Amore per Sempre

Capitolo 1
Le lettere misteriose

 

PRIMA PARTE


Era una splendida giornata di inizio agosto; la città era immersa in un caldo soffocante, le strade semi deserte davano l'impressione di trovarsi in una città fantasma.
Kaori era seduta al bancone del Cat's Eye a sorseggiare un tè freddo al limone.
L'impianto dell'aria condizionata produceva un ronzio sommesso , mentre dalla televisione accesa in fondo alla sala si sentiva il parlottare di un giornalista.
" Devo proprio decidermi a fare un po' d'ordine qua sotto"
Miki era riemersa dalla cantina e aveva sottratto Kaori dalla sua solitudine.
La ragazza la guardò e abbozzò un sorriso: "Credo che Halloween sia ancora lontano, ma potresti lanciare una nuova moda stile Mortisia Addams!"
Miki rispose un "cosa?" con un'espressione stupita sul viso.
"Hai una ragnatela tra i capelli! Aspetta"
Kaori allungò il braccio e gliela tolse.
"Uff, domani chiudiamo per ferie, che ne diresti di darmi una mano con la cantina?
C'è un sacco di roba da buttare, ma Umi non ne vuole sapere: dice che il soffitto è troppo basso e prende una zuccata ogni volta che si muove!"
Entrambe scoppiarono a ridere immaginando Umibozu con un grosso bernoccolo rosso in testa.
"Ma certo, conta pure su di me.
In questo periodo il lavoro di certo non abbonda e sono felice di darti una mano!"
" Se cominciassimo domani mattina ,per le 7 andrebbe bene? O è troppo presto?"
"no è perfetto! E poi a quell'ora non fa molto caldo.
Sarà meglio che vada o Ryo mi darà per dispersa!
A domani!"
Kaori uscì dal locale e si immerse nel caldo afoso delle vie della città.
Il cielo era tinto di rosso ed erano già visibili le prime stelle della sera.
La ragazza si sentiva stranamente tranquilla, camminava lentamente verso casa, dando una sbirciata alle vetrine dei negozi con la saracinesca abbassata. Due turisti la fermarono per chiederle un'informazione e poi proseguirono equipaggiati con l'inseparabile macchina fotografica.
Forse erano due sposini in luna di miele.

La mattina dopo si svegliò piena di energie.
Dopo una doccia veloce indossò un top rosso che lasciava scoperta la pancia lievemente abbronzata e una salopette di jeans corta .Scrisse un biglietto a Ryo in cui diceva che il pranzo era già pronto e che gli serviva qualcosa la trovava da Miki.
Stava per uscire di casa quando tornò indietro e aggiunse al biglietto una minaccia di morte se fosse corso dietro alle donne! Poi si diresse verso il Cat's Eye. Miki l'accolse con un sorriso e con una tazza di caffè fumante in mano.
Umi era seduto a un tavolo a pulire un fucile e senza distogliere lo sguardo dall'arma disse un buongiorno a Kaori.
Le due ragazze scesero in cantina con un fazzoletto legato davanti alla bocca per tentare di non inalare troppa polvere.
La cantina era buia e ingombra di scatole e scatoloni.
Miki aveva detto che gran parte appartenevano agli antichi proprietari , che erano morti in un incidente d'auto quasi vent'anni prima. Anche la loro figlia maggiore era morta, mentre l'altra aveva gestito per un po' di tempo il locale, ma si sposò con un americano e si trasferì a Los Angeles . Aveva affidato a un'agenzia immobiliare la vendita del palazzo, finché Miki non decise di comprarlo.
Vi erano ricevute di pagamenti, piatti scheggiati o completamente rotti, vecchi giornali con le pagine ingiallite, qualche giocattolo, bottiglie e vasetti vuoti, vecchi dischi, che Miki decise di conservare, un tavolo , lampade, perfino due vasi da notte: insomma tutti oggetti che si potevano trovare in una cantina.
Kaori era assorta dai suoi pensieri e non sentì quando Miki le disse di aiutarla a spostare un armadietto.
"Kaori, ma cos'hai?"
"Come?"
"Beh mi sembri strana, non vuoi dirmi cosa c'è che non va? "
"In effetti…"
"Se quel mascalzone ne ha combinata un'altra delle sue io giuro che lo strozzo con le mie mani" disse e un'espressione da killer le apparve sul viso.
Era così ridicola che Kaori non poté trattenersi dal ridere.
"No, non è come pensi, calmati Miki.
Ma ieri sera…"
"Avanti non farti pregare, racconta!" esclamò una Miki alquanto spazientita facendo segno a Kaori di sedersi sulle scale di fianco a lei.
"Beh, Ryo stava dormendo sul divano, mentre io leggevo; improvvisamente ho sentito il suo sguardo e allora ho alzato la testa e …" "e?" "Nei suoi occhi ho visto… non so come spiegarti… tanta dolcezza… oh ma che sto dicendo? Conosciamo entrambe Ryo e io so che questo è impossibile!" E dicendo questo si alzò per tornare al lavoro
"Se vuoi la mia opinione spassionata dovresti dirgli tutto quello che provi.
Buttati Kaori, non puoi continuare a reprimere i tuoi sentimenti!
E io sono sicura che anche Ryo ti ama.."
"Io non lo so Miki," rispose, ma vedendo l'espressione corrucciata dell'amica aggiunse "ma se insisti ci rifletterò!"
Era quasi ora di pranzo quando Kaori trovò una scatola di metallo.
Sul coperchio era raffigurata una giovane donna dai capelli biondi che si stava specchiando in un laghetto.
A suoi piedi era accucciato un grazioso cagnolino bianco e in lontananza si potevano vedere campi fioriti.
Kaori l'aprì con un po' di difficoltà.
Il tesoro custodito era un plico di lettere.
La sweeper chiamò l'amica , che era alle prese con un lampadario mezzo rotto, per mostrarle cosa aveva trovato.
"Guarda , sulla busta non c'è l'indirizzo, proviamo ad aprirle:

