L'Ombra e la Speranza

13. La strada per Edoras




Legolas e Grainne partirono il mattino successivo, alle prime luci dell'alba. Nonostante la preoccupazione della fanciulla per le condizioni fisiche dell'elfo, Legolas non mostrò il minimo segno di sofferenza o stanchezza, e per molte ore galopparono nella piana di Rohan, in direzione della capitale.
Il sole era già alto nel cielo quando Grainne rallentò l'andatura del suo cavallo e iniziò a guardarsi intorno.
- Cosa c'è ? - domandò Legolas accostandosi alla ragazza - Hai visto qualcosa ? -
Grainne non gli rispose e smontò da cavallo. - Cercavo un posto adatto in cui fermarci. - disse poi - E penso proprio di averlo trovato. - Prendendo le redini, condusse il suo cavallo verso un ammasso di rovine di quello che un tempo doveva essere stato un piccolo forte, e che ora ospitava, al suo interno e a ridosso delle sue mura, secchi alberi dalle radici tortuose, cespugli ed erba incolta. Uno stretto fiume tranquillo scorreva poco distante.
- Fermarci ? - disse Legolas stupito - Adesso ? Grainne, Edoras è ancora molto lontana, e quando sarà buio non potremo più viaggiare ! Non possiamo permetterci di perdere dell'altro tempo prezioso ! -
- Non possiamo nemmeno permetterci di perdere i nostri cavalli. - rispose la ragazza voltandosi verso di lui - Sono stanchi ed assetati, hanno bisogno di riposare. E noi di rifocillarsi. Inoltre ricordati che non sei nelle condizioni adatte a rimanere in sella troppo a lungo ; un po' di riposo non potrà che giovarti, mentre io controllo lo stato della tua ferita. -
Legolas, pur disapprovando quella decisione, scese dal suo cavallo e raggiunse la ragazza. I due entrarono nel forte e legarono i cavalli ad un alberello, poi si sistemarono sull'erba e mangiarono in silenzio.
Al termine del pasto Legolas si sedette appoggiando la schiena contro un grosso blocco di pietra e, dopo essersi slacciato la tunica, lasciò che la ragazza eseguisse il suo lavoro.
Con delicatezza, Grainne sollevò la leggera camicia argentea e spalancò gli occhi dallo stupore. Legolas, con espressione preoccupata, le domandò cosa non andasse.
- Nulla - rispose la ragazza alzando gli occhi verso di lui - Anzi, non potrebbe andare meglio. La ferita si è completamente richiusa...è...è sorprendente. -
Legolas sorrise e osservò il taglio che gli percorreva il fianco, di cui ora restava solo una lunga cicatrice rosata - Hai fatto davvero un ottimo lavoro. Dovresti esserne orgogliosa. - disse senza stupirsi delle parole della ragazza.
- Non credo sia solo merito mio. - disse Grainne scuotendo il capo con modestia - Devo ammettere che Vardarantir aveva ragione quando parlava della vostra prodigiosa capacità di guarigione. Penso...penso che nessuno avrebbe potuto sopravvivere ad un colpo come quello, se non un elfo... - Poi abbassò di nuovo lo sguardo sulla cicatrice, pensando al modo in cui era riuscita a curarla. Legolas, indubbiamente, non poteva ricordare la grande magia di cui la ragazza aveva dovuto servirsi...e sicuramente era meglio così. Che quel segreto restasse tale ancora per un po'...
- Può darsi. - rispose l'elfo. Passando la mano sulla ferita ormai guarita, afferrò un capo del filo che Grainne aveva usato per suturarla. - Credo che questo non serva più, allora. - disse.
- Penso proprio di no. Te lo leverò appena possibile... -
- Molto bene. - disse Legolas senza che la ragazza riuscisse a terminare la frase. L'elfo giocherellò un po' con il capo più lungo del filo che gli usciva dalla pelle, avvolgendoselo strettamente intorno ad un dito, sotto gli occhi incuriositi della ragazza. Poi lo tirò con tutta la sua forza, strappandoselo completamente dalla carne viva.
Grainne, che era ancora accucciata davanti a lui, fece un balzo indietro per la sorpresa e si trovò seduta a terra con una mano alla bocca ; Legolas, impassibile come se niente fosse accaduto, esaminò con attenzione la cicatrice che per verificare che non avesse subito danni da quel gesto, tenendo il filo nella mano sollevata. Poi lo gettò via e si alzò in piedi.
