Andata e Ritorno


I DISCORSI DELL'ANIMA


-Shion ared nuiiiiiii!!!- urlò Anhel saltando dall'ultima trave del corridoio. Atterrò proprio addossò alla donna -Shion, va tutto bene?- chiese Sam
-Prima andava meglio. Riccioli d'oro, mi faresti il santo piacere di toglierti?!- sbraitò lei alzandosi e lasciandola ricadere a terra in malo modo -Santa pazienza. Possibile che con te io faccia sempre delle figuracce? Dov'eri finita, eh? Che fine avevi fatto, mentre io e gli altri rischiavamo la pelle?
Ma, mi stai ascoltando?-. Infatti Anhel non la guardava nemmeno in faccia. Osservava insospettita l'uscita -Ma lei è ferita!- esclamò Pipino accorgendosi che il braccio dell'Elfo era rigato da numerosi rivoli di sangue. Approfittando di quel momento di distrazione un orchetto si lanciò contro l'hobbit trafiggendolo con la spada. Pipino urlò di dolore e si accasciò a terra ai piedi di Shion e Anhel. La prima rimase con gli occhi sbarrati. Pieni di orrore. Per la prima volta vide un compagno, un amico che moriva davanti a lei. Si rese conto per la prima volta di quanto fosse amara la perdita di qualcuno. Non si conoscevano da tanto, ma si era già affezionata a quegli hobbit tanto amichevoli e simpatici. I sangue di Pipino si allargò sul pavimento unendosi a quello che gocciolava dal braccio dell'Elfo. Anhel sentì che le veniva da vomitare. Gli occhi le si inumidirono. Perchè il destino volevo quello. Perchè voleva che lei soffrisse di continuo? Per quanto ancora doveva veder morire qualcuno davanti ai suoi occhi? Perchè dovevano tutti morire a causa sua? Bastava la sua vicinanza e molti morivano.
Shion sentì il suo cuore riempirsi d'odio -Ora basta maledetti schifosi!! Smettetela!!- impugnò la spada che si ritrasformò immediatamente. Gimli prese in braccio Pipino e Merry aiutò Sam ad alzarsi. Fuggirono fuori non appena un leggero fendente della spada della donna ebbe spazzato i nemici davanti all'uscita. Anhel rimaneva a terra guardandoli fuggire con lo sguardo angosciato. Alcuni orchetti corsero verso di loro e cercarono di fermarli, ma la figura incappucciata li uccise velocemente e li condusse fuori indicando loro un punto dove fermarsi.
Perchè doveva sempre finire con il piangere? Non era più una bambina, ma tutto quello che le stava accadendo le colpiva la cuore come un coltello.
La maggior parte dei nemici furono uccisi da Shion che sembrava come impazzita. Ne arrivarono altri che si arrestarono all'imboccatura dei vari corridoi impauriti dallo sguardo della donna. Aveva un aspetto spaventoso <E' L'EFFETTO DELL'ANELLO. E' POTENTE, NON E' FACILE SFUGGIRE> ma questa volta non fece caso alla voce. Notò che il Cavaliere che credeva di aver fermato prima era arrivato sulla soglia del corridoio "Questo potere è più grande di voi... non potete servirvene. Non è stato raccolto in quegli oggetti per voi... non è per voi. Ridatecelo" la voce sibilante del Nazgûl risuonò per l'ennesima volta quel giorno nelle menti delle due. Shion sembrò tornare in se e abbassando la spada tornata normale iniziò a sentirsi terrorizzata. Le braccia e le gambe le tremavano e non riusciva a fermarle "Shion" sentì la voce di Anhel nella sua testa "Fuggi. Siamo in pericolo qui. Forse abbiamo un'ultima carta da giocare, ma tu devi uscire e far allontanare gli altri". Senza ribattere, né chiedersi come mai riusciva a capire Anhel, Shion si mosse a fatica e zoppicò fuori dalla sala. Non fece caso all'individuo incappucciato e dopo aver visto dov'erano gli altri li raggiunse a fatica.
Molte rocce più in basso erano stati poggiati a terra Pipino e Sam. Intorno a loro stavano Merry, Gimli, Frodo, Gandalf, Aragorn e Legolas. Appena la videro Aragorn corse verso di lei e prendendola in braccio la portò vicino agli altri -Shion- le sussurrò lo Stregone -Come stai?-
-Male- rispose con un filo di voce senza fare del sarcasmo come suo solito
-Dov'è Anhel?- chiese qualcuno della compagnia che stava intorno a lei. Non riusciva a vederli bene. Ai loro volti si sovrapponevano altre immagini. Vedeva ancora la grotta e gli orchetti e il Cavaliere -E' ancora lassù- riuscì a mormorare-.
Rimaneva immobile, distesa, con gli occhi aperti, ma si vedeva chiaramente che non guardava ciò che stava intorno a lei in quel momento -Che succede Shion, cosa vedi?- chiese Aragorn preoccupato. La donna sentì di nuovo il pensiero dell'Elfo nella sua testa "Perchè mi hai fatto fuggire riccioli d'oro? Perchè?"
