I ciliegi erano in fiore. Lei stava correndo. L'aveva appena spruzzato d'acqua alla fontana, e lui la stava rincorrendo per "punirla". Rideva. Tantissimo. Non si divertiva tanto da un sacco di tempo. Poi si fermò- senza fiato- appoggiandosi ad un ciliegio.
Lui la raggiunse, posò la mano sul tronco, sopra la sua testa. E poi si guardarono. E si baciarono. Il suo primo bacio.
L'aria era salmastra. Aprì gli occhi. Era su una spiaggia. Un anno e mezzo dopo. E non erano soli.
- Ellie-
- Mi avete tradito.
- Ellie!

Correva, dietro a sua sorella.

- Elena!

Le prese la mano, ed erano sul bordo di un canyon profondissimo. Lei le teneva la mano.

- Dammi l'altra, Ellie!-
- Non posso più vivere con una sorella come te-
Sorriso. Mano vuota. Il vuoto.

- Noooooo- Patty si alzò sul letto, fradicia, come tutte le notti un mese prima e un mese dopo "quel" giorno. Piangeva. Non poteva fare altro, ormai.

 

 

CAPTAIN TSUBASA LOVE STORIES:

I SEGRETI DI PATTY

 

 

- E così, domani tornano i ragazzi, sei felice, ehi, Patty, mi stai acoltando?
- Scusa Evelyn. Ero sopra pensiero.-
- Sei più pallida del solito. Sei preoccupata perché Holly parte presto?
- Eh? Sì, certo.
- Sicura?
- Ma sì, è così. Sento già la sua mancanza.- mentiva. O almeno in parte. Holly le era mancato in quei giorni, mentre si trovava al campionato nazionale in Francia, ma non era quello che la preoccupava. Non ora almeno.
- Dovresti parlargli.
- Eh?
- Sì, dovresti parlargli. Prendere il coraggio a due mani e dirgli cosa provi. Lo so che è difficile, ma...-

Evelyn parlava, e lei aveva di nuovo la strana sensazione che aveva spesso con Evelyn: che l'amica si stesse rivolgendo ad un'altra. Alla sua ex migliore amica. Ad Elena.


L'aereoporto di Tokyo era affollatissimo: tutti erano venuti a dare il benvenuto alle neo-star del calcio giovanile mondiale.

Bruce non faceva altro che buttarsi davanti alle macchine fotografiche per risultare sempre in primo piano: tentativo inutile: l'unico che interessava ai giornalisti era Holly. E l'uomo dietro di lui, Roberto Sedinho.

Holly si guardava attorno ansioso, quasi infastidito dai flash dei fotografi che lo riempivano di domande. Da quando erano partiti quella mattina, anzi, da quando si era svegliato, una strana ansia lo stava attanagliando.

- Chi stai aspettando?- gli chiese Roberto, poggiandogli una mano sulla spalla.
- Eh?- disse Holly arrossendo di botto- No, nessuno. Perchè?
- Continui a guardarti intorno freneticamente. E non penso si tratti di tua madre- disse Roberto sorridendo.
- Ma no, no, io- Holly era sempre più rosso.
- Ma dai Holly- intervenne Bruce,- lo sappiamo tutti chi aspetti con ansia-. La conversazione si stava facendo pubblica.
( UN HOLLY-POMODORO)- Nessun in particolare, giuro!-
- Ma dai!- scherzò Bruce-Hai lo stesso sguardo ansioso di Julian che aspetta Emy!-
- Eh?- disse il chiamato in causa.
- Ma sì Julian! Non vorrai farci credere che non vedi l'ora di vedere la "tua Emy"- infierì Philip Challaghan.
- Ma...- anche Julian era color pomodoro.
Nel frattempo, erano giunti all'uscita dell'areoporto.
- Holly!
- Mamma! Papà!- disse il nostro campioncino, sollevato per aver cambiato argomento e per l'arrivo di due alleati.
- Maggie, Michael-
- Roberto, salve. Come stai? Di nuovo tra noi, eh?
- Sì, fino a che Holly non avrà finito l'anno scolastico.
- Allora starai da noi...- disse prontamente Capitan Atton.
- Oh, no. Ho trovato un'altra sistemazione...-
- Non se ne parla nemmeno! In albergo mai e poi mai!- aggiunse Maggie.
- Ma no Maggie! Starò da... Mio fratello.-

Gli Atton, madre, padre e figlio, erano stupiti.


-Sei nervosa?- domandò la ragazza dai capelli biondo-rossi accanto a lei.
- Un po', e tu Emy?-
- Tanto- disse l'amica sorridendo.

Emy non aveva sentito ragione, Patty aveva dovuto dormire a casa sua. Ed era stato molto piacevole, quasi divertente, a ricordare... Il passato. Fino a quando Emy non l'aveva costretta ad indossare quello stupido vestito.

