alle 9 precise, si faccia trovare all' hotel De Paris: (che fantasia eh?^^;; ndA) deve accompagnare la rappresentativa a fare una visita per la città, pare che oggi siano andati da soli ma non si siano trovati molto bene. Ah dimenticavo, prepari anche una piccola valigia: per il periodo nel quale la nazionale si troverà qui lei alloggerà con loro. -
Il cuore di Sanae saltò un battito.
-Ah..sì..sì Signor preside, va bene alle 9 in punto sarò lì. -
-Molto bene signorina Nakazawa, mi raccomando tenga alto l'onore della scuola. Arrivederci-
- Arrivederci. -
Posò il ricevitore..il cuore, che durante la telefonata sembrava aver cessato di battere, ora aveva ripreso con un ritmo alquanto accelerato, aveva persino difficoltà a respirare.
"E ora..che faccio? Domani rivedrò Tsubasa-kun, dopo tre anni, e ci sarà anche Taro…che cosa devo fare?? Come mi devo comportare???"
Meccanicamente preparò una borsa nella quale mise alcuni vestiti , alcune tute da ginnastica e un pigiama.
Si distese sul letto, dal piano di sotto sua madre la chiamava per la cena, ma non se la sentiva proprio di scendere, tanto non avrebbe toccato cibo, così chiuse gli occhi,e si addormentò profondamente..la aspettava una prova difficile l'indomani.


-Taro? Taro? Mi senti?-
-Ah..si papà scusami ero un attimo distratto..mi stavi dicendo qualcosa?-
Il ragazzo si voltò a guardare il padre che lo stava osservando con una faccia perplessa.
-Figliolo che succede? E' da quando sei tornato da scuola che sei strano..hai dei problemi?-
Taro sorrise tristemente, non voleva far preoccupare suo padre.
-No papà ti assicuro..é solo che sono un po' agitato per questa storia della nazionale giovanile giapponese-
Il padre lo guardò con affetto, poi riprese.
-Ah già la nazionale, dimenticavo..poco fa ha chiamato il preside della tua scuola e mi ha detto che i tuoi amici sono già arrivati a Parigi, domani tu e Sanae dovete andare all'albergo De Paris, ti ho già preparato la borsa, mi ha detto Monsieru De Clavert che starai lì con loro perché dovrete allenarvi, comunque anche la tua amica Sanae alloggerà con voi. -
Taro ebbe un sussulto, lui, Sanae e..Tsubasa-kun!
-Ora figliolo vieni, la cena è pronta, sù andiamo a mangiare. -
-Papà se mi vuoi scusare..io sono troppo agitato, domani rivedrò i miei amici, mi è passato l'appetito..-
Non era del tutto vero, ma non poteva certo spiegare al padre quale era il vero motivo della sua agitazione!
- Aah capisco, va bene, come vuoi, allora mettiti e letto e fa una bella dormita..buonanotte!-
-Buonanotte papà-
L'uomo usci dalla stanza lasciando Taro ai suoi pensieri, il ragazzo, si buttò sul letto di peso.
-Domani….-mormorò.
"Domani…"


Sanae si era alzata presto quel giorno, in realtà aveva dormito malissimo, il suo sonno era stato popolato di incubi, si era svegliata oppressa da un peso che, sapeva molto bene, non sarebbe stato alleggerito molto presto.
La ragazza era veramente in crisi, Taro era il suo migliore amico, Taro era stato vicino a lei per quei tre lunghi anni nei quali ne avevano passate di tutti i colori, aveva bisogno della sua sicurezza per affrontare i piccoli problemi di ogni giorno; e ora…ora non riusciva più neanche a pensare a lui senza provare una stretta allo stomaco per quello che era successo il giorno prima.
E poi..oggi avrebbe rivisto Tsubasa-kun, aspettava questo momento da tre anni, lo aveva sognato, immaginato, ci aveva fantasticato sopra mille volte, ma il suo cuore era confuso; da una parte c'era lui e l'incertezza di sapere se era ancora il ragazzino di sempre o era cambiato, dall'altra, c'era il suo migliore amico che le aveva confessato di amarla, e sul quale lei aveva sempre potuto contare.
"Che cosa devo fare?"
Si chiese mentalmente, "Stupida per ora devi vestirti, non vorrai mica arrivare in ritardo vero?"
Si vestì velocemente, indossò un semplice vestitino azzurro, le arrivava fin sopra le ginocchia ed era senza maniche, un vestito estremamente semplice, ma che su di lei acquistava tutto un altro aspetto, lasciò i capelli sciolti e non si truccò affatto: non le andava di sentirsi dire da tutti che era diventata una persona che si curava solo del suo aspetto, anche se in cuor suo, aveva una grande curiosità di vedere le facce dei suoi vecchi amici quando la avessero riconosciuta.
Usci di casa salutando i genitori e prese il primo taxi che trovò.


Anche Taro quella mattina si era svegliato di buon ora, anche lui aveva dormito malissimo e aveva sognato di vedere Sanae e Tsubasa che si dichiaravano mentre a lui, non rimaneva neanche la loro amicizia.
In cuor suo, un po' si era pentito della repentina dichiarazione che aveva fatto alla ragazza il giorno prima.
E se la avesse persa per sempre? Se lei d' ora in poi lo avesse evitato e non lo avesse considerato più il suo migliore amico?
Nella sua vita aveva sempre agito pensando prima almeno dieci volte alle conseguenze di ciò che faceva; stavolta, aveva agito d'istinto,d'impulso, e non era da lui, e forse avrebbe perso la persona più importante per questo.
Non riusciva a togliersi questo dubbio dalla testa..se avesse aspettato sarebbe stato diverso?
Accorgendosi che stava facendo tardi, si preparò in un lampo e uscì di casa correndo, se non si fosse sbrigato, avrebbe fatto tardi.