"Stavi troppo male. Non ti sei nemmeno accorta di esserti inconsciamente messa l'anello al dito?
Questi oggetti hanno il potere di ingigantire i nostri sentimenti dandoci la forza di reagire, ma non è una forza positiva. Shion, trascurare se stessi è fin troppo facile, ma ricorda che se non si ha cura di se non si può essere in grado nemmeno di prendersi cura degli altri". Smise di sentire la sua voce, ma percepì lo stato d'animo di Anhel. L'Elfo era terrorizzata di stare da sola davanti a così tanti nemici. Brandiva la spada che aveva in mano puntandola verso gli orchetti. Alcuni li colpiva, ma non li uccideva. Non riusciva ad ucciderli. Benchè fossero suoi nemici pensava che non li conosceva bene e forse avevano una famiglia anche loro. Se era così i loro figli si sarebbero ritrovati a provare lo stesso dolore che provava lei ogni volta che pensava alla sua famiglia. Non poteva ucciderli però aveva paura di loro, sapeva che lei li risparmiava, ma loro no. La cosa di cui aveva più terrore era il Cavaliere. Non riusciva a capire come fare per sconfiggerlo. Il fuoco non gli aveva fatto nulla e questa cosa le faceva paura. Con uno scatto la donna si mise a sedere e si sfilò a forza l'anello ansimando -Che succede?- chiese lo Stregone -Perchè te l'eri messo?-
-Non l'ho indossato di mia volontà, non sapevo nemmeno di averlo- non voleva più sentire le sensazioni di quell'Elfo. Erano tutte troppo orribili per lei, troppo grandi. Non le aveva mai provate. Per lei era tutto un gioco. Però... ora che ci pensava, in quel gioco lei aveva rischiato di morire e Pipino stava disperatamente lottando per sopravvivere. Se quello era davvero un gioco allora perchè provava dolore davvero e rischiavano sul serio di morire?
-E come te ne sei accorta?-
-Me l'hai detto Riccioli d'oro- balbettò guardando verso l'alto. La pioggia continuava a cadere inesorabile -Lei è ancora lassù- in quel momento ci fu un violento scoppio e quelle parte di montagna franò. La Compagnia rimase in silenzio, non volevano credere a ciò che vedevano se Anhel era ancora la dentro.
Franarono molte pietre e si ripararono sotto altre per non essere presi. Poco dopo cadevano solo dei sassetti e la pioggia si calmava senza però smettere. Sembrò che un ultimo masso stesse cadendo, mentre invece si accorsero che era Anhel. Atterrò su una pietra liscia e piatta e rimase immobile. Credevano fosse morta. Legolas fece per avvicinarsi quando con uno scatto l'Elfo fu di nuovo in piedi puntando una spada verso una figura in piedi qualche roccia più in su di loro -Mi vuoi dire chi sei?!!- gli urlò. Legolas e Aragorn sfoderarono le loro armi e si misero al suo fianco pronti a proteggerla. Ma Anhel non si curò minimamente di loro e con due balzi verso l'alto fu davanti al misterioso individuo -Giovane Elfo è meglio che tu non tenga in mano quest'arma- disse quello da sotto il cappuccio
-Silenzio!- la alzò verso di lui -Devi solo dirmi chi sei? Sei dalla nostra parte?-
-Certo- fece quello ridendo
-E allora perchè ti nascondi?- chiese Anhel abbassando l'arma e guardandolo con aria interrogativa. Si mosse e sollevò il cappuccio rivelando dei bellissimi capelli lunghi, biondi e il volto allegro e pacifico. Si voltò verso i due guerrieri più in basso -Salute Aragorn figlio di Aratorn e Legolas Verdefoglia Re di Bosco Atro- fece loro un cenno -Finalmente vi ho raggiunto, correte veloci- e rise allegro come se tutto quello che era successo poco prima non contasse nulla.
I due riposero le spade e abbracciarono il nuovo arrivato non appena questi scese -Se avessimo saputo che eri sulle nostre racce avremmo rallentato- rise l'Uomo. Si avvicinò a Gandalf e agli hobbit -Buona sera e ben trovati- sorrise
-Glorfindel, ti ha mandato Elrond?- chiese Sam
-Elrond e Dama Galadriel, mastro Samvise. Ma le spiegazioni a dopo, ora dovete venire con me-. Raccolsero i fagotti di quella parte di Compagnia che non era finita nelle gallerie e iniziarono a scendere le rocce verso la valle.
Pochi minuti dopo Glorfindel notò che Legolas si era fermato allarmato. Si guardarono un attimo e il Signore Elfico annuì risalendo veloce la strada appena percorsa.

