Mi è capitato di leggere da qualche parte che per moltissime autrici straniere (e non solo) esiste una bizzarra usanza, la quale consiste nel fatto in cui, quando un Saiyan morde una donna sulla spalla la sceglie come compagna per tutta la vita…quando ne sono venuta a conoscenza, mi sono detta "perché non provarci?"…ed ora eccomi qui, dopo aver passato una notte insonne a scriverla…come sempre la dedico alla mia migliore amica Iaia, ed in particolare…ecco…posso capire che sia bizzarro, ma ho deciso di dedicarla al mio computer (avete capito bene!!!!!!!), perché probabilmente non avrei concluso niente senza di lui (e mi sembra logico), ed anche al mio ventilatore, che mi ha permesso di non morire soffocata. In fondo non hanno vita propria…ma tutto ciò, e di questo ne sono tutt'ora sicura, sarebbe accaduto con molte, molte più difficoltà se non ci fossero stati! (Basti pensare al computer…^___^)

Tonin@

Pensando a lei…

Un morso.
Non tanto doloroso, s'intende…
Strane abitudini che lì, sulla terra, sarebbero semplicemente risultate primitive e prive di un senso preciso…a tratti "animalesche", forse.
Ma pur sempre considerate sacre, intrise di un importanza che le proteggeva da secoli e secoli, appartenenti ad una razza spietata e crudele, dalla storia millenaria e dalla potenza che probabilmente, anzi, sicuramente, non aveva eguali in tutto l'Universo.
Semplici denti che premevano la calda pelle, provocando un dolore che non sarebbe risultato né doloroso né insensibile, ma che per quella razza significavano un sacrificio enorme…una vita che si donava, un individuo che rinunciava a se stesso, regalandosi completamente ad un'altra persona, rinunciando a nuovi rapporti, di ogni genere, di ogni tipo…abbandonando una parte della propria libertà, quell'essere libero che fa paura ma che possiede molta importanza, fondamentale, quasi…
E poi, cosa serviva ancora…sì, certo…la spalla sinistra della donna a cui si era deciso di donare tutto. Una pelle bella e rosea, come una pesca appena colta…e poi, tutto ciò che restava…il proprio cuore. Il dono più grande, quello a cui era stato tessuto attorno tutto questo.
Pochi avevano il coraggio di fare ciò. Erano rare le persone che si donavano così, in questo modo così bizzarro.
Eppure, per gli appartenenti a questa tradizione, era uno dei sacrifici più grandi, e che, solitamente, si aveva più paura di compiere…


Con la testa sprofondata nel morbido cuscino, aiutandosi con una mano il Saiyan cercava goffamente l'interruttore della piccola lampada sul suo comodino, vicino al letto in cui giaceva in quel momento. Aveva ancora gli occhi chiusi, e li mantenne così anche quando finalmente riuscì nel suo intento, aprendoli a poco a poco, per meglio abituarli alla fioca luce di quel lume decisamente non adatto a lui, con tutti i pizzi e merletti frutto di attente scelte e di ancor più attenti scarti da parte di Mrs Brief. -Chi capisce i gusti delle donne terrestri è decisamente un genio!- aveva esclamato un po' fra l'inorridimento ed il sarcasmo nel momento in cui quell'orribile oggetto gli si era presentato davanti agli occhi per la prima volta…ma ormai poteva dire con certezza di essersi abituato, in fondo "era tra stupidi individui di una razza inferiore", come probabilmente amava ripetersi ogni tanto, per cui non ci fece molto caso in quel momento. Diresse il suo sguardo al piccolo orologio accanto al lume, socchiudendo gli occhi per vedere meglio, e subito si ritrasse ritornando alla sua posizione originaria
-Dannazione, quasi le tre del mattino…sarò fortunato se domani riuscirò soltanto ad entrarci nella camera d'allenamento prima di non crollare…è più di tre ore che tento di dormire, ed invece…
Sospirò rassegnato
-…credo che passerò in bianco anche questa notte…
Pesantemente ricadde sul letto, con le braccia aperte, guardando il soffitto nella semioscurità della stanza
-Anche questa notte il nostro principe avrà da pensare…- disse sorridendo sarcasticamente continuando a tenere lo sguardo rivolto verso il soffitto -…a tutto quello che è accaduto, a tutto ciò che sta vivendo…e…- sospirò nuovamente, mentre lo sguardo gli ritornava serio e forse preoccupato -…ed anche a ciò…a ciò che realmente desidera…