- Possiamo andare. - disse, dopo essersi sistemato la camicia e la tunica, raccogliendo le proprie cose. Grainne, con la bocca ancora spalancata per lo stupore, lo seguì con lo sguardo rabbrividendo all'idea del dolore che l'elfo doveva aver provato e trattenuto così stoicamente. Poi si rialzò, slegò il suo cavallo e raggiunse Legolas, che la aspettava già in sella al suo, e ripartirono.



- Con chi devi parlare, ad Edoras ? - domandò Legolas affiancandosi a Grainne mentre galoppavano in mezzo ai campi.
- Con una persona fidata. - rispose la ragazza - Ho bisogno di sapere com'è la situazione in città e lui sicuramente potrà informarmi. Solo così potrò valutare se sia veramente in atto un complotto. -
- Non mi credi ancora ? - disse Legolas guardando dritto davanti a sé.
- Non ho detto questo. Sicuramente sta accadendo qualcosa di grave. - rispose Grainne - Non ricordi proprio nulla di ciò che è successo a Fangorn ? Qualche particolare, una voce, un nome ? -
L'elfo scosse il capo, facendosi scuro in volto. - Nulla che possa identificare quei traditori. Ricordo solo ciò che accadde fino a quando sono stato colpito. Tutto il resto è terribilmente confuso, come se si fosse trattato di un incubo. Però... -
- Però... ? -
Legolas fece una breve pausa, come se cercasse di riordinare i ricordi, riuscendovi solo parzialmente. - Non ero del tutto cosciente, ma ho sentito qualcuno dire che avrebbero accusato la gente del Bosco Atro dell'imboscata e del tradimento contro l'Alleanza. E' questo che temo fortemente. Se il regno del Bosco Atro verrà accusato di tradimento, per il mio popolo non ci sarà speranza di evitare una guerra. Considera anche che, appena mio padre saprà quello che è successo, non penserà due volte a mettere in marcia il suo esercito contro Rohan. Questo complotto va sventato in ogni modo...e non mi restano molte possibilità. Senza immaginare cosa può essere successo ad Aragorn...devo assolutamente parlare con Theoden. -
- Con Theoden ? - disse Grainne - Cosa ti fa pensare che il Re del Mark voglia ascoltarti ? -
- Proprio non capisci ? - disse Legolas stupito - Per loro io sono morto, Grainne. Chiunque abbia ordito questa trama avrà sicuramente riferito a Theoden che io mi trovavo a Fangorn, e gli avrà anche raccontato che sono stato io a guidare l'assalto contro i suoi cavalieri, e che sono stato ucciso nel combattimento. Se riuscissi ad arrivare davanti al Re, potrei dimostrargli come sono andate veramente le cose. -
- Scordatelo. - disse Grainne sotto lo sguardo allibito di Legolas - Non riuscirai mai ad arrivare da Theoden. Se davvero le cose stanno come dici, ti fermeranno prima. -
Legolas arrestò bruscamente il suo cavallo. Grainne fece lo stesso pochi passi più avanti, guardando l'elfo con aria interrogativa.
- Mi stai dicendo che devo abbandonare le mie speranze senza fare nemmeno un tentativo ? E' questo che vuoi dire ? - disse Legolas.
Grainne scosse lentamente la testa. - Non hai capito niente. Quello che intendevo è che non puoi sperare di entrare a palazzo dal portone principale. Dovremo cercare di...aggirarlo, e trovare un ingresso secondario. Mi sono spiegata ? -
Legolas strinse gli occhi, pensieroso. - Sì...credo di aver capito. Se i traditori si accorgessero della mia presenza ad Edoras non ci penserebbero due volte a finire il lavoro che avevano lasciato incompiuto. Quindi dovremo trovare il modo di giungere a cospetto di Theoden di nascosto...è così ? -
- Esattamente. - rispose Grainne rimettendosi in marcia, seguita dall'elfo - E la persona che conosco fa proprio al caso nostro. -
- Ne sei certa ? -
- Assolutamente. Fidati. -
Legolas sorrise e annuì, ma dentro di sé avvertiva ancora una leggera inquietudine...




Ben presto scese l'oscurità, e i due viaggiatori furono costretti a cercare un riparo per la notte. Avevano attraversato tutti i verdi campi della piana di Rohan, ed ora si trovavano in una foresta piuttosto tetra, in cui i rami degli alti alberi erano così lunghi e intrecciati tra loro da non offrire quasi la vista del cielo.