L'amica era bellissima ( e Julian un deficiente a non essersi ancora dichiarato apertamente): indossava un vestito con la spallina sottile e lungo fin sopra il ginocchio, con sopra una maglia leggera, stile twin set. Giallo chiaro. Un colore solare. Il preferito di Emily, fino a quando... Scacciò i pensieri scuotendo il capo.

Lei vestiva invece un vestito a fiori rossi con lo sfondo color panna. La maglia leggera che portava era rossa. - Il colore che ti dona di più- aveva detto Emy. Ma non la sera prima.

- Sei bellissima. Stai tranquilla.
- Tranquilla? Mi sento a disagio. E se poi soffia un vento forte? E... Sono anni che non porto un vestito! Dannazione Emy! Penseranno tutti che io...-
- Innanzitutto, lascia che pensino. Che male c'è se credono che ti fai bella per il ragazzo che ami?-
Patty arrossì- Beh...-
- E poi stai benissimo. Dovresti vestire più spesso femminile.-
- Forse hai ragione.
- Ho ragione. E tu lo sai.-

Le due amiche soirrisero, e giunsero, girato l'angolo, all'aereoporto.

- Respiro profondo...-
- ... e via!-


- Fratello? Roberto tu hai un fratello in Giappone?- Holly era stupito.
- Sì. E' medico. Ma è una storia lunga. Vedi Holly, io e lui abbiamo litigato e... E' tempo di far pace.
- Che bello! Me lo farai conoscere?
- Oliver! Non fare troppo l'impertinente! Se vorrà, Roberto ti presenterà alla sua famiglia.
- D'accordo- disse Holly deluso (NdA livello intellettivo: quello della prima puntata)
- Ah, Holly, Julian, guardate chi arriva!- disse Bruce dando una pacca sulle spalle ad entrambi i compagni di squadra.
- Eh, ma che dici Bruce? Quella non può essere Patty!- si intromise Johnny Mason
- Eh?- dissero voltandosi tutti i giocatori della nazionale.
- Johnny ha ragione. Quella ragazza è troppo bella. Non può essere Patty- confermò Ted.

- Ma assomiglia moltissimo...-
- Cosa dici Roberto? Non la riconoscevi proprio eh? La nostra Patty non è più la bimba di tre anni fa!- commentò Maggie.
- Beh, anche Emy sta molto bene, eh Julian?- disse divertito Bruce.

Entrambi i campioncini- Holly e Julian- erano rosso acceso. Holly pareva addirittura pietrificato. Appena aveva visto Patty, l'ansia era sparita.

Emy diede una gomitata all'amica e le sorrise. Aveva subito notato l'espressione da pesce lesso di Holly (NdA tié Holly, così impari a guardare solo dove metti... la palla).

- Ehi, ciao ragazze!-
- Bruce... Ti sei di nuovo rotto il naso?-
- Veramente simpatica, come sempre Patty... Il mio è stato un gesto eroico-
- Davvero? A me pareva per lo più un gesto disperato!

Come sempre, alle discussioni di Patty e Bruce, tutti scoppiarono a ridere.

- A parte gli scherzi. Complimenti ragazzi!-
- Oh! Grazie Emy, tu sì che sei dolce e sensibile!!!!-
- Ehi, Patty! Faglielo vedere, forza!-
- Eh, ah sì!-
- Cosa? Un regalino per il tuo...- Ma Bruce rimase di sasso quando le due ragazze aprirono una bellissima ed enorme bandiera, tutta ricamata a mano, con scritto: "Siete grandi, campioni" e, in mezzo, il ricamo dorato della coppa.
- Piaciuta?- disse Emy sorridendo, viste le facce sorprese dei ragazzi.
- Ma è bellissima!- eclamò Julian. Un coro di consensi lo seguì.
- E non è tutto!- aggiunse Patty

Giratala infatti vi era dipinta tutta la squadra com'era apparsa sulle foto dei giornali.
Patty la ripiegò delicatamente e la porse a Holly.

- Wow, grazie...-
- Figurati.. L'abbiamo ricamata io, Emy Susi e Evelyn, e l'ha dipinta una mia cugina...-
- E' molto bella, davvero...- (NB è sempre color peperone)

Mentre se la scambiano, le loro mani si sfiorarono. Ora anche Patty è color pomodoro.
Bruce e gli altri si scambiano gomitate significative.