Ancora una volta le venne da vomitare, ma tossì solamente sputando sangue "Dannazione, la prossima volta starò più attenta a ciò che faccio" pensò Anhel accasciata a terra. Finalmente riuscì ad alzare lo sguardo, ma si accorse che dei suoi amici non c'era più nessuno "No... non può essere!! Mi hanno... dimenticato qui"
"Perchè vai con loro? Non si sono nemmeno ricordati di te. Che amici sono questi?" il Cavaliere Nero era molte rocce più in alto e poteva vedere solo una macchia più nera delle altre rocce. Con le ultime forze scivolò al limite della pietra e si lasciò cadere su quella più in basso, strisciando poi vicino alla parete di modo da nascondersi. Si levò l'anello "Credi davvero che sia quello a rivelarmi la tua posizione? Sciocca, tu hai la mia arma. Non è la spada di un'orchetto è mia" Anhel guardò la spada che teneva ancora in mano. Sospirò "Mi tocca morire qui?". Il cavaliere sogghignò contento della riuscita del suo incantesimo. Ora non importava ucciderla o no, ma le aveva fatto credere che i suoi amici l'avessero dimenticata per sbaglio. Aveva ferito in profondità la sua vittima. Scese velocemente tutte le roccie che li dividevano e si abbassò su di lei. Ad Anhel tremavano le gambe e anche se voleva urlare la voce le moriva in gola. Quello stava per afferrare la spada. L'avrebbe sicuramente uccisa, ma una voce arrivò da lontano -Lasciala stare servitore dell'Oscuro!!- il Cavaliere Nero dovette allontanarsi e sparire. Una figura bianca si avvicinò a lei accarezzandola -Non temere, sono tornato a riprenderti-.

