Invito a Cena con Delitto

Capitolo 1: L'invito

L'aria era afosa. Faceva un caldo incredibile, ma Holly sembrava non sentirlo. L'unico suo pensiero era il calcio…aveva consacrato la sua vita a questo sport e niente e nessuno era mai riuscito a fargli cambiare idea. Da quando aveva iniziato a giocare, molti anni prima, nella New Team il successo l'aveva seguito costantemente…prima i mondiali juniores, poi il campionato e infine di nuovo i mondiali…sempre come titolare…ma adesso le cose stavano cambiando…il suo sogno stava per avverarsi…una famosa squadra italiana l'aveva ingaggiato! Non vedeva l'ora di dividere questo suo successo con i compagni di una vita! Finalmente si sarebbero tutti riuniti per festeggiare, per festeggiarlo! Avrebbero passato una settimana in una baita in montagna, affittata per l'occasione, avrebbero rivissuto il passato, i successi, gli insuccessi…sarebbe stato tutto perfetto…

L'aereo era atterrato in orario…finalmente dopo tanti anni rientrava in Giappone. La Germania ormai gli aveva dato tutto e lui, avidamente, aveva imparato tutto quello che poteva. Era sicuro che adesso neanche quella mezza scarpetta di Mark Landers sarebbe riuscito a segnargli un goal! Tantomeno quel…quel…non gli veniva un aggettivo adatto per descrivere il suo ex compagno di squadra…comunque neanche Holly sarebbe riuscito a fargliene uno!! Di questo era assolutamente sicuro!
Finalmente avrebbe potuto riabbracciare i compagni di una vita…gli erano mancati tutti, persino Mark…la cosa iniziava a preoccuparlo…(inizio a preoccuparmi anche io…ndK).
Freddy Marshall lo stava aspettando, appena lo individuò lo salutò con la mano e quando gli fu vicino lo abbracciò.
"Come è andato il volo?" gli chiese prendendogli una valigia di mano.
"Molto bene…le hostess mi hanno trattato benissimo!" rispose accennando un sorriso malizioso.
"Immagino…possiamo andare?"
"Certo! Anzi, non vedo l'ora di arrivare a casa e di godermi questo mese di vacanza…ne avevo davvero bisogno!" disse il ragazzo immaginandosi sdraiato a prendere il sole sul bordo della piscina privata…
"FRENA!!!! Tu ti allenerai tutti i giorni, sono stato chiaro????????" sbottò all'improvviso l'uomo il cui colorito variava improvvisamente dal verde al viola.
"Va bene…non ti scaldare…stavo solo scherzando…" rispose il ragazzo, leggermente spaventato dalla faccia dell'allenatore, che stentava a riprendere il colorito umano.
"Non mi sembrava…comunque…sai già di Holly?".
Il portiere perse l'equilibrio e sarebbe caduto dalle scale mobili se Freddy non l'avesse afferrato prontamente per le spalle domandandogli: "ma ti senti bene?"
"Sì, sì…tutto ok…cosa ha fatto stavolta quel cretino di Holly?"
"Lui niente, come al solito…però è stato ingaggiato da una famosa squadra brasiliana e…" ma non fece in tempo a finire la frase che Benji lo interruppe chiedendo: "Mi stai dicendo che il Giappone sta per perdere la sua più grossa piaga??? Che quel disgraziato, finalmente, ci lascia??? Come mi dispiace ;____;!!!" disse saltando felice come un bambino di tre anni che ha appena ricevuto un regalo.
"Dovrebbe partire tra un paio di settimane…Roberto dovrebbe arrivare domani per sbrigare tutte le formalità e…Benji mi stai ascoltando?? - il portiere intanto continuava a saltellare cantando felice fino a quando l'uomo non disse - fa come ti pare, ma Holly mi ha detto di consegnarti questa busta…è molto importante…"
Benji si fermò improvvisamente, fissando terrorizzato l'improbabile busta azzurra su cui era disegnato un pallone…una strana sensazione si impadronì del suo stomaco…sentiva che le cose si stavano mettendo male…