Perché c'era qualcosa che da un po' di tempo tormentava le notti di Vegeta. E forse era proprio il motivo principale della sua insonnia, il problema che perennemente lo affliggeva e che non accennava a concedergli la minima tregua. Per quanto cercava di non pensarci, di passare avanti, quell'impresa per lui era più impossibile che difficile da compiere…ed il peggio era perché tutto era iniziato da un avvenimento per lui estraneo a quelli che erano i suoi soli interessi, o che avrebbero dovuto essere i suoi soli interessi…ossia: allenarsi al meglio, superare Kakaroth, mangiare, dormire…insomma, per farla breve, "se stesso, se stesso, se stesso…uhm, stiamo dimenticando qualcosa?…ah, certo, se stesso!". Doveva andare fiero di questi suoi egoistici interessi, erano forse quelli che gli attribuivano così tanto potere ed invece, la questione che lo privava del sonno…non poteva e non riusciva a pensarci…
Il principio di tutto era stato nell'istante in cui Bulma e Yamcha si erano lasciati definitivamente, quando, dopo una storia durata anni e anni, una separazione piena di ripensamenti, uscite insieme e baci riappacificanti, tutto si era concluso in quel modo. Appena era venuto a sapere di quella notizia era come se il suo stomaco fosse stato liberato da un grosso peso. Eppure quando aveva udito, un giorno, mentre si dirigeva verso la camera d'allenamento, Bulma piangere chiusa in camera sua, si era sentito quasi un verme per aver provato un leggero barlume di…"felicità" appena appresa la notizia.… -Un idiota!- si era detto poco dopo -sono un perfetto idiota! Anzi…forse mi sono soltanto un po' rammollito…- (aveva un senso dell'orgoglio troppo vasto addirittura per chiamarsi da solo con quel per certi versi fastidioso appellativo) -…ma cosa mi prende!? Possibile che mi senta in questo modo solo per aver pensato…beh…aver pensato…che quella donna…meritasse di meglio…?- il Saiyan si trovò piuttosto a disagio nell'ultima esclamazione…nel suo profondo sapeva di non aver pensato solo a questo…ma anche per avere all'improvviso immaginato per un secondo…un brevissimo istante, se stesso al posto di Yamcha…Anche se però, per quel momento smise di riflettere. Aveva un allenamento da concludere, e doveva lavorare sodo per diventare sempre più forte e per riuscire a superare l'infimo Saiyan di terzo livello chiamato sulla Terra col nome di Son Goku. Ed anche se, qualche giorno dopo, quando aveva visto la ragazza ritornare allegra come un tempo, mentre sempre più raramente aveva occhi rossi e profonde occhiaie, segni di pomeriggi interi passati inesorabilmente a piangere, si dispiacque del fatto che il merito di quel suo "rifiorire" non fosse suo nemmeno per piccola parte, e qualche volta, sentì anche il doloroso rimorso per non averla consolata come dovuto. Solo una volta, ricordò, mentre Bulma si dirigeva verso il laboratorio dove l'aspettava suo padre, quando gli capitò di incrociarla nel corridoio, passandole avanti con disinvoltura, disse -…sono contento del fatto che tu non stia sprecando più lacrime inutili per quel debole terrestre, Donna…- poi, voltandosi verso di lei, aveva continuato, con voce più bassa, forse per non farsi sentire -…ti trovo molto, molto più attraente senza gli occhi gonfi e quei brutti segni rossi sul viso- e, detto questo, era sparito al piano di sotto, lasciando Bulma tanto sorpresa come l'aveva vista poche volte nel suo vivere alla Capsule Corp.. In fondo una piccola parte di quello che venne dopo, quando Bulma si rassegnò e decise che comunque sarebbe andata avanti, adesso era anche merito suo. E pensando a questo, si sentì anche decisamente meglio.

-Tre e mezza…sarà una notte lunga, a quanto pare…
Vegeta, dopo un nuovo breve sguardo all'orologio, era seduto sul bordo del letto, continuando a tenere il viso appoggiato ad una mano, mentre rifletteva su tutti quei ricordi che improvvisamente gli erano tornati alla mente. Sentiva di non stare mentendo mentre le diceva di trovarla parecchio più bella con il viso nuovamente fresco ed il solito sorriso di un tempo…non poteva certamente negare che quella donna non fosse di aspetto piacevole…stupendamente e squisitamente piacevole…molte volte, inconsciamente, sentiva di aver provato l'irrefrenabile desiderio di restare a guardarla per ore, sicuro che non si sarebbe mai stancato, oppure di guardarla per lungo tempo negli occhi, di incrociare il suo limpido sguardo, quel blu intenso che riusciva magicamente a distoglierlo dai suoi pensieri…il Saiyan era, suo malgrado costretto ad ammettere che se