1 Anno per Amare

1° CAPITOLO

Una bella disgrazia.

Giappone. Fujisawa... Due nuove amiche.

Davanti al cancello di una villetta a schiera c’era una figura di una ragazza alta con una carnagione abbronzata che metteva in risalto due occhi verdi come smeraldi. Aveva un fisico tonico, apparentemente ben allenato, i capelli corvini le cadevano mossi sulle spalle in modo disordinato. La ragazza aveva un’aria agitata e irrequieta, mentre guardava l’orologio che segnava le nove meno cinque minuti.

Pensò a voce alta: -Ma dove si è cacciata?-

Appena pronunciate quelle parole sentì una voce femminile provenire da in fondo la via:

-ESMERALDAAAAA!!!!!-

Si voltò e vide la sua amica che la salutava da lontano, mentre correva verso di lei con la cartella sulle spalle, chiaramente semivuota! Quando si avvicinò si abbracciarono e iniziarono a saltare euforiche! Esmeralda le disse con voce soffocata dal caloroso abbraccio:

-Rebecca, perchè ci hai messo tanto?-

La ragazza quando udì la domanda si scostò di scatto e liberò l’altra da quella morsa con cui l’aveva trattenuta fino a quel momento.

Esclamò allora: -E che importanza ha! Tanto adesso sono arrivata!!!!-

Quando non sapeva cosa rispondere faceva sempre così! Comunque a Esmeralda non importava realmente cosa avesse fatto per arrivare in ritardo, perchè era felicissima di essere lì vicino a lei, sapere che le sarebbe stata vicina anche alle superiori, come alle scuole medie, la rendeva immensamente felice, perchè per lei Rebecca era molto più di una semplice amica!!!!!! La ragazza dalla folta e lunga chioma bionda che le cadeva liscia fino alla schiena, iniziò a scrutare l’amica con i suoi bellissimi occhi azzurro intenso. Non aveva per niente le fattezze di una giapponese e per questo difficilmente passava inosservata.

-C’è qualcosa che non va?-

Alla domanda Esmeralda scese dalle nuvole e smise di fissare l’amica con un sorriso che Rebecca reclutava piuttosto ebete:

-Scusa hai detto qualcosa?-

L’amica disse:- Le vacanze ti hanno fatto davvero male, ragazza mia!!! Forse adesso è meglio andare a scuola ! Guarda che ore sono!!-

Esmeralda non appena vide l’ora tarda prese la borsa abbandonata per terra poco prima, afferò la mano dell’amica e iniziò a correre più veloce che poteva verso la scuola. Già si sentiva la campanella da lontano, allora iniziarono a correre ancora più veloci, sotto gli occhi increduli dei passanti che si chiedevano dove trovassero tutta quell’ energia di prima mattina! Mentre correvano si parlavano gridando per la distanza, perchè Rebecca era più veloce.

Esmeralda urlò con disappunto: -Come si fa ad arrivare in ritardo il primo giorno delle superiori?! Considerando poi che oggi si entrava anche un’ora più tardi!!!-

La ragazza bionda rispose: -Ah non chiederlo a me, sei tu che ti sei imbambolata!!! Per fortuna che mi sono messa i pantaloni! Stamattina ero combattuta tra questi e una mini-gona!!! Quando si dice la provvidenza!-

-Non è certo colpa mia se tu sei arrivata in ritardo!! Dai sempre la colpa a me! UFFA!!!!-

A scuola... Appena in tempo.

Non c’era nessuno fuori dall'immenso edificio e dovettero cercare l’auditorium dove di sicuro stavano leggendo gli appelli delle classi di prima. Per fortuna Rebecca aveva un ottimo senso d’orientamento, e riuscirono a trovarlo con poca difficoltà per essere una scuola mai vista in vita loro, se non una volta o due. Una volta arrivate si fecero coraggio ed entrarono... che figuraccia avrebbero fatto il primo giorno di scuola! Quando aprirono la porta videro tantissimi ragazzi e ragazze della loro età seduti in silenzio, ad ascoltare la preside che chiamava gli alunni delle classi, durante *la cerimonia di apertura dell'anno scolastico.

Rebecca ed Esmeralda stavano morendo per l’imbarazzo. Per fortuna che fino a quel momento nessuno le aveva notate! Cercarono di sgattaiolare verso un posto libero poco distante da loro, solo che dovettero dividersi, perchè pur essendoci due posti erano distanti l’uno dall’altro. Si salutarono, e iniziarono a dirigersi carponi ognuna verso il posto libero più vicino. Logicamente gli altri studenti adesso le avevano notate, ma c’era chi non li dava troppa importanza, o chi al loro passaggio sghignazzava assieme all’amico più vicino.