Dicembre,3 , 1963
Cara Nabiki,
ho poco tempo per scriverti.
il vento freddo dell'inverno mi penetra nelle ossa e il sole sembra essere scomparso per sempre da questo cielo plumbeo. I miei uomini sono stanchi e demoralizzati. Sentono la nostalgia delle loro famiglie e del loro paese, quanto a me spero soltanto che la morte giunga presto a liberare il mio cuore dalle sofferenze

Ma è terribile" mormorò Kaori.
"Perché non ti porti a casa le lettere e le leggi con calma?" suggerì Miki.
"Mmm , sì forse hai ragione.
Porto la scatola di sopra prima che vada persa."

Kaori aveva gli occhi gonfi e arrossati a causa della polvere ed era molto stanca; per fortuna Miki aveva insistito affinché restassero a cena da lei e Kaori si era sentita sollevata all'idea di dover solo dare una mano e non preparare tutto da sola come al solito.
Ryo era di sopra a prepararsi per uscire come ogni sera anche se da un po' di tempo aveva anticipato il suo orario di rientro. Kaori ripensò alle parole di Miki "… dovresti dirglielo", ma si sentiva davvero esausta quella sera per affrontare i suoi dubbi. Si ricordò delle lettere che aveva trovato nella cantina del Cat's eye e decise che sarebbero state una lettura perfetta.
I fogli erano ingialliti ed emanavano un leggero odore di muffa.
Le lettere erano circa una decina ed erano ordinate dalla più vecchia alla più recente.
Kaori riprese a leggere quella che aveva già cominciato :

Dicembre,3, 1963
Cara Nabiki,
ho poco tempo per scriverti.
Il vento freddo dell'inverno mi penetra nelle ossa e il sole sembra essere scomparso per sempre da questo cielo plumbeo. I miei uomini sono stanchi e demoralizzati. Sentono la nostalgia delle loro famiglie e del loro paese, quanto a me spero soltanto che la morte giunga presto a liberare il mio cuore dalle sofferenze.
siamo riusciti ad avere un passaggio da una nave di contrabbandieri in cambio di armi.
Tra poco dovremo sbarcare per intraprendere la parte più pericolosa e più importante della nostra missione.
Spero che tu stia bene.
Sei tornata in Giappone?
Vivi, mia cara Nabiki, vivi la vita che io non ho potuto e non potrò mai darti.
Michael

