Le memorie di una sacerdotessa.

La nostra storia è iniziata in terra di Grecia, quando Pegasus dovette affrontare Cassios per ottenere l'investitura a cavaliere: - Atena ti ha riconosciuto, ora fai parte della schiera dei suoi guerrieri…-
Il Grande Sacerdote di Atene aveva proclamato Pegasus vincitore dello scontro tra lui ed il mio allievo Cassios… Ma io non mi volli rassegnare, lo ricordo perfettamente… Non potei accettare che uno straniero potesse portarsi via l'armatura di Pegasus…
"No… Non finirà così. La partita non è conclusa!"
Pegasus era già stato messo in guardia da Castalia ed aveva iniziato la sua fuga, ma troppo tardi: mi ero già messa sulla loro strada…
E fu la voce della sacerdotessa guerriera che fu la sua insegnante, ad annunciargli la mia presenza: - A quanto pare… E' già troppo tardi…-
- No, adesso basta!- urlò l'eroe, rivolto a me. - Perché non mi lasci in pace? Io ho combattuto onestamente e ho vinto. Lasciami andare!-
- Castalia!!- gridai, senza ascoltarlo. - Consegnaci lo scrigno, a te non faremo niente.-
Ma lei non mi rispose: non avrebbe mai accettato una simile condizione: - Queste sono cose che non mi riguardano.- disse, allontanandosi.
Il suo allievo si voltò verso di lei: - Castalia…?-
- Mi dispiace.- gli rispose la donna, sedendosi su una roccia poco distante. - Se vuoi tornare a Nuova Luxor, dovrai deciderti a sconfiggere la tua rivale!-
E nel frattempo io avevo già cominciato ad attaccare: dopo essere stato colpito dal mio cobra incantatore, Pegasus ancora a terra tirò la maniglia per aprire lo scrigno di bronzo dell'armatura. E sollevandosi in aria, cadde nel precipizio.
"Molto bene. E' caduto nel precipizio! Ma… E' come se ci fosse un intero cosmo insieme a lui…"
Un attimo dopo venni assalita da un'onda d'urto provocati dai suoi colpi. Mi feci avanti per respingerlo, ma venni assalita per la seconda volta, in maniera più violenta, tanto che mi si strappò, la bretella del body, nonostante fosse protetto dalla spallina di ferro.
- DOVE TI NASCONDI???- urlai, quando riuscii a fermarmi, dopo essere stata trascinata all'indietro.
- ECCOMI QUA!- mi rispose una voce. - PROPRIO SOPRA DI TE!-
Ed infatti, Pegasus era riuscito ad indossare l'armatura: il che era prova del fatto che fosse un protetto di Atena.
Ma io avevo ancora qualcosa da verificare, quindi lo attaccai, ancora una volta: - Ora staremo a vedere se sei degno di portare quella corazza!!-
Ed i miei sospetti si rivelarono fondati, perché Pegasus, benché indossasse l'armatura, non riuscì a contrastare il mio attacco, cadendo malamente al suolo: - Proprio come immaginavo! Non sei ancora capace di servirti dell'armatura. E se indossi le vestigia di Pegasus come qualsiasi altro essere umano, ti meriti lo stesso trattamento!!- urlai, cominciando a dargli calci sul petto.
"Che cosa succede? Non riesco più a muovermi. L'armatura è diventata così pesante, mi impedisce ogni movimento."
- Poco fa avevo lanciato il mio colpo simile ad una cometa, ero riuscito a colpire Tisifone anche da lontano, perché ora l'armatura non risponde più alla mia volontà?… Perché??…Perché improvvisamente è diventata un peso, anziché un aiuto? Castalia, davo saperlo!-
- L'armatura, non ha un valore assoluto! Diventa un arma potente, solo se è ben usata! I cavalieri dello zodiaco, diventano invincibili quando hanno coscienza del loro potere!-
- ASCOLTA LA TUA MAESTRA!- gli dissi. - FARESTI BENE AD IMPARARE LA SUA LEZIONE PIU' IN FRETTA CHE PUOI!!-
- L'armatura non ti sarà d'aiuto se il tuo animo è confuso! L'ARMATURA NON TI SARA' D'AIUTO SE IL TUO ANIMO E' CONFUSO!! Ricorda il tuo entusiasmo quando la indossasti per la prima volta. Eri una furia! RICORDALO!-
Ormai, Pegasus giaceva al suolo, dolorante, a causa dei colpi che gli avevo inferto, ma io non intendevo fermarmi: - Il tuo spirito guerriero si è già sopito?? Dov'è dunque tutto il tuo coraggio?- gli chiesi.
- NON SO!! E' PIU' FORTE DI ME!!-
- COSA??!-
- La volontà delle stelle me lo impedisce. Come si può pretendere che un uomo combatta con tutte le sue forze, CONTRO UNA DONNA, ANCHE SE GUERRIERA!??-
- COME??- urlò Castalia, che continuava a seguire il nostro scontro. - Sei forse impazzito? QUELLA DONNA TI VUOLE UCCIDERE!!-
Accompagnai le sue parole con un mio gesto, mettendomi in posizione d'attacco, ma… - No, non ci riesco!-
- Molto bene! Ora vedrai!- esclamai.
Stavo per aggredirlo nuovamente, ma venni fermata dai miei soldati, che si offrirono di farlo fuori.
Tuttavia, uno di loro che lo aveva sollevato da terra per sferrargli un pugno, fu costretto a lasciarlo andare subito. La sua armatura si era surriscaldata: si era alzato subito.
- ANDATEVENE, prima che la mia ira vi travolga!-
Ma i miei uomini gli si gettarono contro in massa, venendo travolti dal suo colpo: - L'avete voluto voi!! FULMINE DI PEGASUS!!-
Ma ciò che accadde dopo, non lo potrò mai dimenticare: la velocità della corsa del fulmine aveva superato la barriera del suono, travolgendo anche me. Ed in quel momento…
"Sono perduta! Questo soffio d'aria, MI HA PORTATO VIA LA MASCHERA!!!"
Sì, Pegasus era riuscito a vedere il mio volto: era stato l'unico uomo ad esserci riuscito.
- Ma bene!- esclamò, raggiungendomi, per andarsene. - Così finalmente ti vedo in faccia. Ed io che ti immaginavo brutta come il demonio!!-
- ASCOLTAMI!!- urlai.
Si bloccò, alle mie spalle: - La prossima volta che ci rivedremo io indosserò la mia armatura sacra, e tu dovrai combattere per la tua vita.-
- SPERO CHE NON ACCADA!- mi rispose, riprendendo la sua strada. - Mi auguro proprio che non accada.
Già… Ma lui non poteva ancora sapere quale fosse la verità, né perché fosse tanto importante per me quella sfida…


