Un sogno in Normandia




Oscar si sentiva molto stanca. La lunga cavalcata fatta per schiarirsi le idee le aveva lasciato un senso di spossatezza e di vuoto. Forse
venire nella casa di famiglia in Normandia non era stata una buona idea. Le ombre della sera si allungavano, riempendole il cuore di una
profonda tristezza. Lei non era abituata a fuggire. Ma gli avvenimenti degli ultimi tempi l'avevano scossa nel profondo. Fersen…la
scoperta che i suoi sentimenti per lui non avrebbero mai potuto essere ricambiati…lo scoprirsi improvvisamente vulnerabile…i dubbi
che sempre più spesso l'assalivano….
"Basta!" si disse. "Ho deciso di vivere il resto della mia vita come un uomo, è così che sono stata allevata, è in questo che ho sempre
creduto… non voglio mai più essere debole, mai più! Ma c'era qualcos'altro. La scena che si era svolta con André, quando lui le aveva
dichiarato i suoi sentimenti, continuava a tormentarla. Cercava di non pensarci mai, ma improvvisamente, nei momenti più diversi,
tornava a ripresentarsi nella sua mente. Lo sguardo di André così carico di sofferenza, il suo bacio così improvviso…no, doveva
smettere di pensarci, non voleva ricordare di essersi sentita debole, indifesa, impaurita. Lei era Oscar Francois de Jarjayes, e non
aveva mai avuto paura di nulla, pensava preparandosi per la notte.
"Quando tornerò a casa sarà tutto come prima, ho solo bisogno di riposare. Sono stanca…sono tanto stanca" pensò stendendosi sul
letto. Sentì gli occhi chiudersi, spense la candela e si abbandonò al sonno fiduciosamente, sperando di trovare la pace che desiderava .
Ma non fu così.
Camminava avvolta da una nebbia leggera, cercando qualcosa…qualcuno, sentendo un'ansia sottile, ma incapace di fermarsi. Vide una
figura in lontananza, immobile. Sapeva di dover andare verso di lei, sapeva che la stava aspettando. Ora vedeva più chiaramente: era
un uomo con una camicia bianca, che le volgeva le spalle. "Fersen!" esclamò Oscar. Lui si voltò lentamente, ed i suoi capelli erano neri,
il suo sguardo immensamente triste. Era André. Oscar guardò quel viso così familiare eppure stranamente diverso, come se tutti i suoi
lineamenti fossero improvvisamente divenuti più nitidi, e si sentì stranamente incerta, timorosa. Vide che lui aveva in mano qualcosa. Era
una rosa bianca.
"Una rosa sarà sempre una rosa, sia esse bianca o rossa. Una rosa non sarà mai un lillà" disse lui.
"Tu l'hai sempre saputo, vero?" Oscar sentì dire alla propria voce. "Sapevi che avrei perso la mia battaglia". Lui chinò la testa e le baciò
la mano lentamente, con labbra brucianti. La rosa adesso era diventata rossa, e lei la prese con delicatezza, ma si sbriciolò tra le sue
dita. Baciami adesso, pensò lei, baciami perché ormai so che non potrò mai più fare a meno di te, perché così doveva essere dall'inizio,
perché così sarà per sempre. Lui piegò la testa e la baciò. E' questo l'amore? Si chiese lei, il desiderio che questo momento duri per
sempre? Il mondo adesso per me non esiste, non esiste al di fuori delle tue braccia…Improvvisamente Oscar sentì una forza violenta
che la strappava dalle braccia di André, e la precipitava in un buio profondo.
"No!" urlò con forza. "André non lasciarmi, ti prego!". Sentì una risata, tante risate intorno a lei , e si accorse di essere nuda, e di
camminare tra due ali di folla a Versailles, e tanti dicevano: "Guardate, è madamigella Oscar! Ora non ci sono più dubbi, è veramente
una donna, lo dicevo io!". Si sentiva bruciare di vergogna, ma qualcuno le prese la mano, ed improvvisamente era vestita con abiti
sfarzosi, da gran dama, i capelli acconciati, il volto truccato, ed una musica le riempiva la testa, stordendola.
"Balla con me, Oscar" disse la voce di André, ed ora era tra le sue braccia, e stavano ballando. Ma lo sguardo di Andrè era pieno di
rabbia. "Forza, Oscar, balla con me. Hai ballato con Fersen, ricordi? Perché con me no? Lo sai che non abbiamo mai ballato insieme?
Ho condiviso tutto con te, ogni cosa, ma questo no. Hai preferito ballare con Fersen, vestirti per lui, senza pensare a quello che
avrebbe significato per me". E intanto la stringeva fino a farle male.
"André" disse lei, "io non sapevo…non pensavo che tu…". Ma lui era scomparso, ed ora al suo posto c'era Fersen, che rideva
dicendo: "Oscar, perché non me l'avete detto prima? Voi mi piacete, ma non conoscete nessuna delle astuzie femminili, non è vero,
cara?" e tendeva la mano verso la regina, splendida in un abito rosso, che si avvicinava a loro.