Rebecca raggiunse rapidamente il proprio posto, perchè era un tipo che non si faceva intimidire da quello che pensavano gli altri. Appena si fu seduta iniziò a guardarsi intorno cercando l’amica , ma non la trovò. Ripercorse la sala con gli occhi una seconda volta, e riuscì a scorgere la figura alta e corvina accovacciata per terra, solo che ferma immobile a fissare un qualcosa che la ragazza bionda dalla sua postazione non riusciva a scorgere. Nel frattempo la preside era arrivata alla classe in cui avevano chiesto di essere iscritte le due ragazze.

-E ora la sezione B- dichiarò la donna dall’aria distinta, con degli occhiali grandi e una bocca piuttosto larga.

Era apparentemente vecchia, aveva i capelli grigi e gli occhi scuri. Esmeralda non sembrava essersi accorta che stava leggendo l’appello della classe a lei destinata e continuava a stare lì imbambolata.

In auditorium... La prima delle tante figuracce.

Mentre stava andando al posto che aveva addocchiato, aveva sentito dei ragazzi che sghignazzavano alle sue spalle, anzi più che sghignazzare, stavano ridendo a crepapelle. Lei allora si era girata pronta a fulminare chiunque con lo sguardo, ma girandosi aveva visto una figura angelica. Era stata colpita dallo sguardo intenso e malizioso di uno dei tre ragazzi alle sue spalle. Quest’ultimo non stava ridendo come facevano i due amici, anzi nemmeno la stava guardando e non si era accorto della sua presenza. Fissava, come era solita fare anche senza accorgersene, gli occhi neri del ragazzo. Quegli occhi l’avevano come ipnotizzata, non riusciva a muoversi o probabilmente non voleva nemmeno farlo. Vicino a lui c’era un posto libero, e un altro poco più avanti; la ragazza fu fortemente tentata di sedersi accanto a lui!!! Nel frattempo gli altri due ragazzi si erano accorti che Esmeralda stava fissando il loro amico. Uno dei due moro e dalla capigliatura stravagante bisbigliò al compagno:

-Ehi, guarda come ti fissa quella lì!!! Hai fatto colpo...- concluse strizzandogli l'occhio.

L’altro non rispose e restò a guardare prima l'amico e poi la ragazza dubbioso. Ad aiutare la povera Esmeralda a scendere dalle nuvole ci pensò la preside che avendola chiamata ad andare a mettersi dove c’era la sezione B, e non avendo avuto risposta ripetè il suo nome, e questa volta urlando. La ragazza scattò in piedi e disse:

-PRESENTE!!!!!!-

A quel punto l’intero auditorium, dopo un momento di silenzio, scoppiò in una risata frenetica. La sua amica Rebecca era l’unica a non ridere. Si mise una mano sulla fronte ed esclamò:

-Ma cos’ha quella lì nella testa!-

A Esmeralda sembrava di svenire!

In infermeria... Batticuore.

La ragazza quando riaprì i suoi occhi verdi si risvegliò nell’infermeria della scuola: era svenuta veramente!!!!!

Pensò: "Bell’inizio per essere il primo giorno!!! Non so nemmeno con chi sono in classe!! E se Rebecca non fosse con me! Che figura che ho fatto!! Chissà cosa avrà pensato quel ragazzo di me!!! Vorrei buttarmi giù da quella finestra!!"

Fuori c’era un bel sole, tutto sembrava tranquillo intorno a lei, mentre Esmeralda era così irrequieta...

-PERCHE’ PROPRIO A MEEEEE!?!?!?!?!?- urlò.

In quel momento vide comparire sulla soglia della porta un ragazzo moro. Era alto dal fisico robusto e prestante; la carnagione era tipicamente orientale e la cosa che colpiva di più in lui erano quei bellissimi occhi: ecco li stava ancora fissando! Era lo stesso che aveva fissato in auditorium... o quei splendidi occhi la stavano ipnotizzando nella loro perfezione: la forma era orientale, ma ciononostante erano piuttosto grandi. Guardandoli meglio si potevano notare dei riflessi blu persi in quel nero profondo.