Tentai di affrontarlo e ucciderlo, tante volte, senza riuscirci, finché non lo raggiunsi a Nuova Luxor: in quel periodo, era stato ricoverato, dopo il viaggio al Jamir, dove aveva preso l'acqua della vita, per il cavaliere del Dragone.
Entrai nella sua stanza silenziosamente: stava dormendo.
Alzai il braccio e…
- PRENDI!!!-
- EHI!!- Riuscì ad evitarmi per un pelo, svegliandosi seduta stante: - EHI, MA CHE COSA SUCCEDE, TISIFONE, CHE COSA CI FAI QUI???-
- SONO VENUTA PER PUNIRTI!!- risposi, ma Pegasus mi lanciò addosso la coperta del letto.
Me la strappai di dosso: - MALEDIZIONE!- urlai, attaccandolo nuovamente.
Anche stavolta, riuscì ad evitarmi.
- Ascolta, Tisifone, non dovresti essere in Grecia???- mi chiese.
- Non posso tornare al Grande Tempio, senza prima averti sconfitto!!- risposi. - LA TUA TESTA SARA' IL MIO PASSAPORTO PER ATENE! E' PER COLPA TUA, se sono stata bandita dal sommo Arles! NON LO SAPEVI?- gridai, lanciandogli contro il vaso di rose, che era sul comodino.

