L'Ombra e la Speranza

10. Ritorno alla vita



Grainne non perse tempo. Facendo appello a tutte le conoscenze che aveva accumulato, corse agli armadietti estraendone barattoli di vetro, ferri, bende e tutto ciò che poteva esserle utile. Poi si mise al lavoro.
Sarebbe stata una lunga notte per la ragazza, terrorizzata all'idea che l'elfo morisse nelle sue mani. Sforzandosi di rimanere concentrata, si apprestò ad eseguire il delicato intervento.
- Resisti, Legolas... - sussurrò - Non posso perderti di nuovo... -
Nonostante Grainne fosse ancora scossa, la sua mano era comunque ferma mentre disinfettava e ricuciva la ferita del principe elfo dopo aver arrestato l'imponente emorragia ed essersi assicurata che nessun organo vitale fosse leso gravemente. Aveva fatto tutto ciò che era in suo potere ; ora doveva solo sperare che gli dei permettessero a Legolas di salvarsi.
Dopo aver cucito l'ultimo punto, Grainne si concesse un sospiro di sollievo.
- Ce la farai, vedrai... - disse, asciugandosi il sudore dalla fronte. Ma, osservando il volto dell'elfo, capì che qualcosa non andava.
- Legolas... ? - disse, spalancando gli occhi e chinandosi verso di lui : un rivoletto di sangue gli usciva dall'angolo della bocca. Con due dita gli toccò il polso ; poi, sconvolta, afferrò un pezzo di vetro e glie lo avvicinò al viso. Non respirava.
- No... - disse Grainne, disperata, premendogli le mani sul petto per rianimare il cuore dell'elfo - Ti prego...non adesso... -
Grainne tentò più e più volte, ma senza alcun risultato. - No ! - gridò, scoppiando in lacrime e inginocchiandosi accanto al letto. Non poteva, non doveva finire così...
In un ultimo, disperato tentativo, la ragazza si rimise in piedi e pose nuovamente le mani sul petto di Legolas. Questa è davvero la mia ultima speranza, si disse. Chiuse gli occhi e si concentrò profondamente ; un dolce tepore le salì alla pelle e una nuova energia sembrò pervaderla. Poi il calore aumentò sempre di più, finchè la ragazza sembrò essere avvolta dalle fiamme. Ma lei non poteva sentirlo. Con la testa reclinata all'indietro e gli occhi vacui, Grainne fece convergere tutto quel calore verso il cuore dell'elfo.
- VIVI ! - gridò la ragazza. Improvvisamente una luce abbagliante si sprigionò dalle sue mani, inondando tutto il corpo di Legolas. L'elfo urlò, ma non dal dolore ; l'incredibile energia che Grainne gli stava donando lo stava facendo rinascere.
Quando la luce si affievolì, fino a svanire, la giovane guaritrice si accasciò ansimante sul pavimento. Ancora debole e tremante, si rialzò a fatica quel tanto che le bastava per osservare il viso di Legolas ; quando vide che aveva ripreso colore ed era tornato a respirare normalmente, le labbra le si allargarono in un sorriso. Delicatamente, asciugò le gocce di sudore che imperlavano la fronte dell'elfo, che con un gemito si agitò nel suo sonno profondo.
- Avevo promesso a me stessa che non l'avrei mai fatto...perché avevo paura...credevo...credevo che non ne sarei mai stata capace... - sussurrò la ragazza osservando stupita le sue mani - E invece...hai visto, Legolas ? Ci sono riuscita... -
Dopo essersi lentamente rialzata, si sedette su una sedia accanto al letto in cui giaceva Legolas, e gli rimase accanto per tutta la notte, facendo ciò che aveva sempre desiderato : guardarlo mentre dormiva...