Dicembre,19, 1963
Mia cara Nabiki,
Il cibo scarseggia e oggi siamo stati costretti a mangiare alcune radici rinsecchite, strappate con la forza della disperazione al suolo ghiacciato.
Avvistiamo molti animali , ma non possiamo correre il rischio di farci scoprire sparando.
Una nota positiva: abbiamo avvistato di nuovo il mare, non il nostro mare chiaro, ma un mare estremamente scuro, che sembra fare a gara con il cielo per sembrare più arrabbiato.
Oggi il nostro vecchio furgone si è rotto, John sta facendo sforzi sovrumani per ripararlo, ma sembra tutto inutile.
Forse è il nostro destino morire qui, senza aver portato a termine la nostra missione.
Dio non voglia questo
Non oso immaginare cosa potrebbe succedere se non riuscissimo a fermare quel pazzo.
La pace mondiale è affidata ai noi, a cinque uomini, scelti tra i migliori d'America, a cinque esseri umani che non conosco altro che il dolore.
Oh amore mio, quale terribile sofferenza se ripenso a tutto quello che ti ho fatto ,a tutto quello che ti ho detto, ma come potevo legare al mio destino la persona che mi è più cara su questa terra?
Le fredde notti di veglia sono lunghe, abbiamo paura di un'imboscata e uno di noi deve stare sempre di guardia.
Io trascorro il mio turno come sentinella scrivendoti alla luce di una pila, accovacciato sul furgone in modo che non sia possibile vedermi dall'esterno.
Ripenso spesso al tuo viso, a come mi sgridavi , a come ti arrabbiavi quando tornavo tardi alla sera, a come ti si riempivano gli occhi di gioia per ogni mio piccolo gesto gentile.
Se solo tu avessi saputo.
Dietro a ogni tua martellata si nascondeva il tuo amore, così a ogni mio insulto si nascondeva il mio.


Il cuore di Kaori ebbe un sussulto e una sensazione di deja -vu la pervase.

Come potevo rivelarti tutti i miei sentimenti e condannarti a una vita infelice al mio fianco?
Ora, egoisticamente, mi pento di non essere al sicuro, a casa, con te al mio fianco.
Spero che un giorno tu mi possa perdonare e capire.
Tuo per sempre
Michael.


Kaori aveva le lacrime agli occhi.
Chi era questo Michael? E Nabiki?
La pace nel mondo era stata davvero in pericolo?
La ragazza aprì un'altra lettera e riprese a leggere.


Dicembre,
cara Nabiki,
purtroppo non so che giorno sia oggi; presumo il 23 o il 24, non credo che sia già il giorno di Natale.
Quanto ami le festività natalizie.
Dicevi sempre che il Natale rende tutti più buoni, sarà mai vero?
Ricordi l'anno in cui hai voluto comprare quel grande abete?
Con la punta sfiorava il soffitto del nostro appartamento e, naturalmente, lo avevi fatto portare a me su da tutte quelle scale. Era la vigilia, tu avevi invitato tutti i nostri amici più cari: Nick e Sarah, Mary, John, che ora sta dormendo nel sacco a pelo vicino a me, Sharon, James, Richard,... dimentico qualcuno?
Tu eri così bella. Avevi uno splendido vestito rosso bordato di bianco e i capelli ti ricadevano sulle spalle.
La cena fu un successone.
Poi, si cominciò a ballare.
Sapevo che non avrei dovuto, tuttavia ti invitai a ballare, sopraffatto dalla tua bellezza e forse dai miei sentimenti o forse, come diresti tu, dalla magia del Natale.
Ti strinsi tra le mie braccia e quando la musica terminò non ebbi la forza di separami da te.
Ti amavo già da molto tempo; quella sera lo strano gioco dei nostri sentimenti s'inceppò e io non riuscì a reprimerli per quel lungo istante in cui ci guardammo negli occhi.
Oh Nabiki, i tuoi occhi…
Quando tutti se ne andarono non seppi sopportare l'idea di stare in quella casa da solo con te e me ne andai anch'io.
Mi rendevo conto di ferirti, di spezzarti il cuore, nonostante ciò oltrepassai la porta e la richiusi alle mie spalle.
Che sbronza mi presi quella sera!
Avevo sempre disprezzato gli uomini deboli, che si facevano ridurre a uno straccio da una donna, finché non mi guardai nello specchio appeso dietro al bancone del bar quella sera.
Anch'io ero uno di loro.
Anzi ero peggio di loro, perché io, mostro, facevo soffrire la persona più dolce e amabile della terra: te!
Non potevo allontanarti da me, ti amavo troppo, contemporaneamente non potevo rivelarti tutto il mio amore, non potevo metterti in pericolo.
Sento delle voci.
Forse sono i guerriglieri.
Forse è la fine.
Michael.


Kaori aveva il cuore in gola. Michael stava per morire?
Non era possibile!
Le altre lettere?