Pegasus si scansò tempestivamente: - Pochi centimetri e mi sfondava la testa! E adesso come la mettiamo??- borbottò. - Insomma, SI PUO' SAPERE PERCHE' CE L'HAI TANTO CON ME?? Non ne posso proprio più dei tuoi modi, lo sai Tisifone?- mi chiese, ma non si aspettava alcuna risposta, perché si lanciò immediatamente giù dalla finestra, facendosi scudo con la tenda.
- PEGASUS!!- gridai. - Non mi sfuggirai, Pegasus!- mi dissi, inseguendolo.
- ASPETTAMI VIGLIACCO!!- urlai, e sapendo che non si sarebbe fermato, lo sorpassai con un balzo, attaccandolo nuovamente: riuscii ad utilizzare un tronco d'albero come trampolino.
- A NOI DUE, ORA! DIFENDITI Pegasus, non avrò pietà per te!-
- La prima volta che ci affrontammo, ti dissi che preferivo NON COMBATTERE contro una donna, PERCHE' vuoi costringermi a farlo a tutti i costi, TISIFONE??- mi chiese, ancora una volta: era stanco di dovermi affrontare, senza sapere neppure perché ci tenessi tanto.
Risi: - Perché vorrei che tu mi considerassi un uomo!!!- risposi.
- Che sciocchezze vai dicendo, come potrei?-
- Fin dai tempi più antichi sono stati GLI UOMINI a proteggere Atena! MALEDIZIONE! IL MONDO DEI CAVALIERI E' SEMPRE STATO ESCLUSIVAMENTE MASCHILE!! Ed è questa la vera ragione per cui quando una donna vuole unirsi a loro, deve indossare una maschera per nascondere la sua identità!- gli spiegai. - Solo così, può celare al mondo la sua tenerezza, la maschera è L'UNICA PROTEZIONE. SE QUALCUNO MI VEDE SENZA QUESTA COPERTURA E' COME SE MI VEDESSE NUDA!!-
- Beh' e ora non ti sembra di esagerare un po'?- domandò.
- SECONDO TE QUESTA E' UNA SCIOCCHEZZA!- dedussi. - E poi…- mi avvicinai a lui. - Non SOLO perché hai visto la mia faccia, SARO' COSTRETTA AD UCCIDERTI!!-
- Eeeh?-
- E' anche per quello che è successo, circa cinque anni prima di quell'episodio.- aggiunsi, avvicinando la mano al mio viso.
Mi sfilai lentamente la maschera e vidi dipinta sul viso di Pegasis un'espressione di stupore: mi aveva riconosciuta. Sapeva di avermi già vista; ora lo ricordava.
- Cinque anni, hai detto?- mi chiese. - Quindi, poco dopo il mio arrivo, in Terra di Grecia, giusto?-
Ed allora lo capì: - Non dirmelo che ora mi rammento. - sussurrò.

Quel giorno, Pegasus stava inseguendo un coniglietto: avrebbe dovuto catturarlo, ma non riusciva ad acchiapparlo. - Ti prego, fermati! Per Dio!! Sono un cavaliere sai, non posso farmi battere da un coniglio! Lascia che ti acchiappi!-

Già a quel tempo, io insegnavo alle mie compagne l'arte del combattimento: avevo dato loro una pausa e mi ero allontanata, vedendo un coniglietto avvicinarsi a me e fermarsi, davanti a me arretrando, spaventato. Mi ero tolta la maschera: era bastato questo a tranquillizzarlo, quindi lo avevo preso in braccio: - Ciao coniglietto!-
Ma non mi ero accorta di non essere sola: - Però! La grande sacerdotessa guerriera che si commuove alla vista di un coniglio!-
Era stato Pegasus a parlare: - E tu cosa ci fai qui? Non lo sai che l'accesso al campo d'addestramento femminile è severamente vietato a tutti i maschi??-
- Oh? Che sbadato!- aveva ammesso lui, ricordandosene e portandosi una mano alla testa, in segno di scuse. - Ero così intento a inseguire la mia preda che me n'ero dimenticato!-
- E hai fatto male!- avevo ribattuto. - Una punizione esemplare ora non te la leva nessuno! Cosi imparerai a tenere a mente i…- Ma in quel momento mi ero dovuta inginocchiare, stringendomi il polso destro, che aveva iniziato a sanguinarmi.
- Cosa c'è?- mi aveva chiesto Pegasus, non appena mi ebbe vista.
- E' una brutta ferita, meglio fasciarla subito!- aveva detto.
Senza pensarci due volte, si era strappato una fascia di stoffa dalla giubba, avvicinandosi a me: lo avevo respinto, ma scaltramente, lui era riuscito ad evitare il mio braccio:-
Sta' ferma e cerca di non muovere il braccio!- mi disse, sorridendomi. E' inutile, sai che fai la scontrosa con me, l'ho capito subito che sei una ragazza sensibile e con un cuore grande così,…-
Si era voltato verso la sua precedente vittima: - Dico bene coniglietto, la pensi anche tu come me?-
Avevo girato lo sguardo anch'io: l'animaletto si era rizzato sulle zampe posteriori in segno di approvazione.
- Ecco, la ferita non sanguina più e ricordati di cambiare la benda!- aveva aggiunto Pegasus, rivolto a me. Poi se ne era andato: - Ciao, ciao!-
- Ma … Ehi…- Avevo tentato di trattenerlo, ma non ne ebbi il tempo. Si era voltato un'ultima volta a sorridermi e poi aveva ripreso la sua strada.