non fosse stato per la sua grande ed inattaccabile forza di volontà, qualche volta sarebbe arrivato perfino all'impulso di saltarle addosso…rabbrividì a quel pensiero. Lui era un principe, un principe di una razza forte e rispettata, e di certo non poteva provare quelle sensazioni così…così…"strane" per un'altra persona, per di più abitante di un pianeta che messo di fronte ad altri sarebbe risultato per importanza simile ad un minuscolo granello di polvere. Eppure doveva riuscire a convincersi; lui in quel "minuscolo granello di polvere" ormai ci viveva, aveva un nemico difficile da battere, ed un obbiettivo, sconfiggerlo. Ed adesso in quella situazione entrava anche quella ragazza…la trovava bella fisicamente, ma, dentro di lei, riusciva a leggere qualcosa di più prezioso dell'aspetto esteriore, la grinta e la determinazione presenti in quel debole corpo, una forza d'animo capace di mettere in difficoltà addirittura un tipo orgoglioso e testardo come lui; ma come ci riusciva? Era la domanda che spesso si poneva dopo le liti che aveva con lei, uno dei suoi più unici che rari passatempi a cui dedicava una gran quantità della sua "preziosa" attenzione. Le discussioni che aveva con Bulma…memorabili, sempre diverse e più appassionanti delle precedenti. Esse erano veri e propri rapporti orali, basati su offese, insulti, ma ciò che rendeva tutto più eccitante e degno di essere continuato, nonché quello che spesso donava principio a tutto, erano le provocazioni…oh, sì, le sottili e spietate provocazioni, frasi create unicamente per stuzzicare in modo esplicitamente crudele quelli che erano i crucci più profondi ed i punti più deboli, e Vegeta sentiva in certi momenti di adorare le frasi che Bulma era capace di pronunciare, frasi che gli facevano esplodere la rabbia nel cuore nel momento in cui gli giungevano all'orecchio…era così coraggiosa e sprezzante del pericolo che riusciva a dire cose come: -È inutile che continui ad allenarti, mio caro principe, per quanto ti possa sforzare non riuscirai mai a battere Goku!- oppure -Figurati se uno spietato assassino, crudele come te riesca a diventare Super Saiyan! Lo trovo semplicemente impossibile, non ci riuscirai nemmeno fra dieci anni di durissimo allenamento, Vegeta!- Forse gli piaceva perché sapeva che per arrivare a quel punto bisognava farla arrabbiare molto, e probabilmente, dato i risultati, ci era riuscito pienamente…scopriva che anche lei riusciva ad essere spietatamente crudele con lui, e ciò, il Saiyan lo sapeva, gli piaceva da morire. Si sarebbero potuti scrivere interi libri sulle loro discussioni…certe volte la faceva così infuriare che lei arrivava a gettargli addosso oggetti di ogni tipo, vasi, piatti, bicchieri…allenato come era, naturalmente, Vegeta non tardava ad afferrarli tutti, schivando quelli più grossi, eppure, ciò che più lo sbalordiva, era il fatto che Bulma non accennava ad arrendersi! -Dovrai crollare, prima o poi- gli gridava contro, fino a che non arrivava, con il suo solito e svanito sorriso dipinto sulle labbra Mrs Brief che in qualche modo riusciva a separarli. -Suvvia, ragazzi, non siete più bambini! Smettetela di litigare…Bulma, tuo padre di aspetta su in laboratorio…se non ti sbrighi farai tardi! Mi ha detto che c'è molto lavoro arretrato, no? Sarà meglio che faccia in fretta, allora!- Subito la ragazza smetteva e poggiava al suo posto l'ultimo vaso che secondo i suoi progetti avrebbe dovuto colpire in pieno il Saiyan, sospirando e poi lanciandogli un'occhiataccia a dir poco folgorante…ed ogni volta Vegeta pensava che in fondo Mrs Brief aveva torto, la donna dagli occhi e capelli azzurri che aveva davanti…era DECISAMENTE una bambina…e guai se le faceva venire a conoscenza di questo suo pensiero, pensava ridacchiando.
Il bello dei loro litigi era il fatto che dopo un po' di tempo era tutto sepolto dall'usuale pietra sopra…nessuno serbava più rancore per nessuno, e la vita riprendeva quella distaccata di sempre…in fondo, si ritrovò a pensare Vegeta, gli unici momenti in cui i due avevano una reale e materiale forma di comunicazione era proprio sotto forma di litigio, ma tutto ciò, per quanto bizzarro e per qualcuno fastidioso, veniva tramutato in qualcosa di piacevole e di estremamente rilassante, ciò che ai due forniva quell'adatto scatto d'ira che permetteva un buon continuo della giornata che si prostrava davanti.