Il mattino successivo Grainne si svegliò molto presto, rimproverandosi per essersi addormentata invece di vegliare sul sonno di Legolas. Guardò l'elfo dormiente e si tranquillizzò vedendo che il suo torace si sollevava e si abbassava con un ritmo regolare ; sospirando di sollievo, si alzò dalla sedia e andò verso il tavolo, su cui giacevano alla rinfusa i barattoli e gli strumenti sporchi di sangue che aveva utilizzato la sera precedente. Prese una bacinella di legno, vi vuotò dell'acqua che si trovava in una caraffa e vi immerse i ferri e le bende. Nel far ciò, vide che in mezzo a tutta quella confusione si trovavano i vestiti di Legolas.
La ragazza si avvicinò lentamente al tavolo fece scorrere una mano sulla preziosa tunica verde e la camicia color argento, ora lacerate e sporche di sangue. E' ora di fare il bucato, si disse sorridendo, e pensò che, oltre a quello, c'era bisogno anche di un bel rammendo.
Mentre afferrava i vestiti per metterli in un'altra tinozza, lo sguardo di Grainne cadde sulle armi dell'elfo, buttate con noncuranza sul pavimento ; raccolse il grande arco di frassino e lo pose delicatamente sul tavolo insieme alla faretra di cuoio, ma i suoi occhi furono catturati dalla spada lucente che, nella confusione, era uscita dal fodero.
Incantata, Grainne la sollevò lentamente e la osservò con attenzione, rendendosi conto che era la stessa spada con cui aveva tagliato il braccio ad uno degli orchi che avevano assalito lei e Legolas nel cuore del Bosco Atro. Nella furia del momento non aveva avuto il tempo di osservarla come stava invece facendo ora ; la ragazza ne guardò con attenzione la lunga lama curva finemente lavorata e lucida come uno specchio. Fece scorrere con delicatezza un dito sul fendente, facendo scorrere un piccolo rivolo di sangue. L'affilatura era perfetta. Con un agile movimento del polso, Grainne la fece roteare e volteggiare nell'aria ; era un'arma unica, leggera e maneggevole, e la ragazza si sentì incredibilmente realizzata nell'utilizzarla ancora una volta, anche se a vuoto.
Ad un tratto, un gemito arrestò la ragazza, che si voltò di scatto verso il letto.
- Maledetti... - mormorò Legolas agitandosi nel sonno - Traditori...traditori di tutti...cosa... ? -
Grainne sbattè la spada sul tavolo e corse al capezzale dell'elfo, chinandosi verso di lui e posandogli una mano sulla fronte.
- Va tutto bene, Legolas... - gli disse accarezzandogli il viso madido di sudore - Sei al sicuro, adesso. Devi solo riposare... -
- NO ! ARAGORN ! -
Con uno scatto improvviso, l'elfo spalancò gli occhi e afferrò la mano della ragazza che sussultò, spaventata.
Ancora parzialmente incosciente, Legolas restò un attimo fermo in quella posizione, respirando affannosamente, con la mano di Grainne stretta nella sua.
- Ben...ben svegliato ! - disse la ragazza, scossa.
L'elfo la guardò con occhi annebbiati, confuso. - Grainne... - sussurrò debolmente, senza lasciare la sua mano.
- Sì...sono io... - disse la ragazza trattenendo una lacrima di commozione.
- Grainne, tu sei...sei qui...e io... -
- Devi stare calmo. - disse Grainne - Sei ancora molto debole, hai bisogno di riposare ancora. -
- Grainne...io...no ! Aragorn ! - esclamò l'elfo nella confusione più totale, cercando di levarsi di dosso le coperte.
- Che stai facendo ? ! Sei pazzo ? ! Non devi muoverti ! -
- No ! L'hanno preso ! Devo...oh... - borbottò Legolas coprendosi gli occhi con il dorso della mano. Troppo occupata a controllare che la ferita non si fosse aperta a causa di quei bruschi movimenti, Grainne non diede importanza alle sue parole.
- Stai tranquillo - gli disse - Nessuno ti farà del male, finchè sarai qui. Vedrai, andrà tutto bene. -
Quando vide che Legolas sembrava essersi calmato, Grainne sorrise e tornò a riordinare la stanza. Ma l'elfo continuò a borbottare frasi sconnesse.
- Preso...morti...ci hanno traditi...i cavalieri ci hanno traditi... -
Nel sentire quell'ultima frase, Grainne lasciò cadere gli oggetti che stava raccogliendo e si girò, con il cuore in tumulto, verso Legolas.
Cavalieri... ? Lentamente, si riavvicinò al letto.
- Ma cosa stai dicendo ? Legolas, quali cavalieri... ? -
- I cavalieri...i cavalieri di Rohan...ci hanno traditi... -
- Rohan...non è possibile ! Legolas, cosa... ? - Ma l'elfo non rispose, essendo piombato di nuovo in un sonno profondo. Grainne era rimasta a bocca aperta, sconvolta, rifiutandosi di credere a quelle parole.
Grande Eru, disse tra sé e sé. Non può essere...non può essere così...


Continua...