(fuori dall'aereoporto)

- Patty... torni a casa in treno con noi?
- Beh, sì, pensavo di sì Maggie...-
- A proposito Patty, come mai sei venuta fino all'aeroporto, eh?- chiese Bruce in tono allusivo.
- E' semplice. Ero già a Tokyo.-
- E cosa ci facevi a Tokyo?-
- L'ho invitata a casa mia.
- E per quale motivo, scusa? Pensavi che fosse più simpatico venire in due all'aereoporto? Magari ti vergognavi a venire da sola a prendere Julian?
- Bruce!- (anche Emy è di color rosso acceso)
- Ap arte il fatto che non sono affari tuoi Bruce, Emy mi ha invitata per passare un po' di tempo insieme, tra amiche.
- E da quando sareste amiche?-
- Sei insopportabile, Bruce-
- Visto, che avevo ragione e c'è il doppio senso in tutto questo?-
- Bruce, io e Patty siamo amiche...Da sempre.-

Tutti guardarono Emy stupiti dalla serietà con la quale aveva parlato.


- Julian... Stai bene ora?
- Ma certo,non ti devi preoccupare Emy.-
- Come faccio, secondo te, a non preoccuparmi?

La squadra si era ormai separata. Emy e Julian avevano appena salutato Mark davanti a casa sua. Era stato commovente vederlo con i fratellini.

Il cielo oramai tendeva al rosa più che all'azzurro. Il tramonto era appena cominciato.

- Devi fidarti di me.
- Julian...-

Erano ormai vicini a casa Plange (NdA la casa di Emy), e si trovavano al centro del parco vicinissimo alla casa della ragazza, dal quale passavano quasi tutti i giorni tornando da scuola.

Julian si appoggiò alla ringhiera e guardò le acque calme del lago al centro del parco che pian piano prendevano i colori del tramonto.

- Io mi fido di te.

- ...

Emy si poggiò sua volta alla ringhiera.

- Oh Julian, è solo che io... Ho tanta paura... Di perderti...- si accorse, con suo stupore, solo dopo averle pronunciate, che quelle non erano parole sue e che le aveva sentite, rivolte a lei, tanto tempo prima...
- Anch'io Emy- disse il ragazzo voltandosi, e guardando negli occhi l'amica - Anch'io-

In quel momento, nelle menti dei due ragazzi, passarono una marea di ricordi. E poi, due vivi ma distinti li presero.

Emy rivide Patty, la sera prima, che le chiedeva: - Sei davvero innamorata di Julian?- Lei era rimasta silenziosa per un istante. - Sì, lo sai- le aveva risposto. Poi Patty aveva aggiunto - Sai cosa intendo. Lo ami più di LUI?- - E tu, - aveva ribadito Emy- ami Holly più di LUI?-
Si erano guardate, ed erano rimaste entrambe in silenzio.
Ma ora Emy sapeva la risposta.

Julian ricordò pochi giorni prima. Alla fine dei mondiali. Erano rimasti a Parigi qualche giorno in più e stavano visitando la città. Era il tramonto, e la Senna era bellissima. Erano lui, Holly, Bruce, Tom, Benji, Mark e Philip. E Bruce aveva detto:

- Parigi è davvero la città degli innamorati.

Philip, osservando il fiume, aveva detto qualcosa che li aveva colpiti tutti. Aveva parlato loro di Jenny.

- Hai proprio ragione Bruce. E io vorrei tanto che Jenny fosse qui con me. Quando gioco a calcio, riesco a non pensarci quasi. Ma quando invece mi ritrovo senza niente da fare... Mi sento molto solo... Senza di lei... Non mi sono mai reso conto, sino alla fine, di quanto riempisse la mia vita... E ora è così lontana... Ho capito che il calcio per me non è la cosa più importante. E' lei.-

 


 

- .... Il calcio per me non è la cosa più importante. E' lei- le stesse parole a cui pensava Julian, rieccheggiavano nelle orecchie di Holly.

Il sole stava tramontando mentre il paesaggio passava veloce alle loro spalle.

Holly stava guardando fuori dal finestrino distrattamente. E non era il solo. Nonostante tutto (NdA ^_^) era riuscito ad accorgersi che Patty sembrava diversa dal solito. Se anche Bruce la stuzzicava, rispondeva più raramente, quasi non sentiva quello che le si diceva.

(-Che cos'ha?)- si chiese Holly (NdA sta veramente migliorando il ragazzo ^_^) guardando l'amica che osservava intensamente il tramonto. Non sembrava più lei.

- Ehi, Roberto-
- Dimmi Benjy- (NdA Benjy e Tom sono tornati in Giappone con la squadra)
- Prima, mentre eravamo all'aereoporto, hai detto che Patty somigliava a qualcuno. A chi?-

Con la sua domanda Benjy aveva attirato l'attenzione generale, anche dell'interessata.

- Ad una donna che ho conosciuto molto tempo fa-
- Una donna?- chiese Holly incuriosito.
- Un'amica. Magari è una tua parente Patty, o la conosci di nome. Era un'ottima giocatrice di pallavolo.