Erano due giorni che erano arrivati in quel gruppo di case costruite dagli Elfi vicino a Campo Giaggiolo. Tutti i feriti si erano ripresi.
Feriti fisicamente, ma non quelli feriti nell'animo. Shion passava le sue giornate senza parlare, con i piedi a penzoloni da una roccia sulle rive del fiume. Non aveva più parlato, né emesso alcun suono se non cantato con la sola voce, ma senza parole. Non si dimostrava triste, era spesso sorridente, ma i suoi occhi erano spenti, privi della sua solita vivacità. Non ci si poteva avvicinare perchè era come spaventata. Anhel era quasi nelle sue stesse condizioni. Non parlava con nessuno tranne che con una persona e solo quando erano soli. Bastava anche solo prenderla per un braccio che scoppiava a piangere. Al contrario di Shion, lei non sorrideva mai. Le due non incrociavano mai gli sguardi, ma se si ritrovavano vicine rimanevano semplicemente in silenzio.
Frodo era uno che si poteva più avvicinare a loro, ma non parlarci. In qualche modo riusciva a percepire cosa provavano, ma molto vagamente e non poteva capire cosa le avesse turbate così tanto. -Credo di capire- disse una sera Gandalf agli altri della compagnia -Hanno vissuto qualcosa che le ha colpite e tutto ciò dev'essere collegato agli anelli, forse tu, Frodo, puoi capirle perchè hai posseduto l'Unico. Ma noi no.
Credo che l'unica cosa che possiamo fare è aspettare-
-Ma dobbiamo portar via gli anelli!!- esclamò Aragorn. Gandalf si alzò e diede un calcio al terreno facendosi male. In quel momento i presenti risero, somigliava a Shion ora -Accidenti!! Non venite a dirmi cosa dobbiamo o non dobbiamo fare!! Se c'è una cosa che non sopporto è non capire nulla di ciò che accade!!
Sono nervoso, non so come aiutare quelle due, non so cosa dobbiamo fare dei due anelli, non so se sono davvero malvagi, non so che vuole Sauron e che vuole questo misterioso Potente della leggenda, non so perchè c'erano quelle nuove gallerie sotto le montagne, non so dove portassero, non so che fare di nulla!!- sospirò arrabbiato come non mai e accese nervosamente la pipa che gli avevano messo a disposizione -Ora basta- sussurrò -Andate tutti a riposare- e si chiuse nel suo silenzio fino alla mattina dopo. Lo lasciarono solo impauriti e sconcertati. Se non lo sapeva lui chi doveva sapere cosa fare?
Anhel se ne stava seduta vicino a Glorfindel. Lui era l'unico con il quale parlava e che le poteva stare vicino. Ma non era grazie a lui che avrebbero ricevuto informazioni sui fatti accaduti e sulle cose che sapevano o che le turbavano. Aveva provato una volta a chiederle qualcosa, ma era rimasta per molto in silenzio prima di incominciare a tremare di paura. Anhel passava la maggior parte del giorno da sola, ma spesso di sera Glorfindel si poteva avvicinare a lei. Per tutto il tempo che stava con lei le parlava solo qualche volta perchè non voleva farla sforzare. La consolava in silenzio, sperava che questo l'aiutasse. Legolas la guardava spesso da lontano con il cuore spezzato.
Una sera Anhel e Shion si ritrovarono per caso su di un'altura. Anhel stava salendo, ma vedendo una figura davanti a se aveva alzato lo sguardo. Shion stava in piedi godendo della brezza fresca della sera, ma sentendo dei rumori vicini dietro di lei si era girata a controllare chi fosse osservando attentamente le tenebre. I loro sguardi si incrociarono dopo molto tempo.
"Shion?"
"Anhel...". Come il giorno della battaglia nella grotta Shion sentì la voce dell'Elfo nella sua testa e poteva capirla anche se parlava in elfico "Cos'è successo?" chiese