SECONDA PARTE


Kaori aprì precipitosamente un'altra lettera.

Cara Nabiki,
miracolosamente sono vivo.


Kaori emise un sospiro di sollievo e continuò.

Ralph è morto e Tony è ferito ,un proiettile gli ha trapassato il braccio sinistro, per fortuna non è grave.
Lo scontro finale si sta avvicinando; il nemico, ormai, sa della nostra presenza.
Sono in molti, sono bene armati e soprattutto non patiscono la fame e il freddo.
L'attacco è avvenuto cinque giorni fa, ci siamo mossi rapidamente per far perdere le nostre tracce ai loro compagni.
Tutti i nostri piani sono andati un fumo.
Non possiamo accendere un fuoco per paura che ci scoprano.
Natale è passato.
Siamo già nel 1964?
Quale sarà il tuo proposito per l'anno nuovo?
Hai già fatto progetti per il cenone di Capodanno?
Nabiki, mi manchi.
Mi manca il tuo sorriso, mi manca la tua voce, mi manca il tuo corpo morbido, che soltanto per una notte ho tenuto stretto tra le mie braccia.
Ricordi? Ti avevano sparato durante una delle nostre indagini: contrabbandieri di droga, gran brutto affare.
I medici ti davano per spacciata, io, seduto nell'oscurità della tua camera d'ospedale, tenevo con me la mia pistola con un solo colpo: quando avresti smesso di lottare io ti avrei raggiunta.
Mia piccola valorosa guerriera, non mi hai abbandonato e sei tornata da me.
Come potevo ancora fingere?


Kaori era immersa nella lettura e non si accorse dell'ombra che la raggiunse da dietro.
"Cosa fai ancora alzata a quest'ora?"
Kaori sobbalzò dalla paura emettendo un gridolino.
Ryo scoppiò a ridere.
"Un altro dei tuoi soliti romanzi d'amore?"
"Ryo sei proprio insopportabile!" urlò Kaori mentre si alzava dalla poltrona voltandosi verso il collega.
"Kaori, cosa è successo? Perché hai pianto?" disse Ryo con faccia seria e preoccupata.
Kaori, imbarazzatissima chinò il viso, ormai rosso come un peperone, bofonchiando un "no niente…".
Ryo la oltrepassò dicendole di andare a dormire, altrimenti il giorno dopo sarebbe stata così stanca da non riuscire ad aiutare Miki a ripulire la cantina.
Mentre lo sweeper saliva le scale Kaori sorrise: in fondo non poteva fare a meno di preoccuparsi per lei.
Nonostante questo non poteva non continuare a leggere, la curiosità o meglio l'angoscia per il triste destino di Michael e Nabiki la tormentava.
Sprofondò nuovamente nella poltrona e riprese in mano la lettera.

Piangendo e ridendo allo stesso tempo, come uno stupido, mi sono abbandonato sul tuo petto e quel giorno ci siamo giurati amore eterno. Mi ami ancora?
Dopo tutto quello che è accaduto mi ami ancora?
In cuor mio sento di sì.
L'alba è vicina.
Oggi ci avvicineremo alla base nemica.
Domani al sorgere del sole tutto sarà già finito.
Forse addio, mia adorata.
Michael.


La ragazza emise un sospiro e passò a un'altra lettera.

Cara Nabiki,
abbiamo fallito, soltanto un tenue barlume di speranza ci spinge a proseguire.
Ieri, appena dopo il tramonto , abbiamo avvistato quella che credevamo fosse la base nemica.
In realtà si è rivelato essere un edificio completamente vuoto.
Ai cancelli non c'erano sentinelle, le porte erano tutte aperte.
Nel sotterraneo abbiamo trovato le celle senza occupanti.
Abbiamo perquisito la "fortezza", così l'abbiamo battezzata, da cima a fondo, senza aver trovato niente di niente, soltanto stanze vuote.
Dal fatto che non vi era polvere possiamo dedurre che siano partiti da poco, ciononostante siamo infinitamente stanchi e demoralizzati.
Se soltanto ci fossi tu qui al mio fianco.
Cosa stai facendo in questo momento, Nabiki?
Hai comprato quel micino che volevi tanto?
Spero che almeno ci sia lui accanto a te.
Il sonno mi sta sopraffacendo.
Buonanotte amore mio.