L'insonne Saiyan sospirò, con lo sguardo fisso sulla parete spoglia che aveva davanti a lui. Non che provasse chissà quale attrazione per quel muro, naturalmente, ma in quel momento, mentre tutti dormivano, si sentiva estremamente più libero di perdersi in quelli che erano i suoi pensieri, mentre, sorridendo, ricordava uno ad uno tutte le liti più memorabili, quelle in cui la donna lo aveva fatto sentire molto più in difficoltà, in un modo in cui non ci era mai riuscito nessuno, probabilmente…anche se, all'improvviso, un nuovo, irreale ricordo gli tornò a mente. Era capitata, però una situazione in cui non era andato tutto così liscio, come sarebbe dovuto procedere; un pomeriggio, un maledetto pomeriggio, infatti era successo che Yamcha fosse venuto a fare una visita di piacere a Bulma, al tempo in cui erano ancora fidanzati. Era accaduto che, mentre Vegeta passava di lì per caso, li aveva visti stretti l'uno all'altra, mentre si abbracciavano, e, lentamente le loro bocche si univano, dischiudendosi in un leggero e tenero bacio, bruciante di passione, però, per quanto possa concedere questo dolce atto d'amore. Fu in quel momento che il Saiyan sentì una strana e dolorosa fitta al cuore, che dal petto sentì propagarsi sino allo stomaco…improvvisamente iniziava a provare un odio che forse non aveva mai provato per quel ragazzo che in quel momento sentiva stesse possedendo Bulma…la sua Bulma…perché la sentiva sempre più lontana…mentre sempre più vicina gli era la rabbia che gli esplodeva nel cuore, nel corpo…ma subito, nonostante l'ira lo accecasse, annebbiandogli la mente e facendogli perdere la ragione, ritornò con non poca fatica, al suo stato di qualche minuto prima -…devo calmarmi…il grande principe dei Saiyan non può provare tutto ciò per una stupida terrestre…e non può essere geloso di un debolissimo guerriero…- Pronunciava queste parole con poca convinzione, mentre ormai continuava a ripeterle nella sua mente come un'infinita cantilena…si allontanò da quella camera, sicuro del fatto che i due, impegnati com'erano, non avessero minimamente percepito la sua presenza…ma non fu quell'avvenimento l'ultimo momento terribile di quell'episodio. Vegeta sentiva il bisogno di sfogarsi, doveva trovare una fonte di liberazione che fosse stata più dell'allenarsi come un folle, doveva farla soffrire, sentiva di dover fare in modo che si fosse pentita di quello che gli aveva fatto provare, senza minimamente pensare che Bulma e Yamcha fossero fidanzati, che per loro era lecito baciarsi, toccarsi…ma non ci pensò, per il semplice fatto che non ci riusciva e non desiderava farlo. Quella fu una delle sere più terribili della sua vita. La discussione incominciò come le altre, lui la prese in giro per le sue effusioni col ragazzo, e lei, leggermente sorpresa del fatto che quel guerriero che tanto andava fiero del suo esteso senso dell'onore li avesse spiati così spudoratamente, ribatteva come meglio la lunga esperienza le aveva fatto apprendere…fino a che i fatti presero una piega inaspettata e molto, molto dolorosa; lui l'accusò di gettarsi nelle braccia di chiunque, di compiere movimenti e di dimostrare modi di comportarsi molto, troppo provocanti per un semplice bacio, denominandola esplicitamente come una poco di buono da cui fosse meglio stare alla larga, offendendola nel suo onore…lacerando terribilmente la sua persona…e non ci volle molto tempo, che Bulma, ferita nel profondo dell'animo, incominciò a piangere amaramente, scagliandosi violentemente contro di lui -Che diritto hai tu di dire questo, tu che sei solo un assassino, a te che interessa soltanto allenarti per distruggere vite umane, uccidere…essere crudele e spietato con tutti, senza avere la minima pietà per nessun individuo…come osi criticare me e Yamcha, se sai perfettamente che mai nessuna donna si innamorerà di te!? Sei solo e non vuoi ammetterlo, preferisci che anche gli altri vivano nella tua stessa sofferenza, piuttosto che crearti una felicità esclusivamente per te!!! IO TI ODIO, VEGETA!!!!!! IO TI ODIO COME NON HO MAI ODIATO NESSUNO A QUESTO MONDO!!!!!!!- Dopo questo, sollevando il braccio, gli aveva dato un violento schiaffo in piena faccia. Uno schiaffo che gli fece male, e parecchio anche, esternamente, ed internamente. Non si scansò, forse perché inconsciamente sentiva di meritarselo, quel gesto. Ed improvvisamente si rese conto di quanto le parole di Bulma gli facessero male…e di quanto fosse stato stupido a desiderare ardentemente, quella sera, la sua distruzione…come aveva potuto? Era sempre stato spietato e senza un briciolo di comprensione con tutti coloro che gli vivevano attorno, e perché invece con quella donna tutto ciò gli premeva come non mai? "…Sei solo e non vuoi ammetterlo, preferisci che anche gli altri vivano nella tua stessa sofferenza, piuttosto che crearti una felicità esclusivamente per te…" mentre le parole di Bulma gli continuavano a rimbombare inesorabilmente nella testa, Vegeta si portò una mano sulla guancia ancora pulsante. Bulma per un attimo tremò, rendendosi conto del gesto che aveva compiuto reagendo unicamente d'impulso. Cosa doveva aspettarsi adesso da lui? Era Vegeta, il principe dei Saiyan, e non una persona qualunque, non aveva la minima idea su quello che sarebbe accaduto dopo… Il guerriero abbassò lo sguardo, forse per reagire sottomettendosi a quella donna -…perdonami, Bulma…- La ragazza spalancò gli occhi, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. Possibile che quello che aveva davanti fosse proprio il Vegeta che conosceva, arrogante, presuntuoso, orgoglioso fino alla morte, che adesso, al contrario di quelle che erano le sue solite abitudini, le chiedeva scusa per il suo comportamento!? La sua voce tremava, ma le sue parole sembravano essere sincere…Vegeta uscì lentamente dalla camera, richiudendo la porta alle sue spalle ed appoggiandosi pesantemente ad essa, mentre gli occhi neri come la notte erano rivolti verso il basso -…la verità è che- disse sospirando, per niente mentendo a se stesso -…avrei tanto voluto esserci io…al posto di Yamcha…