"Era un incantesimo di autodistruzione che si applica agli oggetti. Ma quella era la spada del Cavaliere Nero e quindi qualcosa è andato storto. Quella parte della grotta si è distrutta, ma la spada è rimasta"
"Coma ti sei salvata?"
"Incantesimo di difesa"
"Non tutti gli Elfi praticano e conoscono incantesimi. Come li sai?"
"Me li ha insegnati mia mamma. Lei li sapeva e li usava per proteggere la nostra foresta da intrusi... cosa ti è successo?"
"Ho visto... ho visto morire qualcuno. Non è la prima volta, però non mi è mai capitato che una persona che conoscessi morisse davanti ai miei occhi"
"Non è morto"
"Ma stava... ho avuto tantissima paura. Io ho sentito quello che provavi tu e poi... nella grotta sono stata invasa da un odio profondo. Non ho mai odiato nessuno. Anche questo Sauron, forse perchè non sono ancora stata coinvolta duramente, io non lo odio non trovo il motivo... però... in quel momento, quando ho visto Pipino a terra, ho odiato tutti quegli orchetti... non ci voglio pensare. È terribile... terribile"
"Se non in questa storia, prima o poi avresti dovuto affrontare quest'angoscia. È la realtà non puoi fuggire da essa. È crudelmente vero. La gente a cui vuoi bene prima o poi muore, ma tu non ci puoi fa nulla. Certo il modo in cui hai sperimentato questo dolore è stato improvviso e spiacevole, ma prima o poi la gente a cui vuoi bene smette di vivere, davanti ai tuoi occhi o altrove"
"Non mi sono mai affezionata a nessuno per questo. Per paura di soffrire per la loro perdita. Non ho voluto più nessuno al quale affezionarmi. L'amicizia, l'amore sono tutti sentimenti che ti faranno soffrire. Non sono sensazioni positive. Come la tristezza e la morte, l'odio, anche loro ti fanno soffrire. Non c'è nulla che ti renda davvero felice... nulla"
"Ti sbagli!! L'amicizia e l'amore sono importanti, perchè sono dei sentimenti particolari e belli. È vero ti fanno soffrire, ma... dimmi Shion, non ti ha mai detto nessuno che le cose sofferte sono poi quelle che ci daranno più soddisfazione?".
Non rispose, ma aveva capito le sue parole.
"Io non ce la faccio più... tutta questa storia è un incubo. Spesso mi sforzo di svegliarmi, vorrei aprire gli occhi e vedere il sole raggiante che entra nella mia camera. I miei fratelli stesi che ancora dormono, ma non è così. Sono qui da sola, della mia famiglia non so chi è morto o no. So solo che chiunque sta con me rischia la vita il più delle volte la perde per causa mia"
"Ma che dici!! Causa tua? Non è vero!"
"Si che lo è!! Io ho quest'anello, è me che cercano!!
È per me che hanno distrutto la mia casa. Per me le città prima della mia. Per me tutti quegli Elfi imprigionati. Per me hanno ucciso tutta quella gente a Fornost. Per me i tre Hobbit e il Nano hanno rischiato la morte. A causa mia tutto questo"
"Ma lo sai che sei proprio uno stupido Elfo egocentrico?
Piantala di darti tante arie!! Per me questo, per me quello!!
Guarda che nessuno è stato costretto a seguirti (a parte me) quindi hanno deciso di venire con te a loro rischio e pericolo e loro lo sapevano. È stata una scelta consapevole la loro e se moriranno lo faranno con onore! Perchè non sono morti per un futile motivo, ma per difendere noi, cioè difendere il destino della Terra di Mezzo".
Si, a loro era toccato il compito di scegliere il Destino della Terra di Mezzo. Non potevano abbattersi, il loro compito era difficile. Le scelte non sono tutte rosa e fiori. Combattere per gli altri era un grande onore e un'enorme responsabilità. Non potevano fermarsi.