- Temo che dovremo accamparci qui - disse Grainne guardandosi intorno - Anche se non lo vorrei...questo posto mi dà i brividi. -
- Non posso darti torto. - disse Legolas scendendo da cavallo - E' così diverso dai luoghi che conosco...il Bosco Atro è sì buio e silenzioso, e così anche la foresta di Fangorn...ma là vi sono fiori e piccoli animali che ne testimoniano la vita, mentre qui mi sento quasi soffocare...sopra tutto sembra aleggiare un'aria di... -
- Morte - lo interruppe Grainne, sempre più inquieta, guardando le sterpaglie che crescevano tra le nodose e sporgenti radici degli alberi - Sento quasi l'odore della morte. Non voglio restare qui...Legolas, te la senti di cavalcare ancora per un po', fino a quando troveremo un posto migliore ? -
- Sì, anche se credo che giungerà l'alba prima che possiamo trovarlo. -
L'elfo era appena risalito in sella quando si voltò di scatto, udendo un rumore appena percettibile. La sua espressione tesa fece preoccupare Grainne, che sapeva perfettamente cosa significava.
- Cosa c'è ? - sussurrò - Orchi ? -
Legolas non rispose, lo sguardo focalizzato in lontananza, verso un punto che lui solo poteva vedere, ascoltando un suono che lui solo riusciva a sentire.
Dopo aver arrestato il respiro per un istante, l'elfo impallidì, mentre Grainne sentì il suo cuore pulsare sempre più velocemente.
- Vai, Grainne. Presto... - le disse con voce tremante senza spostare lo sguardo dal fitto della boscaglia, mentre il suo cavallo camminava in cerchio, sempre più agitato.
- Legolas, cosa... ? - Un rumore di zoccoli sul terreno, come di un cavallo lanciato al galoppo, non le permise di terminare la frase. Paralizzati dal terrore, i due videro avvicinarsi sempre di più una figura ammantata di nero, in sella ad un cavallo nero anch'esso.
- Nazgûl ! - gridò Legolas mentre il suo cavallo si impennò nitrendo alla vista di quella terribile creatura - Scappa, Grainne ! ! -
La ragazza non se lo fece ripetere due volte. Con la bocca spalancata dal terrore, ma senza riuscire ad emettere un suono, spronò il cavallo e lo lanciò al galoppo attraverso la foresta, immediatamente seguita da Legolas.
Il cavaliere nero strillò e sguainò la sua lunga spada mentre si lanciava all'inseguimento dei due viaggiatori.
- A destra, Grainne ! - gridò Legolas alla ragazza che cavalcava in preda al terrore senza nemmeno sapere dove stesse andando. Alle parole dell'elfo, Grainne fece scartare bruscamente di lato il cavallo, evitando così un profondo fossato, mentre lo spettro, colto alla sprovvista, fu costretto a saltarlo.
Grainne si guardò alle spalle notando che il loro inseguitore aveva perso terreno a causa di quella brusca manovra. - Legolas ! - gridò all'elfo che si trovava poco dietro di lei, rallentando l'andatura - L'abbiamo seminato ! -
L'elfo le fu accanto in un attimo. - E' quello che credi tu ! - esclamò - Corri, svelta ! -
Senza che la ragazza avesse il tempo di capire, il Nazgûl sbucò dalla fitta boscaglia proprio davanti ai due, con un acuto grido di rabbia. Terrorizzati, Grainne e Legolas voltarono di scatto i cavalli e furono costretti a tornare al galoppo sui propri passi, mentre il feroce cavaliere nero non dava loro tregua.
- Ma come ha fatto ? ! - gridò la ragazza all'elfo che si trovava accanto a lei.
Legolas non rispose e si voltò indietro verso la creatura che ora stava guadagnando terreno.
- Prendi a sinistra ! - gridò.
- Cosa ? ! - esclamò Grainne senza capire.
- Fai come ti dico ! Prendi a sinistra e cerca di tornare indietro ! -
Senza che la ragazza potesse aggiungere una parola, Legolas scartò a destra e sparì nella boscaglia.
- Legolas ! -
Con la mente offuscata dal terrore, la ragazza obbedì istintivamente all'ordine dell'elfo e fece una larga curva verso sinistra. Il cavaliere nero, confuso da quella strana manovra, rallentò l'andatura ma continuò ad inseguire la giovane guaritrice.
Grainne si voltò indietro, con il cuore in gola, continuando a galoppare all'impazzata. Dov'era andato Legolas ? Perché l'aveva lasciata sola ?
Lanciando un nuovo grido stridulo, il Nazgûl spronò il suo destriero e accorciò la distanza che lo divideva dalla ragazza.
- No ! - esclamò Grainne vedendo la spada della creatura brillare alla luce della luna ed avvicinarsi sempre di più, sempre di più...
E' finita, si disse.