La sessione d'esame era quasi terminata. Dopo aver sudato sette camicie era riuscito a superare quel dannato esame, alla faccia di quell'assistente insopportabile che l'aveva preso di mira! (assistenti… -____- ndk) Peccato per Ed e Danny, nonostante si fossero impegnati quanto lui, erano riusciti ad ottenere solamente un 18 il primo e un 20 il secondo. Un po' delusi, dopo aver salutato il loro capitano, entrarono in un bar e davanti ad una tazza di caffè fumante aprirono quella strana lettera che era stata recapitata loro quella mattina…
Mark, intanto, uscì di corsa dall'ateneo, era già in ritardo…il suo capo, un uomo comprensivo quanto un ghiacciolo, non ammetteva scuse…lo avrebbe già mandato al diavolo, ma non poteva permettersi di farsi licenziare, aveva bisogno di lavorare, doveva mantenere la famiglia soprattutto adesso che i suoi fratelli andavano a scuola e che sua madre non era stata molto bene. Gli avevano offerto un buon ingaggio in Brasile, ed era stato sul punto di accettare, nonostante questo gli gli costava lasciare la sua famiglia in Giappone, ma la società si era tirata indietro quando aveva saputo che Holly Hutton era libero, grazie anche all'intervento di Roberto…ma dico: quello non poteva continuare a farsi gli affari propri e a scolarsi intere bottiglie?? Proprio adesso doveva sbucare…e così, addio Brasile… Ma quello che gli rodeva di più era un'altra cosa…l'avevano ignorato per prendersi Holly! Quell'ameba con un pallone al posto del cervello!!!!! No questo non poteva sopportarlo!!
Entrò nella grande palazzina e, non appena ebbe un po' di tempo, tirò fuori dallo zaino una busta di colore azzurro e con un pallone da calcio disegnato…


Parigi in quella stagione era splendida. Tom Becker era appena uscito dagli spogliatoi. Gli allenamenti erano terminati prima e probabilmente avrebbe fatto in tempo ad arrivare a casa e a preparare qualcosa da mangiare anche per Claire. Ultimamente era sempre lei a cucinare e questo a lui pesava un po'…in fondo vivevano insieme e secondo il ragazzo era giusto dividersi gli impegni domestici.
Cercava di impegnarsi al massimo sia all'università che sul campo, ma c'era sempre una specie di ombra che lo accompagnava…ogni tanto il suo allenatore gli rinfacciava di non giocare allo stesso livello di Holly e questo gli dava molto fastidio…lui non era Holly e non pensava sempre e solo al pallone…aveva anche una sua vita…aveva Claire…
Salì le scale, aprì la porta ed entrò in casa…c'era un dolce profumo di fiori appena raccolti. Posò il borsone all'ingresso e tranquillamente si diresse in cucina. Quel mattino Claire aveva fatto la spesa; fortunatamente, non aveva comprato così tanta verdura come l'ultima volta! Non che non gli piacesse…preferiva mangiare altro! Aprì il frigo e iniziò a preparare il sugo per la pasta. Fatto questo iniziò ad apparecchiare la tavola…aveva appena finito quando sentì l'inconfondibile rumore della serratura che scattava.
Sorridendo andò incontro alla ragazza che, sfinita, posò pesantemente lo zaino nell'ingresso…
"Ehi! Sei già arrivato??" gli chiese ricambiando il sorriso del ragazzo.
"Sorpresa! Oggi abbiamo finito prima e così mi sono precipitato a casa per prepararti una cenetta coi fiocchi!" e, mentre diceva questo, si avvicinò, la circondò con le braccia e la strinse dolcemente a sé.
"Ma che bravo! Ti meriti un bel bacio!!" e così dicendo avvicinò le sue labbra a quelle di Tom.
Si baciarono appassionatamente per circa 10 minuti, cioè fino a quando un pungente odore di bruciato non invase tutta la casa…
"Sta bruciando tutto!!!" urlò Claire.
La cena era andata! Tutta la buona volontà di Tom era andata in fumo…si sedettero ridendo sul divano e decisero di ordinare due pizze per evitare di fare altri disastri.
Finito di mangiare, dolcemente abbracciati in salotto, Claire si ricordò di quella strana busta azzurrina e con un pallone da calcio disegnato sopra indirizzata al suo ragazzo…