- Da quando ero arrivata ad Atene, non avevo fatto che esercitarmi a combattere… Invece quel giorno, conobbi la tenerezza. No, non avevi visto solo il mio volto. Avevi anche messo a nudo la parte più delicata e femminile della mia anima.- conclusi.

- Eri tu quella ragazza così dolce e sensibile…- sussurrò.
- Adesso conosci il mio segreto, è stato difficile rinunciare alla mia femminilità! Ma ho dovuto farlo, era l'unico modo per diventare un guerriero. E' stato un sacrificio enorme che ho pagato a caro prezzo, ma che alla fine, mi ha permesso di realizzare il mio sogno.- confermai. - Capisci ora, perché devo ucciderti Pegasus?- gli chiesi.
- No, mi dispiace. Questo non lo capirò mai!-
- La dolcezza…- sussurrai. - E' un sentimento che un guerriero non può certo permettersi!-
- Ma perché?-
Sentendo quelle parole, lo guardai con la coda dell'occhio, mentre sentii le lacrime, sgorgare dai miei occhi… Mi misi in posizione d'attacco: - Basta con le sciocchezze! Combattiamo!-
- No, Tisifone aspetta!-
- Devi difenderti, cavaliere! Il cobra incantatore non perdona!!-
- NOO!-
Ma anche se avevo svelato a Pegasus la ragione per la quale era importante per me affrontarlo, lui non aveva cambiato idea e continuava ad evitare i miei colpi, senza contrattaccare: - PERCHE' NON TI VUOI DIFENDERE, PEGASUS? COLPISCIMI!!-
- NO, NON LO FARO' MAI! NON POSSO TISIFONE!!-
- E invece devi!!-
Continuò così per un bel po': quando riuscì a bloccarmi, Pegasus si limitò a ribadire la sua decisione: - Placa la tua ira, Tisifone, ti supplico! E' inutile, non mi batterò più con te! Mettiti il cuore in pace!-
Lo guardai in viso, prima di svincolarmi bruscamente per allontanarmi da lui.
- Tisifone… -

Qualche attimo dopo, avvertimmo entrambi qualcosa di strano: - Ma che cos'è? Si direbbe un'energia cosmica di inaudita potenza!-
- Lo penso anch'io.- concordai, indietreggiando. - Appartiene… A un cavaliere dotato di un cosmo superiore!-
Ma quello che riuscii a capire, avvertendo quel cosmo, mi fece male: - NO!-
Mi diressi verso Pegasus dicendogli di andarsene immediatamente: non potevo fare altro.
- EHI, MA CHE TI PRENDE, FINO A UN MOMENTO FA GIURAVI DI VOLERMI UCCIDERE E ORA CERCHI DI SALVARMI?-
- Conosco questa energia cosmica. L'ho avvertita tempo fa ad Atene, è pericolosissima!-
Ma né io, né Pegasus facemmo in tempo ad andarcene: Ioria, cavaliere d'oro di Leo, era venuto ad uccidere i cavalieri di lady Isabel.
Volli affrontarlo per prima, ma fui messa fuori gioco e Pegasus venne colpito dal Sacro Leo. Nonostante si fosse reso conto della differenza esistente fra un cavaliere di bronzo ed uno d'oro Pegasus aveva deciso di affrontare Ioria comunque, benché fosse privo dell'armatura.
- Ti sei condannato da solo, Pegasus! PER IL SACRO LEON!!-

SPLOCH!