Lui con aria disinvolta e anche un po' freddamente disse: -Finalmente ti sei svegliata! Le prof. mi hanno detto di accompagnarti in infermeria siccome mi sei quasi svenuta addosso.-

Parlò con aria indifferente guardando fuori dalla finestra, mentre alla ragazza batteva il cuore all'impazzata. Era stupita e allo stesso tempo imbarazzata: pensava che i battiti del suo cuore si udissero in tutta l’infermeria, e che anche quel ragazzo così bello potesse udirli. Lui non aveva cambiato espressione e continuava a fissare un punto indefinito fuori dalla finestra, fermo sulla soglia della porta senza aprire bocca.

Esmeralda pensò che sarebbe stato meglio interrompere quel silenzio in un modo o nell’altro e così disse, alzandosi dal lettino: -Bhe allora sarà meglio tornare in classe prima che si preoccupino troppo!!!-

-Ah, sei proprio un bel tipo, non hai nemmeno visto la tua classe e già hai voglia di andarci... non sarai mica una secchiona?!-

Questo genere di risposte non piacevano per niente alla nostra nuova amica che la prese come una beffa, ed essendo anche molto permalosa e impulsiva, rispose con voce strozzata per la rabbia:

-Tu come osi parlarmi così?! Non mi hai neanche detto il tuo nome e già ti senti in vena di criticarmi?!?!?!-

-Cosa me ne frega di dirtelo e non mi sembra nenche che tu me l’abbia chiesto. Inoltre piantala di urlare che nelle altre classi stanno facendo lezione!- disse mantenendo la freddezza che lo contraddistingueva.

-Ma va un po’ a quel paese, chi ti ha insegnato l’educazione? Me ne vado da sola in classe!-

Lo superò con passo spedito uscendo dall'infermeria, ma dopo pochi passi nel corridoio si girò nuovamente verso di lui:

-Un’ultima cosa...-

-Cioè? Dimmela, ma senza urlare, se non è chiedere troppo!! Il mio timpano ne potrebbe risentire.-

-Devo ridere?! Comunque potresti dirmi dov’è la mia classe?-

In corridoio... Risate a crepapelle.

Il ragazzo rimase spiazzato dalla domanda, e non potè fare a meno di ridere, cosa che capitava di rado!

-Tu e i tuoi amici avete la risata facile, eh?!- disse imbronciata.

-Bhe vorrà dire che ti scorterò, visto che dobbiamo andare nella stessa direzione!- rispose ricomponendosi.

-Ma bene... siamo pure nella stessa classe!-

I due si incamminarono, ma poco dopo il ragazzo ricominciò a ridere a crepapelle.

-Sono davvero tanto buffa?!-

-No!-

La ragazza pensò: "Finalmente è diventato un po’ più educato!"

-Ma allora perchè continui a ridere?-

-Perchè oltre ad essere buffa sei anche ingenua!- disse tra una risata e l’altra.

Esmeralda era al limite: -Sei solo un brutto antipatico che si diverte alle spalle degli altri! Non ti sopporto!!-

Ma il suo cuore ragionava separatamente dal suo cervello: "Come è bello quando ride!! Vorrei che non smettesse più."

Per non ricominciare a fissarlo, gli fece una linguaccia e aumentò l’andatura staccandosi notevolmente da lui che si reggeva a malapena in piedi per le troppe risate.

-Dacci un taglio con ‘ste risate, hai capito o devo farti lo spelling?!-

La discussione (se si può considerare tale) andò avanti fino a quando non furono nei pressi della loro classe dove furono costretti a ricomporsi.

-Cos’era tutto questo casino, smettetela e andate al posto o vi mando dalla preside!-

Il ragazzo vista in faccia la professoressa riscoppiò a ridere. Aveva una faccia davvero ebete, e anche se cercava di farsi rispettare, ci riusciva in malo modo. Esmerlda guardò prima il ragazzo con aria stupita, poi la prof. e non potè fare a meno di scoppiare a ridere a sua volta.

La classe era ammutolita, ma dopo poco venne contagiata dalle risate dei compagni appena entrati.

E tra una risata e l’altra...

Mensa scolastica. Ora di pranzo. Un’altra figuraccia.

-Una nota sul registro non è il massimo il primo giorno di scuola: non fare quella faccia però!! Domani ti andrà meglio... - fece Holly, cercando di tirare su il morale dell’amico.

-Tanto la nota non l’hai presa tu!!! E come se non bastasse quella brutta racchia mi ha messo una nota anche sul diario!!! Tutta colpa di quell’oca!!- esclamò il portiere della New Team.