"Julian? Ci sei?" la voce di Amy rimbombava nell'enorme ingresso della casa.
"È in piscina, vai pure ti sta aspettando…e potresti portagli anche questa lettera? È arrivata pochi minuti fa…" rispose la cameriera.
"Certo!"
A passo sicuro la ragazza attraversò l'ingresso, il salone e aprì l'enorme vetrata che portava in piscina. Ormai erano diversi anni che stavano insieme ed erano molto felici…nonostante avessero passato un brutto periodo adesso le cose andavano molto meglio. Andavano entrambi all'università e Julian, di tanto in tanto, giocava ancora a calcio.
"Ciao!" disse chiudendosi la porta alle spalle.
"Ehi! Sei già tornata?" le chiese il ragazzo uscendo dall'acqua.
"Patty non era in casa…proverò a chiamarla stasera, ma sono un po' preoccupata. La notizia è su tutti i giornali e non so come potrebbe prenderla…" disse Amy porgendo un asciugamano asciutto al centravanti.
"È una ragazza forte! Non devi preoccuparti…e poi, secondo me, la partenza di Holly non potrà che farle bene!"
"Su questo sono d'accordo anche io! Però lei gli è così affezionata!!"
"Sì, e lui non l'ha mai calcolata! Ma si può essere così cretini da pensare solo ed unicamente al pallone??"
"Evidentemente si… - rispose titubante la ragazza ripensando a quando anche il suo cuore batteva per il calciatore in questione. Si vergognò al pensiero…ma come aveva fatto??? Magari una malattia al cervello…o semplicemente un momento di follia…fortunatamente aveva incontrato Julian!!
"Ci sei??" chiese preoccupato il ragazzo.
"Si, scusa…ero sovrappensiero…"
"Cos'hai in mano?" le domandò indicando la strana busta color azzurrino e con uno strano disegno che Amy teneva in mano…


Il titolo svettava a caratteri cubitali sul giornale…Holly aveva firmato un contratto con una famosa squadra italiana e nel giro di qualche settimana sarebbe partito. Il bastardo!!!!!!!! Non aveva neanche avuto il coraggio di dirglielo in faccia! Gettò rabbiosamente il giornale per terra ed uscì di corsa di casa. Aveva bisogno di schiarirsi le idee…quanti anni erano passati da quando si erano conosciuti? 10? Da quanti anni lei era innamorata di quel deficiente?? Troppi in ogni caso…era esasperata…le aveva provate tutte, aveva cercato in ogni modo di fargli capire cosa provasse per lui…ma erano stati tutti tentativi inutili…ci fosse stata un'altra ragazza di mezzo ma…un pallone!! Questo era veramente troppo! Con tutti i bei ragazzi che erano nella squadra…fatta qualche eccezione…proprio di un idiota doveva essere innamorata???? Ringraziò mentalmente il responsabile di tutto questo…
Si era sfogata abbastanza…rientrò dopo circa un'ora e si accorse quasi subito di quella busta azzurrina che spuntava dalla buca delle lettere…