- Ah!!-
- Che cosa?-
Pegasus si era visto coperto di sangue all'improvviso, senza capire cosa fosse accaduto…
E nemmeno Ioria se ne era accorto…
Ero stata io… Frapponendomi fra Pegasus e Ioria, avevo impedito al cavaliere d'oro di Leo di colpire il mio acerrimo rivale. Avevo salvato Pegasus… Perché…
- TISIFONE! PERCHE' L'HAI FATTO??- mi chiese: era sconvolto. - Perché Tisifone? Che cosa ti ha spinto…- mi sorresse, inginocchiandosi sull'erba, mentre mi accasciavo al suolo. - …a sacrificarti in questo modo per me?-
Lo sentii, quel giorno: sentii il cosmo di Pegasus. Me lo ricordo ancora. Era così dolce… Così gentile…
- Avevo due…- gli risposi. - … Possibilità di salvare la mia dignità di sacerdotessa dal disonore… Una era quella di ucciderti… L'altra era… Quella di AMARTI…-
- EH?-
In quel momento, solo una cosa volli chiedergli: - Promettimi, Pegasus che non ti farai mai sopraffare dall'oscurità. NON PERDERE LA TUA VITA CON ME! E soprattutto… Non odiarmi perché ho osato tanto, ti prego, Pegasus. Perdonami.-
Poi persi i sensi…

Da quel giorno, passai dalla parte di lady Isabel… Ed aiutai Pegasus in più di un'occasione, sia durante la battaglia alle dodici case, sia durante la battaglia nel regno di Asgard.
Quando Atena venne rapita da Nettuno, infine, avevo raggiunto i cavalieri di Atena allo scopo di portare loro le vestigia di Libra che avrebbero permesso l'abbattimento delle sette colonne degli abissi…
Dopo aver dato a Kiki le sacre vestigia, mi occupai di Didis, il cavaliere sirena al servizio di Nettuno: Pegasus era riuscito a sconfiggere il Generale degli Abissi alla guardia della prima colonna… La colonna del Pacifico del Nord. E subito dopo, con l'arrivo di Kiki, la aveva abbattuta.
Una volta superato il primo ostacolo, Pegasus si diresse alla colonna successiva, incrociando me, mentre affrontavo il cavaliere sirena.
Come al solito, mi offrì il suo aiuto, ma subito dopo, ammise lui stesso che non era necessario in quel momento: e riprese il cammino.
Invece fui io a chiedere il suo aiuto, quando avendo deciso di affrontare Nettuno, abbattei definitivamente Didis, che non mi avrebbe lasciato andare e una volta che mi fui diretta al Tempio del dio dei Mari, venni messa fuori gioco...
Stavo cadendo al suolo e lentamente, stavo perdendo conoscenza: - La vista mi si annebbia… Perdo ogni contatto con la realtà… -
Piansi… Riuscii a riprendere possesso dei miei pensieri per un attimo ed invocai il suo nome: - Pegasus. PEGASUUUS!-
La mia invocazione lo raggiunse, e presto anche lui giunse al Tempio di Nettuno: - TISIFONE! ANCHE TU QUI??-
Sebbene fosse affaticato, si avvicinò a me, sorreggendomi: - Sei viva? RISPONDI, SEI VIVA?- mi chiese, con calore.
Ma io ero troppo debole per potergli rispondere.
- RISPONDIMI TI PREGO! NON BASTA QUESTO RESPIRO!-
Un attimo dopo, vedendo sollevarsi il pannello che fungeva da parete, del tempio, fu costretto a lasciarmi e mi ripose sul pavimento: in lontananza, alle spalle del dio, c'era la colonna portante, alta ed imponente, nella quale Atena era prigioniera…
La battaglia non sarebbe stata affatto facile…
Pegasus, Dragone e Cristal erano stati privati tutti e tre delle loro armature: eppure, non avevano alcuna intenzione di arrendersi.
Poi, all'improvviso una luce dorata sulla testa di Pegasus, aveva abbagliato Julian: - Che succede??-
- UN' ARMATURA D'ORO!!-
- E' l'armatura di Sagitter ed è qui per aiutarci!- spiegò Sirio.
- Micene ha mantenuto la promessa che fece quel giorno al grande tempio!-
L'armatura di Sagitter si era disposta sul corpo di Pegasus, permettendo al protetto di Atena di portare definitivamente i suoi colpi alla velocità dei cavalieri d'oro… Alla velocità della luce. Ma ciò era stato inutile, comunque, contro Nettuno.
Un'ultima carta restava da giocare… La freccia d'oro: - Tenderò da questo arco la freccia di Sagitter. UN CONSIGLIO, CEDIMI IL PASSO!! PERCHE' QUESTO DARDO SARA' CAPACE DI PERFORARE LE TUE VESTIGIA MARINE!!-
- Non stento a crederlo. E' vero la freccia di Sagitter ha virtù sorprendenti, conosco la leggenda di Micene. Ti chiedo comunque di riflettere su un particolare, ora. Che cosa succederà Pegasus, se la freccia, come prima il fulmine tornerà indietro?-
Ma nonostante la veridicità delle parole di Nettuno, Pegasus non volle, né avrebbe potuto tirarsi indietro: la freccia d'oro era l'ultima speranza.
- Ho deciso! Scoccherò la freccia!-
- No, Pegasus!- sussurrai. - Non farlo ti supplico!-
Anche Sirio e Cristal avrebbero voluto trattenerlo: - I tuoi amici hanno capito.- gli disse Nettuno. - Rinuncia, è impossibile per te sopravvivere se scoccherai quella freccia.-
- DEVO TIRARE a qualsiasi prezzo!-
E con quelle parole, Pegasus scagliò la freccia d'oro, che…