Ted si intromise nel discorso con la sua pronuncia singolare: -Guavda il lato positivo: almeno hai conosciuto una vagazza cavina!!-

-Tsk!! Quella non è affatto carina: è il diavolo fatto persona!!!-

-Che diavolo e diavolo... quello è un angelo caduto sulla terra per via di un’ala rotta!- fece Brus.

-Non ti facevo così poetico, Brus!- lo prese in giro Holly.

-Io piuttosto lo definirei patetico!- lo corresse Tom.

-Allora, Brus vagliela ad aggiustare quell’ala... così se ne torna da dove è venuta!- continuò Bengi.

-Ma che hai Bengi, le fette di salame sugli occhi?! Questa volta ha ragione Brus, anche se ha esagerato come al solito.- esordì Paul.

-Dai in fondo un po’ carina lo è: devi ammetterlo!!- disse Tom.

-Vedi lo dice anche Tom, siamo tutti d’accordo!!-

In quel momento passò Esmeralda con il vassoio del pranzo per dirigersi al suo posto vicino a Rebecca. Si abbassò e sussurò all’orecchio di Bengi:

-Hai poco da ridere adesso, eh Price?!-

-Parli del diavolo...-

Lei si rialzò di scatto facendo cadere il *cartoccio del latte sui vestiti del povero portiere mal capitato, e senza accorgersi di dove era finito, iniziò a urlare:

-Cosa intendi? La vuoi piantare?! Tu non sei un ragazzo, sei una disgrazia!!! Di sicuro qualcuno mi ha mandato il malocchio per averti incontrato!! COSA HO FATTO DI MALEEEEE!!!!!!!-

-Eccola che ricomincia...- disse esasperato, pur mantenendo la calma -... ma guarda che imbranata che sei, mi hai inzuppato tutto! Bhe ti restituisco il favore!-

Si alzò in piedi rovesciando il contenuto del suo cartoccio in testa al povero "angioletto" e se ne andò in bagno.

-CHE SCHIFOOOO!!! TORNA SUBITO QUI BENGIAMIN PRICE!!!!-

Il ragazzo rispose senza girarsi:

-Devi sempre farti notare, eh?-

Infatti tutta la mensa guardava attonita la povera Esmeralda per poi scoppiare in una fragorosa risata.

Rebecca disse: -Oh no! Ci risiamo...- e si avvicinò all’amica -... forza andiamo, abbiamo fatto anche troppo spettacolo! –

Turno delle pulizie. Ore 16.15. Ancora tu?!

Il solito gruppetto (Tom, Holly e Bengi), stava chiacchierando allegramente vicino agli armadietti armati di *sacchetto di riso e bandana pronti per le pulizie. Non tutti erano allegri, infatti Esmeralda era di pessimo umore, aveva un’espressione seria e pensierosa.

"Come si fa ad amare una persona così, e ad odiarla allo stesso modo?!"continuava a ripetersi nella sua mente. "Il mio armadietto per giunta è accanto al suo, e così lo vedrò anche all’uscita e all’entrata di scuola." Si mise le mani sulle tempie dolenti e si appoggiò con la testa all’armadietto chiuso. Poi si guardò le mani:

-OH NO! HO I CAPELLI ANCORA SPORCHI DI LATTEEEEEE!!!!!-

-Hmmm, sei sempre tu ad urlare, eh?! Chi era il maleducato?- disse una voce alle sue spalle.

-Ancora tuuuu!!! Fammi il piacere di starmi lontanooo!! Vatteneeeee!!!-

-Ma questo è il mio armadietto!! E tu ci sei appogiata! I casi della vita eh?!-

Esmeralda si voltò a guardare l'etichetta sull'armadietto a cui era appoggiata poco prima. L'etichetta citava a lettere chiare: "Bengiamine Price".

Presa dalla rabbia e non sapendo come controbattere, esclamò isterica: -Non osare rivolgermi più la parola!!!- e corse via.

-Ma cosa ho fatto ora?!-

Un quarto d’ora dopo... Come in infermeria.

DRIIIIIIIIIIN!!!!

Finalmente era finita la prima giornata di scuola ed Esmeralda, immersa nei suoi pensieri, si appoggiò ad un armadietto come poco prima: "Che giornata strana ho vissuto oggi: la più bella e la più detestabile della mia vita!!!"

-Bella addormentata ancora sul mio armadietto, eh?! Se ti piace tanto facciamo cambio!-

Esmeralda si voltò, e si trovò a pochi centimetri di distanza dal suo viso e... dai suoi occhi. Per la seconda volta nello stesso giorno il suo cuore iniziò a battere a mille. Per non far notare al bel portiere la sua reazione, (infatti era bordeaux per l’imbarazzo) lo spinse indietro con tutta la forza che aveva in corpo. In seguito si diresse disinvoltamente (più o meno) verso il suo armadietto.