La lezione era noiosissima ed il professore ancora di più…dopo aver cercato di trattenere invano uno sbadiglio, Philip decise che forse era meglio se andava a dormire da un'altra parte. Jenny era ancora in America e non sarebbe tornata prima di un mese…gli mancava…gli mancava da morire! I suoi occhi, il suo sorriso…stavano insieme da un bel po' ma la distanza rendeva tutto ancora più difficile! Stava camminando lentamente quando udì una voce conosciuta…
"Ciaooooo!!!!" un ragazzo con i capelli rasati ed una faccia allegra gli si era avvicinato e gli aveva rifilato una pacca sulla schiena.
"Bruce! Che ci fai da queste parti?? Non sapevo andassi all'università!" chiese sgranando gli occhi il ragazzo.
"Beh, non potevo non sfruttare il mio grande talento! E poi qui ci sono un sacco di belle ragazze!!!!!" rispose ed un'espressione della serie "basta che respiri" si dipinse sul suo volto.
"Ah!!! Adesso ho capito…sei qui per rimorchiare!"
"A dire il vero sono loro che tentano di rimorchiare me!!! Nessuna resiste al mio fascino!" disse senza accorgersi che al suo fianco si era materializzata Evelyn che aveva un'espressione del tipo "sei morto" stampata in faccia.
"Ciao Evelyn! Come va?" domandò Philip tentando di smorzare la situazione.
"Evelyn? Amore!!!! Ti ho cercato dappertutto ma non riuscivo a trovarti…ehi…non fare quella faccia…lo sai che stavo scherzando! Sono un burlone…non ci credi eh?" "No! Non ci credo! Comunque ti lascio tranquillo! Ero solo venuta a darti queste…" e così dicendo si dileguò in mezzo alla folla, lanciando tutti gli anatemi possibili contro il povero Bruce che la osservava allontanarsi ancora impaurito.
I due ragazzi si guardarono negli occhi perplessi e per un riflesso automatico, nello stesso momento, fissarono quelle strane buste che Evelyn gli aveva dato…


Maine.
J.B.Fletcher era al lavoro. Piegata sulla macchina da scrivere ante - guerra si arrovellava il cervello alla ricerca della giusta ispirazione…ormai i suoi libri non vendevano più come un tempo. E soprattutto non riusciva più a imbucarsi a nessuna festa anzi…iniziavano a circolare strane voci nel suo ambiente…qualcosa le era arrivato all'orecchio, ma aveva volutamente ignorarlo. Anche lo sceriffo ultimamente la evitava e il dottore non veniva a scroccare un pranzo da un bel po'…insomma…si sentiva sola…isolata.
Ma quella mattina ebbe come una specie di presentimento…qualcosa sarebbe cambiato…
Il campanello suonò un paio di volte, ma la scrittrice decise di non rispondere…in fondo avevano inventato le buche delle lettere per un motivo, o no??
Si versò un bicchiere di the fresco (ma siamo proprio sicuri che sia the???? ^^;;; ndK)…uffa!!! L'ispirazione non arrivava…decise di smettere, in fondo per quella mattina aveva scritto abbastanza e poi chissà, una pausa le avrebbe fatto bene…
Si alzò e, decisa, si diresse verso la porta, la aprì e guardo nella buca delle lettere…
"…e questa da dove arriva?" si chiese osservando perplessa la strana busta che aveva in mano.
Euforica corse in casa a cercare un tagliacarte per leggere il più presto possibile il contenuto di quella buffa lettera…

Jessica!
Sei ufficialmente invitata a
partecipare alla grande festa che ho organizzato
per festeggiare il mio ingaggio in Italia!
Ti aspetto il…

Non riusciva a credere ai propri occhi…finalmente dopo tanti mesi di isolamento forzato da parte degli altri, aveva ricevuto un invito…chissà che non fosse un'occasione per cercare materiale per il suo nuovo libro???
Alzò la cornetta e compose rapidamente il numero stampato al fondo del biglietto…la conversazione durò pochi minuti e quando il ricevitore ritrovò la sua posizione abituale, Jessica Fletcher era già in camera sua intenta a preparare, in fretta e furia, il bagaglio…doveva fare una capatina a New York per assicurare al suo editore che probabilmente sarebbe riuscita a pubblicare un nuovo libro…

CONTINUA...