… Arrivò fino a Julian, ma si fermò senza colpirlo, e rimbalzò, roteando nell'aria, facendo marcia indietro.
Ritornando dall'alto, in direzione opposta, si stava dirigendo verso Pegasus!
- No!-
- Allontanati!!- urlò Sirio.
- No, NON PUO', è troppo tardi!!- lo corresse il cavaliere del Cigno. E aveva ragione.

SPOLCH

Non si mosse più nessuno: Pegasus era stato colpito, vicino al cuore…
"La freccia… Mai verità è stata rivelata a un risveglio così doloroso. Costui è veramente un dio capace di rendere vana ogni offesa! La freccia… Anch'essa è tornata indietro. Come potrà il fulmine che tante vittorie mi ha donato in passato… Come potrei aver ragione di costui? Come potrei aver ragione di un dio dalle virtù celesti, disposto a tutto pur di vincere?? -
- No… Non ci posso credere.- sussurrai.
- Il suo battito, è molto debole.- constatò Sirio.
- Pegasus…-


Il dio dei Mari stava fissando la colonna portante che si ergeva imponente dietro al suo tempio: "Isabel… Sei ancora viva, o anche il tuo cuore ha cessato di battere? Non lo capisco! E' scomparso il tuo cosmo come scompare una goccia nell'aria… Isabel! Sono io il vincitore, eppure è strano, non riesco a gioire!"

Proprio in quel momento, si accorse che Pegasus si stava rialzando e si voltò: - CAVALIERE! E' successo il miracolo, le vestigia d'oro ti hanno salvato. Potevi approfittarne però, fingendoti morto!-
- Nettuno… Per chi mi hai preso, per un vigliacco tuo pari?- ribatté Pegasus, furente, sebbene fosse provato dalla ferita.
Estrasse la freccia dal proprio petto, puntandola nuovamente contro il dio degli oceani:- Che vuoi fare?- chiese Julian. Vedere Pegasus imbracciare nuovamente l'arco dorato gli faceva venire da ridere. - Sei forse impazzito, ripeterai lo stesso errore!-
- NO!- urlai. - Basta, sfidi troppo la sorte!-
- Questa volta non ce la farà, dobbiamo intervenire!- esclamò Sirio.
- Ma come possiamo fare?-
- Ti avverto, prima che tu decida di tentare di nuovo.- gli disse Nettuno. - E' vero Pegasus, la prima volta ti sei salvato, ma la seconda ti sarà fatale!-
- Parli… con molta sicurezza.- ribatté Pegasus. - Ma chi può sapere che cosa accadrà l'istante successivo. Il bersaglio della freccia sei tu! Questa volta potresti non uscirne illeso!-
Ma nessuno tra di noi credeva si sarebbe salvato: e lo stesso Pegasus, ne era consapevole, sebbene fosse deciso a scagliare nuovamente la freccia d'oro.
I suoi occhi vacillavano, ma ciò non lo spinse a desistere: scagliò la freccia d'oro… Che per l'ennesima volta venne respinta!
- NO! SUCCEDE DI NUOVO! Stavolta è finita per me!- sussurrò.
- Amore…-