Il sole sorse ed era di colore arancione. Un altro giorno, un altro giro nel cielo. Aragorn si svegliò con una musica nelle orecchie. In un primo momento credeva che fosse solo un'impressione appena alzato, ma poi capì che era vero. Uscì dalla casa stiracchiandosi e rimase sbigottito a guardare la riva del fiume. Shion stava caricando su alcune barche i loro fagotti ben chiusi ed imballati, insieme a cibo e coperte e tutto ciò che poteva servire per un viaggio. Anhel si tenega con le gambe ad un ramo e stava cucendo qualcosa a testa in giù mentre cercava di imparare le parole della canzone che cantava Shion. Era cantata nella Lingua Corrente quindi non capiva il significato


Da dove vieni e dove vai
Da dove vieni con noi rimarrai

Dal Nord degli Ered Mithrim
Segui allora l'Anduin

Dall'Ovest che è grande sappiamo
Segui allora il sentiero più strano

Dall'Est del Bosco Atro
Segui allora il cammino dal Grande Fiume costeggiato
Dal Sud le città degli Uomini
Segui allora al contrario i rivi

Da dove vieni e dove vai
Da dove vieni con noi canterai



E poi rincominciava daccapo -Riccioli d'oro, mi vuoi dare una mano o no?-. Anhel la osservò poi le fece la linguaccia -Deir nur cetrial Shion!!-
-Che dici?! Traduci, traduci!! Voglio proprio sapere che cosa mi hai detto, stupido folletto!!-
-Dice che non ti può capire- spiegò Aragorn -Perchè ti ostini a parlarle se non sa parlare la nostra lingua?-
-Beh non si sa mai. Magari un giorno capirà quando le dirò che è una sciocca nullafacente- si indispettì la donna alzandosi e andando verso Aragorn. Si fermò davanti a lui e lo squadrò da capo a piedi -Che c'è? Perchè mi guardi a quel modo?-
-Perchè?! Ma scusa, non ti viene in mente che magari è meglio se chiami gli altri così partiamo?!-. Aragorn incrociò le braccia e le diede le spalle allontanandosi -E come facevo a saperlo? Siete state zitte per giorni e giorni, che ne so io che vi svegliate un mattino e vi decidete a partire. Sciocca donna!!-
-Ripetilo reuccio da quattro soldi- si voltò per tornare al suo lavoro -Che barba, solo perchè è un Re allora crede di aver sempre ragione lui- Anhel cadde a terra -Che succede?- chiese vedendola piegata sulla caviglia. Si avvicinò -Che stupida... stai ferma che ti tolgo la scheggia. Ferma però- le intimò. Visto che l'Elfo continuava a guardarla con aria interrogativa sospirò e le levò la scheggia di legno con uno scatto. Anhel trattenne un urlo di dolore.
-Com'è impertinente la tua allieva!- esclamò Aragorn entrando in una delle case e incontrando Gandalf
-Già- annuì egli poggiando sul tavolo la sua tazza di the -Ma non posso dire che non avrei dovuto portarla. Infondo è lei la chiave di tutto. Dimmi, gli altri sono svegli?-
-Non lo so-
-Beh, fai un giro e se non lo sono svegliali, si parte tra due ore-.
Legolas stava cercando il suo fagotto in tutti gli angoli della stanza quando un viso spuntò sulla finestra -Buongiorno Legolas- disse Aragorn visibilmente di cattivo umore -Che fai?-
-Buongiorno a te. Cerco le cose che mi ero portato dietro. Tu piuttosto: non ti vedo di buon umore-
-Lasciamo perdere- sopirò appoggiandosi al davanzale della finestra -Il tuo fagotto sta su una delle barche che usiamo per partire. Shion ha già preparato tutto-
-Si è ripresa?!- chiese con stupore sedendosi sul letto appena rifatto
-Purtroppo- si lamentò l'amico -Se deve aprir la bocca solo per insultarmi allora è meglio che rimanga zitta. Comunque sono qui per dirti che partiamo tra due ore- fece una pausa e guardò in faccia l'Elfo. Fece per allontanarsi come se non avesse altro da aggiungere -Rallegrati Legolas- aggiunse infine -Anche Anhel si è ripresa. Credo di averti tirato su il morale-. Il viso di Legolas si illuminò e uscì subito dalla casa, ma si bloccò subito nel vedere che Glorfindel parlava già con lei. Abbassò lo sguardo, deluso.