-Ehi tu teppista! Volevi ammazzarmi?!- disse Bengi rialzandosi a fatica da terra.

Lei aprì l’armadietto e *tirò fuori le scarpe, se le mise e vi ripose le ciabatte. Senza dare alcuna importanza al ragazzo, si diresse verso l’uscita senza dire una parola. Era arrabbiatissima, ma allo stesso tempo felice come una bimba a cui hanno appena regalato un orsacchiotto.

Le superiori si prospettavano interessanti......

A casa... Il diario.

-Ciao mamma!!- disse Esmeralda una volta entrata in casa, mentre si toglieva le scarpe.

-Ciao tesoro, com’è andata a scuola?-

-Lasciamo stare...- disse distrattamente e salì al piano di sopra in camera sua per mezzo delle scale in anticamera.

-Aspetta Esmeralda, la sacca di danza è pronta e ricordati di andarci alle 18.00- continuò la mamma -Io ora devo andare a lavoro, la cena è già pronta; devi solo farla riscaldare. Se vuoi puoi raggiungerci in ospedale. Quasi me ne dimenticavo, va a prendere tuo fratello al campo sportivo alle 19.00 e non combinare pasticci come tuo solito!!! Fa la brava, ciao tesoro.-

-Sì, sì mamma!! Saluta papà. Non combinerò pasticci: non ho più due anni!!!-

La madre uscì di casa e Esmeralda, sdraiata sul suo letto, stava scrivendo un diario che scambiava con la sua migliore amica dai tempi della seconda media:

14 settembre 2000

Ciao Rebecca,

come va? Che due palle mia mamma!!! Uffa, continua a darmi cose da fare e poi non si fida di me e mi tratta come se avessi due anni!!!!! Perche' non si fa lei le sue commisioni e non e' mai a casa?! Sono proprio stufa di questo suo comportamento! Per passare un po' di tempo con lei e papa' devoandare a fare l'aiuto infermiera in ospedale!!! Ma ora basta parlare delle solite cose, perche' io mi sono innamorata!!! E' una sensazione bellissima!!! Il problema e' che non so se lo amo o lo odio a morte!! E' cosi' dannatamente sarcastico e antipatico con me e poi e' freddo come il ghiaccio!! Io gli ho pure detto di non rivolgermi piu' la parola! Di sicuro ora mi odiera'!

Ciao ciao Esmeralda

Finito di scrivere guardò compiaciuta la sua camera sistemata all'occidentale: subito entrati dalla porta, a sinistra, si trovava l'armadio e a destra il letto a castello sotto il quale c'era la scrivania. Esattamente di fronte c'era la porta finestra sotto la quale si poteva notare un bel tappeto rosellino. La camera era arricchita da elettrodomestici e non indispensabili per la crescita di qualsiasi adolescente; televisione a 15 pollici, stereo, walkmen, ecc. Mancava però un grazioso cellulare, oggetto di desiderio per la ragazza. Concentrata nell'ammirare la sua cameretta, si fece vincere dal sonno e dopo una buona oretta si risvegliò stiracchiandosi pigramente.

Scese dalla scala del letto e mentre sceglieva cosa indossare per recarsi a danza, pensò: "Oggi vado a danza con i roller blade, così farò prima e non arriverò in ritardo!!"

Poi guardò l’ora e come suo solito gridò: -OH NO SONO GIA’ IN RITARDO!!!!!!!!!!!-

Si infilò la prima cosa che le capitò in mano e si diresse verso le scale. Per fare più in fretta si lasciò scivolare sullo scorrimano e per poco non cadde a terra quando fu il momento di atterrare!! Prese la sacca e si mise ai piedi i rollerblade. Uscì in giardino e corse verso la palestra dove faceva danza rischiando di investire più volte gli ignari passanti. Ancora una volta era in ritardo!

Alla palestra... Un nuovo incontro cioè scontro!

