Amando una rosa bianca....  

Mentre scrivo aspetto che maggio arrivi, puntuale come ogni anno. Ad ogni stagione mi porta in regalo un ricordo bellissimo e con esso un fiore bianco, candido e prezioso al mio spirito. Una rosa bianca anche se, in verità, sono più d'una e non sono solo bianche nel mio giardino. Sono state piantate tra i narcisi e i gigli e sono così belle quando iniziano ad ammiccare timidamente tra le foglie scure come smeraldi vivi e lucidi di sole... Mi inginocchio davanti ai cespugli dove l'erba è ancora bassa e vedo lei. Stringe tra i denti un pugnale e sembra quasi che voglia spezzarlo, e persino che possa farlo. Com'è fiero e sensuale quello sguardo! Ruberebbe la luce ad un astro errante...   
       
 
 
A differenza di tanti altri, non ho mai considerato Oscar un uomo. C'è troppa grazia in quel passo deciso, troppa dolcezza nelle scoccate di una spada che sa colpire al cuore. Al mio cuore. Non colgo mai le rose che sbocciano nei giorni primaverili, mi limito ad aspettare pazientemente che sfioriscano per raccoglierne i petali morbidi e custodirli dentro le pagine di un libro. Non c'è libro che io non possegga, libero dal loro profumo. Non c'è niente di più bello dell'odore delle pagine mischiato a quello delle rose. ...infonde tanta nostalgia. Come adoro le rose bianche così fragili ed eleganti ! Una rosa bianca sconfigge sempre i malvagi... Affermai con convizione: Oscar è seduta nella poltrona di velluto rosso, incorniciata dagli intarsi del dorato...possibile che io senta il profumo di quel legno? Il profumo delle trine e del pizzo , dello jabeaut che ricade a coprirle sfrontatamente la mano? Una mano abbandonata sul velluto rosso, una mano che ha posato la spada sottile, che ha colto una rosa bianca e l'ha accostata alle labbra...Ha strappato un petalo con un morso...quanta rabbia dolorosa in quel gesto, quanta dolcissima ambiguità nel suo sguardo inconsapevole. 
 
 
 
   
 
Il thè ha macchiato la tazza di porcellana rosa, disegnando lo spicchio della bocca, come una mezza luna. Un nastro di seta gialla è prigioniero tra la seconda e la terza pagina di un libro mai iniziato, appena intravisto sul tavolo di cristallo. La divisa blu con le frange dorate riposa sul letto. Sembra una sagoma addormentata, stanca di battaglie affrontate all'aperto e di duelli celati sotto le sue pieghe solitarie e sconfitte dell'anima. Il velluto ha un odore particolare: cera, cenere, miele... Verrà ancora indossato appena l'alba si farà nuovamente vicina. E il vento spia oltre la seta chiara delle tende, la figura innaturale di uno spirito clandestino, esule nella Francia ferita. Sento persino l'odore del vento...aspetto maggio, ma anche luglio è così crudelmente vicino! E non posso fermare il tempo che scorre. Non posso cancellare il suono della marcia dei soldati, il frastuono dei colpi esplosi, così perfetti nello spaccare la vita al centro del petto! Non posso dissipare il fumo soffocante ed amaro, così sgradevole e così bruciante. Però posso ammirare lei: lo sguardo adamantino sotto le ciglia lunghe, il viso di una divinità nordica strappato alla leggenda. Le cose che mi sussurrano il suo nome. Il ricamo di un cigno su di un fazzoletto azzurro. Una piuma grigia, ondeggiante, profumata di polvere che scivola nell'inchiostro di un calamaio macchiato. Il suono antico ed usato di un carillon che canta Mozart. Un pianoforte a coda aperto al centro di una stanza nella penombra. Nastri di fumo che si sollevano da una tazza di cioccolata e le ordinate zollette di zucchero che aspettano lì accanto. Il violino che dorme nella sua custodia sotto il sole pomeridiano di una finestra chiusa. Guanti bianchi dimenticati vicino allo specchio ansioso di catturare ancora una volta quella cara immagine. L'impressione delle mani sui vetri limpidi delle finestre della stanza. Un vaso sottile. Una rosa candida familiarmente affidata a lui. Sola e bellissima. Oscar. mia tenera Oscar Chiudo gli occhi. Mi avvicino al fiore silenzioso. Lo sfilo, nessuna spina mi tradisce. Apro gli occhi. La bianca rosa è tra le mie dita. Oscar ne coglierà un'altra, ma questa la terrò io. E sarà come abbracciare la sua anima, ingannando i secoli trascorsi, la razionalità, la morbosità di un momento, la storia e i desideri irrealizzabili. Tra i narcisi ed i gigli..tra l'illusione e il concreto...il tempo che ignora...la Luna che cela memorie...nel freddo argento delle nubi...il mare e la rugiada... Amando una rosa bianca si può sognare qualsiasi cosa. Non lo dimentico. A voi...adieu. 
                                                                                                               

Tsukikage no Knight
 
 

Ringrazio lo staff della "defunta" fanzine "Le Rose di Versailles" n. 0 per il prezioso contributo