- Tsubasa? Tsubasa svegliati è ora di alzarsi!
Misugi stava scuotendo il capitano della nazionale, che, a quanto pare,non ne voleva sapere di svegliarsi.
-Uhm.. ma..che ore sono? Dove sono?-
-Ehi buongiorno capitano! Finalmente ti sei svegliato! E' un'ora che ti sto chiamando. Sono le 8 e mezza, tra mezz'ora abbiamo un meeting importante, avanti devi muoverti. Io sto scendendo a fare colazione ti aspettiamo giù ok?-
Detto questo, Jun Misugi usci dalla camera che divideva con Tsubasa e Matsuyama, mentre si sentiva fuori dalla porta la voce di Yayoi che lo chiamava incitandolo a sbrigarsi.
Tsubasa si rigirò nel letto, non aveva voglia di alzarsi, non aveva voglia di stare lì, non aveva voglia di affrontare la verità.
"Accidenti devo alzarmi, sono il capitano dovrei dare il buon esempio però..però…non me la sento più. In tre anni, sono sempre stato convinto che quando avrei rivisto Sanae-chan, avrei finalmente potuto dirle ciò che avevo capito, ciò che lei rappresentava per me. Lei è stata l'unica a farmi capire che il calcio non è tutto, anche se lo ha fatto inconsciamente. Ma ora , che cosa dovrei fare? Ora ho aperto gli occhi, ora sono pronto a vivere una vita che non si basa solo ed esclusivamente sulle partite ma..volevo farlo con lei accanto.
Non posso, non posso continuare ad essere così! Ci sono altre cose importanti nella vita oltre al pallone.. d'ora in poi cambierò. Sanae, non so che cosa mi riserva il futuro, so solo che io lo affronterò e che..che tu per me sei così importante…non posso, non voglio assolutamente arrendermi, anche se è una battaglia persa in partenza, ti dimostrerò che sono cambiato. Che non penso più solo al calcio, è una promessa che faccio a me stesso!"
Dopo aver riflettuto in questo modo, si alzò dal letto e si preparò in tutta fretta, alle 9 avevano un meeting da fare..non poteva mancare.


Sceso in tutta furia, si trovò nella hall dell'albergo, dove i ragazzi si erano riuniti e stavano ascoltando il signor Katagiri che parlava.
-Oh eccoti finalmente Tsubasa, ascolta, stamattina rivedrete il vostro amico Misaki. Dovrebbe essere qui a momenti, insieme a lui dovrebbe arrivare anche la vostra accompagnatrice ufficiale.
Il cuore di Tsubasa cominciò a battere più velocemente…oggi si sarebbero incontrati per davvero. Non sapeva come comportarsi, voleva farle vedere che era cambiato, voleva dimostrarle che era diverso, anche se nel suo cuore la sola immagine del bacio al quale aveva assistito il giorno prima continuava a provocargli quel dolore lancinante.
No..si sarebbe sforzato, avrebbe finto, ma cascasse il mondo voleva farle avere la più bella impressione possibile dopo tre anni di lontananza.
E Misaki? Sebbene fosse lui ad avergli portato via Sanae, non se la sentiva di odiarlo o ignorarlo, era pur sempre suo amico, ma, come avrebbe fatto a comportarsi normalmente con lui?
Mentre era assorto in questi pensieri non si accorse che i ragazzi erano andati tutti incontro ad una figura appena entrata.
-Ma..ma tu sei proprio Misaki???- esclamò la voce incredula di Hishizaki.
-Salve a tutti ragazzi, mi fa molto piacere rivedervi!- Disse il ragazzo sorridendo.
Misaki, accidenti quanto tempo è passato come stai?? Allora raccontaci un po' che cosa hai fatto in questi tre anni!- stavolta a parlare era stato Hikaru Matsuyama, con a fianco la sua inseparabile Yoshiko, con il quale Taro aveva giocato per un po' di tempo nella squadra della Furano.
-Beh..ho studiato , ho giocato a calcio..le solite cose!
Tsubasa era rimasto lì a guardare, pietrificato, in realtà stava cercando il coraggio necessario per andare da Misaki e salutarlo facendo finta di nulla.
-Misaki-kun, mi fa molto piacere rivederti!- esordì il capitano della nazionale.
Misaki alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi.
"Come mi comporto ora? Beh come se nulla fosse, in fondo Tsubasa non sa nulla di tutto ciò che è accaduto in questi tre anni e… magari non si ricorda neanche di Sanae."
- Tsubasa-kun, sono felice anche io di vederti qui! Finalmente potremo di nuovo giocare insieme!.-
I due si guardarono per un attimo, poi si strinsero la mano.
-Bene ragazzi, a quanto pare manca solo la vostra accompagnatrice ufficiale..Misaki non è venuta con te?- chiese Katagiri.
-Ecco no, ma penso sarà qui tra poco.
Infatti proprio in quell'attimo una ragazza stava facendo il suo ingresso nella hall dell'albergo.
Taro si voltò a guardarla e con una voce che non tradiva nessun sentimento disse:
-E' arrivata…



FINE TERZO CAPITOLO