Al campo sportivo un bimbo dalla capigliatura biondo scuro e dagli occhi verde bottiglia gironzolava davanti all’entrata. Era abbastanza alto per la sua età (10 anni) e dalla faccia si poteva notare che era alquanto scocciato:

-UFFAAAA! Quella sbadata di mia sorella s’è dimenticata di venirmi a prendere!-

-Ehi piccolino cosa ci fai qui tutto solo?-

-Sto aspettando mia sorella.-

-Com’ è tua sorella?-

-Perchè ti interessa? Vuoi provarci con lei? Se fossi in te me ne cercherei un’altra! E’ permalosa, sbadata, manesca, ritardataria e come se non bastasse ha il viziaccio di urlare sempre!-

-Temo di conoscerla, ma non le somigli per niente... Bhe non stare qui, vieni dentro vedrai che non ti annoierai. Come ti chiami?-

-Sandy Ysan. E tu?-

-Il mio nome è Bengi.-

Intanto Esmeralda era appena uscita dalla palestra e tanto per cambiare era in ritardo. Era già buio e le giornate cominciavano ad accorciarsi. Girò l’angolo a tutta birra e... BOOM!!!!

-Mi scusi!- disse imbarazzata -Ma dove ho la testa! Si è fatto male?-

-No, no figurati... a momenti mi ammazzavi!!! Potresti stare più attenta!- a parlare era stato un bel ragazzo col fisico prestante e allenato, alto e snello. Aveva capelli lunghi, mori e scompigliati raccolti in un berretto. I due rimasero imbambolati a fissarsi uno di fronte all’altro.

Poi un urlo spezzò il silenzio: -AAAAAAHHHHHH!!!!! Sono in ritardo!-

Il poveretto portò le mani alle orecchie dicendo:

-Ma ti sei ammattita tutto d’un colpo! Visto che non sei riuscita ad investirmi vuoi farmi diventare sordo?!-

Ormai Esmeralda era troppo lontana per sentirlo ma lui rimase lo stesso a guardarla mentre si allontanava.

Al campo sportivo... Sempre tra i piedi.

Arrivata davanti al campo, Esmeralda, tutta trafelata (sempre indossando i rollerblade), entrò nella porticina senza perdere velocità mentre pensava come suo solito: "Cavoli doveva aspettarmi fuori, va bene che sono arrivata con mezz’ora di ritardo, però... un momento... perchè quella porta da calcio sta venendo verso di me? E cosa ci faccio in mezzo a un campo?!"

-AAAAAHHHHHH!!!!! QUALCUNO MI FERMI!!!! STO PER SCHIANTARMI!!!!-

-Ma che fa mia sorella non può interrompere gli allenamenti! EHI FERMAAAAAA, MA CHE FAI!!!- urlò Sandy.

-Eh no non anche qui, possibile che sei sempre in mezzo ai piedi?!- disse spazientito il portiere -Ehi fermati non vedi che mi stai venendo addosso?-

BOOM!!! Esmeralda si trovava letteralmente in porta sopra al disgraziato Bengi.

Holly gridò: -GOAL!!! Esmeralda ha segnato al Super Great Goal Keeper!!-

Tutti scoppiarono a ridere e Brus aggiunse: -Non fate porcherie, almeno non in campo... cioè scusate in porta!!!-

-Alzati che pesi, non sei mica una piuma!- disse Bengi con voce soffocata.

-Come osi maleducato, non si dicono certe cose a una signorina!- e diede un pugno in testa al poveretto, poi tutto di un colpo arrossì pensando a quello che era appena successo e si alzò di scatto.

-Sei la solita sbadata.- disse Sandy, che intanto era accorso sul luogo dell'incidente -Attenta hai ancora su i pattini!!!-

-Eh?- Esmeralda si ritrovò di nuovo per terra!! E tutti, compreso Bengi, ripresero a ridere.

Così si concludeva la giornata più strana e umiliante che Esmeralda avesse mai vissuto!

Note:

*cerimonia di apertura dell'anno scolastico: in Giappone per accogliere i nuovi studenti, i ragazzi più grandi organizzano una festa con vari spettacoli durante la quale si presentano i nuovi arrivati.

*cartoccio del latte: in Giappone, a mensa viene dato agli alunni un piccolo cartoccio di latte che rimpiazza l’acqua.

*sacchetto di riso e bandana per le pulizie: gli scolari giapponesi, un quarto d’ora prima che finiscano le lezioni, puliscono la scuola, utilizzando un sacchetto di riso come spugna e indossando una bandana. Il tutto si tiene nell’armadietto che ogni studente ha.

*tirò fuori le scarpe, se le mise e vi ripose le ciabatte: a scuola ognuno ha delle specie di ciabatte che tiene sempre nell’armadietto, che indossa la mattina quando arriva a scuola, riponendo le scarpe al loro posto. Quando si va a casa si fa il contrario.

Continua...