Kaori richiuse la lettera e guardò nella scatola: ne rimanevano soltanto due.
La ragazza si stiracchiò e si alzò per andare a prendere qualcosa da bere.
L'orologio della cucina segnava le 3:49 , ma Kaori decise che avrebbe finito di leggere.
Ritornò alla sua poltrona e prese la penultima.

Cara Nabiki,
credo che ormai lo scontro finale stia per arrivare.
Ieri abbiamo scovato la base nemica , quella vera ,e appena caleranno le tenebre attaccheremo.
La nostra missione è chiara :trovare colui che i guerriglieri chiamano Max e ucciderlo, se ancora vivi, liberare tutti gli ostaggi.
Nel nostro contratto non c'è una clausola speciale che ci impone di portare a casa la pelle.
Tenterò, Nabiki, tenterò di tornare a casa da te per farmi perdonare.
La verità è che io ti ho sempre amata più della mia vita e non mi sono mai pentito di ciò che è successo tra noi, ma ero così spaventato, anzi ero terrorizzato dall'idea di perderti; se tu fossi diventata la mia donna saresti stata un bersaglio fin troppo facile per tutti i miei nemici
La tua vita è più importante del mio amore per te e tenendoti accanto a me avrei compiuto nient'altro che un gesto egoistico: come potevo mettere in pericolo la donna che amo?
Qui, al freddo, sotto la neve, l'immagine del tuo corpo nudo, colpito lievemente dai raggi solari mi dà la forza di andare avanti, ma il rimorso per averti abbandonata e per averti causato tanto dolore non mi abbandona.
Credo che sia per punire me stesso che ho accettato questa missione suicida, ma ora che poche ore mi separano dalla morte il mio cuore si rifiuta di staccarsi da questa terra e da te.
Se Dio mi concederà di rimettere piede in America sano e salvo, giuro che tornerò da te i ginocchio e non ci separeremo più.
Anche i miei compagni sono assorti nei loro pensieri, sebbene nessuno di noi abbia figli tutti abbiamo lasciato qualche persona cara.
Il cielo si sta rannuvolando.
Manca poco ,ormai.
Se io dovessi morire, com'è molto probabile che succeda, tu sarai il mio ultimo pensiero.
Ti amo Nabiki.
Tuo per sempre,
Michael.


Kaori stava di nuovo piangendo e si stava rimproverando mentalmente di essere una stupida sentimentale, eppure la storia di Nabiki e Michael le ricordava immensamente la sua e di Ryo.
Anche lui un giorno l'avrebbe abbandonata?
Forse era meglio per entrambi soffocare i sentimenti che provavano?
Rimaneva soltanto un'ultima lettera da aprire.
Con mano tremante Kaori prese l'ultima lettera e cominciò a far scorrere gli occhi sulle righe scritte da una mano femminile.

Gennaio, 27, 1964
Carissimo Michael,
credo che sia giusto che le mie ultime parole siano rivolte a te.
Non sono più tornata in Giappone; la mia casa, i miei amici più cari, i miei ricordi più belli e anche quelli più dolorosi appartengono a questo luogo.
Sono nel nostro appartamento, coricata nello stesso letto in cui ci siamo amati quella notte. Mouse, il gattino che ho desiderato tanto comprare, è acciambellato accanto ai miei piedi. Povera bestiola, mi dispiace infinitamente lasciarla, ma il dolore è troppo grande per essere vissuto.
Ho lasciato una lettera per Sarah in cui le spiego i motivi del mio gesto, sebbene io credo che lei li intuisca da sola, e in cui le affido Mouse.
Sta calando la sera o forse i barbiturici cominciano a fare effetto.
Sto morendo, o meglio il mio corpo sta morendo poiché la mia anima si è già spenta quando ho saputo che sei morto.
Ieri mattina è venuto a casa nostra un uomo; non ha voluto dirmi chi fosse, mi ha consegnato le lettere che mi avevi scritto durante la tua missione.
Sono riuscita a sapere soltanto che un terrorista aveva rubato alcune testate nucleari da una base americana con l'aiuto di alcuni ufficiali corrotti.
Aveva minacciato il governo degli Stati Uniti di far esplodere un ordigno a New York City, se un suo compagno non fosse stato liberato dal carcere di massima sicurezza in cui era stato rinchiuso. Naturalmente doveva tornare dai suoi compagni con un gran mucchio di soldi.
Tu e altri quattro uomini siete stati inviati in una regione a Nord, non mi è stato detto precisamente dove, per fermarlo.
Ti sei battuto coraggiosamente e alla fine avete trionfato.
Ferito gravemente, sei morto in un ospedale in una piccola cittadina canadese.
Il tuo corpo non mi è stato restituito.
Nessuno dei tuoi compagni è ritornato.
Con le lettere mi hanno consegnato un fazzoletto, lo riconosco perché è mio, ci sono le mie iniziali ricamate.
In verità credevo di averlo perduto, non pensavo che lo avessi tu.
Dio, se soltanto avessi immaginato!
Durante questi mesi ho cercato di odiarti con tutte le mie forze perché mi avevi abbandonata e perché ti eri preso gioco di me. La verità è che io non ho mai smesso di amarti; la mia non era rabbia ma disperazione.
Credevo che tu non mi amassi, che non potessi rinunciare a tutte le altre donne, infinitamente più belle e seducenti di me. Ora so qual è la verità.
Sicuramente avresti voluto che io continuassi a vivere oh ma come puoi chiedermi una cosa del genere?
Vivere senza di te equivarrebbe a una lunga agonia in attesa della morte.
Meglio finirla subito.
Un gran senso di pace mi sta invadendo, la morte si sta avvicinando e prego Dio che almeno nell'Aldilà potremo stare insieme.
Le forze mi stanno abbandonando, la penna nella mia mano sembra pesare una tonnellata e credo che anche la ragione si stia spegnendo, mi sembra già di sentire la tua voce chiamarmi.
Amore, vengo da te.