Partirono salutando gli Elfi che li avevano ospitati, ringraziandoli mille e mille volte e promettendo, un giorno, di ricambiare il favore. Le barche che avevano non erano come quelle che avevano usato nel loro primo viaggio nella Guerra dell'Anello. Non erano le piccole, ma robuste navi elfiche di Lothlòrien, ma alcune altrettanto graziose e facilmente maneggevoli. Al povero Aragorn era toccato ritrovarsi nella stessa barca della pazza allieva di Gandalf e si sarebbero già buttati nel fiume a vicenda se Merry, che stava con loro, non li rimproverasse ogni due per tre. Era molto che il Re di Gondor non sembrava così vivace.
Sam non avrebbe mai imparato ad apprezzare le barche. Stava accasciato all'interno della barca tenendosi la pancia e continuando a respirare profondamente per calmarsi. Sulla barca con lui stavano Glorfindel e Anhel, che era stata invitata quest'ultimo a salire con lui. Frodo, Gandalf e Gimli stavano sull'imbarcazione che apriva la strada alle altre. Legolas teneva d'occhio Pipino e la maggior parte dell'attrezzatura che era stata disposta sulla sua barca.
Sam se ne stava sdraiato a poppa, Glorfindel a prua guardava attentamente davanti all'imbarcazione, mentre Anhel stava inginocchiata con un braccio sul bordo della barca e l'altro che penzolava fuori ad accarezzare l'acqua. Erano partiti con un po' di ritardo quindi cercarono di remare più che potevano per recuperare il terreno perso. Verso sera però si lasciarono trasportare dalla corrente. Il giorno dopo sarebbero arrivati dove il fiume Giaggiolo si sarebbe tuffato nel Anduin.
Il cielo sfumava. Dall'arancione del sole morente al giallo dell'infuocata corona che lo circondava. Il rosa tenue che sfuma verso il viola che, prima lieve e poi pesante, precede il grande sipario blu. Egli scende sulla scena del mondo facendo sparire le altre sfumature. Il blu e le pallide stelle infine rimasero sulle loro teste. I quattro hobbit cantavano una tranquilla canzone, ma la loro voce era così bassa che la musica si mescolava la rumore dl fiume. Per un attimo tutti pensarono che fosse proprio l'acqua a parlare. Anhel si accorse solo in quel momento che gli hobbit e gli altri quattro della Compagnia avevano ciascuno un punto del corpo fasciato. Chi un braccio, chi gamba. Sam che ormai dormiva un sonno agitato aveva la camicia sbottonata e si poteva intravedere una benda che copriva la spalla. Lei non lo sapeva ma quelle erano le ferite provocate da quella freccia che a Fornost aveva rimbalzato in modo anomalo su tutti loro, ferendoli. L'Elfo si appisolò tranquilla, ma quando era ancora mezza sveglia le capitò di sentire un discorso che poi non avrebbe mai saputo dire se era fantasia o realtà. Sembrava che la barca di Legolas avesse affiancato la loro ad un cenno del Sire Elfico che rimaneva in piedi a scrutare la traiettoria delle barche. Anche Legolas osservava davanti a se, ma con un piede poggiato sul bordo e il mento nella mano del braccio che poggiava sulla gamba. Glorfindel gli parlò senza guardarlo -Io e te ancora non ci siamo salutati come di dovere- gli disse
-E' vero. Ma abbiamo avuto da fare. Tu almeno! Noi altri non abbiamo fatto molto. Venivi da gran Burrone, vero?-
-Si e no- rispose sorridendo -Dopo la vostra partenza sono rimasto li. Poi però Galadriel voleva andare a Bosco Atro per vedere gli elfi di Lothlòrien e poi l'ho riaccompagnata fino ad aver valicato le Montagne. Ha voluto proseguire da sola dicendomi che io dovevo venire qui. Aveva ragione visto il pasticcio nel quale eravate-. A quelle parole Legolas si sentì inferiore.
-Andare a Bosco Atro?!- esclamò visibilmente stupito e guardando il suo interlocutore rimanendo a bocca aperta. Ci fu un po' di silenzio, poi tornò a poggiare il mento sulla mano -Non l'avranno fatta entrare- disse come se la cosa fosse stata ovvia
-Infatti è stato così. Lei però ha insistito più delle altre volte. Alla fine solo Haldir è entrato per poi tornare e raccontare ciò che aveva visto alla Dama. Tuo padre è testardo-
-Forse, ma sopratutto è orgoglioso. Galadriel potrà entrare a Bosco Atro probabilmente solo quando avrò preso totalmente in mano la mia carica-
-Infatti non credo di aver capito. Tu la faresti entrare, ma Thrantuil ha fatto come se il Re fosse ancora lui-
-In pratica è ancora così, in teoria il Re sono io. Mio padre mi disse che appena sarei tornato a Bosco Atro da questo viaggio, mi avrebbe conferito tutti i poteri, ma penso che starà ancora qualche anno di fianco a me facendomi da consigliere. La cosa non mi dispiace, non sono bravissimo come governante e poi... sono solo. Da una parte però vorrei che mi lasciasse fare o poi prenderei la dipendenza da lui-
-Potremo lasciarti sull'altra riva dell'Anduin domani, andresti a casa e diventato re, faresti entrare Galadriel- rise divertito Glorfindel
-Non fare dello spirito, ti prego. Non mi piace questo fatto che corre tra Bosco Atro e Lothlòrien. Sopratutto in questi ultimi tempi- le ultime parole erano un sussurro
-Non ti preoccupare. Si sistemerà tutto. È una storia vecchia ormai. È accaduto tutto tra tuo padre e Galadriel e ora che tu sei il governante di quel regno ciò finirà. Elrond definisce questa storia molto stupida, ma tu la terminerai. Sai, abbiamo molta fiducia in te- rise allegro.
Legolas sospirò e si stiracchiò -Fate male- disse -Molto male- abbassò la voce
-No, non credo- mise una mano in tasca e ne tirò fuori un pacchetto scuro -Galadriel mi ha raccomandato di darti questo. Ne ho uno anche per Aragorn, ma credo che ora non sia il momento giusto-. L'Uomo discuteva animatamente con Shion che sembrava non dargli mai pace. L'Elfo prese il pacchetto e subito dopo la barca di Glorfindel lo sorpassò veloce.


Continua...