SPLOCH

- AH!-

Sploch

Sploch

Sploch

Ancora una volta… Avevo trovato la forza di raggiungere Pegasus prima che venisse colpito… Non avrei mai potuto accettarlo,… No… Una seconda volta, no!
- No! Questo è troppo… -
- Non dirlo ti supplico, tu eri pronto a donare la vita per gli uomini. Non impedire a me di rimediare. La vita è un bene prezioso, ma senza di te non avrebbe senso! Non ne avrebbe Pegasus. NON RIFIUTARE IL MIO SACRIFICIO UN'ALTRA VOLTA!-
Non ne potevo più… Perché si ostinava a rifiutarmi? In quel momento non lo sapevo ancora, ed insistetti anche per questo… Anche quando lo vidi piangere… Sì, Pegasus stava versando lacrime…
- No! Tisifone! Non chiedermelo! Come posso accettare in dono la tua vita come supremo sacrificio? No, tu non dovresti chiedermi questo! NON DOVRESTI!!-
- Perché?- chiesi. - Perché non desideri il sacrificio di una donna, o perché non vuoi il mio sacrificio? Oh Pegasus, che importa ora, la posta in gioco è più alta dell'amore di una donna! Fatti coraggio! Tenta di nuovo, adesso puoi, ti farò io da scudo!- lo incoraggiai, mentre cercavo di estrarre la freccia dalla mia schiena. Ancora una volta Pegasus tentò di dissuadermi dal farlo: - NON ESTRARRE LA FRECCIA, TISIFONE! E' troppo pericoloso, la ferita potrebbe ingrandirsi e tu morire!!-
- Rischierò, non abbiamo scelta!- ribattei. E la estrassi.
Fui costretta a sciogliermi dal suo abbraccio, facendo qualche passo indietro, per ritrovare l'equilibrio, ma lo sentivo comunque vicino a me, che era avanzato, venendomi incontro: - Ora Pegasus!- gli dissi.
Ci misi un po' a convincerlo… Doveva salvare Atena, cosa importava a quale prezzo: - PRENDI QUESTA FRECCIA, CORAGGIO!!-
- D'accordo, lo farò!- mi rispose, quando finalmente riuscii a convincerlo. Afferrò la freccia, puntandola contro il sovrano degli oceani, ma…
- E' COSI' DUNQUE!- urlò Nettuno.- UN CAVALIERE D'ATENA ACCETTA DI SACRIFICARE UNA DONNA PUR DI VINCERE. AVEVO BEN RAGIONE IO A VOLERVI COMBATTERE!!-
- Faresti bene a tacere, miserabile! Queste tue parole offendono il cielo e gli dei! GLI STESSI DEI CHE TI SONO TANTO CARI!!-
Con quelle parole, Pegasus scagliò per la terza volta la freccia di Sagitter, ancora una volta, senza successo: - TORNA INDIETRO ANCHE STAVOLTA???-
In quel momento la situazione era sfuggita al mio controllo: sentii le forti braccia di Pegasus afferrarmi dolcemente, e mi accorsi che aveva intenzione di girare su se stesso. - AH… PEGASUS!!-
- Tisifone, perdonami! Ma non posso permetterti, di sacrificare la tua vita per me! NON SOLAMENTE PERCHE' TU SEI DONNA! Ma soprattutto perché la tua vita mi è molto cara!-
Non potevo credere alle mie orecchie… E' per questo che non avrebbe mai voluto permettermelo?
- Pegasus… Questo significa…- riuscii solo a sussurrare.
Il cuore mi stava battendo all'impazzata, anche se mi rendevo conto che in una situazione simile, c'era ben altro da fare, piuttosto che farsi prendere dalle emozioni… Ma forse, in fin dei conti, io non ne sono mai stata capace…O per orgoglio, o per amore… In un modo o nell'altro non sono mai riuscita ad essere del tutto imparziale….