Chiudendo gli occhi, si lasciò guidare dal suo cavallo, mentre sentiva la voce dello spettro sibilare il suo nome.
- Enedore ! -
- Vattene ! - gridò la ragazza - Lasciami in pace ! ! -
Ad un tratto, un fischio echeggiò nella foresta, nascosto dal rumore degli zoccoli, e il cavallo del Nazgûl si abbattè rovinosamente al suolo, trascinando con sé il suo cavaliere che urlò per la rabbia e la sorpresa.
Grainne, che ormai aveva perso ogni speranza di fuga, arrestò il suo cavallo e vide Legolas arrivare al galoppo, con l'arco ancora in mano. Lanciando un rapido sguardo allo spettro rimasto a terra, vide che il nero destriero aveva una lunga freccia conficcata nella coscia, e un'altra freccia era piantata nella spalla del cavaliere.
- Presto ! - esclamò Legolas riponendo velocemente l'arco dietro la schiena. La ragazza spronò nuovamente il suo cavallo e insieme ripartirono al galoppo, lasciandosi alle spalle la creatura adirata che si era estratta la freccia dal dorso e la brandiva imprecando contro Grainne e Legolas che si allontanavano sempre più in fretta.
I due galopparono ancora per qualche miglio, facendosi strada tra i cespugli secchi e i rami che pendevano dagli alberi. Quando si sentirono al sicuro, fermarono i cavalli e si voltarono, ansimando, verso il fitto della foresta, tendendo le orecchie per essere certi che lo spettro non li stesse più seguendo.
- Che...che cos'era ? - balbettò Grainne.
- Un Nazgûl - rispose Legolas - Un tempo era un Re degli Uomini portatore di uno dei nove anelli del potere...ora è solo uno schiavo di Sauron, mandato da lui alla ricerca dell'Unico Anello perduto. Solo mi domando cosa volesse da noi... -
- E...ora è morto ? -
- No di certo. Ma almeno siamo riusciti a fermarlo. -
Grainne tacque per un istante, incapace di staccare gli occhi dal cuore del bosco, il respiro ancora affannoso.
- Non cercava l'Anello. - sussurrò la ragazza - Cercava me. -
Legolas si voltò di scatto a guardarla, senza capire. - Cosa... ? -
Ma lei lo ignorò ; i suoi occhi si erano fatti duri e la sua mente era rivolta verso il suo nemico invisibile.
- Andiamocene da qui. - disse Legolas trottando via seguito da Grainne - Per noi non è più sicuro dormire all'aperto. Temo che dovremo cavalcare per tutta la notte. Anche se darei qualunque cosa per un vero letto, non credo che riuscirei a riposare tranquillo. -
- Nemmeno io, penso. Ma sprecare quest'occasione mi pare un vero peccato. - disse la ragazza.
- Di cosa stai parlando ? - domandò Legolas guardandola con aria interrogativa.
- Guarda là - rispose Grainne indicando un punto alla sua sinistra.
Seguendo la mano della ragazza, Legolas vide una casa dalle finestre illuminate ; sopra la porta, un'insegna dipinta a vivaci colori portava la scritta "La sosta della volpe rossa". Una locanda...una locanda ai margini della foresta.
- E' quello che ci vuole, non credi ? - disse la giovane guaritrice.
- Non lo so, Grainne. - rispose Legolas, dubbioso - Là dentro potrebbe essere molto peggio che qua fuori. -
- Andiamo, non vorrai sprecare questo incredibile colpo di fortuna ? - lo esortò Grainne con un cenno della mano - Chiunque troveremo in quella locanda, non sarà mai pericoloso quanto quell'orribile cavaliere nero... -
- D'accordo. - rispose Legolas dopo aver riflettuto un attimo. L'elfo scese da cavallo e si avvolse nel lungo mantello grigio, alzandosi il cappuccio fin quasi sopra gli occhi.
- Conosci quella locanda ? - domandò poi alla ragazza.
- No. - rispose lei scendendo da cavallo e tirandosi a sua volta il cappuccio sulla testa - Se non sbaglio, dovremmo essere a circa metà strada tra Edoras e Isengard. Forse è un punto di sosta per i viaggiatori che vanno in quella città o che vi tornano. Ad ogni modo mi sembra il tipico posto in cui nessuno fa domande. Andiamo. -
Giunti davanti all'ingresso della "Sosta della volpe rossa", Grainne e Legolas legarono i cavalli ad uno steccato che si trovava in fianco all'uscio socchiuso ; poi, dopo essersi scambiati una rapida occhiata, entrarono e chiusero la porta alle loro spalle.


Continua...