Kaori era soffocata dai singhiozzi.
L'amore, alla fine, era stato sconfitto.
La sweeper si coprì gli occhi con una mano, senza riuscire a trattenere le lacrime.
Era sconvolta e non si accorse che qualcuno le aveva tolto le lettere e la scatola da sopra le gambe e la stava prendendo tra le braccia. Una mano calda e rassicurante le passava tra i capelli e sulla schiena e senza rendersene neppure conto Kaori si ritrovò tra le braccia di Ryo.
La ragazza si aggrappò a lui con tutte le sue forze, cercando il suo conforto.
Aveva paura che anche la loro storia potesse evolversi come quella di Michael e Nabiki; aveva paura che rivelandogli i suoi sentimenti, lui se ne fosse andato, ma allo stesso tempo, aveva paura che se non gli avesse detto tutto, se lo sarebbe rimproverato per sempre.
Ryo le sussurrava di calmarsi e guardandola negli occhi la rimproverò di riempirsi la testa con un mucchio di sciocchezze, che andavano bene soltanto per le donnicciole troppo romantiche.
Il suo tono , però, era affettuoso.
La prese in braccio e la portò in camera sua.
Kaori aveva ripreso in parte il controllo di sé stessa, ma voleva godersi ancora un po' il contatto con il suo amato Ryo e si lasciò trasportare tra le sue braccia.
La sua guancia era appoggiata al petto nudo dello sweeper, che indossava soltanto un paio di boxer e Kaori sentiva il suo viso in fiamme per l'emozione.
Poteva sentire il calore e il dolce profumo della pelle dello sweeper e desiderava che quel contato non finisse mai
Quando Ryo la depose sul letto, nella semi oscurità, i loro occhi s'incontrarono.
Kaori sussurrò "Ryo , io…" ma fu interrotta da lui che le mise un dito sulle labbra, poi e le disse :"Non piangere, socia, e cerca di dormire un po'."
Lentamente le passò una mano tra i capelli per scendere dolcemente sulla guancia.
I loro visi si avvicinarono impercettibilmente finché Ryo non si alzò bruscamente dal letto e si precipitò fuori dalla stanza.
Richiuse la porta della camera di Kaori alle sue spalle e vi si appoggiò contro.
Si passò una mano tra i capelli ribelli che gli cadevano sulla fronte: che cosa si era messo in mente di fare?
Era impazzito? E tutti i buoni propositi di non legarla a sé, di toglierla da quel mondo pericoloso , che era la sua vita, dov'erano andati a finire?
Vedendola con gli occhi gonfi e rossi per il pianto ,l'impulso di prenderla tra le sue braccia era stato così forte che non era riuscito a opporsi.
Per (s)fortuna aveva riacquistato la "concentrazione" ed era riuscito a staccarsi da lei prima che fosse troppo tardi.
Mentre si dirigeva verso la sua camera Ryo abbassò lo sguardo sui suoi boxer.
"E io che continuo a sostenere che sia un uomo! Quella ragazza mi farà diventare completamente matto " pensò e sorrise.