Il Saiyan camminava avanti ed indietro nel limite concessogli da quelle quattro mura. Ricordava quegli attimi come se fossero accaduti soltanto pochi istanti prima, e, stranamente, adesso gli erano ritornati alla mente. Per sua sorpresa non aveva mai sentito il rimorso per aver detto quelle parole…per averle chiesto scusa…forse perché in qualche modo era felice che fosse stata proprio quella donna a sconfiggerlo per la prima volta, a provocare una ferita nel suo animo, nella parte più importante di se stesso, lacerando il suo orgoglio, ed il suo onore di Saiyan. Un qualcosa che non aveva e probabilmente non avrebbe mai provato lì su Vegeta, il pianeta su cui era nato; chi avrebbe mai osato nemmeno minimamente pensare di fargli questo? Nessuno, ne era sicuro…ma un'altra era la domanda che realmente intendeva porsi: avrebbe mai provato per qualcuno ciò che sentiva di provare per Bulma? La sua infanzia non era stata come tutte le altre, e questo lo sapeva…aveva vissuto perennemente nell'odio, poi al servizio di Freezer, aveva conquistato pianeti e pianeti, intere galassie forse, esclusivamente per lui…e poi il destino gli aveva fatto incontrare Kakaroth…ci pensò su; in fondo era anche per merito dell'odiato Saiyan che aveva conosciuto quella donna, e, in qualche modo, Vegeta attribuiva all'odiato nemico questo merito. Conosceva bene le origini di tutto quello. Bulma aveva incontrato Goku, ed insieme erano partiti alla ricerca delle sfere, fino a che avevano incontrato tutti gli altri (era una storia che spesso Mrs Brief gli raccontava, anche se il Saiyan sembrava ancor più spesso non dedicarle la più minima attenzione), ed ora, dopo tutto quello che era accaduto, lui si ritrovava là, in quella camera illuminata dalla debole luce di una lampada di cattivo gusto, a riflettere sul suo passato…avendo appena scoperto di poter dedicare anche ore a riflettere su tutto ciò che gli era capitato con una donna diversa dalle altre…tutto quello che una terrestre di nome Bulma gli aveva insegnato, tutti i pensieri e le tenere sensazioni che gli aveva aiutato a scoprire, ciò che gli aveva detto, la sua sincerità, che le proveniva dritta dal cuore…era una delle poche persone che non aveva paura di lui, che in fondo lo trattava come una vera persona…era Bulma la sua vita…Bulma e nessun'altra, e grazie a lei in quel momento si sentiva più libero…più…più felice. E non aveva mai conosciuto questo forte e pacifico sentimento manifestarsi nel cuore se non solo dopo la conquista di un nuovo pianeta o lo sterminio di un'altra razza. Ma adesso qualcosa era cambiato. Nessun individuo era morto, nessuna vita spezzata…era solo il dolce effetto che gli provocava quella donna, con il suo sorriso ed i suoi sguardi. Vegeta sentiva di stare cambiando profondamente, ma in un modo che gli piaceva, però, e sentiva il bisogno di pensare al modo di ripagarla con il dono più grande che avesse mai potuto farle. Fino a che un'antica tradizione della sua razza gli tornò alla mente.
Nella tradizione del pianeta Vegeta esisteva un usanza, che, per gli abitanti di quel pianeta di poca importanza dove adesso viveva anche lui sarebbe potuta sembrare stupida, primitiva, molto probabilmente. Ma era tramandata da anni e anni, per quella che era la ridotta cultura del popolo guerriero. Colui che si fosse sentito profondamente legato ad una donna, che fosse stato pienamente sicuro del fatto che per tutta la vita avrebbe amato lei, lei e nessun'altra, sarebbe stato libero di donarsi completamente a colei che gli aveva rubato il cuore; consisteva nel dare un semplice morso sulla spalla sinistra, con poca forza, naturalmente, e da quel momento la sua vita sarebbe appartenuta soltanto a lei. Non avrebbe mai potuto avere rapporto di alcun tipo con nessuna donna oltre a lei, il suo cuore ed il suo amore sarebbero stati esclusivamente in suo possesso; ma naturalmente i Saiyan, orgogliosi com'erano, non solevano spesso compiere quest'atto di sacrificio…per quello che ne sapeva Vegeta, coloro che avevano avuto il coraggio di compiere quest'azione erano pochissimi, se non inesistenti completamente. Dal canto suo aveva sempre trovato quest'abitudine una vera e propria stupidaggine, data la sua non infondata convinzione che i Saiyan fossero fatti per combattere, e non per rammollirsi come femminucce proprio davanti ad una donna…solo che adesso, e non sospettava nemmeno in che modo, tutto ciò gli era tornato alla mente, e, soprattutto, gli appariva con occhi diversi. Ma…quel che si chiedeva…era il suo vero desiderio quello di mordere la spalla di Bulma? Perché sentiva di doverlo e di volerlo fare, di desiderare la sua vita nelle mani di quella donna? Si sarebbe dovuto forse sentire come una barriera impenetrabile che lentamente iniziava a decadere? Scosse la testa, per liberarsi da questi pensieri, e guardò l'orologio. Segnava le quattro e mezza del mattino.