"Ma certo Oscar, potevate dirlo anche a me, ne sarei stata felice!" disse Maria Antonietta abbracciandoli "Io vi amo tutti e due, lo
sapete". Fersen prese le mani di entrambe e le portò alle labbra dicendo: "Sono l'uomo più fortunato del mondo, mie care". Oscar si
divincolò e corse via, inseguita dalle loro risate, corse per lunghi corridoi, per stanze vuote, ed in una di questa vide un uomo in
uniforme ed andò verso di lui.
"Scusatemi, vi prego, io…oh, ma siete voi, Girodel!". "Madamigella Oscar, non scappate, qualunque cosa vi faccia paura, io vi
proteggerò". "No, vi ringrazio, ma io devo trovare…" "Sono il vostro servo" disse lui inginocchiandosi davanti a lei. "Ma cosa fate?
Alzatevi, vi prego!". "Oscar, io farò qualunque cosa mi chiediate, io sarò sempre felice di obbedire ai vostri ordini", disse lui
afferrandole le gambe.
"Lasciatemi, siete impazzito? Girodel, tornate in voi!"
"Vi prego, Oscar, io sono già vostro schiavo…se voi mi sposerete continuerò ad esserlo, lo giuro".
"Lasciatemi! André aiutami! André, dove sei?".
"Sono qui, Oscar. Vieni da me". Oscar si voltò verso la voce, e vide André seduto su un letto bianco, che la guardava. Ora erano loro
due soli, ma lei non riusciva a muoversi.
"Cosa c'è, Oscar, hai paura di me adesso?" disse lui sorridendo. "Vieni, ti sto aspettando" e tese la mano verso di lei. Oscar lentamente
si mosse, prese la sua mano, e si sedette accanto a lui.
"Cosa devo fare, André? Dimmelo tu", mormorò lei accorgendosi di tremare. "Solo quello che vuoi, Oscar. Solo quello che desideri
realmente". Oh, André…voglio toccarti i capelli, sentire la tua pelle…e il tuo viso che conosco così bene…non l'ho mai accarezzato.
Non ho mai sentito il calore del tuo corpo…non conoscevo il sapore delle tue labbra. Vorrei…vorrei essere una cosa sola con te.
Vorrei sentire il tuo cuore battere vicino al mio. Vorrei dimenticare il mondo tra le tue braccia. Io ti amo, André.
"No!" Oscar si svegliò di soprassalto, coperta di sudore. Che razza di sogno! "Io e André…non è possibile!". Ma le immagini del
sogno erano più vivide che mai: Fersen, la regina, Girodel…André. Sentì una rabbia profonda invaderla, soprattutto verso sé stessa.
"Come ho potuto fare un sogno simile? Che diavolo mi succede? E' la solitudine che mi fa male…domani tornerò a casa e sarà tutto
diverso!". Io ti amo, André. "Basta, la mia è solo suggestione! E' colpa di André, e di tutti i suoi discorsi assurdi. Non voglio vederlo
mai più!". Ma già mentre lo diceva sentiva di non poterlo fare. "E' perché sono abituata a lui, perché è stato sempre al mio fianco,
perché…". Sentì una lacrima scenderle sul viso, e si abbandonò sul letto piangendo. "Sono stanca, solo stanca" continuava a ripetere,
"coraggio Oscar, torna in te!". Si asciugò le lacrime e si raddrizzò fieramente. "Domani…domani tornerò al mio posto, e sarò quella di
sempre. Non fuggirò più, da niente e da nessuno, lo giuro".
L'indomani Oscar fece ritorno a palazzo Jarjayes, e per prima cosa andò in cerca di André. Devo vederlo alla luce del giorno, devo
trovarmi faccia a faccia con lui. André era in piedi, vicino ad una finestra, e le dava le spalle. Proprio come nel sogno. Oscar
s'immobilizzò e sentì il suo cuore battere velocemente. Lui si voltò lentamente, ed aveva una rosa bianca tra le mani. Oscar si sentì
svenire, ed udì la voce di André come se provenisse da una distanza enorme.
"Oscar, sei tornata. Guarda, questa rosa bellissima è sbocciata stanotte in giardino, e mi ha fatto pensare a te". Oscar rimase in silenzio.
"Cos'hai, Oscar? Sei così pallida…ti senti male?" disse lui avvicinandosi.
"Non ho nulla!" disse lei rabbiosamente. "Non devi preoccuparti per me, non devi farlo mai più. Da oggi in poi le nostre strade si
dividono. Io prenderò il comando dei soldati della guardia, e tu…puoi fare ciò che vuoi!". Si voltò ed uscì velocemente, lasciando
André attonito.
"Sì, è giusto così, le cose stavano diventando troppo complicate…io ho scelto la mia strada e non posso più tornare indietro",
continuava a ripetersi mentre camminava. Ma nello stesso momento Oscar sentiva confusamente che qualcosa d'irreparabile era
accaduto, e che mai più niente sarebbe stato come prima.

Fine