Sto ripercorrendo le tappe della mia storia con Pegasus, mentre sono affacciata alla finestra del salotto della mia casa: la maschera è riposta sul comodino della camera da letto.
Indosso un sobrio abito di seta, semplice, scollato sulla schiena, con maniche a sciarpa, ma corto sulla coscia, verde oltremare. Da quando l'epoca delle battaglie è finita, sono tornata a Nuova Luxor: ma questa volta insieme a Pegasus. Sto aspettando il suo rientro… Non manca molto ormai…
Mi alzo dalla finestra, mi tolgo il vestito ed indosso il pigiama, accendo la piccola abat-jour sul comodino e mi infilo sotto le coperte. Proprio in questo momento sento la porta d'ingresso di casa aprirsi e mi giro, anche se rimango avvolta nelle coperte. Lo vedo, che entra e si spoglia, prima di sdraiarsi al mio fianco: si accorge che sono sveglia e mi sorride, alzando il braccio per circondarmi la spalla.
Mi appoggiò al suo petto, assecondando il suo gesto: rimaniamo in silenzio per un po', nella penombra, guardando il soffitto.
Poi sussurro il suo nome: - Pegasus… -
- Che cosa c'è?- mi chiede, dolcemente. Percepisco la preoccupazione nella sua voce.
Alzo la testa dal suo petto e lo guardo: vedo i suoi occhi, che mi fissano preoccupati. E gli sorrido, dolcemente. "Non puoi stare sempre in ansia a causa mia!" penso.
Avvicinandomi a lui, gli sfioro le labbra, con le mie: ricambia il mio gesto, accarezzandomi la guancia, prima di portare la mano dietro la mia nuca, mentre io mi stendo sul suo corpo e sento l'altro suo braccio, dietro la mia schiena, che mi accarezza dolcemente, soprattutto sulle cicatrici… Sa che tre di esse, me le sono procurate per salvarlo.
Appoggiando le mani al materasso, mi sollevo, per guardarlo nuovamente in viso: mi sorride, con dolcezza, mentre mi guarda tristemente. Quello sguardo è lo stesso che gli riservo io per prima… Da sempre, proprio in virtù dei ricordi che ci legano, ci siamo sempre fissati così. Ma sappiamo entrambi di essere felici: se non fosse accaduto, quello che è successo, io e Pegasus non ci saremmo mai incontrati… Ed ora io sarei una sacerdotessa guerriera spietata e sanguinaria… Devo ammetterlo… Da quel giorno in Terra di Grecia… Da quando quel bambino mi ha bendato la ferita al polso… Io ho visto uno smorzamento brusco della mia strada… Che mi ha segnata per sempre, anche sei anni dopo… Quando l'ho rivisto cresciuto, anche se lui non mi ha riconosciuta….
Mi appoggio al suo petto, fissando il vuoto, nella stanza: lui non dice nulla, non obbietta niente… Solo, aspetta che io continui… Che gli dica ciò che vorrei dirgli.
- Ti amo…- riesco infine a sussurrare. Sento le sue mani che mi stringono, che mi accarezzano i capelli, la sua voce che mi risponde:- Ti amo anch'io…-
Sorrido, dolcemente, mentre mi stringo maggiormente a lui: mi sento al sicuro tra le sue braccia. Lo sento che si solleva, facendomi rotolare, per mettersi sopra di me.
Mi bacia, dolcemente, per poi farsi dare un bacio sulla fronte e appoggiarsi al mio petto. Restiamo in silenzio… Non c'è più bisogno di parole…

Il nostro è stato un amore proibito… Perché eravamo nemici. Ma in fin dei conti, questo non ha nessuna importanza. Né per me, né per Pegasus… Lui, in particolare non ha mai avuto rancore nei miei confronti… Non ha mai avuto un motivo valido per considerarmi una sua nemica a tutti gli effetti… In fin dei conti… Sono stata io a intestardirmi tanto… E poi l'ho difeso. Che stupida! Ma d'altronde, in quale altro modo avrei potuto dirgli la verità?
No… Ora basta pensare al passato… Ora sono felice… E conta solo questo… Ma sia chiaro, non ho cambiato idea! Se Pegasus dovesse trovarsi nuovamente in pericolo mi comporterei ancora come ho fatto in passato… Ma questa volta è diverso! Perché ho la certezza di non essere sola… Perché so che anche lui sarà pronto a rischiare la sua vita per me… Perché so, che i miei sforzi non verranno mai più gettati al vento… Perché so che ora non sono più sola… D'altronde era l'unica possibilità che avevo. Pegasus era l'unico che avrebbe potuto riuscirci, proprio per come è fatto. E l'ho incontrato come nemico. Era scritto nel mio destino di sacerdotessa: l'ho capito il giorno in cui è riuscito a strapparmi la maschera. Perché lui è stato l'unico cavaliere che sia riuscito a tanto. Non avevo nessun altra scelta, se non vivere questo amore… Anche se proibito.


FINE