L'espressione del volto di Patty cambiò improvvisimente. Era quasi pietrificata.

- Come si chiama?-

Roberto sorrise al ricordo - Meimi Azuki. Era questo il suo nome da nubile. Siete parenti?-

Patty annuì lentamente, e seria, disse- Certo. E' mia madre.-

Tutti si voltarono verso di lei.
- Così Roberto ha conosciuto la mamma di Patty, che strano!-
- Non così tanto Bruce, la mamma di Patty era molto famosa qualche anno fa.
- Davvero mamma?-
- Già Holly... Per le ragazze della mia età, sue coetanee, era quasi un mito vivente.-

- Tua madre? Ecco perché le assomigli tanto! E posso sapere, se non ti spiace, chi è tuo padre?
- George Hantilton-

L'espressione del volto di Roberto cambiò completamente. Pareva stupefatto, come colto all'improvviso alle spalle.

- Lo conosci?
- Ne ho sentito parlare la prima volta che sono venuto in Giappone. Era già allora un ottimo medico.
- Già... Come fai a conoscere mia madre?
- L'ho incontrata.
- Capisco.

Lo sguardo di Holly passava dall'amico a Patty...Cosa stava succedendo?


- Bene, siamo arrivati. Vuoi che ti portiamo a casa, Patty?-
- No, grazie signor Atton. Posso andare a piedi, non è lontano. -
- Ma, cara si sta facendo buio!-
- Davvero, Maggie, non è un problema.-
- Facciamo così, accompagno io Patty a casa-
- Sei sicuro Roberto?-
- Certo Maicol, non ti preoccupare-
- D'accordo allora.-
- Bene, andiamo Patty?-
- Sì. Grazie per il viaggio e arrivederci a tutti!-
- Grazie a te per essere venuta all'aereoporto- (NdA Tom! Questa battuta non toccava a te!)
- Ci vediamo domani!- aggiunse Holly
- Ciao!-


La sera stava scendendo lentamente. Passeggiare per le strade era piacevole.

- Dove abiti?-
- Perché non gliel'hai detto?-
- Volevi che lo facessi?-

Patty e Roberto si fermarono in mezzo ad una via. Non passava nessuno. Lei, insietro, si era fermata. Pochi metri avanti, si era fermato anche lui. Ma non si era voltato.

- Non lo so. Ma sarebbe giusto. Lui sta lasciando tutto per te. E tu gli stai mentendo.
- Non gli sto mentendo. Non gli ho detto nulla.
- E' molto diverso, vero?
- Quando l'hai capito?
- Tre anni fa, quando venisti la prima volta.
- Non me l'hai detto.
- Non sapevo cosa dire.
- Neanch'io so cosa dire.
- Allora, cosa dirai a mio padre?
- Sa che sto arrivando, gli ho telefonato.
- Cosa ti ha risposto?
- Nulla.
- Tipico.
- Tuo padre è molto cambiato.
- Anche mamma.
- Immagino.
- Non sei neanche venuto, ai funerali.
- Non potevo venire, sarebbe stato come arrendermi.
- In realtà, sei solo un codardo.

Roberto si voltò, e guardò negli occhi la ragazzina con lo sguardo pieno di odio. Uno sguardo rivolto anche a lui.

- Hai ragione.
- Allora, perché sei qua?
- Devo affrontarlo.
- Pensi che mio padre sia pronto a perdonarti?
- No, non credo. Non sapevo avesse sposato Meimi. Come in tutto il resto, ha vinto lui.
- Forse perché l'hai lasciato vincere, zio Robert.

Robert Hantilton sorrise.

- Sei proprio la figlia di Meimi. Vogliamo andare?
- Sì.
- Grazie, per avermi chiamato zio. Pensavo tu mi odiassi.
- Che tu sia mio zio, non cambia quello che hai fatto. Posso lasciar perdere, dimenticare. Ma non avrai il mio perdono.
- D'accordo. Posso conquistarlo allora?
- Eh?
- Sì, posso fare qualcosa per farmi perdonare?
- Non penso proprio. Oppure, potresti convincere Holly a...
- Ne dubito. Quel ragazzo è un testardo.
- Allora assomiglia a te!
- Come fai a dirlo?-
- Papà parla sempre di te.
- Eh?
- Sei pur sempre il suo fratellino minore, no?
- Ho deciso. Vengo a casa con te.
- Pensavo tu fossi già deciso.
- Quel sarcasmo, sbaglio o assomiglia a quello di tua nonna?
- Dicono tutti così! Eccoci arrivati! Allora, entri?
- Sì.

Patty entrò in casa e salutò. I suoi genitori erano in cucina.

- Bentornata, cara.
- Mamma, papà...Abbiamo un ospite-

continua...