"Devo o non devo…????"…Vegeta continuava a porsi questa domanda, indugiando con la mano poggiata sulla maniglia della porta, in procinto di aprirla. Era in conflitto con se stesso…una parte di lui desiderava ardentemente andare in camera di Bulma, ma un'altra parte invece credeva fosse meglio lasciar perdere, e, come se non bastasse, Vegeta continuava a chiedersi quale sarebbe stata la reazione di Bulma dopo che le avesse dimostrato, con il gesto che intendeva compiere, ciò che voleva offrirle e ciò che sentiva profondamente di provare per lei…lei…ma cosa avrebbe fatto lei? Avrebbe riso? Avrebbe provato compassione per lui? Le avrebbe fatto pena la stupidità dimostratagli da quel Saiyan? Per un momento Vegeta tentò di abbandonare l'impresa, cercando di cancellare dalla mente tutti quei ricordi. Ma più ci tentava, più l'impresa risultava impossibile, anzi, era tutto l'opposto…sempre nuovi ricordi gli risalivano alla mente…possibile che a causa di quella donna adesso lui, il principe incontrastato dei Saiyan, non riusciva più ad avere il controllo delle sue azioni e dei suoi pensieri? Doveva riuscire subito a riacquistare la consapevolezza di sé, prima che fosse troppo tardi…prima che anche quell'ultimo ricordo disintegrasse ogni sua possibilità di difesa…ma…era troppo tardi…
-Questo è per me, donna?- Vegeta guardava Bulma interrogativamente
-sì…perché?
Il Saiyan continuava ad osservare incredulo ciò che aveva davanti. Quella mattina Bulma si era alzata molto presto, e, contrariamente a quelle che erano le sue abitudini, probabilmente aveva sacrificato la sua poca voglia di mettersi ai fornelli e gli aveva stranamente preparato la colazione che gli si prostrava in quel momento davanti agli occhi. Continuava a guardarla ancora sorpreso, finché un leggero sorrisetto sarcastico gli si dipinse in volto
-Donna…tu non odi cucinare?
-certo che odio cucinare…solo che avevo pensato…poiché tu di solito la mattina ci fai trovare la cucina peggio di un campo di battaglia…- gli aveva risposto la donna con un sospiro, cercando di allungare i tempi per non dargli ulteriori spiegazioni più dettagliate. Vegeta la guardò meglio. Non c'era nemmeno un po' della sua voce che lo convincesse del fatto che dalle sue labbra stessero uscendo parole veritiere. Lentamente si avvicinò un po' di più a lei, guardandola negli occhi intensamente, sicuro di riuscire a leggervi la più pura verità… -…donna…c'è qualcosa che non va? A me puoi dirlo…- disse, rendendosi conto solo dopo dell'importanza della frase pronunciata appena qualche istante prima -…n…no… certo che no…cosa te lo fa pensare, Vegeta…- La voce della ragazza non era ancora convinta, ma, al contrario, era ancora più spaventata, forse dal fatto che Vegeta le si fosse avvicinato a quel modo, e dell'improvvisa luce che era apparsa nei suoi occhi mentre la fissavano così intensamente. Vegeta la guardò ancora più profondamente…sentiva che quella piccola donna davanti a lui non aveva del tutto scordato la sua relazione con Yamcha, quel ragazzo che aveva lasciato per il fatto che l'avesse trattata male, malissimo…per il semplice motivo che l'avesse fatta soffrire così tanto, senza rendersi conto delle proprie azioni e di conseguenza senza provare il minimo senso di rimorso…ma come poteva Bulma pensare ancora a lui? E dopo tutto quello che le aveva fatto, per giunta? "Non merita affatto di essere trattata in questo modo…" Pensò, prima che il suo cervello perdesse ad un tratto il comando dei suoi gesti, e il suo viso, rivolto unicamente allo sguardo della donna, si avvicinasse ad esso sempre di più… "Sei il principe dei Saiyan…sei il principe dei Saiyan…" continuava inutilmente a ripetersi Vegeta…quella donna era per lui una calamita, e niente sarebbe riuscito a distoglierlo nel suo intento, nemmeno la sua impenetrabile forza di volontà… Mancavano ormai alle loro bocche pochi centimetri, fino a che si sarebbero unite divenendo dolcemente una cosa sola, quando Bulma voltò lo sguardo, e gli sfiorò delicatamente un braccio con la mano, per fermarlo -…è…è meglio che vada…il lavoro mi aspetta…- Velocemente la ragazza si era allontanata, uscendo fulmineamente dalla porta, mentre Vegeta l'aveva seguita con lo sguardo, fino a che i suoi occhi l'avevano persa di vista…ma con lo stesso proposito che da poco gli bruciava nella mente… -Riuscirò a farglielo dimenticare…- si disse, prima di uscire a sua volta, stranamente non toccando nemmeno una briciola di cibo -…devo riuscirci…-

-Dannazione! E per fortuna che non dovevo ricordarmi niente di niente…
Di nuovo con i pensieri rivolti al presente, Vegeta continuava a ripensare a quell'ultimo e bruciante ricordo che gli aveva appena attraversato la mente…quello che più a stento riusciva a dimenticare e che gli era apparso più nitido di tutti gli altri messi insieme…spesso, molto spesso, aveva provato a pensare a cosa avrebbe provato dopo se si fossero realmente baciati, quella mattina…ci aveva anche pensato parecchio, e, con sua grande sorpresa, il Saiyan si dovette convincere che oltre quel momento la sua mente non sarebbe riuscita a proseguire con l'immaginazione; forse perché, grazie a ciò che sentiva di aver imparato a provare per Bulma, era in lui la più piena consapevolezza che non ci sarebbe potuto essere niente di programmato e programmabile in futuro… Si voltò di scatto verso la porta. Ormai aveva preso la sua decisione. Quella notte avrebbe donato se stesso, avrebbe sacrificato il suo futuro, l'avrebbe donato a lei, esclusivamente a lei, con lei e per lei…tirò un profondo sospiro…aprì la porta, varcandola, e chiudendola dietro di sé. Tante volte era uscito dalla sua camera, vagando spesso senza meta per i corridoi sconfinati della Capsule Corp., ma mai tutto ciò gli era mai sembrato così difficile come invece gli appariva in quel momento.

Quella sera Bulma era andata a dormire abbastanza presto, almeno secondo quelli che erano i suoi soliti orari; dopo essersi velocemente lavata e svestita, aprendo la finestra il suo ultimo pensiero era volato a Vegeta ed a tutto ciò che stava ultimamente accadendo fra di loro. Perché, almeno da quello che percepiva accadere attorno a sé, gli ultimi tempi erano caratterizzati da momento piuttosto ambigui fra i due…attimi che lasciavano molto spazio alle riflessioni, che lasciavano senza parole negli istanti in cui essi stessi si compievano…ormai, lo percepiva benissimo, nonostante sapesse che sarebbe stato impossibile realizzare il suo sogno, che qualcosa di dolce e profondo la legava al principe il quale da un po' di tempo era ospitato a casa sua…anche se sapeva perfettamente di non doversi fare alcun tipo di illusioni. Lui era cinico, spietato, forte e sprezzante, figurarsi se avesse minimamente potuto pensare di provare qualcosa per una piccola ed insulsa terrestre come lei…Bulma, stesa sul letto, aveva passato tanto tempo a pensare a questo, fino a che la stanchezza le era giunta a gli occhi, e, chiudendoli lentamente, si era addormentata ancora con il nome di Vegeta fisso nella mente e nel cuore. Non poteva certamente aspettarsi quello che sarebbe successo quella stessa notte…

Vegeta aprì furtivamente la porta della camera di Bulma. Si guardò attorno con lentezza, osservando bene quella camera che sapeva di non aver mai visto. Infatti, probabilmente era la prima volta che metteva piede in quella stanza…era raro addirittura che vi entrassero già i genitori di Bulma, fra quelle quattro mura, essendo la ragazza molto gelosa della sua intimità. Camminò per qualche secondo, finché non la vide. La ragazza dormiva beatamente nel suo letto, ignara di tutto quello che stava o sarebbe potuto accadere attorno a lei. Quando la vide, forse per la prima volta Vegeta provò dentro di lui un esteso senso di dolce tenerezza…quella donna era così bella, così innocente mentre dormiva, lontana da quelli che erano i suoi problemi terreni, le sue ansie e le sue paure…si chinò su di lei. Ormai aveva preso la sua decisione, e nessuno sarebbe più riuscito a persuaderlo. Le sue dita percorsero dolcemente il viso della ragazza, e Vegeta rimase estasiato dalla morbidezza di quella pelle…lentamente si abbassò un po' di più, afferrando con estrema e per lui inusuale delicatezza il bordo candido della sua camicia da notte, e spostandolo con ancor più inesorabile lentezza…fino a che ebbe davanti agli occhi la spalla sinistra di Bulma, l'oggetto di quello che sarebbe stato il suo sacrificio. Rimase estasiato nel vedere la chiara pelle morbida di Bulma…la bellezza di quella parte di corpo perfetta…si avvicinò ancora di più, fino a che poté sentire il suo odore…quell'odore che lo ipnotizzava e che già sentiva di non poterne fare a meno. Spalancò la bocca, mentre già stava per affondare i suoi canini nella morbida e bianca pelle di lei…
-…V…Vegeta…
Una voce lo sorprese, vicinissima e penetrante. Il Saiyan sperò che non fosse proprio la persona che sospettava…la sola e unica che molto probabilmente poteva averlo sorpreso…ed invece, voltandosi di scatto, realizzò che fosse proprio colei che sperava ardentemente stesse ancora dormendo. Subito allontanò il volto da lei, ma non riuscì a non notare ed incantarsi di fronte a quei dolci occhi azzurri che continuavano a guardarlo smarriti e sorpresi. Bulma non sapeva cosa fare…forse si sarebbe potuta spettare di tutto da quel Saiyan che a volte appariva così strano…ma trovarlo nel suo letto, poco prima dell'alba, mentre tentava di morderle una spalla, era sicura che non le sarebbe mai minimamente passato per la testa
-…cosa…cosa stai facendo…?…Che ci fai qui…?
La voce della donna era sicuramente ancora spaventata, perché fu un miracolo il fatto che il Saiyan riuscisse a sentirla. Eppure gli appariva così dolce e tenera…e più si perdeva nel blu dei suoi occhi, più la ammirava in tutta la sua grazia e bellezza, e più il suo inebriante profumo gli riempiva le narici, si sentiva ogni istante più convinto di quello che stava per fare. Le spostò lentamente una ciocca di capelli dal volto meravigliandosi della loro infinita morbidezza, e la guardò ancora più intensamente. Yamcha doveva essere proprio un perfetto idiota per aver trattato male e lasciatosi scappare quell'angelo che adesso lui aveva davanti agli occhi… -ti amo, Bulma…- disse, sorprendendo persino se stesso per la capacità, non molto avvezza al suo carattere, di averle rivelato, con quelle sole parole, tutto ciò che provava per lei… Bulma arrossì di colpo, rendendosi inconsciamente conto di quelle parole; ma era sicura che quello fosse proprio il vero Vegeta, e non un semplice frutto della sua immaginazione? Per un attimo credette di stare sognando "non può essere vero…Vegeta non farebbe mai una cosa del genere…" ne era sicura…non poteva essere altro che un sogno…anche se la certezza di quel pensiero fu subito spezzata da un'ulteriore e, soprattutto materialmente reale carezza di Vegeta. Il Saiyan non poté non notare, nonostante il buio, le guance di Bulma dipingersi di un lieve rossore, cosa che accrebbe in lui la convinzione della sua attraente bellezza… -…è…è uno scherzo, non è vero?- chiese Bulma, sperando dal profondo del cuore che la risposta che stava per ricevere fosse stata negativa…Vegeta le poggiò dolcemente un dito sulle labbra, intimandola a non parlare più -…no, non è uno scherzo…io ti amo, Bulma…come non ho mai amato nessuno in vita mia…perché nessuno mi ha mai dimostrato tutto l'affetto che mi hai regalato tu, e perché nessuno mi è mai stato così vicino come lo sei stata tu con me…voglio donarti la mia vita, la mia anima…e voglio essere tuo per sempre- disse, prima di sentire la felicità scoppiargli nel cuore, e di avvicinarsi lentamente a lei, che intanto gli regalava il sorriso più dolce che avesse mai visto -anch'io ti amo, Vegeta…ed adesso è una certezza…- disse…e poi…poi le loro labbra si unirono con passione…facendo trovare sia per lui, sia per lei, un senso di calma e di pace mai sperimentato prima di allora; lentamente Vegeta, staccandosi da lei, iniziò a baciarle il collo, arrivando, senza un attimo staccarsi da quella donna per lui così tanto speciale, sino alla spalla che aveva tentato di assaggiare prima -ti farà un po' male…ma non avere paura…- Bulma ancora non capiva cosa il Saiyan che le aveva appena rivelato così teneramente i suoi sentimenti avesse intenzione di fare…ma lo lasciò proseguire, sicura che dopo le avrebbe chiarito ogni dubbio -Ti donerò tutto me stesso…te lo prometto…- disse, prima di morderle il più delicatamente possibile la spalla, e ritornandola di nuovo a baciare sulle labbra, mentre, fuori dalla finestra, spuntava la luce del nuovo giorno, ed il sole lentamente si apprestava a salire, facendo svanire all'orizzonte, ad una ad una, ogni singola stella.



Ma c'è un segreto che racchiude l'usanza…che mai nessuno ha svelato, che può soltanto essere scoperto…la pace regnerà incontrastata nei cuori di chi ha compiuto questo dolce sacrificio…la stessa pace…sì, la stessa pace appartenente ogni Saiyan che desidera superare il proprio livello, divenendo il leggendario guerriero dai capelli biondi…rare sensazioni che all'improvviso ti si presenteranno insieme nel cuore, e rari equilibri che mai si erano conosciuti prima di allora…mentre, privo di ogni incertezza e libero da ogni problema, vivrai per sempre assieme alla donna che ami…e che, dopo questo tuo giuramento, amerai per l'eternità, per sempre, anche dopo che la tua vita si sarà spenta… dedicando ogni minimo istante della tua esistenza alla sua felicità…adorandola…e non lasciandola mai…amandola, senza cambiamenti e variazioni, intensamente pari alla prima volta.


FINE